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Economia

Energia, Galassi (Api): “Con aumento prezzi ridurre tasse su imprese”

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L’impennata del costo dell’energia sta mettendo in difficoltà le piccole e medie imprese manifatturiere italiane. Che sempre più spesso rinunciano agli ordinativi o sospendono le produzioni, con il rischio di paralizzare le filiere produttive. Il governo deve quindi intervenire rapidamente con “garanzie e agevolazioni”. Lo afferma Paolo Galassi, presidente di Api, l’associazione della piccola e media industria, contattato dall’Adnkronos. Dopo che in Cdm non è passato il contributo di solidarietà per i redditi più alti per far fronte al rincaro delle bollette, dice, “servono agevolazioni finanziarie e compensazioni”.

Per Galassi “s
e aumenta il prezzo dell’energia, bisogna diminuire le tasse”, soprattutto per le pmi. Inoltre bisogna “agire sul tema dell’approvvigionamento, dialogando con la Russia, e agire a livello europeo”. Il presidente di Api ricorda che “abbiamo fornitori che hanno aumentato il prezzo dell’energia elettrica fra il 150 e il 200% e del metano fra l’80 e il 100%”. Tanto che il problema del prezzo dell’energia “è più grave di quello del costo del lavoro”.

In questo momento si registra un incremento degli ordinativi, “ma molte aziende, con l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti sono in grande difficoltà”. Con molte pmi “che devono aumentare i prezzi, altre che rinunciano agli ordini e altre che sospendono le produzioni, con il rischio di bloccare le filiere produttive”. Per le imprese, sottolinea il presidente di Api, il maggiore ostacolo è diventato “l’imprevedibilità. Si fa fatica anche solo a fare il listino prezzi per il 2022: le materie prime non si sa quando arrivano e l’energia arriva ma non si conoscono i prezzi. Magari non perdiamo fatturato ma utili e redditi”.

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Economia

WhatsApp web down, problemi per Facebook e Instagram

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L'app non funziona nella versione web per circa un'ora, problemi anche per i social

Problemi per WhatsApp, in particolare per la versione web che risulta down, con la difficoltà ad inviare e ricevere messaggi attraverso pc. Problemi anche per Facebook e Instagram, in un pomeriggio complicato apparentemente per tutta la galassia Meta. Il sito downdetector.it, che segnala anomalie e guasti in rete, evidenzia un’impennata di segnalazioni in Italia a partire dalle 16.30 circa per le varie piattaforme. WhatsApp e i social hanno ripreso a funzionare correttamente dopo circa un’ora, attorno alle 17.20.

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Scontro ai vertici Fimer: vecchio Cda accusa “con noi azienda salva”

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E’ scontro aperto ai vertici del gruppo Fimer sul destino dell’azienda di Terranuova Bracciolini, nel Valdarno aretino, quarto al mondo per inverter fotovoltaici la cui crisi sarà al centro domani di un tavolo convocato dal Mimit. Al j’accuse di sabato scorso, da parte degli azionisti Fimer, risponde oggi il vecchio Cda criticato per l’incapacità nel “traghettare la società fuori dalla crisi”, e revocato per questo il 17 aprile scorso. Una lunga e dettagliata nota che rovescia di fatto contestazioni e responsabilità in una vicenda complicata che vede ora, tra diretti e indotto non meno di 570 lavoratori a rischio.

“Non corrisponde al vero quanto riferito dagli azionisti: se non avessero revocato il nostro Cda, Fimer oggi sarebbe stata salva, il concordato sarebbe andato a buon fine e il futuro dell’azienda sarebbe stato ben diverso da quello che oggi si prospetta a causa, esclusivamente, di quanto accaduto a partire dal 3 aprile in poi, e ciò anche in considerazione del decreto del Tribunale di Arezzo del 5 giungo scorso”, scrivono Claudio Roberto Calabi, Francesco Di Giovanni e Alvise Deganello che puntano il dito anche e soprattutto contro la decisione presa dagli azionisti della società, nei giorni scorsi, di rompere le trattative con Greybull che aveva formalizzato una offerta per il rilancio del sito.

“Offerte che sarebbero state sommate all’ingente importo già necessario per soddisfare i creditori concordatari, 50 mln, e a quelle che saranno necessarie per riportare un equilibrio produttivo e finanziario alla torturata Fimer”, si legge nella nota. “In altre parole, agli azionisti non sembra interessare la favorevole soluzione del concordato se questa non passa soprattutto per la soddisfazione degli azionisti stessi (ovvero coloro che hanno provocato le condizioni che hanno imposto il ricorso alla procedura di concordato nel dicembre 2021”, dice ancora il vecchio Cda.

Oltre a quella di Mc Laren/Greybull, tra le altre offerte sul tavolo che il vecchio board si trovò a vagliare, riassume ancora la nota, c’erano quella cosidetta M
attarelli, che prevedeva l’acquisto di un ramo di azienda ma che gli stessi azionisti “non ritenevano nè affidabile nè di interesse”; e l’offerta Fintechno supportata da Clementy che però “non furono in grado di dimostrare di avere alcuna risorse finanziaria nonostante fosse stata richiesta a più riprese”.

L’offerta Greybull invece, dettaglia la nota, oltre ad una “due diligence accurata”, una chiara “comprensione delle sfide commerciali e industriali da affrontare”, una “solida e inconfutabile dimostrazione da parte di una primaria banca internazionale di risorse finanziarie a disposizione degli investitori associati all’operazione associò anche una “dichiarata disponibilità a trovare un accordo con gli azionisti” e “un rilevante importo finanziario diretto e indiretto di qualche decina di mln di euro”. Ma l’esito, ribadiscono, “non fu favorevole”.

Da qui dunque le affermazioni “davvero scorrette e lesive” da parte degli azionisti che, accusa ancora il vecchio Cda, “volevano ancora ritenersi liberi di continuare a negoziare i termini di un accordo con i potenziali investitoti all’epoca di loro interesse e nonostante il Tribunale di Arezzo avesse imposto di prendere una decisione entro il 31 marzo scorso (data oltre la quale sarebbero decadute sia l’offerta di McLaren/Greybull che quella di Mattarelli ma non quella di Clementy che rimandava i suoi impegni a date successiva a a quella imposta dal Tribunale).

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Sciopero tlc, adesione fino all’80%. Sindacati, governo ci convochi

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“L’immagine del disastro: aziende che trascorrono le giornate a ridurre i perimetri occupazionali e a far scempio di diritti e salari”. Lo dice Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, riassumendo così lo scenario odierno delle telecomunicazioni in Italia nella giornata dello sciopero indetto dai sindacati che ha riscosso punte di adesione all’80%. In occasione del primo sciopero nazionale dell’intero settore – dunque trasversale ai comparti rete, telco e customer – migliaia di lavoratrici e lavoratori di tutta la penisola sono scesi in piazza Santi Apostoli a Roma, allo slogan di “Riprendiamoci il futuro”. “Una volta le telecomunicazioni erano sinonimo di modernità, invece oggi il settore è stato sfruttato dalla finanza che – continua il segretario Slc Cgil – ha trattato le nostre aziende come dei bancomat, ossia luoghi da depredare”.

“Oggi c’è stata una grande partecipazione alla manifestazione indetta nella giornata della sciopero nazionale, la piazza S. Apostoli era piena: di qui rinnoviamo l’invito al governo ad aprire un tavolo di confronto con le parti sociali per entrare nel merito dei problemi strutturali del settore delle telecomunicazioni” spiega il segretario generale della Uilcom Salvo Ugliarolo conversando con l’Adnkronos. Un settore che, spiega, “pensiamo sia strategico per il paese e l’auspicio è che anche in Italia si possa difendere e valorizzare anche per la spinta che puo’ imprimere nell’ambito della digitalizzazione”.

Purtroppo, secondo il sindacalista, dal governo “fin qui sono arrivate enunciazioni ma fatti inesistenti. Le tlc – sottolinea – meritano la giusta attenzione e speriamo che dopo questa importante mobilitazione si possa apire un sano confronto per affrontare i problemi di un settore che è molto frammentato e dove la rincorsa al prezzo più basso ha depauperato la marginalità”.

“Alla fine – prosegue Ugliarolo – le aziende sono tutte in perdita e tutte in un modo o in un altro dimostrano di essere in sofferenza anche perché in questo settore gli investimenti sono onerosi: da Vodafone che annuncia esuberi a Windtre che cede una parte dell’infrastruttura a un fondo svedese e poi c’è il problema di Tim che si trascina da tempo con la volontà di separare l’infrastruttura dai servizi con tutte le incognite sull’occupazione che cio’ comporta”.

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Biodiesel per aerei, fino a 8.800 maiali (morti) per volo da Parigi a New York

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L'uso crescente di grassi animali per biocarburanti sempre più insostenibile, l’alert di Transport & Environment

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Per un volo da Parigi a New York potrebbero servire in futuro fino a 8.800 maiali morti. Questa sarebbe la quantità di suini necessaria a ricavare i grassi animali con cui produrre il carburante utile per far volare su quella tratta un aereo alimentato al 100% da biodiesel. Se gli animal fats dovessero diventare la principale materia prima per produrre Sustainable Aviation Fuels (SAF), i cosiddetti “carburanti sostenibili per l’aviazione”, il crescente uso di grassi animali per alimentare il trasporto aereo e su strada, in Europa, diverrà insostenibile: a dimostrarlo è un nuovo studio pubblicato da Transport & Environment (T&E).

Secondo il gruppo ecologista serve maggiore trasparenza affinché i consumatori sappiano cosa finisce (e cosa potrebbe finire nei prossimi anni) nei loro serbatoi, nonché cosa alimenta i loro voli.

L’uso di biodiesel a base di grassi animali è raddoppiato negli ultimi dieci anni ed è 40 volte superiore rispetto al 2006. I legislatori europei hanno promosso questo sottoprodotto della zootecnia intensiva come una soluzione per ridurre la carbon footprint dei carburanti per il trasporto: si è partiti dalle automobili fino a estendere l’impiego di questi prodotti anche agli aerei e, in misura minore, alle navi. Tuttavia, il primo limite da affrontare è la scarsità di questi residui dell’industria della carne. I grassi animali sono necessari (e difficilmente sostituibili) per l’industria del pet food, dei saponi e della cosmesi; ma quasi la metà di tutti i grassi animali europei, attualmente, è destinata alla produzione di biodiesel, e da qui al 2030 il consumo di biocarburanti prodotti con questa materia prima potrebbe triplicare, innescando una forte competizione tra diversi settori.

Inoltre, va ricordato che si tratta dello scarto di un’industria, quella della zootecnia intensiva, a sua volta insostenibile in termini di emissioni di gas serra e le cui dimensioni e la cui produzione necessitano di essere radicalmente ripensati, se si vuole proteggere il clima. In prospettiva, i biocarburanti prodotti dai grassi animali si rivelano quindi una soluzione non scalabile e insostenibile per la decarbonizzazione dei trasporti.

Carlo Tritto, policy officer di T&E Italia, osserva: “Così come gli oli esausti da cucina, anche i grassi animali risultano essere potenzialmente fraudolenti. Queste materie prime sono scarse e necessarie in altre industrie a maggior valore aggiunto, come quella del pet food o della cosmesi. Impiegarle per la produzione di biocarburanti non è una soluzione scalabile né tanto meno sostenibile, in quanto spinge i settori concorrenti all’uso di feedstock alternativi e assolutamente negativi da un punto di vista ambientale e climatico, come ad esempio l’olio di palma. In tal senso la strategia italiana di puntare sui biocarburanti come soluzione per la decarbonizzazione dei trasporti appare fallace. Ci auguriamo che il Governo, specialmente nel contesto della revisione del PNIEC, non voglia avallare quelle che appaiono, a tutti gli effetti, frodi deliberate”.

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Si avvicina la scadenza per l’adesione alla rottamazione quater, ma non per tutti

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Si avvicina la scadenza del 30 giugno per presentare la domanda di adesione alla rottamazione quater prevista dalla Legge di Bilancio 2023, ma il termine ultimo slitta al 30 settembre per le cittadine e i cittadini colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna, nelle Marche e in Toscana

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Chi ha intenzione di mettersi in regola con il Fisco beneficiando della rottamazione quater ha tempo fino alla scadenza del 30 giugno 2023, inizialmente fissata al 30 aprile, per presentare la domanda di adesione all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Fanno eccezione i contribuenti che hanno la residenza, la sede legale o la sede operativa nelle zone dell’Emilia Romagna, delle Marche e della Toscana colpite dall’alluvione: in questo caso il termine per aderire alla definizione agevolata delle cartelle è il 30 settembre 2023.

A stabilire questo calendario “differenziato” e a definire nel dettaglio i territori interessati è il Decreto Alluvione, DL n. 61/2023.

La data del 30 giugno, o del 30 settembre, segna il termine ultimo per accedere ai benefici della rottamazione delle cartelle introdotta dall’ultima Legge di Bilancio 2023.

Presentando l’apposita richiesta, è possibile definire in maniera agevolata i carichi affidati alla Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 versando solo l’importo residuo del debito senza sanzioni, interessi di mora, interessi iscritti a ruolo e aggio. Per quanto riguarda le multe stradali e le altre sanzioni amministrative vengono eliminati gli interessi e l’aggio.

Le cittadine e i cittadini interessati a beneficiare di questa misura inserita nella tregua fiscale prevista dall’ultima Manovra devono inoltrare la loro istanza tramite il servizio online disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Ci sono due strade per procedere:

In fase di domanda, tra le altre informazioni, è necessario indicare anche le modalità di pagamento prescelte: il versamento delle somme dovute può essere effettuato in un’unica soluzione o in un massimo di 18 rate consecutive.

I contribuenti che richiedono di aderire alla rottamazione quater entro le date di scadenza previste riceveranno dall’Agenzia delle Entrate Riscossione la comunicazione delle somme dovute insieme ai moduli di pagamento e al dettaglio della tabella di marcia dei versamenti da effettuare.

Le indicazioni per procedere arriveranno entro il 30 settembre, mentre per coloro che si trovano nelle zone di Emilia Romagna, Marche e Toscana interessate dagli eventi climatici i tempi si allungheranno fino al 31 dicembre 2023.

Oltre alla scadenza della domanda, da segnare in calendario è anche la data ultima da rispettare per il primo o unico pagamento legato alla rottamazione quater che è fissato al 31 ottobre 2023 e per cui è previsto il canonico termine di tolleranza di 5 giorni.

Anche in questo caso chi ha la residenza, la sede legale o la sede operativa nei territori indicati dal DL n. 61 del 2023 ha tre mesi di tempo in più per procedere.

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Bper, al via nuova call di crowdfunding per il Terzo Settore

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Oggi parte ufficialmente la sesta edizione di ‘Il futuro a portata di mano’, la call con cui Bper Banca intende sostenere 3 progetti di riqualificazione di spazi volti alla realizzazione di attività culturali e creative per le giovani generazioni, in aree territoriali italiane che vivono una situazione di fragilità sociale ed economica. Il bando si rivolge ad Enti del Terzo Settore per la candidatura di progetti che abbiano la finalità di attivare azioni innovative e inedite con impatto sociale misurabile, per l’inclusione di famiglie con bambini e bambine fino ai 10 anni e/o ragazzi e ragazze fino ai 19 anni.

C’è tempo, si legge in una nota, fino alle ore 12 del prossimo 4 agosto per candidare la propria idea su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, e accedere così all’opportunità di cofinanziamento da parte di Bper Banca: se i progetti riusciranno a raggiungere il goal del 35% del budget previsto grazie alla raccolta fondi, Bper contribuirà con il restante 65%. Le candidature saranno vagliate da un’apposita commissione interna a Bper Banca, che li valuterà in base a criteri come l’originalità ma anche l’attinenza ai temi promossi dal bando, la sostenibilità economica, eventuali precedenti esperienze di crowdfunding, la valutazione dell’impatto sociale e la capacità di fare networking con le altre realtà del territorio.

L’annuncio, ricorda infine la nota, è stato dato durante il talk formativo che Bper Banca ha tenuto insieme al Tortellante APS, al Palazzo dei Congressi di Riccione, nell’ambito del Festival del Fundraising del quale è sponsor da tre anni.

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Da Poste Italiane un webinar su Investor Relations

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Come raccontare un’azienda e attrarre investimenti

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In collaborazione con TgPoste.it

La funzione di Investor Relations ha un ruolo centrale nelle aziende, perché deve saper raccontare storia e strategie aziendali coniugando tradizione e innovazione, una comunicazione che parte da numeri, analisi di andamento e previsioni di mercato per fornire un quadro aziendale completo e le prospettive di sviluppo di una società multi business.

Elementi che contribuiscono a comporre la fiducia attraverso una comunicazione chiara e trasparente, che risponda puntualmente alle istanze degli investitori nazionali ed internazionali e tenga sempre presente le dinamiche di mercato specifiche di ogni Paese, le peculiarità culturali e si adatti di conseguenza.

Per conoscere il ruolo strategico della funzione di Investor Relations e quanto gli strumenti tecnologici siano diventati preziosi alleati in ambito comunicativo è stato organizzato il webinar di Educazione Digitale “Investor Relations: cos’è, perché è importante e come la tecnologia impatta questo mondo” al quale parteciperanno Massimiliano Riggi, Responsabile della funzione Investor Relations in Poste Italiane, e Mark Andrew Fardelli, Senior Investor Relations Manager. L’evento si terrà in diretta mercoledì 7 giugno, sarà possibile partecipare dal link e presentare le domande via chat ai relatori.

Il progetto di Educazione Digitale della Corporate University si propone di fornire agli utenti una panoramica tra le innovazioni tecnologiche e digitali, attraverso webinar gratuiti e contenuti multimediali sempre disponibili all’interno della sezione web, come podcast, giochi, infografiche e videopillole.

Le attività possono essere seguite su LinkedIn, Facebook e Twitter attraverso l’hashtag #educazionedigitale e nella sezione storie di Instagram.

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Innovazione, Ferrieri (Angi): “Oltre 1,6 mln Neet in Italia, serve supportare giovani a credere in futuro”

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“I Neet, i giovani che non studiano e non lavorano, in Italia sono oltre 1,6 milioni. Quindi bisogna cercare di supportare le future generazioni, mettendole nelle condizioni di poter credere nel proprio futuro e valorizzare il loro percorso di crescita”. Lo sostiene Gabriele Ferrieri, presidente di Angi, l’associazione nazionale giovani innovatori, intervenendo oggi a margine del Young Innovators Business Forum, a Palazzo Mezzanotte a Milano. Per questo Angi ha sentito la necessità di organizzare questo evento, che rappresenta il più grande business forum italiano sull’innovazione e l’industria tecnologica e digitale, giunto alla sua seconda edizione.

“Per noi come Angi questo Forum alla Borsa di Milano rappresenta il fulcro e il momento centrale per creare un percorso di valorizzazione, che possa portare a un appello di tutti gli innovatori italiani con noi capofila per creare un vero e proprio un patto per l’Italia in cui mettere al centro innovatori, istituzioni e imprese per lo sviluppo e il progresso”. Ferrieri aggiunge che questo patto per l’Italia dovrebbe colmare il divario con gli altri paesi membri e accelerare il percorso di crescita, sia in ottica di Pil ma soprattutto di digitalizzazione dello stato italiano.

Innovazione, digitale e sostenibilità, continua il presidente di Angi, sono i tre elementi chiave su cui fondare lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Come Angi, sottolinea, “mettiamo al centro questi temi con l’obiettivo di promuovere e creare un partnerariato pubblico-privato con le istituzioni e soprattutto con tutti gli interlocutori dell’ecosistema dell’innovazione italiano”. In particolare, secondo lui, serve sensibilizzare il legislatore per costituire un percorso che possa ottimizzare i fondi del Pnrr, valorizzare le best practice che rappresentano le eccellenze delle start up e fare degli investimenti, fondamentali per valorizzare i centri di ricerca e d’innovazione d’Italia. Uno sviluppo particolare, aggiunge, è il digitale, con oltre 50 miliardi di fondi del Pnrr.

L’osservatorio Angi ricerche, continua, in collaborazione con Lab21.01, evidenzia i mega trend. Da un lato, l’intelligenza artificiale rappresenta una grande opportunità, sia dal punto di vista di profittabilità delle imprese e della pubblica amministrazione, ma anche per lo sviluppo di nuove competenze per la creazione di professioni del futuro. Ma allo stesso tempo, secondo Ferrieri, è importante anche mantenere il concetto di etica, con l’obiettivo di dare degli input per salvaguardare il benessere di questo progresso tecnologico. Ovviamente i giovani sono sempre più propensi ad abbracciare il contesto digitale, sottolinea, però più del 75% del nostro campione si sente sfiduciato sui temi della fuga dei cervelli, un fenomeno che va disincentivato, o sul numero di Neet. Da questi dati, ribadisce, bisogna cercare di supportare le future generazioni.

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Cybersicurezza, Report Verizon: “Aumentano frequenza e costi degli attacchi”

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Pubblicato il Data breach investigations report 2023, fattore umano è coinvolto in 3 incidenti informatici su 4

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Nel perimento della cybersicurezza aumentano in maniera esponenziale la frequenza e costi degli attacchi di social engineering. Stando al Data breach investigations report 2023 di Verizon Business appena pubblicato, il costo per incidente causato da ransomware è raddoppiato negli ultimi due anni, tale virus è inoltre responsabile di una violazione su quattro. Gli analisti hanno rilevato che gli episodi di Pretexting (Business Email Compromise) sono più che raddoppiati rispetto all’anno scorso e che il fattore umano è coinvolto in 3 incidenti informatici su 4. Inoltre l’analisi della vulnerabilità Log4j mostra la portata del caso e l’efficacia della risposta coordinata.

Il Data Breach Investigations Report (DBIR 2023) ha analizzato 16.312 incidenti di sicurezza e 5.199 violazioni e di notevole rilevanza è l’aumento del costo degli attacchi ransomware – software malevoli (malware) in grado di criptare i dati di un’azienda per poi richiedere ingenti somme di denaro al fine di ripristinarne l’accesso. Il valore monetario mediano per incidenti imputabili ai ransomware è più che raddoppiato negli ultimi due anni arrivando a 26.000 dollari: il 95% dei casi – che presentano una perdita economica – è costato tra 1 dollaro e i 2,25 mln di dollari. Tale incremento, spiega il Rapporto, coincide con quello rilevato nella frequenza di questi episodi: nell’ultimo biennio il numero di attacchi ransomware è stato superiore rispetto a quello dei cinque anni precedenti messi insieme. Una diffusione che non ha subìto variazioni nel 2023: rappresentando quasi un quarto di tutte le violazioni prese in esame (24%), il ransomware rimane uno dei metodi di attacco cyber più comuni.

L’indagine mette in luce che l’elemento umano, ancora, costituisce la causa della gran parte degli incidenti ed è responsabile del 74% delle violazioni, nonostante gli sforzi messi in atto dalle società in termini di protezione delle infrastrutture cruciali e il rafforzamento della formazione sui protocolli relativi alla cybersecurity. Uno dei modi più ricorrenti impiegati dai cyber criminali per sfruttare a proprio vantaggio la vulnerabilità umana è tuttora rappresentato dal social engineering. Un termine questo che designa l’accesso a informazioni aziendali sensibili ottenuto per mezzo, ad esempio, del phishing, una tecnica attuata dagli hacker che, con l’inganno, convincono la propria vittima a cliccare su link o allegati malevoli. “I top manager rappresentano una minaccia crescente per la sicurezza informatica” afferma Chris Novak, Managing Director della Cybersecurity Consulting di Verizon Business. “Da una parte, infatti, sono loro ad essere in possesso dei dati più delicati delle realtà imprenditoriali e, dall’altra, sono anche le persone meno protette visto che molte società attuano delle eccezioni sui protocolli cyber appositamente per questi ruoli. Considerando l’aumento quantitativo e il perfezionamento delle tecniche di social engineering, le aziende devono rafforzare la protezione verso le figure apicali per evitare costose intrusioni al sistema” aggiunge. Come i ransomware, il social engineering è una tattica redditizia per i criminali virtuali, soprattutto alla luce dell’incremento di quelle tecniche in cui gli hacker si fingono dei dipendenti per estorcere denaro alle proprie vittime, un attacco conosciuto con il termine Business Email Compromise (Bec). L’importo mediano rubato con il Bec ha raggiunto una somma pari a 50.000 dollari, secondo quanto riportano i dati dell’Internet Crime Complaint Center (IC3). Un elemento che potrebbe aver contribuito anche al raddoppio del pretexting nell’ultimo anno.

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Clima, Oxfam: “Dai Paesi ricchi meno di un terzo degli aiuti annunciati”

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A denunciarlo è il nuovo rapporto, lanciato ieri da Oxfam, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e del vertice sul clima dell’Unfccc, in programma a Bonn fino al 15 giugno

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“Mentre le emissioni globali di gas serra continuano ad aumentare, i Paesi più ricchi e inquinanti sono indietro di tre anni nel rispetto dell’impegno di stanziare 100 miliardi all’anno in aiuti ai Paesi a basso e medio reddito che sono gli ultimi responsabili e le prime vittime del caos climatico in atto. Le cifre annunciate sugli aiuti erogati sono inoltre di gran lunga inferiori rispetto a quelle reali”. A denunciarlo è il nuovo rapporto, lanciato ieri da Oxfam, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e del vertice sul clima dell’Unfccc, in programma a Bonn fino al 15 giugno.

Il dossier mostra, infatti, che “nonostante i Paesi donatori affermino di aver stanziato 83,3 miliardi di dollari in aiuti nel 2020, di fatto ne hanno stanziato soltanto tra i 21 e i 24,5 miliardi di dollari. Ciò perché di molti dei progetti finanziati è stata sopravvalutata l’effettiva portata nel contrastare la crisi climatica o perché sono stati erogati sotto forma di prestiti al loro valore nominale, aggravando il peso del debito estero di economie già fragilissime e fortemente indebitate, ancor di più in un periodo in cui i tassi di interesse stanno schizzando alle stelle”.

Da qui l’appello urgente di Oxfam per “un aumento effettivo e consistente degli aiuti essenziali ad aiutare i Paesi più poveri a mitigare gli effetti della crisi climatica. Stanziandoli sotto forma di sovvenzioni e non come prestiti”.

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