

Ultima ora
Elezioni 2022, Salvini: “A sinistra confusione totale”
“E’ incredibile quello che sta succedendo a sinistra”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini a Villeneuve in Valle d’Aosta. “Letta ce l’ha con Calenda e con Renzi, Renzi ce l’ha con Di Maio, Di Maio ce l’ha con Conte, la Bonino ce l’ha con se stessa, e poi ci sono alcuni come Fratoianni e Speranza stanno lì solo attaccati alla poltrona. A sinistra – prosegue il leader leghista – c’è una confusione totale, temono il voto degli italiani, dall’altra c’è una Lega che guida un centrodestra compatto che non vede l’ora che gli italiani possano tornare a votare”.
“Di là dicono, ‘ci mettiamo tutti insieme, ma non per governare, è solo una alleanza elettorale solo per difendere la costituzione dalla Lega e dalle destre’. Ma la Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo. Quindi chi ha paura del voto popolare? Chi sa già che perdendo le elezioni perde la poltrona”.
Coronavirus
“Io usato per giustificare spazio a no vax”, il post di Galli su Rai e caso Citro della Riva

L'infettivologo: "Ignobile trappola, trattandosi di Rai Radio 1 sono stato meno prudente di quanto sarebbe stato necessario"
“Considero, per quanto mi riguarda, che si sia trattato di un’ignobile trappola, in cui sono stato usato per ‘giustificare’ lo spazio dato al no vax. Trattandosi di Rai Radio 1, il servizio pubblico, sono stato meno prudente di quanto sarebbe stato necessario”. Così su X l’infettivologo Massimo Galli torna sulla sua partecipazione alla trasmissione ‘Giù la maschera’ su Rai Radio 1, condotta da Marcello Foa, dove era ospite anche il medico Massimo Citro della Riva che ha parlato di cure non assicurate ai malati di Covid e di presunti pericoli dei vaccini.
“Da decenni, fin dai tempi in cui imperversavano i negatori di Hiv/Aids – ricorda Galli – ho sistematicamente rifiutato di confrontarmi pubblicamente con i sostenitori di posizioni antiscientifiche”.
Cronaca
IT-alert, oggi test in Val d’Aosta e Veneto: a che ora e a cosa serve

Intorno alle 12 sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in quelle due regioni o nelle aree limitrofe di questi territori, arriverà un nuovo messaggio

Test di IT-alert oggi giovedì 21 settembre in Val d’Aosta e Veneto, rinviato invece nel Lazio a causa dell’allerta gialla per temporali prevista sulla regione. Le date dei test, come previsto, avrebbero infatti potuto subire variazioni nel caso in cui i sistemi di Protezione civile regionali fossero stati impegnati in attività per eventuali allerte in atto nei giorni del test o per situazioni di emergenza. La nuova data sarà comunicata su www.it-alert.gov.it.
Intorno alle 12, quindi, sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in Val d’Aosta e in Veneto o nelle aree limitrofe di questi territori, arriverà un nuovo messaggio di test IT-alert. In seguito alla ricezione del messaggio di test, o a maggior ragione nel caso in cui tale messaggio non venga ricevuto, sarà possibile accedere alla homepage del sito www.it-alert.gov.it e compilare l’apposito questionario.
I dati così raccolti, a oggi sono quasi 2 milioni i questionari compilati e trattati in forma anonima, sono di fondamentale importanza per verificare le cause dei principali problemi segnalati, consentendo agli operatori di telefonia mobile di approfondire e rivedere il processo di invio del messaggio, il comportamento delle celle telefoniche e della relativa copertura, il comportamento dei dispositivi come telefoni, tablet e smart watch.
26 settembre in Abruzzo e nella Provincia Autonoma di Trento
27 settembre in Liguria
13 ottobre nella Provincia Autonoma di Bolzano
Lazio – nuova data dei test da definire
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IT-alert, oggi test in Val d’Aosta e Veneto: a che ora e a cosa serve

Intorno alle 12 sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in quelle due regioni o nelle aree limitrofe di questi territori, arriverà un nuovo messaggio

Test di IT-alert oggi giovedì 21 settembre in Val d’Aosta e Veneto, rinviato invece nel Lazio a causa dell’allerta gialla per temporali prevista sulla regione. Le date dei test, come previsto, avrebbero infatti potuto subire variazioni nel caso in cui i sistemi di Protezione civile regionali fossero stati impegnati in attività per eventuali allerte in atto nei giorni del test o per situazioni di emergenza. La nuova data sarà comunicata su www.it-alert.gov.it.
Intorno alle 12, quindi, sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in Val d’Aosta e in Veneto o nelle aree limitrofe di questi territori, arriverà un nuovo messaggio di test IT-alert. In seguito alla ricezione del messaggio di test, o a maggior ragione nel caso in cui tale messaggio non venga ricevuto, sarà possibile accedere alla homepage del sito www.it-alert.gov.it e compilare l’apposito questionario.
I dati così raccolti, a oggi sono quasi 2 milioni i questionari compilati e trattati in forma anonima, sono di fondamentale importanza per verificare le cause dei principali problemi segnalati, consentendo agli operatori di telefonia mobile di approfondire e rivedere il processo di invio del messaggio, il comportamento delle celle telefoniche e della relativa copertura, il comportamento dei dispositivi come telefoni, tablet e smart watch.
26 settembre in Abruzzo e nella Provincia Autonoma di Trento
27 settembre in Liguria
13 ottobre nella Provincia Autonoma di Bolzano
Lazio – nuova data dei test da definire
Cultura
Marinali (Acea): “Spazi suggestivamente illuminati, con noi la Domus Tiberiana è visibile anche di notte’

"Roma ha sempre avuto un rapporto speciale con la bellezza e la luce e Acea si fa carico di questa tradizione"
“Gli spazi sono suggestivamente illuminati tanto all’interno quanto all’esterno, così da essere visibili dalla città anche di notte, grazie alla sponsorizzazione tecnica di Acea. Roma ha sempre avuto un rapporto speciale con la bellezza e la luce: ed è in nome di questo connubio che Acea si fa carico di questa tradizione impegnandosi – fin dalla sua fondazione – nella ricerca di strumenti di valorizzazione dell’unicità artistica ed archeologica della città. Nell’illuminare monumenti e palazzi storici Acea, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie, adotta soluzioni che garantiscono il massimo risparmio energetico e la salvaguardia dell’ambiente. L’intervento di illuminazione che consegniamo alla città riconosce nella luce uno strumento di conoscenza e comunicazione, che renderà possibile la vista di questo grandioso monumento anche di notte, contribuendo anche al mantenimento della sua integrità fisica”. Così la Presidente di Acea Barbara Marinali parla della riapertura della Domus Tiberiana, la grandiosa residenza imperiale che si affaccia sulla valle del Foro Romano illuminata grazie ad un progetto di light architecture realizzato da Areti, la società del Gruppo Acea che opera nel settore della distribuzione elettrica a Roma.
Cronaca
Milano, detenuto in fuga da finestra: agente lo insegue e cade da secondo piano, è grave

E' successo all'alba, il detenuto si trovava nell'ospedale San Paolo per le ferite riportate durante una lite a San Vittore. L'agente di custodia ha sbattuto la testa nel tentativo di fermarlo: trasportato in un altro ospedale, è in gravissime condizioni
Il detenuto N.M., un maghrebino portato nell’ospedale San Paolo di Milano ieri sera per le ferite riportate in seguito a una lite avvenuta nel carcere di San Vittore, è fuggito alle 5,25 di questa mattina buttandosi dalla finestra della stanza al secondo piano. Il poliziotto che lo aveva in custodia lo ha inseguito, buttandosi anche lui dalla stessa finestra, ma è caduto sbattendo la testa. Trasportato d’urgenza in un altro ospedale, è gravissimo. A dare la notizia all’Adnkronos è Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.Pp. che sottolinea come questa evasione arrivi dopo quattro tentativi di fuggire, azzardati da parte dei detenuti, dagli ospedali italiani. “Tanta la preoccupazione per il collega – dice – Qui si rischia la vita e l’emergenza carceri è ormai drammatica”. (di Silvia Mancinelli)
Ultima ora
Milano, detenuto in fuga da finestra: agente lo insegue e cade da secondo piano, è grave

E' successo all'alba, il detenuto si trovava nell'ospedale San Paolo per le ferite riportate durante una lite a San Vittore. L'agente di custodia ha sbattuto la testa nel tentativo di fermarlo: trasportato in un altro ospedale, è in gravissime condizioni
Il detenuto N.M., un maghrebino portato nell’ospedale San Paolo di Milano ieri sera per le ferite riportate in seguito a una lite avvenuta nel carcere di San Vittore, è fuggito alle 5,25 di questa mattina buttandosi dalla finestra della stanza al secondo piano. Il poliziotto che lo aveva in custodia lo ha inseguito, buttandosi anche lui dalla stessa finestra, ma è caduto sbattendo la testa. Trasportato d’urgenza in un altro ospedale, è gravissimo. A dare la notizia all’Adnkronos è Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.Pp. che sottolinea come questa evasione arrivi dopo quattro tentativi di fuggire, azzardati da parte dei detenuti, dagli ospedali italiani. “Tanta la preoccupazione per il collega – dice – Qui si rischia la vita e l’emergenza carceri è ormai drammatica”. (di Silvia Mancinelli)
Salute e Benessere
Giornata mondiale dell’Alzheimer, il punto sulle terapie innovative

Paolo Rossini, direttore Neuroscienze e dell’Irccs San Raffaele di Roma, passa in rassegna alcune molecole

Oggi è la Giornata mondiale dell’Alzheimer, la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante, non c’è ancora una terapia ma diverse molecole hanno cercato una ribalta negli ultimi anni. Aprendo qualche speranza per i pazienti e i familiari. A fare il punto è Paolo M. Rossini, direttore Dipartimento Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele di Roma. “Avevamo chiuso il 2022 con un po’ di amaro in bocca per malati, famiglie e addetti ai lavori legato al fatto che il primo farmaco che aveva dimostrato una qualche efficacia nel modificare l’andamento naturale della malattia approvato negli Usa (Aducanumab*) non era stato poi approvato in Europa (e quindi in nessuno dei Paesi Eu) a causa di una serie di motivazioni peraltro per lo più condivisibili – osserva – come la scarsa efficacia clinica, gli effetti collaterali relativamente frequenti e talvolta allarmanti, gli elevati costi diretti e indiretti (inclusi quelli organizzativi per l’erogazione ospedaliera ed il monitoraggio degli effetti collaterali)”.
Il 2023 “si è aperto con l’approvazione da parte dell’Fda di un altro anticorpo monoclonale contro la beta-amiloide (come Aducanumab) il cui percorso approvativo è ora all’attenzione delle autorità dell’Ente europeo per il farmaco. La molecola si chiama Lecanumab*; in questo caso l’efficacia sembra maggiore, gli effetti indesiderati molto minori, mentre permangono irrisolti i problemi relativi ad i costi diretti ed indiretti”, prosegue Rossini.
“Come era prevedibile, aperta la porta da Aducanumab, si sarebbe assistito ad un progressivo ingresso di nuove molecole che sono in grado di rallentare l’evoluzione della malattia. Ci sono infatti diversi farmaci in attesa di terminare la loro Fase III che – se corroborata da risultati positivi- permette poi la richiesta di immissione sul mercato; alcuni di questi sono somministrabili sottocute (come l’insulina per il diabete) e non richiederebbero quindi una onerosa e costosa fase di distribuzione ospedaliera quale quella richiesta per effettuare una flebo. Tra questi mi pare utile segnalare quello con il Valitramilprosato* – sottolinea Rossini – perché sarebbe la prima formulazione assumibile per bocca, perché agirebbe non solo su beta-amiloide, ma anche su tau (un altro ‘killer’ alla base della formazione dei grovigli neurofibrillari all’interno dei neuroni attaccati dai processi neurodegenerativi), avrebbe pochissimi effetti collaterali e di scarso rilievo e sembrerebbe in grado di bloccare l’evoluzione della malattia. L’uso di tanti condizionali è d’obbligo- precisa – poiché tutte le informazioni sin qui disponibili arrivano dall’azienda produttrice e necessitano quindi di una valutazione approfondita da parte di un comitato neutrale non appena la medesima azienda dovrà aprire i propri archivi per mostrare i dati originali al fine di iniziare un percorso approvativo”.
Ed intanto ora cosa si fa? “Ci sono i soliti farmaci ‘sintomatici’ con tutti i limiti ben noti – risponde il neurologo – c’è l’attenzione sullo stile-di-vita (sempre più solidi sono le evidenze scientifiche a supporto del fatto che fare ginnastica tutti i giorni e dedicare tempo ad attività cognitive aumenta la resistenza dei neuroni e dei circuiti nervosi superstiti) e sui fattori di rischio da ridurre o eliminare del tutto (obesità, fumo, eccesso di alcool, controllo diabete, controllo pressione, controllo cardiopatie)
“Infine, stanno emergendo ipotesi di trattamento che attualmente dobbiamo ancora considerare sperimentali in cui si utilizzano vari tipi di energie (campi magnetici pulsanti, correnti elettriche di bassa intensità, ultrasuoni focalizzati, onde d’urto) in grado di attivare in modo selettivo (le sonde di stimolazione vengono guidate dalle immagini del cervello di quel determinato paziente tramite tecniche di neuronavigazione) facendo impattare l’energia in uso sulle ‘centraline’ cerebrali particolarmente importanti per la memoria, l’orientamento, il linguaggio, il tono dell’umore etc. Sembra che sedute quotidiane della durata di alcune decine di minuti, ripetute dal lunedi al venerdi per 3 o 4 settimane consecutive siano in grado di mantenere o addirittura di migliorare le funzioni connesse ai circuiti stimolati per i 6-12 mesi successivi”, conclude.
Ultima ora
Giornata mondiale dell’Alzheimer, il punto sulle terapie innovative

Paolo Rossini, direttore Neuroscienze e dell’Irccs San Raffaele di Roma, passa in rassegna alcune molecole

Oggi è la Giornata mondiale dell’Alzheimer, la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante, non c’è ancora una terapia ma diverse molecole hanno cercato una ribalta negli ultimi anni. Aprendo qualche speranza per i pazienti e i familiari. A fare il punto è Paolo M. Rossini, direttore Dipartimento Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele di Roma. “Avevamo chiuso il 2022 con un po’ di amaro in bocca per malati, famiglie e addetti ai lavori legato al fatto che il primo farmaco che aveva dimostrato una qualche efficacia nel modificare l’andamento naturale della malattia approvato negli Usa (Aducanumab*) non era stato poi approvato in Europa (e quindi in nessuno dei Paesi Eu) a causa di una serie di motivazioni peraltro per lo più condivisibili – osserva – come la scarsa efficacia clinica, gli effetti collaterali relativamente frequenti e talvolta allarmanti, gli elevati costi diretti e indiretti (inclusi quelli organizzativi per l’erogazione ospedaliera ed il monitoraggio degli effetti collaterali)”.
Il 2023 “si è aperto con l’approvazione da parte dell’Fda di un altro anticorpo monoclonale contro la beta-amiloide (come Aducanumab) il cui percorso approvativo è ora all’attenzione delle autorità dell’Ente europeo per il farmaco. La molecola si chiama Lecanumab*; in questo caso l’efficacia sembra maggiore, gli effetti indesiderati molto minori, mentre permangono irrisolti i problemi relativi ad i costi diretti ed indiretti”, prosegue Rossini.
“Come era prevedibile, aperta la porta da Aducanumab, si sarebbe assistito ad un progressivo ingresso di nuove molecole che sono in grado di rallentare l’evoluzione della malattia. Ci sono infatti diversi farmaci in attesa di terminare la loro Fase III che – se corroborata da risultati positivi- permette poi la richiesta di immissione sul mercato; alcuni di questi sono somministrabili sottocute (come l’insulina per il diabete) e non richiederebbero quindi una onerosa e costosa fase di distribuzione ospedaliera quale quella richiesta per effettuare una flebo. Tra questi mi pare utile segnalare quello con il Valitramilprosato* – sottolinea Rossini – perché sarebbe la prima formulazione assumibile per bocca, perché agirebbe non solo su beta-amiloide, ma anche su tau (un altro ‘killer’ alla base della formazione dei grovigli neurofibrillari all’interno dei neuroni attaccati dai processi neurodegenerativi), avrebbe pochissimi effetti collaterali e di scarso rilievo e sembrerebbe in grado di bloccare l’evoluzione della malattia. L’uso di tanti condizionali è d’obbligo- precisa – poiché tutte le informazioni sin qui disponibili arrivano dall’azienda produttrice e necessitano quindi di una valutazione approfondita da parte di un comitato neutrale non appena la medesima azienda dovrà aprire i propri archivi per mostrare i dati originali al fine di iniziare un percorso approvativo”.
Ed intanto ora cosa si fa? “Ci sono i soliti farmaci ‘sintomatici’ con tutti i limiti ben noti – risponde il neurologo – c’è l’attenzione sullo stile-di-vita (sempre più solidi sono le evidenze scientifiche a supporto del fatto che fare ginnastica tutti i giorni e dedicare tempo ad attività cognitive aumenta la resistenza dei neuroni e dei circuiti nervosi superstiti) e sui fattori di rischio da ridurre o eliminare del tutto (obesità, fumo, eccesso di alcool, controllo diabete, controllo pressione, controllo cardiopatie)
“Infine, stanno emergendo ipotesi di trattamento che attualmente dobbiamo ancora considerare sperimentali in cui si utilizzano vari tipi di energie (campi magnetici pulsanti, correnti elettriche di bassa intensità, ultrasuoni focalizzati, onde d’urto) in grado di attivare in modo selettivo (le sonde di stimolazione vengono guidate dalle immagini del cervello di quel determinato paziente tramite tecniche di neuronavigazione) facendo impattare l’energia in uso sulle ‘centraline’ cerebrali particolarmente importanti per la memoria, l’orientamento, il linguaggio, il tono dell’umore etc. Sembra che sedute quotidiane della durata di alcune decine di minuti, ripetute dal lunedi al venerdi per 3 o 4 settimane consecutive siano in grado di mantenere o addirittura di migliorare le funzioni connesse ai circuiti stimolati per i 6-12 mesi successivi”, conclude.
Ultima ora
Migranti, Giani: “Nessuno mi può obbligare a fare Cpr in Toscana”

"Sono un fallimento, sono specchietto per allodole"

”Obbligare, non mi obbliga nessuno. Nel senso che il ministero degli Interni ha tutti gli strumenti per farseli, se vuole se li fa”. Queste le parole di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ad Agorà Rai Tre, sui Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri) per migranti in Toscana.
“Si dice ‘facciamo più Cpr’ ma è uno specchietto per le allodole”, ha aggiunto.
“I centri per il rimpatrio – ha proseguito Giani – sono un fallimento anche nel decreto, perché si amplia la permanenza da 6 a 18 mesi, quindi già si accerta da parte dello Stato che oggi le procedure per il rimpatrio sono difficoltose. Il problema è l’accoglienza, non preoccuparsi di creare strutture che dovrebbero buttarli fuori dall’Italia, ma che abbiamo dimostrato in trent’anni che fuori dall’Italia non li buttano”.
Politica
Migranti, Giani: “Nessuno mi può obbligare a fare Cpr in Toscana”

"Sono un fallimento, sono specchietto per allodole"

”Obbligare, non mi obbliga nessuno. Nel senso che il ministero degli Interni ha tutti gli strumenti per farseli, se vuole se li fa”. Queste le parole di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ad Agorà Rai Tre, sui Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri) per migranti in Toscana.
“Si dice ‘facciamo più Cpr’ ma è uno specchietto per le allodole”, ha aggiunto.
“I centri per il rimpatrio – ha proseguito Giani – sono un fallimento anche nel decreto, perché si amplia la permanenza da 6 a 18 mesi, quindi già si accerta da parte dello Stato che oggi le procedure per il rimpatrio sono difficoltose. Il problema è l’accoglienza, non preoccuparsi di creare strutture che dovrebbero buttarli fuori dall’Italia, ma che abbiamo dimostrato in trent’anni che fuori dall’Italia non li buttano”.
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