Politica
Elezioni regionali, centrodestra cerca la quadra: Forza...
Elezioni regionali, centrodestra cerca la quadra: Forza Italia non molla su Basilicata
Forza Italia non accetta discussioni su Bardi: "Non si ritira"
Il centrodestra prova a trovare la 'quadra' sui candidati alle elezioni regionali 2024. Chiuso il capitolo Sardegna - con la Lega che a malincuore ha sacrificato sull'altare dell'unità della coalizione la ricandidatura del suo presidente uscente, Christian Solinas, per convergere su Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari e uomo di Fratelli d'Italia - i fari sono ora puntati sulla Basilicata, dove il governatore Vito Bardi di Forza Italia è a caccia della riconferma, nonostante il partito di Matteo Salvini abbia messo in discussione il suo bis alla luce dello 'smacco' sardo.
Gli azzurri però fanno muro e tramite il loro segretario Antonio Tajani blindano la corsa dell'ex generale della Guardia di Finanza verso il suo secondo mandato. Concetto ribadito all'Adnkronos dal portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi: "Vito Bardi è in campo e non si ritira dalla corsa in Basilicata, anche perché ha fatto bene in questi 5 anni e ha consenso". Resta sullo sfondo al momento l'ipotesi del candidato civico, sul quale potrebbero convergere i partiti se non si trovasse una soluzione condivisa.
Il Carroccio ha chiesto a Forza Italia uno sforzo in Basilicata, per 'compensare' il sacrificio di Solinas in Sardegna. "Ma queste - obietta Nevi - sono elezioni regionali, c'è una dinamica locale che va considerata. In Sardegna si sono creati dei problemi con Solinas. La cosa importante è tenere unito il centrodestra: bisogna guardare al candidato migliore regione per regione, non giocare al risiko. Siamo sicuri che l'unità della coalizione ci consentirà di vincere ancora. Ha fatto bene la Lega a non andare da sola e a non spaccare il centrodestra". Un invito a non disunirsi è arrivato anche dal leader leghista Matteo Salvini, interpellato sulle candidature per le prossime regionali a margine di un incontro sulla metro 2 di Torino: "L'obiettivo è il centrodestra unito e vincente ovunque".
Sardegna, c'è Truzzu
In Sardegna, intanto, il centrodestra si compatta attorno a Truzzu. L'ex vicepresidente della giunta Solinas, Alessandra Zedda, ha rinunciato alla corsa alla presidenza della Regione schierandosi con il sindaco cagliaritano. Zedda aveva deciso di correre da sola, in disaccordo con Forza Italia. Ma ora l'ex assessora è rientrata nella coalizione.
A Oristano, sede del Consiglio nazionale del Partito sardo d'Azione (chiamato a decidere la linea da tenere in vista del voto) è intervenuto Solinas: "Io personalmente - ha detto il governatore uscente e segretario del Psd'Az - rappresento ben poche cose, il vero valore è questo partito, la sua storia, i suoi valori la sua gente: davanti metteremo senz'altro il partito". "Nella nostra storia abbiamo sempre messo al centro le alleanze programmatiche - ha proseguito Solinas - e quindi miriamo a conservare i punti programmatici che hanno contraddistinto il governo sardista della regione".
Durante il suo intervento al Consiglio nazionale Solinas ha spiegato di aver ricevuto l'esplicita richiesta, da parte di Giorgia Meloni, di mantenere l'unità per portare avanti il lavoro iniziato. Nella serata di giovedì, del resto, Fratelli d'Italia in una nota aveva rivolto un appello a tutte le forze della coalizione (sia nazionali che territoriali) a "condividere" la candidatura di Truzzu per "contribuire alla prosecuzione di un progetto politico di centrodestra, civico e sardista".
In tarda serata, quindi, Solinas ha ritirato formalmente la sua candidatura. Al termine di un lungo dibattito, in cui il presidente della Regione in carica aveva fatto trasparire questa decisione, è arrivato il documento finale del Consiglio nazionale Psd'Az. Lì viene messo nero su bianco che "il segretario nazionale, presidente della Regione Christian Solinas, al fine di favorire l'unità e la continuità della formula politica di governo del centrodestra civico e sardista ha ritirato la propria candidatura alla guida della Regione".
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Sondaggio politico, i primi partiti calano: il voto...
Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7
Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto oggi in caso di elezioni. Fratelli d'Italia si conferma ampiamente primo partito ma cede lo 0,3% scendendo al 26,8%.
Passo indietro più netto per il Pd, che perde lo 0,4% e scivola al 19,8%. M5S e Lega cedono lo 0,1%: il Movimento è al 15,3%, mentre il Carroccio è all'8% e ora è tallonato da Forza Italia, che guadagna lo 0,2% e sale al 7,8%. Passo indietro di Azione dal 4,5% al 4,3%, mentre Verdi e Sinistra arrivano al 4,2%. In ascesa Italia Viva, ora al 3,2%, e +Europa (2,9%). Seguono Italexit per l'Italia (1,7%), Democrazia Sovrana e Popolare (1,4%), Noi Moderati (1,1%) e Unione Popolare (1,1%).
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Elezioni Russia, scoppia caso Salvini. Meloni:...
Il leader della Lega: "Quando un popolo vota ha sempre ragione". Tajani: "Elezioni russe caratterizzate da pressioni forti anche violente"
Il voto russo che tra mille polemiche ha incoronato ancora una volta Vladimir Putin alla guida del Cremlino irrompe nel dibattito politico italiano, dividendo la maggioranza di governo. Fanno discutere le parole del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini , che a proposito delle elezioni nella Federazione russa prende atto del responso delle urne sottolineando che "quando un popolo vota ha sempre ragione". "Le elezioni - afferma il ministro dei Trasporti - fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta". In una nota la Lega poi precisa: "In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra e il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c'è niente da festeggiare".
Meloni: "Salvini? Posizione governo molto chiara, centrodestra coeso"
"La posizione del governo è molto chiara, il centrodestra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell'unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo". E' quanto ha detto la premier Giorgia Meloni, in un'anticipazione dell'intervista ad Agorà che andrà in onda domattina alle 8.30 su Rai Tre, a proposito delle parole del ministro Matteo Salvini. "Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera, tutto questo racconta di una maggioranza coesa", osserva la leader di Fratelli d'Italia. "E io - aggiunge Meloni - credo che il punto sia sempre questo: cioè non conta quanto il campo sia largo, ma conta quanto quel campo sia coeso e compatibile, quanto abbia risposte chiare da dare ai cittadini e da rappresentare all'estero. E l'Italia con la maggioranza di centrodestra chiaramente questo lo sta facendo".
Tajani: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri"
Da Bruxelles il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani dice: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri". "Le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri", risponde il titolare della Farnesina a chi gli chiede se non tema che esternazioni come quelle di Salvini possano dare l'immagine di un governo poco unito.
Per Tajani le elezioni presidenziali in Russia "sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Alexei Navalny è stato escluso dalle elezioni con un omicidio. Non c'erano candidati avversari di Putin - rimarca ancora il leader degli azzurri - abbiamo visto soldati entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente". E non è un caso che a livello Ue le posizioni più dure sul voto russo siano arrivate proprio dal gruppo del Ppe, (famiglia europea di Forza Italia) che in una nota ha invitato i ministri degli Esteri a dichiarare che Putin "non è un presidente legittimo della Russia" e che "le cosiddette elezioni presidenziali sono prive di legittimità".
Il gelo di Fratelli d'Italia
Sull'uscita di Salvini si registra anche il gelo di Fratelli d'Italia. Dalle parti di Via della Scrofa vige la consegna del silenzio sul vicepremier del Carroccio, ma l'irritazione è palpabile nel partito della premier Giorgia Meloni che ha fatto dell'atlantismo e del sostegno alla causa dell'Ucraina uno dei pilastri della sua politica estera.
"Il popolo ha sempre ragione quando è messo nelle condizioni di votare liberamente. Ci sono alcune nazioni, come purtroppo la Russia, dove la democrazia non è così compiuta", afferma il vicecapogruppo di FdI alla Camera Massimo Ruspandini, una delle rarissime voci a prendere le distanze in chiaro da Salvini. Ospite di 'Agorà' su Rai Tre, il viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli non nasconde i suoi timori dopo il plebiscito per Putin: "Fa un po' paura avere la conferma che c'è una larga parte, maggioritaria dell'umanità, che vive sotto le dittature e in qualche maniera acconsente".
Opposizione sul piede di guerra
Le dichiarazioni del numero uno leghista finiscono nel mirino delle opposizioni - che evidenziano i forti condizionamenti politici sul voto di Mosca - e fanno emergere dei distinguo anche all'interno della coalizione di centrodestra. "Parole inaccettabili, si dimetta", tuona Azione, che con il suo leader Carlo Calenda invita il segretario della Lega a "ripassare le basi": "La democrazia senza stato di diritto non esiste. La Russia è una dittatura e le elezioni sono una farsa. Punto". Il Pd tramite il suo responsabile Esteri Peppe Provenzano arriva a esprimere solidarietà a Tajani: "Non deve essere facile avere un omologo vicepremier Salvini, che non condanna i crimini di Putin e vede in queste elezioni russe una grande affermazione del popolo. Ma con queste posizioni il governo può mai essere credibile?". "Nessuno stupore" per Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi-Sinistra "per le incredibili parole di Salvini sulle elezioni russe", mentre Davide Faraone di Italia Viva definisce le "dichiarazioni entusiastiche surreali".
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“Non sei credibile”, “la tua politica mi...
L'ex premier: "Abbiamo progetti diversi". Il leader di Azione: "Hai domato il Pd con i tuoi veti"
E' scontro a distanza tra Giuseppe Conte e Carlo Calenda, alleati impossibili in quel 'campo largo' che sembra però troppo stretto per contenerli entrambi.
Conte
"Non è una questione di veti, lo dico a Calenda - afferma Conte in diretta social - : ma come si può pensare di fare politica in modo credibile e di entrare in coalizione con forze progressiste quando, caro Calenda, dichiari che vuoi distruggere il M5S? Hai usato frasi triviali: vuoi prendere a calci il M5S, farlo fuori dal sistema politico... Ma come si può far politica per distruggere qualcuno, qualcosa, un progetto, un'intera comunità politica? Avevi dichiarato - ricorda il leader M5S - che è un modio di far politica che ti fa orrore, ma non ti rendi conto che è il tuo stesso modo? E poi, quale credibilità hai se dichiari di voler distruggere una forza e poi ci vuoi andare insieme? Non pensi che ci sia una contraddizione? Vuoi aumentare l'astensionsimo e la sfiducia? Noi a questo modo di far politica non ci associamo".
"Si può in Basilicata andare insieme se Azione e Calenda pensano a nuove trivellazioni e agli inceneritori? Si può andare insieme a chi vuole il taglio del reddito di cittadinanza come Meloni & Co, e con chi sta lavorando con il centrodestra per smantellare la spazzacorrotti? Non è Azione che si è fatta portatrice della legge bavaglio? Per non parlare - incalza Conte - del superbonus. Abbiamo progetti diversi e bisogna essere conseguenti perché sennò gli elettori non ci seguono più".
Calenda
Ma il leader di Azione non ci sta e sempre via social risponde alle parole di Conte con un attacco frontale. "La politica che mi fa orrore rimane sempre la stessa, Giuseppe - afferma Calenda -: i soldi buttati nel superbonus, il proputinismo, la promessa di sussidi 'graduidamente' - scrive ironizzando sulla pronuncia di Conte - . Ma ti riconosco il fatto di aver domato il Pd obbligandolo ai tuoi veti. Complimenti".