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Incidente a Roma, scontro tra due auto in via Laurentina: un morto e un ferito
Perde controllo del mezzo, un morto su complanare interna del Gra. Tre giovani feriti in un incidente tra Suv e Mercedes sulla Cristoforo Colombo, due sono gravi
Tre gravi incidenti oggi a Roma. Un 78enne è morto in un incidente stradale avvenuto stamattina, verso le ore 6.30, in via Laurentina all'altezza del km 18. Sul posto è intervenuta la polizia locale del Gruppo Eur. Il 78enne era al volante di una Opel Mokka quando, per cause da accertare, ha perso il controllo dell'auto finendo contro una Ford Focus che viaggiava nella direzione opposta. Il 57enne, che era a bordo della Ford Focus, è stato trasportato in gravi condizioni all'ospedale Sant'Eugenio mentre il 78enne è morto durante il trasporto in ospedale.
Grande Raccordo Anulare
Sul Grande Raccordo Anulare di Roma stamattina è stata temporaneamente chiusa la complanare alla carreggiata interna, in corrispondenza dell’uscita 32 'via della Pisana', a causa di un incidente. Per cause in corso di accertamento, il conducente di un autoveicolo ha perso il controllo del mezzo senza coinvolgere altri veicoli ed è deceduto. Il traffico è stato deviato sulla viabilità secondaria.
Cristoforo Colombo
Tre giovani sono rimasti feriti, due dei quali in modo grave, in un incidente avvenuto la notte scorsa in via Cristoforo Colombo all'incrocio con via Canale della Lingua. Sul posto è intervenuta la polizia locale del X Gruppo Mare. Da una prima ricostruzione nell'incidente sono rimasti coinvolti un Suv Ds3, condotto da un 22enne ungherese che viaggiava insieme a una 20enne italiana, e una Mercedes guidata da un 21enne italiano che viaggiava insieme a una 18enne albanese.
Nello schianto sono rimasti feriti in modo grave il 22enne ungherese, trasportato in codice rosso all'ospedale Grassi di Ostia, e la 20enne italiana, portata in codice rosso all'ospedale Sant'Eugenio e poi trasferita al San Camillo. Meno gravi le condizioni dell'automobilista 21enne al volante della Mercedes, trasferito all'Aurelia Hospital. Sono in corso gli accertamenti della polizia locale sulla dinamica dell'incidente.
Esteri
Usa, morto uomo che si è dato fuoco fuori da tribunale...
Prima di darsi fuoco, cospargendosi di un liquido infiammabile, l'uomo aveva lanciato alcuni opuscoli infarciti di teorie cospirazioniste
E' morto l'uomo che ieri si è dato fuoco fuori dal tribunale di New York dove è in corso da lunedì il processo contro Donald Trump. Lo ha reso noto la Nbc, a cui fonti della polizia hanno riferito che Maxwell Azzarello, un trentenne della Florida, "è stato dichiarato morto dai medici dell'ospedale". Prima di darsi fuoco, cospargendosi di un liquido infiammabile, l'uomo aveva lanciato alcuni opuscoli infarciti di teorie cospirazioniste.
Economia
Tesla richiama quasi 4.000 Cybertruck: problema a pedale...
Potrebbe aumentare il rischio di incidenti
Tesla sta richiamando 3.878 dei suoi Cybertruck a causa di un problema al pedale dell'acceleratore che potrebbe aumentare il rischio di incidenti, ha detto il regolatore federale della sicurezza. "Il pedale dell'acceleratore intrappolato può far accelerare involontariamente il veicolo, aumentando il rischio di incidente", ha affermato la National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) in un avviso di richiamo relativo al Cybertruck, il nuovo veicolo elettrico di Tesla, lanciato sul mercato nel novembre 2023.
"Una modifica non approvata ha introdotto del lubrificante per facilitare l'assemblaggio dei componenti della pastiglia sul pedale dell'acceleratore. Il lubrificante residuo ha ridotto la ritenzione del pad sul pedale''. L'Nhtsa ha affermato che il richiamo riguarda ''tutti i veicoli Cybertruck Model Year ('MY') 2024 fabbricati dal 13 novembre 2023 al 4 aprile 2024".
All’inizio di questo mese, Tesla ha detto ai suoi dipendenti che avrebbe licenziato “più del 10%” della sua forza lavoro globale. I licenziamenti potrebbero avere un impatto su più di 14.000 persone e arrivare due settimane dopo che la casa automobilistica elettrica ha riportato il suo primo calo delle vendite anno su anno dal 2020. La società ha inoltre avvertito che la crescita delle vendite potrebbe essere “notevolmente inferiore” nel 2024 rispetto all’obiettivo dichiarato di una crescita del 50% ogni anno.
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Caso Zuncheddu, “assolto per ragionevole dubbio su...
Le motivazioni della sentenza del processo di revisione: l’ex allevatore tornato libero dopo 33 anni di carcere
Il processo di revisione "non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu" alla strage di Sinnai (Cagliari) dell'8 gennaio del 1991 in cui furono uccisi tre pastori “ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza”. E’ quanto scrivono i giudici della quarta sezione della Corte di Appello di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 26 gennaio l'ex allevatore di Burcei è stato assolto. Zuncheddu, proclamatosi sempre innocente, è tornato in libertà dopo 33 anni di carcere.
“Zuncheddu “fu condannato perché il teste oculare dichiarò di averlo riconosciuto come l'aggressore, nonché per aver fornito un alibi falso – si legge – tuttavia oggi va mandato assolto dai delitti a lui ascritti ai sensi del comma 2 dell'articolo 530 c.p.p. (insufficienza di prove, ndr.) e quindi non con assoluzione piena, perché all'esito dell'istruttoria residuano delle perplessità sulla sua effettiva estraneità all'eccidio, commesso verosimilmente da più di un soggetto, uno dei quali, diversamente da quanto opinato nell'istanza di revisione, non era un cecchino provetto, non riuscendo nell'intento omicidiario nemmeno dopo aver sparato due colpi a distanza ravvicinata in un luogo talmente stretto che ‘non occorreva prendere la mira’”.
Per i giudici di Roma, “è chiaro che una volta venuta meno la prova-cardine di un teste oculare che, sopravvissuto al massacro, asserisce di avere riconosciuto almeno uno degli aggressori, di fronte alla quale, giustamente, nel corso del procedimento del 1991, non si poteva che pervenire ad una sentenza di condanna, oggi la residua scorta indiziaria non può ritenersi sufficiente per pervenire alla conferma della condanna di Zuncheddu, oltre ogni ragionevole dubbio. Non v'è però prova piena della sua innocenza – si legge nelle motivazioni - e ciò perché egli fornì un alibi fallito che poi fu sostenuto da due testi pacificamente falsi”.
"La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent'anni – sottolineano i giudici - è stata gravemente pregiudicata dalla forte attenzione mediatica riservata a questa vicenda, tale per cui sono state divulgate disinvolte ricostruzioni dei fatti arricchite da discutibili commenti, giudizi personali, congetture, valutazioni unilaterali prive del dovuto contraddittorio (e quindi lacunose e parziali) che hanno inciso sulla genuinità dei testi, che invece avrebbero forse potuto offrire qualche spiraglio di verità se fosse stato lasciato libero il campo alla memoria di ciascuno di essi, non influenzata da narrazioni preconfezionate”.