Politica
Forza Italia, il Congresso incorona Tajani: “Tutti al...
Forza Italia, il Congresso incorona Tajani: “Tutti al lavoro per la vittoria”
L'assise azzurra elegge il segretario per acclamazione. Via libera anche ai quattro vice: Cirio, Occhiuto, Bergamini e Benigni
"Io ce la metterò tutta, grazie Forza Italia. Ora mandiamo un forte applauso a Silvio Berlusconi che ci ascolta da lassù". Conclude così il suo intervento da neo-eletto segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, dal palco dell'Eur di Roma, tra l'inno azzurro e un Lucio Battisti d'annata che assicura che "non sarà un'avventura". Sono da poco passate le 18 di sabato e il vicepremier, ora ufficialmente leader di Fi, dopo aver incassato il via libera degli oltre mille delegati che hanno sventolato alti i loro cartellini nella grande sala del Palazzo dei congressi all'Eur, può festeggiare il suo successo.
Le felicitazioni di Marina e Pier Silvio
"I primi messaggi che mi sono arrivati sul cellulare - dice subito - sono della famiglia di Berlusconi, di Marina e Pier Silvio". "Il sostegno della famiglia Berlusconi non è mai mancato" rivendica con la mano sul cuore. Ringrazia tutti Tajani, e promette solo un giorno di vacanza: "Domenica ci riposiamo - avvisa - poi al lavoro per il voto, perché non possiamo deludere l'Europa". Con un messaggio rivolto anche all'interno del partito, dove oggi si respira "un clima di grande unità e amicizia": "Non possiamo permetterci di avere un postificio, non possiamo permetterci di dividerci per piccole questioni, per interessi personali, lo dobbiamo per rispetto a Berlusconi". Lo sguardo è proiettato al voto di giugno alle europee, e oltre, perché "dalla vittoria dipende la sopravvivenza del nostro movimento politico nei prossimi trent'anni".
Comincia l'era Tajani
In Forza Italia con questi impegni inizia l'era Tajani. Il testimone di Silvio Berlusconi passa ora nelle mani del titolare della Farnesina. Nella due giorni del congresso azzurro (il primo senza Berlusconi) che sancisce il nuovo corso non c'è spazio per divisioni e distinguo, come dimostra l'abbraccio a favore di telecamere tra Licia Ronzulli e Antonio Tajani: "Hai il sostegno di tutti noi", scandisce la vicepresidente del Senato, la quale non manca di ricordare che "si vince e si perde tutti insieme".
Il clima di ritrovata concordia è certificato anche dalla scelta di procedere con l'elezione per semplice alzata di mano, evitando 'conte' interne, anche dei quattro vicesegretari (Deborah Bergamini, Alberto Cirio, Stefano Benigni - fedelissimo di Marta Fascina, assente anche oggi al congresso - e Roberto Occhiuto). Toni distesi pure sulle casse azzurre: Tajani assicura che la situazione è ormai sotto controllo "grazie al lavoro del tesoriere, e alla donazioni che, legalmente, riceviamo". La stagione dei 'morosi', ovvero dei parlamentari indietro con i versamenti al partito, afferma il neo-segretario, è alle spalle.
L'elogio di Metsola
Tutti d'accordo anche sul programma da qui al voto europeo dell'8 e 9 giugno: testa bassa pedalare per portare il movimento azzurro più in alto possibile. Il capogruppo alla Camera Paolo Barelli punta per il futuro a un risultato di 'coalizione' pari al 60-70%. I delegati invece si 'accontentano' di quanto promesso dal neosegretario, che in vista della consultazione Ue si tiene più cauto ribadendo l'obiettivo del 10%. Europa sugli scudi del congresso, perché la bandiera di Forza Italia oggi è quella europeista, senza se e senza ma. Dopo la 'benedizione' di Ursula von der Leyen e Manfred Weber di ieri, questa volta la testimonial del vecchio continente al congresso azzurro è un'altra esponente di spicco del Ppe - famiglia politica europea a cui Fi "orgogliosamente" appartiene -, ovvero la presidente del Parlamento Ue, la maltese Roberta Metsola, la quale incassa il sostegno di Fi anche per la guida del prossimo Europarlamento. "Tu Antonio sei una guida, che da sempre si batte per una Europa più forte", l'elogio a Tajani di Metsola, che non manca di ricordare Berlusconi: "Il vostro fondatore, che ha fatto la storia dell'Italia e dell'Europa degli ultimi 30 anni e sarebbe fiero di voi, ha avuto la lungimiranza di capire che il futuro di Forza Italia era nel Ppe".
Il giorno più lungo di Tajani scorre con gli interventi dei delegati, degli amministratori locali e degli ospiti europei, che garantiscono appoggio al vicepresidente del Consiglio, definito punto di riferimento anche dal segretario generale dell'Internazionale democratica di centro Antonio Lopez. Lui incassa felice, spiegando che però qualcosa sull'attualità italiana la deve dire. Sugli scontri tra polizia e manifestanti difende le forze dell'ordine: "Nessuno le tocchi, se qualcuno ha sbagliato pagherà, ma per uno o due che hanno sbagliato non possiamo attaccare chi ci difende per quattro soldi...". A proposito dei manifestanti di Milano, identificati dalla Digos, stessa linea: "Il ministro Piantedosi prenderà i necessari provvedimenti" ma "non vedo il problema a essere identificati, sotto casa mia ci sono le forze dell'ordine che a volte identificano mio figlio o il fidanzato di mia figlia". La chiusura dell'intervento del segretario di Forza Italia è dedicata a Meloni e Salvini: "I nostri alleati non hanno nulla da temere da noi, ma nessuno può chiederci di rinunciare alla nostra identità". Poi la festa sul palco, tutti a cantare e ballare: perché non sarà solo un'avventura, come insegna appunto Battisti.
(di Antonio Atte e Francesco Saita)
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Sondaggio politico, i primi partiti calano: il voto...
Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7
Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto oggi in caso di elezioni. Fratelli d'Italia si conferma ampiamente primo partito ma cede lo 0,3% scendendo al 26,8%.
Passo indietro più netto per il Pd, che perde lo 0,4% e scivola al 19,8%. M5S e Lega cedono lo 0,1%: il Movimento è al 15,3%, mentre il Carroccio è all'8% e ora è tallonato da Forza Italia, che guadagna lo 0,2% e sale al 7,8%. Passo indietro di Azione dal 4,5% al 4,3%, mentre Verdi e Sinistra arrivano al 4,2%. In ascesa Italia Viva, ora al 3,2%, e +Europa (2,9%). Seguono Italexit per l'Italia (1,7%), Democrazia Sovrana e Popolare (1,4%), Noi Moderati (1,1%) e Unione Popolare (1,1%).
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Elezioni Russia, scoppia caso Salvini. Meloni:...
Il leader della Lega: "Quando un popolo vota ha sempre ragione". Tajani: "Elezioni russe caratterizzate da pressioni forti anche violente"
Il voto russo che tra mille polemiche ha incoronato ancora una volta Vladimir Putin alla guida del Cremlino irrompe nel dibattito politico italiano, dividendo la maggioranza di governo. Fanno discutere le parole del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini , che a proposito delle elezioni nella Federazione russa prende atto del responso delle urne sottolineando che "quando un popolo vota ha sempre ragione". "Le elezioni - afferma il ministro dei Trasporti - fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta". In una nota la Lega poi precisa: "In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra e il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c'è niente da festeggiare".
Meloni: "Salvini? Posizione governo molto chiara, centrodestra coeso"
"La posizione del governo è molto chiara, il centrodestra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell'unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo". E' quanto ha detto la premier Giorgia Meloni, in un'anticipazione dell'intervista ad Agorà che andrà in onda domattina alle 8.30 su Rai Tre, a proposito delle parole del ministro Matteo Salvini. "Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera, tutto questo racconta di una maggioranza coesa", osserva la leader di Fratelli d'Italia. "E io - aggiunge Meloni - credo che il punto sia sempre questo: cioè non conta quanto il campo sia largo, ma conta quanto quel campo sia coeso e compatibile, quanto abbia risposte chiare da dare ai cittadini e da rappresentare all'estero. E l'Italia con la maggioranza di centrodestra chiaramente questo lo sta facendo".
Tajani: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri"
Da Bruxelles il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani dice: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri". "Le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri", risponde il titolare della Farnesina a chi gli chiede se non tema che esternazioni come quelle di Salvini possano dare l'immagine di un governo poco unito.
Per Tajani le elezioni presidenziali in Russia "sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Alexei Navalny è stato escluso dalle elezioni con un omicidio. Non c'erano candidati avversari di Putin - rimarca ancora il leader degli azzurri - abbiamo visto soldati entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente". E non è un caso che a livello Ue le posizioni più dure sul voto russo siano arrivate proprio dal gruppo del Ppe, (famiglia europea di Forza Italia) che in una nota ha invitato i ministri degli Esteri a dichiarare che Putin "non è un presidente legittimo della Russia" e che "le cosiddette elezioni presidenziali sono prive di legittimità".
Il gelo di Fratelli d'Italia
Sull'uscita di Salvini si registra anche il gelo di Fratelli d'Italia. Dalle parti di Via della Scrofa vige la consegna del silenzio sul vicepremier del Carroccio, ma l'irritazione è palpabile nel partito della premier Giorgia Meloni che ha fatto dell'atlantismo e del sostegno alla causa dell'Ucraina uno dei pilastri della sua politica estera.
"Il popolo ha sempre ragione quando è messo nelle condizioni di votare liberamente. Ci sono alcune nazioni, come purtroppo la Russia, dove la democrazia non è così compiuta", afferma il vicecapogruppo di FdI alla Camera Massimo Ruspandini, una delle rarissime voci a prendere le distanze in chiaro da Salvini. Ospite di 'Agorà' su Rai Tre, il viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli non nasconde i suoi timori dopo il plebiscito per Putin: "Fa un po' paura avere la conferma che c'è una larga parte, maggioritaria dell'umanità, che vive sotto le dittature e in qualche maniera acconsente".
Opposizione sul piede di guerra
Le dichiarazioni del numero uno leghista finiscono nel mirino delle opposizioni - che evidenziano i forti condizionamenti politici sul voto di Mosca - e fanno emergere dei distinguo anche all'interno della coalizione di centrodestra. "Parole inaccettabili, si dimetta", tuona Azione, che con il suo leader Carlo Calenda invita il segretario della Lega a "ripassare le basi": "La democrazia senza stato di diritto non esiste. La Russia è una dittatura e le elezioni sono una farsa. Punto". Il Pd tramite il suo responsabile Esteri Peppe Provenzano arriva a esprimere solidarietà a Tajani: "Non deve essere facile avere un omologo vicepremier Salvini, che non condanna i crimini di Putin e vede in queste elezioni russe una grande affermazione del popolo. Ma con queste posizioni il governo può mai essere credibile?". "Nessuno stupore" per Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi-Sinistra "per le incredibili parole di Salvini sulle elezioni russe", mentre Davide Faraone di Italia Viva definisce le "dichiarazioni entusiastiche surreali".
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“Non sei credibile”, “la tua politica mi...
L'ex premier: "Abbiamo progetti diversi". Il leader di Azione: "Hai domato il Pd con i tuoi veti"
E' scontro a distanza tra Giuseppe Conte e Carlo Calenda, alleati impossibili in quel 'campo largo' che sembra però troppo stretto per contenerli entrambi.
Conte
"Non è una questione di veti, lo dico a Calenda - afferma Conte in diretta social - : ma come si può pensare di fare politica in modo credibile e di entrare in coalizione con forze progressiste quando, caro Calenda, dichiari che vuoi distruggere il M5S? Hai usato frasi triviali: vuoi prendere a calci il M5S, farlo fuori dal sistema politico... Ma come si può far politica per distruggere qualcuno, qualcosa, un progetto, un'intera comunità politica? Avevi dichiarato - ricorda il leader M5S - che è un modio di far politica che ti fa orrore, ma non ti rendi conto che è il tuo stesso modo? E poi, quale credibilità hai se dichiari di voler distruggere una forza e poi ci vuoi andare insieme? Non pensi che ci sia una contraddizione? Vuoi aumentare l'astensionsimo e la sfiducia? Noi a questo modo di far politica non ci associamo".
"Si può in Basilicata andare insieme se Azione e Calenda pensano a nuove trivellazioni e agli inceneritori? Si può andare insieme a chi vuole il taglio del reddito di cittadinanza come Meloni & Co, e con chi sta lavorando con il centrodestra per smantellare la spazzacorrotti? Non è Azione che si è fatta portatrice della legge bavaglio? Per non parlare - incalza Conte - del superbonus. Abbiamo progetti diversi e bisogna essere conseguenti perché sennò gli elettori non ci seguono più".
Calenda
Ma il leader di Azione non ci sta e sempre via social risponde alle parole di Conte con un attacco frontale. "La politica che mi fa orrore rimane sempre la stessa, Giuseppe - afferma Calenda -: i soldi buttati nel superbonus, il proputinismo, la promessa di sussidi 'graduidamente' - scrive ironizzando sulla pronuncia di Conte - . Ma ti riconosco il fatto di aver domato il Pd obbligandolo ai tuoi veti. Complimenti".