Elio Gemano si confronta con la ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri e in particolare con il XXXIII canto del Paradiso, recitato con l’ausilio delle musiche di Teho Teardo e le immagini ricche di effetti speciali, firmati dai registi Simone Ferrari e Lulu Helbaek. Lo fa fino a domenica al teatro Ambra Jovinelli di Roma portando in scena ‘Paradiso XXXIII’, provando – e riuscendoci – a condividere con il Sommo Poeta la condizione dell’essere umano davanti alla prova di descrivere l’immensità e la luce divina, per cui non può che ammettere la sua impotenza in quanto “il mio veder fu maggio che ‘l parlar mostra, ch’a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio”.
Catturato dalla dimensione infinita dantesca, Elio Germano ritorna sugli stessi versi che a settembre del 2020 aveva letto a Ravenna per l’apertura delle celebrazioni del VII centenario di Dante, in presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Elio Germano e Teho Teardo – si sottolinea nelle note di regia – sono la voce e la musica che ci avvicinano al mistero e ci accompagnano al cospetto dell’immensità”, attraversando il Canto XXXIII del ‘Paradiso’, ogni verso esaltato da immagini ed effetti speciali, con “la voglia di arricchire la materia con aspetti visivi e sonori che non siano solo la parafrasi del testo – spiega l’attore Elio Germano – e che accentuino i contenuti in modo appariscente, condivisibile e circolare. Partendo con energia dalla fine della Divina Commedia”.
(di Enzo Bonaiuto)

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