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Forum Legal Next 2023, spazio a logistica e trasporto marittimo

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In Italia il dibattito è schiacciato sulle Infrastrutture fisiche, tema in cui il nostro Paese può migliorare, il peggior indicatore invece in questa graduatoria è l'informatica

Forum Legal Next 2023, spazio a logistica e trasporto marittimo

Nel corso del Forum Legal Next 2023 di Milano spazio ad un settore cruciale del nostro paese. La logistica, in particolare al trasporto marittimo. “Purtroppo l’aggiornamento della Banca Mondiale conferma la diciannovesima posizione dell’Italia con tutti gli indicatori indietreggiati. Questo è un paese che negli ultimi anni ha perso competitività logistica commenta Ivano Russo Amministratore Unico Ram – Rete Autostrade Mediterranee – In Italia il dibattito è tutto schiacciato sulle Infrastrutture fisiche, tema in cui il nostro Paese può migliorare ma non è carente, il peggior indicatore invece in questa graduatoria è l’informatica”.

La sostenibilità è un punto cardine anche per gli armatori che stanno investendo molto per migliorare il parco macchine procedendo ad una graduale decarbonizzazione.

“Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile colosso da 2.200 realtà ed aziende associate) nasce da un’idea di Grimaldi – spiega Marcello di Caterina, Vicepresidente e Direttore Generale di Alis – ma oggi noi abbiamo creato un’associazione aperta a 360 ° a tutto il mondo della logistica. E nella logistica noi mettiamo dentro anche la digitalizzazione, perché molte delle aziende che hanno creduto in questo progetto, oggi fanno solo ed esclusivamente digitalizzazione. Le nostre associazioni servono a stimolare, a sensibilizzare, a raccontare come fare le cose e soprattutto dove farle per cercare di dare a questo paese un sistema che sia un sistema vincente. Finché le cose vanno bene, nessuno si rende conto di dove ci sono le mancanze. Quando poi il mercato italiano inizia a decrescere, vengono fuori tutte le difficoltà infrastrutturali di questo paese, soprattutto nel sistema portuale. Il 90% del dei volumi si muovono sul mare, e gli armatori stanno facendo grandi investimenti per quanto riguarda il processo di decarbonizzazione, di digitalizzazione. Il gruppo Grimaldi, ha già fatto investimenti importanti su ben 15 navi ibride che vengono praticamente alimentate durante le loro manovre in porto da batterie, quindi sono a emissioni zero, ma soprattutto queste batterie vengono ricaricate sia con un sistema di plug, quello sulla classico a ridosso delle banchine, e dai pannelli solari che sono esterni o addirittura con un principio che grazie alla carena di queste navi forata, entra nell’acqua all’interno della carena e va a muovere delle dinamo”.

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La Valle Aurina ospita il 1° Simposio internazionale della lavorazione al Tombolo

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Appassionati, esperti e artisti provenienti da tutta Europa per celebrare non una semplice passione ma la storia e l’economia di un territorio

La Valle Aurina ospita il 1° Simposio internazionale della lavorazione al Tombolo

Si apre il sipario domani, venerdì 22, e sabato 23 settembre, per celebrare un antico sapere, sul 1° Simposio internazionale dell’arte del Tombolo. L’area vacanze Valle Aurina, in Alto Adige, diventa per tre giorni la capitale italiana che riunisce appassionati, esperti e artisti provenienti da tutta Europa per celebrare non una semplice passione ma la storia e l’economia di un territorio. Grande inaugurazione, domani, venerdì 22 settembre, nella location del museo delle miniere di Predoi, per proseguire sabato 23 settembre con la visita della mostra temporanea ‘Merletto e Miniere’ al museo provinciale delle miniere di Cadipietra e ‘Festa del Merletto a Tombolo’ nella sala culturale di Predoi con workshop, dimostrazioni e concerti. Due poli museali in stretta sinergia che dialogano con le nuove generazioni per svelare un aspetto della storia e dei costumi della Valle Aurina.

La lavorazione a Tombolo è un’arte antica che ha radici in diverse parti del mondo, ma è particolarmente associata alle tradizioni artigianali italiane. Nota anche come merletto a Tombolo, è una tecnica tradizionale di tessitura o intreccio utilizzata per creare pizzi e merletti e richiede una grande abilità manuale. Quest’arte prevede l’uso di un cuscinetto di tessuto imbottito, su cui vengono disposti degli spilli; il filo viene intrecciato e avvolto attorno agli spilli secondo uno schema prestabilito per creare intricate trame e motivi. Nel corso dei secoli, il Tombolo è stato tramandato attraverso le generazioni ed è diventato parte integrante della cultura e dell’economia di molte comunità, non una semplice espressione artistica ma anche una connessione con la storia e le tradizioni del luogo in cui viene praticato.

La lavorazione al Tombolo nasce dall’esigenza di un sostegno economico da parte delle famiglie del territorio a causa della chiusura della miniera di Predoi più di cento anni fa. L’idea, nata dal parroco Johann Pescosta, ha subito incontrato il favore della popolazione nonché il sostegno finanziario dei proprietari della miniera, il barone Sternbach e il conte Enzenberg. Nel 1889, tre donne furono inviate a Vienna per formarsi nei migliori corsi di pizzi e merletti per poi diffondere questo sapere attraverso una scuola di Tombolo che ha successivamente offerto un’opportunità anche ai figli dei minatori, permettendo loro di diventare abili artigiani con un forte senso del tatto, grazie alle loro agili mani, contribuendo così alla diffusione di quest’arte.

In anni più recenti, il comune di Predoi ha istituito l’associazione scuola di pizzi al Tombolo, che conta oggi numerosi membri. Annualmente, con il sostegno della formazione professionale tedesca e ladina della provincia autonoma di Bolzano, vengono organizzati corsi di perfezionamento per adulti e bambini con l’obiettivo di preservare la tradizione del Tombolo. Il 2023 è l’anno del 1° simposio internazionale dell’area vacanze Valle Aurina, una festa che vuole coinvolgere gli ospiti attraverso dimostrazioni pratiche diffuse presso le malghe a fondovalle, mostre a tema, concerti folkloristici che vogliono lasciare un’impronta indelebile nei ricordi dei visitatori.

Un programma ad hoc pensato per vivere un evento straordinario e per celebrare un’antica arte. L’area vacanze Valle Aurina accoglie gli ospiti nel museo delle miniere di Predoi venerdì 22 settembre per dare il benvenuto agli addetti ai lavori o semplici appassionati. Si prosegue sabato 23 settembre con una visita alla mostra temporanea ‘Merletto e Miniere’ al museo provinciale delle miniere di Cadipietra, che racconta il contesto storico tracciando un file rouge tra l’industria mineraria e quella del merletto. L’esposizione, visitabile fino al 5 novembre, si sofferma svelando i profili delle persone più influenti di questo settore con un’esposizione delle creazioni più belle della lavorazione a Tombolo. Sempre sabato, sono in programma dalle 13.30 dimostrazioni del lavoro al Tombolo diffuse in alcune malghe della zona e gran finale con la ‘Festa del Merletto a Tombolo’ nella location della sala culturale di Predoi con dimostrazioni pratiche, workshop e intrattenimento musicale dal vivo.

Un evento culturale che vuole unire passato e presente, arte e storia, nella cornice incontaminata dell’area vacanze Valle Aurina. Fino al 1° novembre, inoltre, nel castello medievale di Tures, a Campo Tures, sarà possibile visitare ‘L’Arte del Merletto al Tombolo’, un’esposizione allestita nelle suggestive stanze di questo antico castello che cerca di far vivere al visitatore un’esperienza nella storia di un mestiere così affascinante.

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Halloween: zucche stregate e divertimento da paura, il più lungo d’Italia è a Cinecittà World

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Dal 7 ottobre al 5 novembre al parco divertimenti del cinema e della TV della Capitale

Halloween: zucche stregate e divertimento da paura, il più lungo d’Italia è a Cinecittà World

Dolcetto o giretto? Dal 7 ottobre al 5 novembre a Cinecittà World, il parco divertimenti del cinema e della TV di Roma, si alza il sipario sull’Halloween più lungo d’Italia. Un giro sulle attrazioni regalerà dolcetti a tutti i bambini. E tra zucche giganti, covoni di fieno, lapidi e bare del cinema la Halloween Street si popola di fantasmi, streghe e scheletri pronti a infestare gli edifici della New York anni ’20.

Un’atmosfera ad alto tasso di terrore e in perfetto stile americano con 13 attrazioni da paura: si può varcare la soglia della Horror House e camminare tra i set ispirati dalle pellicole più spaventose di sempre da The Ring a Nightmare, da l’Esorcista a Venerdì 13, dal Silenzio degli Innocenti all’antro di Lord Voldemort di Harry Potter. Esperienze inquietanti attendono gli ospiti nel nuovo Horror Hotel, un tranquillo albergo cittadino, in cui non tutto è come sembra…

Vi siete mai sentiti schiacciati dalla paura? Per voi c’è il Cinema Dei Morti Viventi, nel maestoso Teatro 1: spettatori sdraiati e film horror proiettati sul soffitto. Ricco il palinsesto degli spettacoli live a tema: dall’Halloween Show al divertente Trucchi Da Paura passando per il Musical Gangs of Halloween, il viaggio nel mondo del terrore si snoda tra divertimento, suspence e adrenalina.

Per i più coraggiosi e per chi vuole sfidare l’oscurità, il must to do è un giro su Inferno, la montagna russa indoor che conduce nel temuto girone dantesco. L’atmosfera si scalda dentro U571, il sommergibile che dopo aver ospitato l’attore Pierfrancesco Favino sul set del film Il Comandante, per l’occasione si riempie di sexy marinai e vampiresse a caccia di sangue. Manikomio, angusto percorso sotterraneo al buio, metterà alla prova gli spiriti più impavidi. E se il giorno non vi è bastato, la notte si potrà dormire nell’Ostello Maledetto: un nome un programma.

Bambini protagonisti con 14 attrazioni dedicate che, oltre al divertimento, regalano tante caramelle e sorprese, con il Truccabimbi dove potranno assumere le sembianze del loro mostro del cuore per spaventare mamme ed amici, e con il suggestivo Spettacolo del Fuoco da gustarsi dopo il tramonto.

Sarà un Halloween lungo oltre un mese e ricco di eventi: il 21 e 22 ottobre si svolgerà la Cinefiera Horror Show, prima fiera a tema in Italia dedicata totalmente al mondo di Halloween, dal 28 ottobre al 5 novembre il Parco sarà aperto tutti i giorni e la notte per tre grandi Halloween Nights il 28, 31 ottobre e 4 novembre con spettacoli dal vivo, cene a tema, grandi concerti e dj set. Anche Roma World, il parco a tema dell’antica Roma, si prepara al suo primo Halloween, ospitando la fattoria delle zucche: un Halloween Contadino con laboratori per bambini di intaglio e decorazione delle zucche.

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Industria, Piras (Uiltec): “Il 2 e 3 ottobre a Rimini il decennale del nostro sindacato”

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L'appuntamento per celebrare i dieci anni del sindacato

Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec

“Il 2 e 3 ottobre prossimi celebreremo a Rimini il decennale della Uiltec che a nostro giudizio ha tutte le potenzialità per essere una delle categorie propulsive del sindacato, in una fase come quella attuale di transizione energetica e di passaggio ad un’economia effettivamente sostenibile”. Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, che oggi ha concluso i lavori del Consiglio regionale della Lombardia del sindacato che guida da circa un anno.

Il 2 ottobre l’apertura dei lavori alle 15 vedrà i saluti della stessa Piras, seguiti dalla celebrazione del decennale con le testimonianze moderate da Antonello Di Mario. Il giorno successivo la relazione di Daniela Piras, a seguire il dibattito e le conclusioni del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

“In questi dieci anni – ha sottolineato la leader sindacale- abbiamo tenuto alto l’orgoglio di appartenenza ad una grande organizzazione sindacale ed abbiamo tutelato diritti ed interessi dei lavoratori iscritti ed operanti nei settori di nostra competenza. Lo abbiamo fatto in un periodo che ha scontato un biennio di crisi pandemica e le conseguenze di una crisi di guerra alle porte dell’Europa tra Russia ed Ucraina. Abbiamo dato il nostro meglio per quanto concerne l’agire sindacale e la rappresentanza dei lavoratori”.

“La Uiltec con determinazione e tenacia -ha continuato- ha proseguito con le sue numerose e diverse attività, sia in materia contrattuale, sia nelle relazioni industriali che hanno dimostrato di essere molto coerenti e funzionali con la situazione attuale economica e sociale: una stagione che ha visto la presentazione di numerose piattaforme contrattuali significative, e la firma di tutti i contratti di nostra pertinenza, a partire dai rinnovi economici e quelli normativi”.

Per Piras “in questo senso la Uiltec presenta tutte le potenzialità per crescere ulteriormente come consistenza organizzativa e come qualità politica, un trend rappresentato dai risultati dei rinnovi Rsu nelle aziende in tutto il territorio nazionale. Ma per farlo è necessario un dialogo costante ed un serio confronto con aziende ed istituzioni. E’ il rapporto col governo a preoccuparci particolarmente”, ha continuato.

E Piras ha spiegato perchè: “siamo giunti alla prova della verità ed il governo ha scoperto le carte. Mantenere tutte le promesse della campagna elettorale risulta troppo costoso. Per accogliere le richieste dei ministeri, messe per iscritto nei giorni scorsi, il dicastero dell’Economia e Finanza dovrebbe trovare almeno quaranta miliardi di euro. La coperta è corta, si rischiano tagli non solo all’industria, ma alle politiche culturale e dell’istruzione”.

Per la dirigente sindacale “così il Paese rischia una futura classe dirigente impreparata, inadeguata, incapace di utilizzare al meglio le risorse comunitarie. Per quanto ci riguarda continueremo a sostenere la necessità di aumentare i salari perché la ripresa passa anche attraverso l’aumento dei consumi: si darà così anche alle imprese che producono per il nostro territorio la possibilità di riprendersi. In questo senso è fondamentale il confronto con il Governo che misureremo proprio sui fatti concreti”, ha rimarcato.

“Ad oggi, ci sono alcuni punti -ha continuato- su cui ci sono grandi distanze: il lavoro, la riforma fiscale e quella delle pensioni sono tutti temi su cui si era avviata una discussione, che non ci ha trovati soddisfatti. Il confronto tra le parti sulla manovra è di vitale importanza, dato che bisognerà valutare gli aggiornamenti degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Il limite invalicabile è a breve: entro il 20 ottobre conosceremo i dettagli del Bilancio dello Stato. Ecco perché bisogna continuare a far sentire la propria voce a chi governa”, ha sottolineato ancora.

“Siamo profondamente interessati a tutto ciò che riguarda le scelte di politica industriale concernenti i settori di nostra competenza come quelli energetici, del tessile e della moda, del chimico e farmaceutico, del manifatturiero. Soprattutto la fase di transizione energetica deve basarsi su passaggi che favoriscano una produzione industriale sostenibile, ma soprattutto una tutela sociale comune e condivisa. E’ bene discutere nella logica del ‘Green deal’ ma e’ necessario farlo partendo dalle fondamenta di un ‘Social deal’ adeguato”, ha proseguito.

“Il sindacato da sempre, e mai come ora, risulta impegnato a valutare, monitorare, approfondire le tecnologie e normative, nazionali e comunitarie, connesse al Piano Industriale Verde dell’Unione Europea. In tale prospettiva risulta fondamentale il contributo della parte sociale che rappresentiamo, da esprimere nelle indicazioni riguardanti gli aggiornamenti del Pniec e del Pnrr. Ci siamo dotati di un apposito comitato di esperti ed economisti per svolgere al meglio questa funzione”, ha spiegato Piras.

Per la dirigente sindacale “la nostra idea di transizione energetica continua ad essere quella che passa attraverso l’utilizzo del gas. Ci vuole la costruzione di nuovi rigassificatori in ambito nazionale che costituiscono le giuste infrastrutture dove utilizzare il gas liquefatto che dobbiamo far arrivare dall’estero prima possibile Ci vogliono carburanti a basso impatto ambientale ed occorre valorizzare il contributo energetico delle fonti fossili. Infine, bisogna ampliare la platea delle energie rinnovabili per la generazione elettrica, dato che l’attuale modello tiene conto quasi esclusivamente della produzione di energie solare ed eolica. Insomma, tutto possiamo fare, ma non stare a guardare”.

Il sindacato della Uiltec si candida ad avere un ruolo fondamentale del percorso di transizione energetica. “Siamo pronti –ha concluso Piras- a sostenere questa transizione, dal passaggio dell’uso del carbone fossile a quello dell’idrogeno verde, ma non si va da alcuna parte se non si ricorre all’uso del gas. Ravenna è destinata a diventare il principale hub tra Europa e mediterraneo della cattura e dello stoccaggio del carbonio, ma manca un quadro normativo che garantisca, dopo la raccolta, la reimmissione nei giacimenti esausti utili allo stoccaggio. Un altro esempio è la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, in Sicilia, ma non basta l’inserimento dell’opera nel Pniec da parte del ministero dell’Ambiente. Si tratta di una struttura che va sostenuta adeguatamente nel corso della intera realizzazione. In questo senso il governo deve fare la sua parte, affinchè la transizione energetica possa basarsi sul sostegno ad infrastrutture materiali ed immateriali, in modo da garantire le produzioni industriali che servono all’economia nazionale”, ha concluso Piras.

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Lazio, Uniko SpA SB: consulenza gratuita per accesso semplificato imprese agricole a Bando Agrisolare

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Coadiuvata da Plurima Progetti e Agevola Impresa Finanza

Francesco Pecci, ceo di Uniko SpA Società Benefit

La Uniko SpA Società Benefit, coadiuvata da Plurima Progetti e Agevola Impresa Finanza, con il supporto di un autorevole partner finanziario, ha attivato un percorso di consulenza gratuita e full service con l’obiettivo di assistere, accompagnare e supportare le aziende agricole, con sede nel territorio della regione Lazio, interessate ad accedere al bando ‘Parco Agrisolare’ del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che, con uno stanziamento di circa 1 miliardo di euro, finanzia impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, prevedendo contributi in conto capitale, ossia a fondo perduto, che coprono fino all’80% delle spese sostenute.

“Grazie a questa sinergia -afferma Francesco Pecci, ceo di Uniko SpA Società Benefit- siamo in grado di garantire un accompagnamento professionale, qualificato e a costo zero in ogni fase della partecipazione al bando Parco Agrisolare del Masaf. Infatti, il know how di ciascuna delle realtà aderenti consente a qualsiasi imprenditore attivo nel territorio del Lazio nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale di poter contare su un supporto full service e totalmente gratuito, dall’assistenza nella compilazione della domanda da presentare al Ministero, fino alla consegna dell’impianto fotovoltaico chiavi in mano”.

Le domande vanno presentate tramite la piattaforma informatica del Gse, dalle ore 12 del 12 settembre e fino alle ore 12 del 12 ottobre 2023 e la Uniko SpA SB insieme a Plurima Progetti e Agevola Impresa Finanza offrono assistenza gratuita alle imprese agricole laziali, mettendo a disposizione un know how solido e comprovato in materia di edilizia sostenibile, finanza agevolata, accesso al credito e progettazione innovativa.

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Olio, Sicolo (Italia Olivicola): “Prezzo di quello italiano sarà 10-11 euro allo scaffale per consumatori, +30%”

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L'organizzazione dei produttori: "Campagna a macchia di leopardo, boom costi di produzione per siccità"

Olio, Sicolo (Italia Olivicola):

“Per la prossima campagna olivicola calcoliamo un rincaro del prezzo del 30-40% all’ingrosso, noi produttori venderemo a 9 euro al chilo e sullo scaffale l’olio italiano sarà a 10-11 euro al litro, con un 30% in più per il consumatore finale rispetto alla scorsa annata. Questo perchè i costi di produzione sono lievitati a causa della siccità e in più per la mancanza di prodotto in tutta l’area del Mediterraneo”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, la più grande organizzazione nazionale di produttori olivicoli che raggruppa 47 cooperative in tutte le province italiane.

Sicolo sottolinea che “a fine mese si inizierà il raccolto delle olive in Sicilia, poi la Calabria e poi in Puglia ai primi di ottobre. Di seguito inizierà la raccolta anche nelle altre regioni. E’ una campagna a macchia di leopardo. Ci sono regioni, come appunto la Sicilia, la Puglia e la Calabria, in cui c’è una buona produzione. Nel Centro-Nord, invece, non c’è tanta produzione a causa delle piogge del mese di maggio che hanno slavato l’albero di ulivo quando era in fiore e quindi non c’è stata la necessaria impollinazione dei fiori stessi”, rimarca.

E i produttori italiani, lamenta Sicolo, sono lasciati soli a portare avanti la campagna olivicola nonostante le difficoltà climatiche. “Da maggio in poi la siccità ha regnato sovrana al Sud e al Centro e quindi stiamo facendo irrigazione dove possiamo farlo. E questo sta aumentando i costi perchè al Sud si tira l’acqua da 1.500 metri di profondità con spese energetiche e di carburante esplose. I costi di produzione quindi stanno lievitando”, spiega.

Nonostante ciò “in questa campagna, con questi prezzi, quest’anno recupereremo i costi di produzione rispetto ad altri anni in cui è andata peggio. Ma non per un effetto strutturale sul mercato ma semplicemente perchè nell’intero bacino del Mediterraneo non c’è produzione, la Spagna è stata colpita da una forte siccità e non ha produzione, come anche la Tunisia, il Marocco e il Portogallo. E quindi le industrie non possono andare lì ad acquistare il prodotto”, sottolinea Sicolo.

Per il presidente di Italia Olivicola è arrivato però il momento di un intervento strutturale a sostegno del comparto. “Noi stiamo lavorando con il ministero per recuperare le aree marginali che sono state abbandonate negli anni, in modo da agire anche a tutela del territorio ed evitare effetti catastrofici in caso di alluvioni. E poi serve un piano olivicolo serio, dobbiamo aumentare noi la produzione e coprire il nostro fabbisogno, e non aspettare Spagna e altri. Altrimenti, saremo sempre preda di questi prezzi che vanno su e giù”, spiega.

E questa situazione allontana i giovani dal comparto. “Le nostre aziende .-sottolinea- devono fare anche un utile. A volte si parla della grande distribuzione, dell’industria e non si tiene conto dei costi di produzione dei produttori. Ma se io produttore, non solo di olio ma anche di grano e quant’altro, non guadagno quanto necessario per fare vivere la mia famiglia, non vado più a lavorare nei terreni. Nell’olivicoltura -rimarca- non c’è ricambio generazionale per questo motivo, l’olivicoltura non rende, i giovani preferiscono puntare più su ortofrutta o vigneti, in cui non hanno neanche la concorrenza di queste miscele di olii che arrivano dall’estero”, sottolinea.

E l’intera vicenda Xylella è emblematica per Sicolo dell’indifferenza generale verso il settore. “In Puglia 24 milioni di piante sono state distrutte dalla Xylella e nessuno ne parla a livello nazionale. La politica è assente totale. Le tre province colpite producevano un milione di quintali? Non ne produrranno più per anni. Se non c’è prodotto sul mercato, è chiaro che i prezzi vanno alle stelle”, conclude amaro.

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Periti industriali: entro 2030 sempre più giovani punteranno su professioni tecnico-scientifiche

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I professionisti a congresso a Roma, sempre più a 'banda larga' cioè diversificate per ruoli, competenze e servizi offerti

Il presidente del consiglio nazionale dei periti industriali, Giovanni Esposito

Sempre più giovani, soprattutto laureati e donne, punteranno da qui al 2030 su una professione tecnico-scientifica. Professioni che saranno sempre più a ‘banda larga’ cioè estremamente diversificate per ruoli, competenze e servizi offerti. Parallelamente il mondo delle professioni evolverà sostanzialmente, così come il ruolo degli Ordini professionali che saranno sempre più erogatori di servizi. A queste evoluzioni faranno da traino le innovazioni tecnologiche, in particolare l’intelligenza artificiale, che modificheranno il lavoro intellettuale assorbendo un quarto delle attuali occupazioni. Questi alcuni dei risultati emersi dall’indagine previsionale ‘Il futuro delle professioni tecnico-ingegneristiche. Scenario 2030’, realizzata dallo studio del Professor Domenico De Masi attraverso il metodo ‘Delphi’ e presentata oggi a Roma, presso l’Auditorium Antonianum, in occasione della giornata inaugurale del XV congresso nazionale dei Periti Industriali, organizzato dal consiglio nazionale e dall’ente di previdenza di categoria, che si chiuderà domani.

Obiettivo: tracciare uno scenario che sia il più plausibile possibile sulle evoluzioni delle professioni tecniche da qui al 2030 considerando le influenze tecnologiche, sociali ed economiche. A metterne in luce gli aspetti salienti il professor Francesco Giorgino, chairman scientifico – Università Luiss, insieme ai 7 esperti che hanno preso parte alla ricerca: Franco Bonollo, Alberto Brambilla, Federico Butera, Luca Giustiniano, Giuseppe Rossi, Stefano Sacchi, Pasquale Sandulli.

Al centro della ricerca, quindi, il tema delle innovazioni tecnologiche che da qui al 2030 continueranno ad aumentare quantitativamente e a svilupparsi qualitativamente: più robotizzazione e più automazione, ma soprattutto più Intelligenza Artificiale, che assorbirà e modificherà soprattutto il lavoro intellettuale, sia impiegatizio che creativo e avrà notevoli impatti sulle competenze dei lavoratori e sulle forme organizzative.

Questo obbligherà a puntare su formazione e competenza, tanto che le professioni emergenti ascrivibili ai contesti tecnologici e ingegneristici, richiederanno una formazione di livello terziario. Del resto da qui al 2030 il paradigma dominante del lavoro sarà quello delle professioni dei servizi a “banda larga”, ossia di professionisti che hanno un altissimo numero di attività e di ruoli per contenuto, livello e formazione. Un modello che permetterà alle persone di passare da un ruolo all’altro senza perdere l’identità. A cambiare, nello stesso tempo, sarà il ruolo degli Ordini professionali che assumeranno sempre più le caratteristiche di fornitori di servizi per i propri iscritti.

Pertanto l’offerta di formazione diventerà cruciale. La tendenza dei giovani laureati, fortemente orientata a non iscriversi, imporrà la necessità di rinnovarsi sotto differenti punti di vista: effettiva rappresentatività dei propri iscritti e dei loro legittimi interessi; capacità di stimolare innovazione e nuove prospettive nei percorsi professionali; capacità di organizzare, fornire, integrare la formazione professionale e di coinvolgere chi opera nel settore della libera professione.

E come cambierà il lavoro dei periti industriali da qui al 2030? Più portatile e automatizzato rispetto ad oggi, con modalità di lavoro sempre più “fuori ufficio”. E’ quanto emerge dall’indagine previsionale ‘Il futuro delle professioni tecnico-ingegneristiche. Scenario 2030’, presentata oggi al congresso nazionale dei periti industriali in corso a Roma.

Il ‘core’ del lavoro resterà abbastanza simile a quello attuale, ma necessiterà di aggiornamenti continui a causa delle nuove tecnologie legate alla transizione energetica. La formazione del perito industriale sarà comunque sempre più caratterizzata dall’unione di cultura tecnica con i saperi scientifici proprio per garantire quel necessario approccio culturale e interdisciplinare alle competenze.

Ma quali saranno i settori in espansione da qui al 2030? Per la ricerca non ci sono dubbi, la domanda di lavoro crescerà soprattutto negli ambiti relativi alla trasformazione digitale, economia circolare, transizione energetica ed ecologica, trasformazioni demografiche, quindi all’adattamento a una silver economy con tutti i bisogni (abitativi, sanitari, ecc.) che ne deriveranno. Il recupero del patrimonio abitativo esistente in ottica di sostenibilità ambientale, e di supporto alla silver economy, rappresenterà una tra le opportunità di incremento occupazionale.

E, come emerge dalla ricerca, sarà necessario un ripensamento del sistema di welfare della categoria dei periti industriali. Da qui al 2030, sarà essenziale, spiegano i periti industriali, infatti mettere a punto anche percorsi individuali di welfare previdenziale ed assistenziale per consolidare le azioni attuate al fine di migliorare l’adeguatezza dell’assegno pensionistico, tutelare la salute e le situazioni di vulnerabilità. Ovvero, un welfare della persona, che la sostenga nella vita privata e nelle esigenze familiari e di salute, con uno sguardo attento al fine previdenziale e alla sostenibilità.

“Il nostro virtuoso modello di welfare -spiegano i periti industriali- dovrà essere pronto ad aprirsi ad ulteriori platee di riferimento, e favorire l’aggregazione di servizi comuni agli altri enti di previdenza, assicurando con responsabilità, il valore dell’autonoma gestionale riconosciuta dalla legge istitutiva”, concludono.

Il XV congresso dei Periti Industriali si concluderà domani, venerdì 22 settembre, con una giornata dedicata alla presentazione del documento programmatico di categoria che sarà sottoposto a mozioni e votazioni da parte dei delegati e si chiuderà con le relazioni del presidente del consiglio nazionale dei periti industriali, Giovanni Esposito, e del presidente dell’ente di previdenza di categoria, Paolo Bernasconi.

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Startup, Biova Project in campo contro spreco alimentare e torna in crowdfunding

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Per finanziare i propri progetti a favore di una maggiore sostenibilità della filiera alimentare

Startup, Biova Project in campo contro spreco alimentare e torna in crowdfunding

Biova Project, la startup innovativa che lotta contro lo spreco alimentare, ha appena avviato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd per finanziare i propri progetti a favore di una maggiore sostenibilità della filiera alimentare. L’obiettivo minimo di raccolta di 400mila euro sarà utilizzato per espandere la propria capacità di recuperare invenduti, tramite la creazione di unità denominate Surplus Treatment Unit, veri e propri centri di stoccaggio e trasformazione dei surplus alimentari in nuove materie prime. “Questo aumento di capitale servirà anche a finanziare un’importante campagna di marketing per ampliare ulteriormente la notorietà del brand e, contemporaneamente, ampliare la nostra rete di vendita e il team interno. Lo scopo è essere sempre più capillari e presenti sul mercato”, ha spiegato Franco Dipietro, founder e Ceo della startup.

Nata nel 2019 a Torino, Biova Project è diventata in breve tempo la più nota startup italiana di economia circolare legata al food & beverage. Fondata da Franco Dipietro ed Emanuela Barbano, la startup è passata da concept a prodotto sugli scaffali della Gdo in pochi mesi, cominciando a generare revenue già dal primo anno di vita. Il modello di business di Biova Project si basa sul recupero e trasformazione di invenduti e sottoprodotti della filiera agroalimentare italiana in prodotti dal nuovo valore aggiunto, valorizzando quello che per altri è uno scarto in una nuova risorsa.

La startup, infatti, prende accordi con player della grande distribuzione e produzione per recuperare, stoccare e trasformare cibo invenduto, o non più commercializzabile per motivi estetici, in nuovi prodotti dall’alto valore aggiunto. La maggior parte delle volte il prodotto finito viene rivenduto tramite gli stessi canali del fornitore di surplus. Un modello che ha portato i prodotti Biova Project ad esser venduti in centinaia di punti vendita sul territorio italiano, presso clienti come Coop Nord Ovest, Carrefour, Eataly, Ikea Italia, Capatoast, Getir, Cortilia, Riso Gallo, Pasta Berruto, Consorzio Prosciutto di Parma e tanti altri.

“Biova Project è cresciuta molto negli ultimi anni e sono contento di vedere che stiamo raggiungendo sempre più persone con i nostri prodotti. Per noi è fondamentale continuare a dare il nostro contributo alla lotta contro lo spreco alimentare, creando altri prodotti di successo, come lo sono le nostre birre e i nostri snack. Ogni anno in Europa 931 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate. 158,27 milioni di tonnellate derivano da pane, pasticceria e cibi secchi. Con i capitali raccolti potremo pensare e sviluppare nuovi prodotti capaci di trasformare invenduti in qualcosa di nuovo, buono e divertente. Potremo allargare la nostra squadra e far sentire ancora di più la nostra voce. La campagna di crowdfunding su Mamacrowd rappresenta un’occasione importante per sostenere un’azienda che sta cambiando, un sorso alla volta, il modo in cui oggi guardiamo i sottoprodotti e gli invenduti della filiera agroalimentare”, ha sottolineato Dipietro.

Biova Project è ad oggi sinonimo della più completa e verticale gamma di ‘birre contro lo spreco’: birre fatte risparmiando fino al 30% di materie prime vergini a favore di sottoprodotti e invenduti della filiera agroalimentare. La gamma di birre Biova Project, infatti, è creata a partire da pane invenduto, sfridi di pasta e rotture di riso recuperate da importanti player del mercato italiano. Nel 2022 la startup ha anche lanciato Ri-Snack, uno snack salato fatto a partire del sottoprodotto della birrificazione, il malto d’orzo esausto, già utilizzato nella creazione della loro gamma di birre, e riutilizzato una seconda volta per creare uno spuntino croccante e dal gusto irresistibile.

Oggi Biova Project è una realtà nota e presente su tutti i canali, sia online che in horeca, con migliaia di follower sui propri social e una grande voglia di crescere.

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Infortuni, al Safety Expo al centro valore della sicurezza e ruolo della formazione

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I temi che hanno animato il dibattito

Infortuni, al Safety Expo al centro valore della sicurezza e ruolo della formazione

Il valore della sicurezza, le soluzioni per risolvere il problema antinfortunistico, il ruolo della formazione. E ancora: tutti gli orizzonti della normativa antincendio, le applicazioni progettuali da seguire per garantire la sicurezza antincendio delle facciate degli edifici civili anche quelli di grande altezza, spesso oggetto di numerosi incidenti. Sono questi i temi che hanno animato la prima giornata di lavoro di Safety Expo, a Bergamo Fiera. Un appuntamento irrinunciabile per i tantissimi professionisti della sicurezza e dell’antincendio che scelgono la manifestazione per conoscere, formarsi, addestrarsi ma soprattutto confrontarsi con i massimi esperti del settore.

La tavola rotonda di Salute e Sicurezza organizzata dalla Rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro è partita con un input politico di proposte per cercare di arginare il fenomeno infortunistico che ha assunto ormai proporzioni non ignorabili: Walter Rizzetto, presidente dell’11ma commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, ha dato degli spunti di confronto per i tanti esperti presenti e per la platea: “La politica deve attivarsi anche per un solo caso di malattia professionale. Bisogna migliorare le misure di prevenzione, la formazione e l’addestramento, contrastare il lavoro sommerso. La sicurezza deve diventare un aspetto erga omnes, serve andare nelle aziende e dare i mezzi adeguati agli ispettori, aumentare le verifiche nei settori ‘deboli’, quelli più esposti”.

E, ancora, una proposta al vaglio del Parlamento: l’obbligo di insegnamento della sicurezza sul lavoro nelle scuole secondarie anche sfruttando le testimonianze dei superstiti per sensibilizzare fin da subito il cittadino e futuro lavoratore del ruolo giocato dalla sicurezza nel suo lavoro. La tavola rotonda ha poi visto susseguirsi gli interventi di istituzioni, parti sociali, esperti e consulenti intorno a una grande domanda proposta da Lorenzo Fantini, esperto in politiche della prevenzione, consulente in materia di salute e sicurezza sul lavoro: come migliorare le politiche di prevenzione a vantaggio di tutti?

“Non esistono – ha affermato Ester Rotoli, direttore della Direzione Centrale Prevenzione Inail – risposte semplici all’emotività delle morti, serve una risposta di sistema, strutturata, uno sviluppo di competenze e una cultura di impresa che rimetta al centro l’individuo e il territorio”. Milieni (Inl) ha ricordato come la sicurezza non deve essere vista come un costo ma come un investimento e va integrata nel processo produttivo che guardi al prodotto finale come realizzato nell’ambito di un processo produttivo sicuro. E ancora Cinzia Frascheri, responsabile nazionale Cisl Sicurezza sul lavoro, ha ricordato il ruolo della tecnologia e dei cambiamenti del digitale e l’importanza centrale della informazione su queste evoluzioni al fine di stimolare la percezione dei cambiamenti tecnologici.

Presente anche Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e uno dei ‘padri’ del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, che ha puntato l’attenzione sugli aspetti più critici: la catena degli appalti, la mancata introduzione della patente a punti per le imprese e ha ammonito: “Semplificazione delle regole necessaria per l’81/2008 non deve confondersi con deregolazione”. Raffaele Guariniello, magistrato e giurista, esperto di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori, ha aggiornato la platea sugli ultimi orientamenti della Cassazione in materia di prevenzione lamentando la scarsezza di processi penali sulle malattie professionali, l’assenza di procure specializzate in salute e sicurezza e rilanciando l’idea e la necessità di una Procura Nazionale per la sicurezza sul lavoro.

Infine, Stefano Massera, coordinatore scientifico Salute e Sicurezza del Safety Expo, ha posto l’accento su un nodo atavico, quello della legislazione concorrente Stato-Regioni in materia di sicurezza sul lavoro. Uno status quo che ha solo complicato lo scenario normativo, creando dispersioni di energia e tempo speso dai professionisti, che avrebbe invece potuto essere reinvestito nello sviluppo e comprensione di nuove tecnologie innovative. “Serve concretezza e coraggio”, ha ammesso, auspicando che arrivi al più presto un intervento legislativo mirato e deciso per fornire risposte sistemiche che spazino dal controllo delle stazioni appaltanti (resosi evidente dopo i fatti di Brandizzo) allo sviluppo della normazione tecnica prendendo spunto proprio dai progressi e dai risultati positivi registrati dalla normativa antincendio.

Sotto la supervisione del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, poi, i 2 convegni organizzati dalla rivista Antincendio nel Padiglione Antincendio di Safety Expo hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della normativa antincendio a un anno dall’entrata in vigore dei tre decreti di riforma del decreto 10 marzo 1998 e ormai con un Codice di Prevenzione incendi divenuto centrale nella vita dei progettisti.

Si è partiti al mattino con un convegno che ha rimarcato la piaga degli incendi negli edifici: secondo Fivra sono 1.349 gli incendi che hanno interessato le facciate negli ultimi 6 mesi: di questi il 47% ha interessato l’involucro edilizio (facciata e/o copertura) e ogni anno, in Italia, sono 100 le vittime e 400 i feriti coinvolti in questi incidenti, che pesano per l’1% di Pil.

Un campanello di allarme che ha portato gli esperti del Corpo provenienti da diversi Comandi a riflettere sulla nuova Regola Tecnica di prevenzione incendi per le chiusure d’ambito degli edifici civili in vigore dal luglio 2022. Il convegno ha quindi esplorato le innovazioni introdotte, il quadro normativo per il settore delle facciate continue e delle chiusure d’ambito e gli aspetti più strettamente connessi al comportamento al fuoco delle facciate oltre ai profili di responsabilità a carico di progettisti, installatori e manutentori del settore.

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Coronavirus

Turismo, dopo il Covid nel 2023 in calo flussi interni, pesano anche i costi

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Il Rapporto a cura di Roberta Garibaldi

Turismo, dopo il Covid nel 2023 in calo flussi interni, pesano anche i costi

Dopo il Covid si sperava in una nuova forma di turismo sostenibile, con meno overtourism, più viaggi nel proprio Paese. Tuttavia, dopo un 2022 di revenge tourism, nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, la presenza di turisti internazionali, ma si ha avuto un calo dei flussi interni, in seguito all’aumento generalizzato dei costi. I turisti italiani sono spesso la base del mercato: anche se i visitatori internazionali di solito spendono di più, sono gli italiani che viaggiano tutto l’anno e visitano le aree interne. A evidenziarlo il Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi (docente di Tourism Management presso l’Università degli studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse), con i contributi dei maggiori esperti nazionali e internazionali e il supporto di Unioncamere e Rete Valpantena.

In Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea. Cosa è accaduto? La prima risposta è stata che recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato vede erodersi rapidamente il proprio potere d’acquisto e rinuncia al viaggio. E’ una tendenza europea. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2022 il reddito è sceso del 7,5% per 14 milioni di persone, mentre è aumentato del 7,8% per i più ricchi. Viaggiare per gli spagnoli in Spagna è aumentato del 25% dal 2019, mentre il reddito medio solo del 4,6%; è quindi sceso il turismo domestico di circa il 5%.

“Il Rapporto evidenzia, da una parte, il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali”, afferma Roberta Garibaldi. “E, dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo. In sostanza, passare all’azione”, spiega.

Non solo. Il turista mostra una minore attenzione verso il rispetto dell’ambiente e il contenimento degli sprechi e dei consumi in viaggio. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (contro il 75%) di essere rispettoso dell’ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione. È dimostrato che, spesso, alle dichiarazioni non corrisponde un effettivo comportamento, c’è quindi bisogno di aiutare chi viaggia, informandolo in modo semplice e trasparente e supportandolo nelle scelte.

Ma si aprono anche nuovi scenari, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane (o ad alto afflusso) e rurali (a minore afflusso) si crea valore economico, sociale e culturale. Ad esempio, col lavoro di Franco Pepe a Caiazzo, gli arrivi e le strutture in questo paese dell’entroterra casertano sono quasi raddoppiati nel periodo 2018-2022 (+93% e 89%). Come creare queste connessioni? Un piano integrato di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale.

Passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – e incentivi. Ed accrescere la propria visibilità (e reputazione) come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente ed omnicanale verso l’esterno.

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Lavoro

Fiere: le competenze del Gruppo Fibre net a Expo ferroviaria Milano il 3-5 ottobre

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Il player friulano, da oltre 20 anni specializzato nell’antisismica e nel rinforzo strutturale, vanta expertise e tecnologie all'avanguardia

Fiere: le competenze del Gruppo Fibre net a Expo ferroviaria Milano il 3-5 ottobre

Competenze di ingegneria sismica, produzione, assistenza, ricerca e sperimentazione al servizio della sicurezza delle infrastrutture di trasporto e strategiche. Ma anche la disponibilità – a beneficio di progettisti, imprese ed enti impegnati a rendere le opere sicure e sostenibili – di un team di tecnici specializzati dedicato alle grandi infrastrutture, in grado di garantire assistenza tecnica dalla progettazione all’appalto, fino alle operazioni conclusive del cantiere.

Il gruppo Fibre Net di Udine si presenta con queste credenziali all’11esima Expo Ferroviaria in programma dal 3 al 5 ottobre prossimi al padiglione 9 del quartiere fieristico di Fiera Milano Rho. Fibre Net Group sarà presente allo stand A38, mentre la business unit dedicata all’industria, P-Trex, occuperà lo spazio B24.

Il player friulano, da oltre 20 anni specializzato nell’antisismica e nel rinforzo strutturale, vanta expertise e tecnologie all’avanguardia che consentono di proporre soluzioni innovative, certificate, efficaci e performanti per garantire la sicurezza e l’affidabilità di ponti, viadotti e gallerie. Senza dimenticare che l’azienda è stata insignita dell’Alta onorificenza di bilancio ‘Industria Felix’, riconoscimento riservato alle migliori performance gestionali di imprese ritenute solvibili o sicure rispetto al Cerved Group Score Impact.

In particolare, poi, P-Trex presenterà nuove soluzioni custom, prodotti e strutture preassemblate, in Prfv (polimeri rinforzati in fibra di vetro) che assicurano resistenza all’usura e alla corrosione, leggerezza, design flessibile e integrato, riduzione della manutenzione e dei consumi energetici, resilienza e sostenibilità ambientale. Tutto ciò nell’ottica di perseguire gli obiettivi fondamentali di efficienza e sicurezza degli operatori e dei passeggeri.

“La sostenibilità finanziaria che ci viene riconosciuta ci consente di essere affidabili, accanto a committenza e clienti, anche rispetto a commesse di grande rilievo”, dice Cecilia Zampa, direttore commerciale e Ceo di Fibre Net.

“Penso, ad esempio, alle opere di adeguamento infrastrutturale o agli interventi strategici del Pnrr che richiedono partnership con realtà industriali organizzate, solide e stabili finanziariamente, con una visione aperta al mondo e ai mercati internazionali. Il solo Piano di ripresa e resilienza impegna circa 25 miliardi sulle ferrovie, ma se guardiamo più a lungo termine, parliamo di almeno 125 miliardi che saranno investiti nel prossimo decennio. Ecco perché è fondamentale per il nostro gruppo farsi trovare pronto di fronte a una grande sfida con competenza, professionalità e massima affidabilità per i nostri partner e interlocutori”, conclude.

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