Lavoro
Sicilia, Ciforma, introdurre un sistema di rating degli...
Sicilia, Ciforma, introdurre un sistema di rating degli enti di formazione
Sostegno della proposta del presidente dell’associazione di imprese Cifa Italia Andrea Cafà
“Istituire un tetto massimo dei contributi erogabili in favore di ciascun ente di formazione può essere un’azione utile a raggiungere gli obiettivi di trasparenza ed efficienza nell'uso delle risorse pubbliche, ma certamente non l’unica”. Lo dichiara Lucia Alfieri, presidente di Ciforma, la federazione che associa enti di formazione. Inserendosi nel dibattito sulla proposta di emendamento alla normativa che introduce il tetto massimo dei finanziamenti pubblici incassabili da ciascun ente di formazione (l.n. 23/2019), Alfieri chiede che “venga introdotto un sistema di rating degli enti di formazione che ne valuti serietà e affidabilità, a partire dalla verifica del contratto collettivo applicato”.
L’applicazione dei contratti pirata, ancor oggi praticata da molti enti di formazione, alcuni dei quali hanno detenuto sinora l’oligopolio dell’offerta formativa in Sicilia, ribassa il costo del lavoro, determinando la perdita di professionalità di alto livello. Questo ribasso indiscriminato produce una ricaduta estremamente negativa sulle casse dell’erario, in quanto consente un inammissibile margine di guadagno agli enti che rendicontano a ucs (unità di costo standard) un costo del lavoro non sostenuto. Dato che l’ucs si calcola sulla base dei costi indicati dai contratti leader, gli enti che applicano i contratti 'pirata' percepiscono un importo superiore, calcolabile in un 30% circa, rispetto ai costi effettivamente sostenuti per personale e docenti.
Per la presidente di Ciforma “è urgente attivare un sistema di controllo e monitoraggio per verificare la corretta applicazione del contratto collettivo nazionale leader o equiparato della formazione professionale, secondo quanto previsto e disciplinato dal decreto interministeriale 29/2007 e dalle norme sull’accreditamento”.
L’azione di controllo dovrebbe essere poi assistita dalla tempestiva applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente (accreditamento e avvisi), che sono l’esclusione dai percorsi Iefp e la revoca del costo rendicontato a ucs per la parte dell’importo superiore a quanto effettivamente sostenuto applicando il contratto pirata.
Solo in presenza di una verifica seria e di un reale monitoraggio del possesso e del mantenimento dei requisiti previsti dalla normativa sull’accreditamento può innescarsi un meccanismo trasparente e oggettivo che valuti le performance degli enti di formazione, fino a prevedere per i più 'virtuosi' l’erogazione di contributi oltre il massimale di finanziamento ex lege previsto. Il sistema dovrebbe tenere conto di vari parametri, tra cui la qualità dei programmi formativi offerti, l'efficacia nell'inserimento lavorativo dei partecipanti, la trasparenza amministrativa e la conformità al contratto collettivo applicato.
A sostegno della proposta di Lucia Alfieri, il presidente dell’associazione di imprese Cifa Italia, Andrea Cafà, ribadisce: “Il rating di qualità degli enti di formazione avrebbe significativi impatti finanziari. Gli enti con valutazioni elevate potrebbero beneficiare di contributi pubblici più consistenti, mentre quelli con valutazioni inferiori sarebbero soggetti a una revisione più approfondita dei finanziamenti pubblici e indotti a introdurre significativi miglioramenti”.
“L’introduzione del sistema di rating” - conclude Cafà - “contribuirebbe a ottimizzare l'allocazione delle risorse economiche destinate alla formazione, evitando lo sperpero di pubblico denaro e garantendo un utilizzo responsabile delle risorse con l’effetto di alzare il livello della qualità dell'istruzione e della formazione professionale”.
I rappresentanti di Cifa Italia e di Ciforma invitano il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale, Girolamo Turano, nonché l’assessore al Lavoro, Nuccia Albano, ad avviare un capillare sistema di monitoraggio e controllo degli enti di formazione in attuazione della normativa sull’accreditamento regionale, e ad attivare l’Ispettorato del lavoro per verificare i contratti collettivi applicati e comminare le eventuali sanzioni. Chiedono, inoltre, l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto per valutare in tempi brevi l'introduzione di un sistema di rating per gli enti di formazione come strumento chiave per garantire il controllo delle risorse economiche pubbliche e la corretta applicazione dei contratti collettivi di categoria.
“Solo attraverso un impegno comune per la trasparenza e l'eccellenza sarà possibile plasmare un futuro in cui la formazione professionale sia davvero un pilastro per lo sviluppo individuale e la crescita economica del Paese” concludono i due presidenti.
Lavoro
Driverso: in Ue fatturato a 169 mln per car hiring d’alta...
Al Museo Maxxi di Roma il secondo global meeting della prima piattaforma digitale europea
Un comparto in grande espansione a livello europeo, con 169 milioni di euro di fatturato nel 2023, 192 imprese attive e un parco auto di 3.456 unità. E per quanto riguarda l'Italia i dati parlano di 45 milioni di euro di fatturato con circa 1000 auto. I numeri che arrivano da Driverso’s Analysis Lab riguardano il mercato del car hiring d’alta gamma nel Continente e segnalano anche un costo medio per noleggio di 2.916 euro per 58.074 transazioni nell’anno.
La durata media dei contratti è stata di 5,4 giorni per 313.600 giornate complessive, con ricavi medi sul singolo veicolo pari a 49mila euro. Ma c’è soprattutto un’aspettativa di crescita rilevante: il fatturato del settore è atteso a 195 milioni di euro già alla fine di quest’anno, per poi salire via via fino ai 714 milioni previsti nel 2030. Il bacino di mercato potenziale, comunque, è enorme, dato che il giro d’affari del luxury travel è calcolato oggi in 1.380 miliardi di euro.
Circa 40 di queste aziende, che rappresentano il meglio dell’offerta del car hiring d’alta gamma e rispettano standard di qualità predefiniti, operano su Driverso, la prima piattaforma digitale europea, nata in Italia, per il noleggio auto premium. L’aggregatore online mette a disposizione centinaia di veicoli di tutti i marchi più prestigiosi, forniti dai player attivi su 10 Paesi (Austria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Principato di Monaco, Regno Unito, Spagna, Svizzera).
Decine di aziende, esperti, stakeholder qualificati e appassionati provenienti da tutta Europa si sono ritrovati oggi nel suggestivo scenario del Museo Maxxi di Roma per il secondo global meeting di Driverso, da cui sono emersi numeri, scenari e tendenze di un ramo dell’automotive che incrocia i temi del lusso, del lifestyle, dell’economia digitale e soprattutto le sempre mutevoli abitudini di consumo turistico. Il servizio, infatti, si rivolge soprattutto a un target di clientela legata al tempo libero e alla ricerca di un’esperienza esclusiva di viaggio e di mobilità del tutto customizzata.
Durante la giornata al Maxxi, sono intervenuti esperti del calibro di Ryan Sarver, Partner Redpoints Ventures e soprattutto ex direttore della piattaforma Twitter, Massimiliano Archiapatti, Ceo di Hertz Italy, Jasmine Boni-Ball, Executive assistant di ‘Tuscany Now and More’, Ferruccio Rossi, Direttore generale di Sanlorenzo Yacht, Leopoldo Gasbarro, direttore di Wall Street Italia, e Maurizio Iperti, Ceo di LoJack.
Pierluigi Galassetti, co-founder con Saverio Castellaneta di Driverso, ha detto: “Il noleggio auto di alta gamma riveste un ruolo chiave nell’offerta turistica italiana e internazionale e agisce come un elemento in grado di caratterizzare e arricchire l’intera esperienza di viaggio. Questa proposta di mobilità è apprezzata sia dai visitatori nazionali che da quelli internazionali e si inserisce in un contesto in cui la clientela ricerca non solo comfort ed esclusività, ma richiede esperienze immersive e personalizzate in ogni dettaglio del soggiorno, dalla cucina all'alloggio, fino agli spostamenti in auto, che completano la gamma dei servizi”. “Nell’ambito del settore lusso, fortemente in crescita
Lavoro
Peste Suina, Martinelli (Assosuini): “Se crolla...
Il presidente dell'associazione: "Allevamenti e prosciutti sono sicuri, al mercato però non interessa"
"Il rischio grosso che stiamo correndo è di perdere un settore importante, un'eccellenza del made in Italy. La Cina già non importa i nostri prosciutti da due anni, com e anche la Corea e il Giappone. Adesso anche il Canada e se poi decideranno di fare la stessa cosa Stati Uniti, Francia e Germania che rappresentano i nostri principali mercati allora resteremo con i maiali negli allevamenti e i prosciutti nei prosciuttifici. Questo perchè il 30% dei prosciutti che si producono in Italia vengono esportati. Se crolla l'export sarà una catastrofe per i 4mila allevamenti italiani e per i trasformatori ma anche per tutto l'indotto". E' l'allarme che lancia, con Adnkronos/Labitalia, Elio Martinelli, presidente di Assosuini, dopo che il diffondersi della peste suina sui cinghiali anche nella zona del Parmense ha portato l'Ue a stabilire la zona di restrizione II a Langhirano, patria del Prosciutto di Parma.
E per Martinelli "se crolla l'export le aziende non avranno alternativa che chiudere e se, guardiamo all'esempio della Germania che ha affrontato il problema prima di noi, adesso il Paese fa segnare un 20% in meno di allevamenti dopo la fine dell'emergenza". "Questo fa capire che una volta chiusa l'attività è difficile che questa riparta dopo la fine dell'emergenza", sottolinea.
Secondo il presidente di Assosuini "finora il contrasto alla peste suina nel selvatico si è fatto solo in teoria, basti pensare che dopo un anno e mezzo il commissario straordinario non è ancora operativo. Si dove agire come fatto in Sardegna, dove il virus è stato eradicato con il coinvolgimento di tutte le forze in campo, a partire dai cacciatori che sono stati la chiave per sconfiggere il problema. E invece ora abbiamo un virus che corre velocissimo in Italia dove si calcola che ci siano 1,5-2 milioni di cinghiali", sottolinea.
Ma nonostante il virus corra tra i cinghiali gli allevamenti italiani di suinbi sono al sicuro. "I nostri allevamenti di suini, grazie agli investimenti fatti dagli allevatori in materia di recinti e barriere e anche con i controlli che vengono fatti di continuo, sono super sicuri. Ricordiamo che la peste suina non si trasmette all'uomo ma colpisce cinghiali e suini, si propaga velocemente e porta nel 90% dei casi alla morte degli animali. Detto questo, i nostri prosciutti sono sicuri e super controllati ma questo non interessa al mercato che non intende rischiare", conclude Martinelli.
Lavoro
Ai, Iannicelli (Ordine Ingegneri): “Fondamentale dare...
Parla il responsabile scientifico della Commissione Metrologia agli "Stati generali delle ingegnerie digitali”
“La metrologia è la scienza della misura che si divide tra la metrologia scientifica, legale, industriale. In Italia è stata un po' trascurata ed è per questo che ci siamo riuniti una commissione. La prima commissione di metrologia è nata a Milano e vi collaborano persone da tutta Italia perché è fondamentale dare peso a questa scienza che sta dietro a tutte le cose”. A parlare è Carmelo Iannicelli, presidente Commissione Metrologia dell'Ordine degli Ingegneri, dal palco degli "Stati generali delle ingegnerie digitali - Costruendo il futuro tecnologico di Milano e del Paese", organizzato dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano all'Acquario civico del capoluogo lombardo. Nel panel “Metrologia 4.0: verso una misurazione smart e intelligente” si è discusso di smart Metrology: “Se l'intelligenza artificiale si basa su numeri sbagliati perché non abbiamo conoscenza e competenza, stiamo perdendo il controllo delle nostre misure. Il controllo dei dati, il controllo delle misure, il controllo delle tolleranze dei nostri strumenti di misura è fondamentale- illustra Iannicelli - Abbiamo deciso di metterci insieme per cercare di far capire l'importanza e il presidio che deve essere fatto su tutto questo”, conclude.