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MioDottore presenta la più grande indagine su come medici e pazienti affrontano il tema della prevenzione in Italia

MioDottore presenta la più grande indagine su come medici e pazienti affrontano il tema della prevenzione in Italia

L’azienda ha esplorato le prospettive e le pratiche nella prevenzione medica. Risultato? Accurata analisi delle percezioni, abitudini e comportamenti di medici e pazienti

* 8 italiani su 10 non fanno prevenzione regolare

* Per la metà dei medici intervistati, i pazienti non sono abbastanza consapevoli dei rischi per mancata prevenzione

* il 71% pensa che il coinvolgimento dei pazienti attraverso l’uso di strumenti digitali potrebbe essere la svolta

* il 76% dei pazienti non si sente abbastanza stimolato dal medico di famiglia a partecipare a programmi preventivi, meglio con gli specialisti

* Medici e pazienti concordano che la scarsità di risorse economiche sia uno dei maggiori impedimenti

* Più della metà degli italiani desidera che il medico di famiglia dedichi loro più tempo durante le visite

* Le donne mostrano più attenzione alla salute, gli uomini hanno maggior difficoltà nel capire le racco-mandazioni dei medici

* Ginecologi, dermatologi e dentisti usano di più le tecnologie per comunicare con i loro pazienti

Roma, 31 gennaio 2024 – MioDottore, la piattaforma di riferimento in Italia e a livello mondiale per la prenotazione online di visite mediche appartenente al gruppo DocPlanner, rende noti i risultati dell’indagine* “Prevenzione: il punto di vista dei medici e dei pazienti” realizzata in collaborazione con la società di ricerca Datanalysis. Lo studio si è concentrato sull'analisi delle prospettive e delle pratiche legate alla prevenzione da parte di medici e pazienti, offrendo uno sguardo approfondito sulle loro percezioni, abitudini e atteggiamenti. Lo scopo di questa ricerca è quello di comprendere meglio come i professionisti medici promuovano la prevenzione, quali siano le opinioni dei medici sui loro assistiti e quali siano le attitudini, necessità e pareri dei pazienti.

I dati raccolti offrono una panoramica esaustiva delle dinamiche che circondano il concetto di prevenzione, evidenziando le differenze e le similitudini nelle prospettive di medici e pazienti. Questa indagine fornisce un quadro fondamentale per sviluppare strategie e interventi mirati a migliorare la consapevolezza e l'adesione alla prevenzione nella pratica medica e tra il pubblico.

Comunicazione verso il paziente: quali strumenti vengono usati e con quanta frequenza

Il 64% dei medici intervistati usa il metodo tradizionale, cioè quello di parlare direttamente con il proprio paziente, con un picco del 75% nelle Sud e nelle Isole. Affrontare il tema della prevenzione durante le visite non sembra però essere per tutti una buona pratica, infatti il 51% non lo fa sempre e dipende da quante volte incontra il suo assistito.

Nell’uso della tecnologie - come le piattaforme digitali o i social media - per dialogare con i pazienti, il nord Italia detiene lo scettro dei medici più virtuosi (42%) e in generale ginecologi (44%), dermatologi (40%) e dentisti (38%) sembrano essere i più inclini. Nonostante l’utilizzo di mezzi digitali, che favorisce un flusso d’informazione più mirato verso i pazienti, solo il 34% applica la regola di una comunicazione periodica effettuata attraverso questi strumenti (ogni 6 mesi o almeno 1 volta all’anno) per la gestione di avvisi o promemoria dedicati ai programmi preventivi. Il 70% dei medici del Sud e Isole lo fa solo quando si ricorda.

Prevenzione: la radiografia dei medici

Secondo i medici le azioni dei pazienti al seguito delle raccomandazioni sulla prevenzione risultano essere mediamen-te tiepide (63%), con un 26% che riscontra una tendenza addirittura ad ignorarle, con una più alta incidenza nelle spe-cializzazioni di ortopedia (37%), gastroenterologia (35%) e dermatologia (35%). Quando ascoltati, dichiarano di notare negli assistiti discreti miglioramenti nel cambio di abitudini (56%), soprattutto in ambito urologico e cardiologico. Tuttavia, in base alla media nazionale, un terzo dei medici evidenzia una totale mancanza di variazione.

Ma qual è il maggior ostacolo a sottoporsi ai programmi di prevenzione? Quasi la metà del corpo medico interpellato sostiene che i pazienti non siano sufficientemente consapevoli dei rischi che corrono se non si prendono cura di sé, seguito dal 17% che attribuisce questa carenza a questioni di tipo economico (21% nel Sud e Isole). La mancanza di tempo e l’interesse insufficiente (25%) sono le altre due motivazioni che pesano di più. Inoltre, per i ginecologi (28%) e i cardiologi (20%) la scarsa propensione ad avvicinarsi alla prevenzione è da attribuire alla paura di affrontare il tema.

Come agevolare il paziente: il punto di vista dei medici

Qual è l’elemento che potrebbe ottimizzare l’approccio medico-paziente per una migliore e più frequente prevenzio-ne? Per il 71% dei medici il coinvolgimento dei pazienti attraverso l’uso di strumenti digitali potrebbe essere la chiave e lo affermano con più forza gli urologi e i gastroenterologi. Il dato è seguito da un 26% che sostiene che andrebbero incrementate le risorse per promuovere maggiori iniziative in favore della prevenzione. Per motivare i pazienti è necessario anche trovare una forma di incentivazione. Il 38% degli intervistati dà maggiore peso ai contributi economici, in particolar modo i dentisti (45%), i cardiologi (40%) e gli oculisti (38%) mentre quasi un medico su tre pensa che rendere le procedure ai programmi di accesso più facili e rapide potrebbe essere una delle migliori soluzioni.

I pazienti non sempre comprendono, ma usano i canali digitali

L’87% dei medici sostiene che i pazienti hanno una comprensione parziale se non addirittura scarsa sui rischi associati a comportamenti non salutari, di questi il dato che fa più riflettere riguarda gli ortopedici (91%), i dermatologi (90%) e gli oculisti (89%). Questa rilevanza va di pari passo se si considera che, durante l’indagine, circa due terzi degli intervistati dichiara che le domande che vengono rivolte loro riguardano le malattie croniche e solo la restante parte riceve richieste di consigli per migliorare la propria salute o di informazioni su pratiche mediche come vaccinazioni o esami diagnostici. Tuttavia, i medici registrano una buona propensione dei pazienti ad utilizzare canali di comunicazione digitale come email, chat, messaggistica su piattaforme per chiedere consigli. Il 90% dei dottori dichiara di ricevere quesiti attraverso questi mezzi, senza significative differenze sul territorio italiano. Ginecologi, dentisti e cardiologi sono i più contattati tramite questi canali.

La Prevenzione vissuta dal lato dei pazienti: quanto dedicano alla cura

Dall’indagine emerge che i pazienti non fanno prevenzione in modo così regolare, infatti il 60% del campione totale dichiara di sottoporsi a controlli in modo occasionale, ogni due o 3 anni che se si somma a coloro che non lo fanno mai si raggiunge l’84%. Gli uomini sembrano essere meno attenti, il 35% lo fa raramente o mai, mentre le donne si curano con più costanza: l’87% fa visite o esami almeno una volta all’anno (23%) o ogni 2 o 3 anni (64%). Con una certa comprensione i 20enni e i 30enni si occupano raramente o mai di fare prevenzione, rispettivamente il 45% e il 32%. Della fascia più agée – over 70 - solo poco più del 30% partecipa a programmi preventivi con la corretta frequenza, cioè almeno una volta all’anno. Il 78% di coloro che afferma di prendersi cura di sé in modo sporadico o per nulla ha un’istruzione di livello medio-basso. Dove si informano i pazienti? Dalla media generale delle risposte il medico specialista viene considerato la fonte primaria (35%), sono soprattutto le donne a privilegiare questa risorsa (41%), gli over 70 (48%) e i lau-reati (41%). Della media nazionale del 21%, circa un terzo dei cittadini del Nord preferisce informarsi tramite Internet o Social Media, contro il 13% di coloro che abitano al Sud o nelle Isole. E all’interno dell’universo femminile ben il 27% usa questa come fonte primaria, così come il 35% dei ventenni. In questa ultima fascia d’età ci si rivolge inoltre con maggior frequenza ad un familiare o un amico per avere informazioni.

La gestione della prevenzione con il medico di famiglia

L’identikit della persona che discute più spesso con il proprio medico di famiglia su temi di prevenzione è donna, con istruzione superiore e over 50. Il 56% della totalità degli intervistati dichiara di affrontare qualche volta il tema con il proprio medico. Nel Sud del paese la tendenza diminuisce, il 24% della popolazione affronta raramente la questione, mentre l’universo femminile generale è più propenso (29%) e, come normale che sia, coloro che hanno superato il mezzo secolo d’età lo fanno con più frequenza. Inoltre, le persone che hanno un’istruzione medio-bassa hanno una propensione molto inferiore alla discussione. Sorprende in positivo il dato che riguarda i più giovani, il 66% dei 20enni e il 67% dei 30enni che qualche volta affrontano la prevenzione con il proprio dottore. Fa pensare invece un po’ in ne-gativo la situazione dei 40enni, il 75% discute poco o nulla.

Quanto i pazienti si sentono stimolati dal medico di famiglia a partecipare a pratiche preventive, come visite di routine o esami periodici? Solo il 24% degli intervistati ha risposto “molto attivamente” e quasi un 20% non si sente per nulla spronato. Quest’ultima percezione si conferma anche nelle fasce d’età più giovani (18/29 e 30/39) e se il livello d’istruzione del paziente è medio-bassa.

Inoltre, nell’indagine si è voluto approfondire l’aspetto della comprensione del paziente. Secondo gli intervistati quan-to sono chiare e comprensibili le raccomandazioni e le spiegazioni del medico di base sulla prevenzione? Purtroppo il 58% dichiara di comprendere a volte e il 20% raramente o mai. Il genere maschile mostra più difficoltà a capire rispetto a quello femminile, così come è naturale che salga all’81% la complessità per i più giovani (20enni) e al 70% per chi possiede un’istruzione medio-bassa.

La gestione della prevenzione con il medico specialista

Se invece l’interlocutore è il medico specialista, l’attitudine dei pazienti circa la prevenzione un po’ cambia. Per fortuna, solo il 9% dichiara di non toccare mai l’argomento durante le visite (contro il 19% del medico di base), mentre il 74% di coloro con istruzione medio-superiore lo fa sempre. Anche in questo caso le donne sono più partecipative, il 37% di loro affronta puntualmente l’argomento durante la visita (contro il 29% del medico di base) così come il 49% degli over 70. Come per il medico di famiglia anche nella relazione con lo specialista i 40enni discutono meno del tema, solo qualche volta o raramente (69%). Per coloro che hanno un’istruzione medio-bassa il dialogo con uno specialista invece incentiva di più il confronto. Ricordiamo che dall’indagine il medico specialista è la prima fonte di informazione.

Circa il sentirsi stimolati a intraprendere programmi di prevenzione, l’indagine non evidenzia un risultato generale nelle medie così differente rispetto all’esperienza che vivono con il medico di base. Le differenze oscillano di più a seconda dell’età. Sale il numero degli over 50 che afferma di sentirsi molto attivamente spronati dallo specialista (78% vs. 72% del medico di famiglia).

Per ciò che concerne la comprensione del paziente durante le visite specialistiche il livello della comprensione fa un buon passo in avanti. Il 35% dei partecipanti all’indagine dichiara di ricevere informazioni chiare (ben 14 punti percen-tuali in più rispetto ai medici di famiglia) e le donne mostrano di avere un maggior grado di intendimento. Un’analoga tendenza si riscontra per tutte le fasce d’età.

Come rendere il percorso di prevenzione più efficiente: parola ai pazienti

Nell’indagine è stato chiesto ai pazienti di fornire dei suggerimenti per migliorare la comunicazione tra loro e il medico. Il 58% sceglie come preferenza quella di avere la possibilità di poter passare più tempo con il dottore durante le visite di cui il 79% è over 70 e il 39% è laureato. La seconda alternativa (33%) è quella di poter usufruire di servizi digitali che rammentino loro di partecipare ai programmi di prevenzione. Di questo gruppo le fasce di età più giovani 18/29 anni (74%) e 30/39 anni (63%) hanno mostrato il maggior interesse. Ricordiamo che questa opzione è stata più fortemente appoggiata dai medici (71%). Inoltre, il percorso di prevenzione potrebbe diventare più efficiente se l’accessibilità e la facilità nell’ottenere i servizi fosse più agevole, infatti, per il 91% degli intervistati questo scoglio costituisce un problema che con l’andare dell’età diventa il più evidente (97% dei 60enni e 98% degli over 70) e per i 96% dei laureati. Questo tema era stato messo in luce anche dal 30% dei medici.

L’analisi termina con la domanda su quali barriere i cittadini percepiscono come principali impedimenti nel seguire le raccomandazioni sulla prevenzione. Le scarse risorse economiche svettano con il 34% in tendenza con quanto percepito anche dai medici, la mancanza di tempo (24%) è il secondo fattore che influenza i pazienti del Nord, l’assenza di sintomi (21%) è un elemento omogeneo sul territorio mentre la sfiducia nel personale medico è assai residuale (4%). Ciò che stride è apprendere invece come solo il 15% è stato attribuito alla mancanza di consapevolezza da parte dei pazienti, quando il 50% dei medici che ha partecipato a questa inchiesta ha individuato come maggior ostacolo alla prevenzione proprio la “mancanza di consapevolezza” delle persone.

E’ a disposizione la versione integrale dell’indagine. Per richiederla scrivere a: zoe.perna@napermultiedia.it

Scarica QUI le infografiche

*Indagine è stata condotta nel periodo dicembre 2023 | gennaio 2024 su un campione di 192 medici equamente distribuiti sul territorio italiano, divisi per specializzazioni e 800 pazienti equamente divisi per distribuzione geografica, genere, fa-scia d’età e scolarità.

MioDottore fa parte del Gruppo DocPlanner ed è la piattaforma leader in Italia dedicata alla sanità privata che connette i pazienti con medici specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali come IRCCS Humanitas, IEO, Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Raffaele, Ospedale Israelitico, Gruppo Mantova Salus, Gruppo GVM e Gruppo PSH. MioDottore offre ai pazienti uno spazio dove prenotare online visite mediche con medici specialisti e medici di medicina generale e recensire lo specialista più adatto alle proprie esigenze. Allo stesso tempo fornisce ai professionisti sanitari e ai centri medici utili strumenti per gestire il flusso di pazienti, migliorare l'efficienza e la propria presenza online e acquisire nuovi pazienti. Arrivato in Italia nel novembre 2015, ha già registrato numeri record con 2,5 milioni di prenotazioni al mese, oltre 8 milioni di visite mensili al portale e 300.000 dottori disponibili sulla piattaforma.

Sono parte di MioDottore anche il CRM TuoTempo, che permette a cliniche, ospedali, ambulatori e studi medici di gestire interamente il percorso digitale del paziente, e GIPO il software gestionale per strutture mediche n. 1 in Italia, che ad oggi gestisce oltre 1.500 centri medici.

Il Gruppo DocPlanner attualmente serve 90 milioni di pazienti e gestisce 18 milioni di prenotazioni ogni mese. Conta oltre 2 milioni di professionisti e circa 12 milioni di recensioni sui suoi siti in 13 paesi. L’azienda, fondata nel 2012 in Polonia, ad oggi si avvale di un team di 2.200 persone con sedi a Varsavia, Barcellona, Istanbul, Roma, Città del Messico, Monaco, Bologna e Curitiba.

Per ulteriori informazioni visitare il sito: https://www.miodottore.it/ 

 Contatti per la stampa

NAPER MULTIMEDIA | Zoe Perna | Tel. 333 2585959 | mail: zoe.perna@napermultimedia.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Navigare le Acque delle Partite IVA Estere: Una Guida...

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Milano, 19 Aprile 2024. L'espansione delle attività commerciali oltre i confini nazionali è un passo importante per molte aziende ma porta con sé una serie di sfide e obblighi normativi. Uno degli aspetti più critici di questa espansione è la gestione delle partite IVA, un requisito essenziale per operare legalmente e in modo efficiente in un contesto internazionale. Questa guida mira a fornire agli imprenditori e ai privati le informazioni fondamentali per comprendere, ottenere e gestire correttamente le partite IVA esterne, ponendo particolare attenzione alle normative dell'Unione Europea e ad alcune delle maggiori economie mondiali.

All'interno dell'Unione Europea, ogni stato membro ha il proprio sistema di identificazione IVA, noto come VAT Identification Number. Questo numero è unico per ciascuna azienda e segue una struttura specifica che varia da paese a paese. La registrazione di una partita IVA comunitaria o intracomunitaria è un passo fondamentale per le aziende che desiderano avviare relazioni commerciali con altri stati membri dell'UE. Questa registrazione permette l'iscrizione al VIES (Vat Information Exchange System), un sistema che facilita lo scambio automatico di informazioni IVA tra le amministrazioni finanziarie degli stati membri, contribuendo a garantire la trasparenza e la legalità delle operazioni commerciali intracomunitarie.

Per le aziende al di fuori dell'UE, ma che operano o hanno rappresentanze fiscali all'interno dell'Unione, è necessario ottenere un numero di partita IVA con la sigla iniziale EU. Questo sistema, particolarmente utile per le società di e-commerce che operano in diversi paesi europei, semplifica la gestione delle imposte senza la necessità di aprire una posizione fiscale in ogni stato di operazione.

La Necessità del VAT Number

Il VAT Number serve non solo come mezzo di identificazione fiscale per le aziende che svolgono attività commerciali all'interno dell'UE, ma anche come strumento per verificare la legittimità e la conformità fiscale dei partner commerciali attraverso il VIES. Questo sistema di verifica è fondamentale per le operazioni intracomunitarie, permettendo alle aziende di assicurarsi che i propri fornitori e clienti siano registrati e operino secondo le norme comunitarie.

Ottenimento della Partita IVA

L'attivazione di una partita IVA comunitaria richiede una richiesta formale all'atto di apertura della partita IVA o successivamente, tramite vari canali messi a disposizione dalle autorità fiscali nazionali. Per le aziende esterne all'UE, i processi di richiesta variano notevolmente e sono influenzati dalla legislazione locale e dagli accordi internazionali.

Collaborazioni e Scambi Intracomunitari

Le partite IVA estere fungono da ponte per una vasta gamma di operazioni transfrontaliere. La registrazione e la corretta gestione di una partita IVA intracomunitaria permette alle imprese di approfittare delle opportunità offerte dal mercato unico europeo, facilitando scambi di beni e servizi esenti da IVA tra stati membri. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le aziende che intendono espandersi oltre i confini nazionali, offrendo un vantaggio competitivo significativo. Il sistema VIES si rivela quindi indispensabile, consentendo una verifica rapida e affidabile della validità delle partite IVA dei partner commerciali, garantendo così che tutte le transazioni siano conformi alla normativa vigente. Questo minimizza il rischio di frodi fiscali e contribuisce anche a instaurare un clima di fiducia reciproca tra le imprese, elemento fondamentale per la costruzione di relazioni commerciali durature e proficue.

Oltre l'Europa: Le Partite IVA nel Contesto Globale

Comprendere il funzionamento delle partite IVA non si limita all'Unione Europea. Paesi come la Svizzera, il Regno Unito (post-Brexit), gli Stati Uniti, la Cina e il Canada hanno i propri sistemi e requisiti per la gestione dell'IVA o equivalenti fiscali. Ad esempio, mentre l'UE utilizza il VAT Number, il Canada adotta il Federal Business Number per identificare le aziende ai fini fiscali. Negli Stati Uniti, diversi codici di identificazione fiscale come l'EIN o il Sales Tax Number svolgono funzioni simili. La conoscenza di questi aspetti è essenziale per le imprese che operano a livello internazionale, poiché ogni paese ha regolamenti specifici riguardanti l'imposizione fiscale sulle merci e sui servizi.

Gestione e Verifica

Una volta ottenuta la partita IVA, è fondamentale gestirla correttamente per assicurarsi di rispettare tutte le normative applicabili. Il controllo della validità di una partita IVA è facilitato dal VIES, un passo importante per mantenere relazioni commerciali sane e legali. Per una verifica approfondita della partita IVA comunitaria, il sistema offerto da iCRIBIS rappresenta uno strumento davvero prezioso per tutti gli operatori del settore. Attraverso la verifica della partita IVA comunitaria possibile confermare la registrazione di un'azienda ma anche ottenere informazioni dettagliate sulla sua conformità e affidabilità.

Per maggiori informazioni

Sito web: https://www.icribis.com/it/approfondimenti/estero/partita-iva-estero

Email: servizioclienti@icribis.com

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Serie A, Inter per la festa scudetto nel derby all’Olimpico...

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Nerazzurri favoriti a 2,00 per diventare campioni d’Italia di fronte al Milan. Quote favorevoli a De Rossi nello scontro diretto con Thiago Motta: vittoria giallorossa a 2,30

Roma, 19 aprile 2024 - Prima occasione per l’Inter per archiviare definitivamente la pratica scudetto, con cinque giornate di anticipo. E da qualche settimana a Milano non si parla d’altro, perché i festeggiamenti potrebbero arrivare nel posticipo di Serie A di lunedì sera, nel derby contro il Milan. Gli esperti di Planetwin365 credono nella vittoria di Inzaghi e offrono a 2,00 un successo che significherebbe tricolore. Dopo la deludente eliminazione in Europa League contro la Roma, i rossoneri faranno di tutto per rimandare la festa e interrompere la striscia di cinque derby consecutivi persi. Pioli, però, rincorre in quota a 3,58, con il pari fissato a 3,55. Inter (77) e Milan (63) vantano i migliori attacchi del campionato: anche per questo i bookie si aspettano un match da Over 2,5 e Goal, in vantaggio a 1,70 e 1,60 sui segni Under 2,5 e No Goal, proposti a 2,03 e 2,20. Lautaro proverà ad interrompere un digiuno da gol che prosegue dal 28 febbraio: l’argentino è in pole tra i possibili marcatori a 2,45, seguito dal compagno di reparto Thuram a 2,65. Nelle sue quattro sfide di Serie A contro l’Inter, Giroud ha realizzato tre reti: un altro centro vale 3,15, mentre si sale a 3,65 per Leao.

Sempre lunedì, alle 18.30, è in programma un’altra sfida di cartello. All’Olimpico va in scena lo scontro diretto tra Roma e Bologna, tranquillizzate dall’ultimo turno europeo, che ha ufficializzato cinque squadre italiane nella prossima Champions. In caso di vittoria, la Roma si porterebbe ad un solo punto di distanza dal quarto posto occupato dai rossoblù, in attesa di recuperare gli ultimi venti minuti di Udine. Su Planetwin365 De Rossi parte favorito a 2,30, con il segno «2» a 3,10 e il pareggio a 3,30. I giallorossi dovranno confermare la ritrovata vena realizzativa contro un Bologna che ha subito solo una rete nelle ultime quattro di Serie A; i capitolini, inoltre, hanno segnato una sola volta nelle ultime cinque sfide contro il Bologna in campionato. L’Under 2,5, dunque, parte in vantaggio a 1,55 sull’Over 2,5, in lavagna a 2,30. Si attesta a 3,00 l’ipotesi Lukaku marcatore, con Dybala leggermente più alto a 3,50. Tra gli ospiti paga 3,75 un gol di Orsolini o Zirkzee.

Chi potrebbe approfittare della sfida è l’Atalanta, impegnata in trasferta sul campo del Monza, contro cui ha sempre vinto nei tre precedenti in Serie A: bergamaschi favoriti su Planetwin365 a 1,86 contro il 4,01 dei padroni di casa. Juventus e Napoli saranno ospiti di due squadre in piena lotta salvezza. I bianconeri sfidano il Cagliari, reduce da quattro punti contro Atalanta e Inter, mentre gli azzurri sono in scena ad Empoli. Ranieri – tredici punti nelle ultime otto – sogna un altro colpo a una big, ipotesi in lavagna a 5,00; paga 1,75, invece, la vittoria juventina. Quota simile per il Napoli, offerto a 1,69 contro il 4,72 dell’Empoli.

SKS365 è uno dei principali operatori nel mercato internazionale del betting e gaming, presente anche nel mercato italiano, online e retail, con il brand Planetwin365, per il tramite di SKS365 Malta Limited (titolare della concessione GAD15242 e delle concessioni rete fisica 72002 e 4584).

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Tumori: in Italia oltre 31mila casi l’anno con variazioni...

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È quanto emerge dal 4° convegno internazionale Italian Summit On Precision Medicine

Il prof. Paolo Marchetti: “Priorità implementare la personalizzazione degli strumenti diagnostico-terapeutici. Necessario anche riorganizzare le sperimentazioni cliniche attraverso l’IA; studiare le interazioni tra i “sistemi complessi” e approfondire le opportunità offerte dai farmaci anticorpi-coniugati”

19 aprile 2024 – Ogni anno in Italia oltre 31mila nuovi casi di cancro sono legati ad alterazioni di geni coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di neoplasie. I più frequenti sono: tumore del seno (5.500), colon-retto (2.800), polmone (2.200), prostata (2.100) e pancreas (2.045). Negli ultimi anni si è verificato un sostanziale cambiamento nella pratica clinica degli oncologi per quanto riguarda l'importanza attribuita specie ad alcune varianti genomiche patogenetiche associate a numerose neoplasie, con una crescente necessità di valutarle già al momento della diagnosi e non solo della malattia avanzata. È, pertanto, necessario adottare nuove tecnologie per eseguire i test genetici in modo più efficiente, con riduzione dei tempi di esecuzione dei test e minori disagi per i pazienti ed i loro familiari. Da qui la necessità di implementare la “personalizzazione” degli strumenti diagnostici e terapeutici antitumorali. “La medicina di precisione è una novità sorprendente e deve cambiare il nostro approccio alle oltre 200 malattie oncologiche”. È quanto dichiarato oggi dal prof. Paolo Marchetti (Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata-FMP) in occasione dell’apertura del 4th Italian Summit On Precision Medicine. Un evento internazionale che vede riuniti a Roma oltre 150 partecipanti da tutta Europa e dagli Stati Uniti per discutere sulle prospettive future dell’oncologia di precisione e soprattutto la sua applicazione nel mondo reale. “L’impatto del cancro è sempre più forte nei diversi sistemi sanitari nazionali - sottolinea il prof. Marchetti -. Solo in Italia rappresenta la seconda causa di morte e il 29% di tutti i decessi. Interessa complessivamente più di 3 milioni di persone che attualmente vivono con una precedente diagnosi di neoplasia. Se i tassi di sopravvivenza stanno migliorando è dovuto anche alla medicina personalizzata e di precisione. L’individuazione di varianti patogenetiche di alcuni geni è importante in tutte le fasi della malattia oncologica, dalla diagnosi alle fasi metastatiche, senza dimenticare che alcune di queste alterazioni possono guidare percorsi di prevenzione più efficaci ed efficienti, concentrando accertamenti spesso ad alto costo nelle persone a rischio d’insorgenza di malattia per la presenza di specifiche alterazioni genomiche. È così possibile ottenere un’efficace prevenzione con interventi terapeutici precoci ed inoltre una più accurata selezione delle terapie. È ora possibile coniugare una migliore assistenza medico-sanitaria con la garanzia di sostenibilità dei sistemi sanitari”.

Il meeting di Roma, promosso dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata, prevede per due giorni cinque diverse sessioni con i più importanti esperti internazionali di oncologia di precisione. “Sono tre le novità più importanti che registriamo e che porteranno ad una vera rivoluzione nei prossimi anni - prosegue il prof. Marchetti -. La prima riguarda la riprogettazione delle sperimentazioni cliniche anche attraverso utilizzo dell’intelligenza artificiale. Gli studi vanno ripensanti alla luce delle opportunità fornite dalle tecnologie informatiche innovative. Siamo in grado di acquisire ed analizzare una quantità enorme di informazioni per ottenere nuove conoscenze delle interazioni tra sistemi complessi su cui basare nuove opportunità terapeutiche”. “La seconda novità è rappresentata dai farmaci anticorpi-coniugati - aggiunge il prof. Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’IEO di Milano -. Hanno un meccanismo d’azione che funziona da “cavallo di Troia” in cui il farmaco è legato ad un anticorpo che riconosce selettivamente le cellule tumorali. Di solito sono terapie ben tollerate, e vengono utilizzate per patologie molto diffuse. È il caso del carcinoma mammario che da solo rappresenta un terzo di tutte le neoplasie femminili. I nuovi studi clinici si stanno concentrando sulla possibilità di utilizzare nuovi anticorpi o sull’unione di farmaci anti-neoplastici diversi”. “L’ultima frontiera della medicina di precisione è lo studio delle interazioni tra i “sistemi complessi” - prosegue il prof. Marchetti -. Finora abbiamo affrontato solo marginalmente il problema della complessità del cancro, con scarsa capacità di trasformare questa conoscenza in sapienza clinica. Con i nuovi sistemi di analisi, basati sul machine learning ed intelligenza artificiale, potranno emergere ulteriori informazioni per valutare i meccanismi di resistenza. Per esempio, l’immunoterapia è spesso efficace contro patologie complesse come il melanoma, il carcinoma polmonare o il tumore della vescica. In altri casi, invece, si rivela inutile: può dipendere da molti fattori, tra cui il ruolo del microbiota o la somministrazione di altri farmaci per malattie concomitanti. L’analisi di questi aspetti richiederebbe studi ad hoc di fase 3, ma è impossibile condurre ricerche cliniche per ogni singola variabile. Anche in questo settore un aiuto viene dall’intelligenza artificiale che potrà far emergere i diversi fattori interferenti”. “Pure la dose di terapia deve essere cucita su misura del singolo paziente - prosegue il prof. Curigliano -. Fin dagli anni 50 del secolo scorso l’utilizzo dei farmaci anti-cancro ruota intorno al concetto di “massima dose tollerata”. Stiamo ora passando a quello di “dose biologica ottimale” che deve tenere conto, il più possibile, di tutte le specifiche condizioni individuali sia a livello clinico che psicologo”. “La medicina di precisione, dunque, sta mutando radicalmente la ricerca in oncologia, creando molte aspettative - conclude il prof. Marchetti -. Al tempo stesso sta generando problemi tecnici, scientifici, etico-legali e anche economici. Assistiamo ad un rallentamento della trasposizione dei principi della medicina personalizzata nella pratica clinica di tutti i giorni. Per arrivare ad una sua reale applicazione bisogna sviluppare, quanto prima, linee guida e raccomandazioni per gli specialisti basate sull’evidenza”.

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