Politica
Elezioni regionali 2024: Pd, M5S e il puzzle delle alleanze
In Basilicata primarie in stand-by, martedì ultima chiamata per il Piemonte
Qualcosa si muove. Del resto, i tempi si fanno sempre più stretti per alleanze e candidature in vista di amministrative e regionali. E dal Piemonte potrebbe arrivare un'indicazione in grado di determinare un effetto a cascata nei rapporti tra Pd e M5S in vista del voto. Martedì ci sarà un nuovo tavolo tra i potenziali alleati. Il quarto in pochi giorni. La strada resta tutta in salita, anche per gli annosi cattivi rapporti tra i dem e i pentastellati locali. Ma la nuova convocazione parla di un filo che non si è spezzato. Sembra anche a seguito di interventi diretti, non confermati ufficialmente, di Elly Schlein e Giuseppe Conte.
Una trattativa quella piemontese che potrebbe inserirsi nel più ampio quadro dei tanti casi - dalle regionali in Basilicata ai comuni, da Firenze e Cagliari - in cui la partita resta aperta. "La discussione che facciamo qui -diceva ieri il segretario regionale dem del Piemonte, Domenico Rossi - non è isolata, ma si inserisce in un contesto sia di livello superiore, sia di livello territoriale, nel senso che non si risolve tutto attorno alla questione regionale". I lavori sono in corso. A tutto campo. A Firenze, cruciale roccaforte da confermare per il Pd, sarebbero in corso interlocuzioni per allargare l'alleanza a Italia Viva.
Mentre nei giorni scorsi Conte avrebbe sentito il penalista Michele Laforgia, tra i nomi in pista per il dopo Decaro a Bari. In Umbria, in vista delle regionali che si terranno in autunno, oggi c'è stato il primo appuntamento a Perugia della coalizione 'Un Patto Avanti' con Marco Sarracino del Pd, Roberto Fico dei 5 Stelle, Elisabetta Piccolotti di Avs, il socialista Enzo Maraio, oltre a civici e Demos.
Abruzzo
Al momento l'unica situazione chiusa resta quella delle regionali in Abruzzo dove si vota il 10 marzo. Qui il centrosinistra ha dato il via alla sfida con una partenza sprint, indicando subito un candidato unitario: l'ex rettore dell'università di Teramo Luciano D'Amico, capace di mettere insieme un campo 'larghissimo' con Pd, M5s, Iv, Azione e liste civiche. Sabato scorso Schlein ha fatto una prima tappa della campagna elettorale nelle regione.
Basilicata
Anche in Basilicata, al voto in primavera, il Pd era partito con decisione, indicando come candidato il 'civico' Angelo Chiorazzo, alla guida della coalizione Basilicata Casa Comune cui, però, non ha aderito il M5s. Nei giorni scorsi, dopo un incontro tra Pd e M5s, i dem lucani hanno però aperto all'ipotesi primarie per "una leadership condivisa nel centrosinistra", come ha spiegato il segretario regionale Giovanni Lettieri, "fermo restando" la candidatura Chiorazzo.
Sardegna
Il caso Sardegna poi (si vota il 25 febbraio) è da tempo finito agli onori delle cronache nazionali. Con tanto di rottura personale nella famiglia Soru. Sull'isola Pd e M5s hanno trovato l'intesa sul nome di Alessandra Todde, vice presidente 5 Stelle. Ma Renato Soru ha annunciato lo 'strappo' con i dem, lanciando la sua candidatura (appoggiata, tra l'altro, da Azione) e provocando anche la frattura familiare con la figlia Camilla, consigliera regionale Pd. Con Todde anche i Progressisti di Massimo Zedda, che in un primo momento erano orientati su Soru.
Politica
Porta a Porta, invitate 3 esponenti Pd e una direttrice per...
Nessuna delle donne invitate ha potuto partecipare
Nella puntata di Porta a Porta che su Raiuno si è occupata anche di aborto erano state invitate 3 esponenti del Pd e una direttrice di un giornale. Nessuna di loro, però, ha potuto partecipare alla puntata del 18 aprile in cui sono intervenuti solo uomini. La presenza di interlocutori solo maschili è finita sotto i riflettori sui social ed è stata oggetto anche di dichiarazioni di politici.
"La redazione di Porta a Porta fa notare che gli inviti per la trasmissione politica di giovedì 18 aprile sono stati fatti nei giorni precedenti al manifestarsi della polemica. Essendo prevista la presenza del Partito democratico, avevamo invitato tre donne parlamentari del Pd (sostituite alla fine dall’onorevole Zan per la loro indisponibilità) e una direttrice di giornale, anch’essa indisponibile", si legge in una nota di Porta a Porta.
"In ogni caso l’aborto è stato solo uno degli otto temi trattati nella trasmissione di ieri. Gli altri sette erano la guerra, Meloni a Bruxelles, il ricorso del governo contro l’Emilia-Romagna sul fine vita, la discussione sulla foto di Berlinguer nella tessera del Pd, il 5 in condotta e i sondaggi preelettorali. Come sa la stessa interessata, fin dalle 9.47 (prima che uscissero le agenzie con le reazioni polemiche) avevamo valutato la presenza dell’onorevole Sportiello (Movimento 5 stelle) per i Cinque Minuti di oggi, ma la tensione internazionale successiva all’attacco israeliano all’Iran ci costringe ad occuparci di questo. Sarà nostra cura, naturalmente, tornare sul tema alla prima occasione utile", prosegue la nota.
Politica
Fine vita, Pirro (M5s): “In nostro ddl passi...
"Ricorso al Tar contro delibere Giunta Emilia Romagna sono gravissima deriva retrograda"
"Il nostro disegno di legge tratta sia di suicidio assistito che di eutanasia ponendo le stesse condizioni e procedure per l'accesso. Facciamo dei passi ulteriori rispetto alla sentenza della Consulta e non passi indietro come nei ddl della maggioranza". Così all'Adnkronos la senatrice del M5s Elisa Pirro, prima firmataria del ddl 'Disposizioni in materia di suicidio medicalmente assistito e di trattamento eutanasico', che ha denunciato tra l'altro oggi con i Parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato "l'estrema gravità" e la "deriva retrograda", "al di là del conflitto istituzionale che si viene a creare", del ricorso al Tar annunciato dal governo contro le delibere della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna che davano attuazione al suicidio medicalmente assistito.
Il ddl pentastellato, d'iniziativa oltre che di Pirro anche delle colleghe a Palazzo Madama Maria Domenica Castellone e Barbara Floridia, è composto da nove articoli e vuole "colmare un vuoto normativo non più giustificabile né secondo la Corte europea dei diritti dell'uomo, né secondo la Corte costituzionale - si legge nel testo - Il Parlamento ha il dovere di affrontare questa problematica senza posizioni precostituite e pregiudizi, avendo ben presente che il contesto ordinamentale è mutato, soprattutto dopo che la Corte costituzionale, con l'ordinanza n. 207 del 16 novembre 2018, si è pronunciata al riguardo". Il ddl prevede garanzia del servizio di suicidio medicalmente assistito e del trattamento eutanasico su tutto il territorio nazionale; inoltre l'inserimento nei Lea e la previsione dell'obiezione di coscienza.
Tra i punti salienti, l'articolo 3 che disciplina le condizioni e i presupposti che consentono il suicidio medicalmente assistito e il trattamento eutanasico, prevedendo che "il soggetto maggiore di età, capace di intendere e di volere, tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale o affetto da una condizione clinica irreversibile, ovvero da una patologia a prognosi infausta che non sia di natura psichiatrica o psicologica, tale da procurargli sofferenze evidenti, insostenibili e irreversibili, può chiedere, in modo inequivocabile e come espressione piena della propria libera autodeterminazione, di sottoporsi al suicidio medicalmente assistito o al trattamento eutanasico"; e l'articolo 5 disciplina le procedure sanitarie e amministrative, prevedendo che le procedure relative al suicidio medicalmente assistito e al trattamento eutanasico siano garantite "dal Servizio sanitario nazionale in strutture adeguatamente attrezzate o, qualora le condizioni del paziente non lo consentano, anche presso il suo domicilio". (di Roberta Lanzara)
Politica
Rai, accordo con Unirai: riconosciuto nuovo sindacato...
C'è l'accordo tra la Rai e Unirai-Figec-Cisal, il nuovo sindacato dei giornalisti, costituito lo scorso 16 dicembre. A quanto apprende l'Adnkronos, è stato appena firmato un protocollo di relazioni industriali e sindacali che riconosce alla nuova sigla una significativa rappresentatività dei giornalisti Rai. Si tratta di un passaggio storico per l’azienda. I sindacati della categoria riconosciuti a viale Mazzini diventano così due.