Politica
Meloni, Schlein e il duello tv: prima sfida in attesa delle...
Meloni, Schlein e il duello tv: prima sfida in attesa delle Europee
Sarebbero SkyTg24 e Porta a Porta le testate già partite in 'pressing' sui rispettivi staff per passare alla fase operativa
Sul duello tv con Giorgia Meloni il guanto, in realtà, l'aveva lanciato Elly Schlein all'ultima all'assemblea del Pd, a metà dicembre: "Sono sempre pronta a un confronto nel merito con lei, di persona. In televisione o in un altro luogo. Io non ho paura del confronto con lei su niente", aveva detto la segretaria dem parlando della premier. Per questo quel "volentieri" della premier alla domanda sulla disponibilità al faccia a faccia entro le europee, suona come una sorta di 'start' al lungo duello tra le due leader da qui al voto Ue.
Schlein 'competitor' riconosciuta
"Meloni ha raccolto la sfida, finalmente. Ora non può più scappare", sottolineano fonti parlamentari dem. Le tv, del resto, sono entusiaste e già sono al lavoro per concretizzare l'evento. Sarebbero SkyTg24 e Porta a Porta le testate già partite in 'pressing' sui rispettivi staff per passare alla fase operativa. In casa dem, comunque, un primo risultato lo registrano: la presidente del Consiglio ha pubblicamente riconosciuto il ruolo della Schlein come 'competitor'. E' un tema che ha fatto subito alzare il termometro dell'opposizione.
"Meloni vuole confrontarsi con chi teme di meno", ha detto il capogruppo M5d al Senato Stefano Patuanelli. "Alla Meloni piace vincere facile", ha fatto eco Maria Elena Boschi, di Iv. Comunque sia, è stata la Meloni a parlare della Schlein come "leader di opposizione". Ma il punto fondamentale, sottolineano sempre le fonti parlamentari dem, è il "confronto nel merito" con la presidente del Consiglio. Un terreno sul quale Meloni, per il Pd, ha molti punti deboli: "Oltre due ore di conferenza stampa per non dire nulla", hanno detto i capogruppo Pd Boccia e Braga.
Elezioni Europee partita principale
Ma non sarebbe tanto quello in tv il vero duello Meloni-Schlein, già saltato ai tempi di Atreju con il duro 'no, grazie' della leader dem: "Io il palco con i nostalgici del fascismo e del franchismo non lo condivido". La partita principale resta quella della candidatura delle due leader alle europee. La stessa Meloni, spiegando della sua indecisione, ha lanciato una sfida di non poco conto alla segretaria dem: "Una mia candidatura spingerebbe altri leader a mettersi in gioco e questo sarebbe un test di altissimo livello, interessante".
Nel Pd le opinioni sono diverse, anche nel gruppo dirigente. C'è chi preme per un impegno sul campo della segretaria, convinto che questo spingerebbe il Pd oltre la soglia del 20%. Altri, oltre alle questioni legate al meccanismo della doppia preferenza che finirebbe per penalizzare le candidate dem, temono il fatto che in caso di vittoria del centrodestra e di un successo di FdI comunque il conto alla Schlein verrebbe presentato, a prescindere dai numeri raccolti dal Pd.
"Ancora c'è tempo", rispondono in casa dem a chi sollecita indicazioni sulla candidatura della segretaria. Il lavoro sulle liste, comunque, procede. I nomi che circolano sono quelli dei sindaci, Nardella e Ricci al Centro, De Caro al Sud, Gori al Nord ovest. Poi ci sono le uscenti Picierno, Gualmini, Tinagli e Laureti, la new entry Marta Bonafoni. Ci sono nel 'totonomi' big come Zingaretti ma anche esterni come Chiara Valerio, Maurizio De Giovanni, Cecilia Strada. Ma tutto può cambiare nel caso in cui la Schlein decidesse di scendere in campo, magari dopo un annuncio simile fatto dalla Meloni. Il duello Giorgia-Elly è ancora tutto da consumare.
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Reddito cittadinanza, per la Consulta “non può...
La sentenza della Corte Costituzionale depositata oggi
Il reddito di cittadinanza (Rdc) "risulta strutturato in modo da non poter venire in aiuto alle persone che, in forza delle vincite lorde da gioco conseguite nel periodo precedente alla richiesta, superino le soglie reddituali di accesso, anche se, a causa delle perdite subite, sono rimaste comunque povere»; non è però «irragionevole che il legislatore abbia escluso che sia compito della Repubblica quello di assegnare il Rdc a chi, poco prima, si è rovinato con il gioco». Ciò perché "non è la povertà da ludopatia, ma è piuttosto la ludopatia stessa a rappresentare uno di quegli ostacoli di fatto che è compito della Repubblica rimuovere". È quanto si legge nella sentenza n.54 del 2024, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate in riferimento agli artt. 3, secondo comma, e 25 della Costituzione sulle disposizioni del decreto-legge n. 4 del 2019, come convertito, che sanzionano penalmente l’omessa dichiarazione delle vincite lorde al fine di accedere al Rdc o di mantenerlo.
Le questioni, sollevate dal Tribunale di Foggia, riguardano una persona che aveva chiesto il reddito di cittadinanza pur omettendo di dichiarare precedenti vincite al gioco e che non aveva poi comunicato le ulteriori vincite conseguite nel periodo in cui ha percepito il Rdc. Poiché la disciplina del Rdc vieta espressamente di utilizzarne gli introiti per il gioco, «[i]l principio di eguaglianza sostanziale, alla cui attuazione il Rdc è peraltro riconducibile, non può certo essere invocato a sostegno di una questione di legittimità costituzionale nell’interesse di chi ha travolto le regole fondamentali dell’istituto, alterandone così la natura».
La sentenza ha poi precisato che "la giocata on line assume il carattere di una qualunque spesa, in questo caso voluttuaria, che la persona ha effettuato con un reddito di cui ha la disponibilità, coincidente con l’accreditamento delle vincite sul suo conto gioco; non si può, quindi, pretendere che la solidarietà pubblica si faccia carico di una spesa di tal genere». Poiché devono essere dichiarate le vincite al gioco, senza che sia possibile considerare le relative perdite, la situazione di povertà «in cui la persona si sia venuta a trovare nonostante le vincite è, insomma, comunque quella di chi, avendo una disponibilità economica, l’ha dissipata giocando». A ragionare altrimenti, del resto, non solo si rischierebbe «di alimentare la ludopatia in chi ancora ne soffre, ma anche di creare, in ogni caso, una rete di salvataggio che si risolverebbe in un deresponsabilizzante incentivo al gioco d’azzardo, i cui rischi risulterebbero comunque coperti dal beneficio statale del Rdc».
La sentenza ha anche escluso la violazione del principio di determinatezza della legge penale di cui all’art. 25 Cost., perché, nonostante un complesso insieme di rimandi, dalla normativa è possibile evincere l’obbligo di dichiarare e comunicare le vincite lorde; del resto, sul piano pratico, a fronte della suddetta complessità, «va considerata anche la possibilità, riconosciuta dall’art. 5, comma 1, del suddetto decreto, di presentare le richieste del Rdc presso i centri di assistenza fiscale».
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Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama
La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"
Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".
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Rai, per il Cda giochi quasi chiusi: incertezza per Pd e Fdi
Si tratta anche su Dg e su un rimpasto di alcune direzioni aziendali. Intanto il bilancio chiude in pareggio e con un + 7% di pubblicità
Mentre su Camera e Senato piovono candidature molto eterogenee per aree culturali, formazione ed esperienze, comincia a profilarsi quella che potrebbe essere la composizione del nuovo Cda Rai. In attesa di sapere se il consigliere eletto dai dipendenti sarà di nuovo Davide Di Pietro, che comunque si ricandiderà, sono praticamente certi i due nomi che verranno indicati da Palazzo Chigi (attraverso l’azionista Mef) e che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto di una maggioranza qualificata della Vigilanza) e amministratore delegato, e che dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. Gli altri quattro consiglieri andranno eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato e saranno dunque necessariamente frutto di un accordo tra le forze politiche e dei partiti al loro interno. Su questo fronte vengono dati ormai per assodate la riconferma di Alessandro Di Majo (in quota 5 Stelle) e l'arrivo di Alessandro Casarin (in quota Lega).
Mentre, a quanto apprende l'Adnkrono rimangono delle incertezze sul fronte dei candidati vicini al Pd e a Fdi. I democratci sarebbero divisi tra l'ipotesi della scrittrice Chiara Valerio e dell'ex dirigente Rai Antonio Di Bella mentre Fdi sarebbe orientato su una candidata: negli ultimi giorni sono circolati con insistenza i nomi della vicedirettrice del 'Secolo d'Italia' Annalisa Terranova e dell'ex dg Rai Lorenza Lei ma nessuno dei due nomi avrebbe ancora ottenuto un'investitura ufficiale. Mentre la ricerca di una quota rosa avrebbe fatto tramontare la candidatura di un altro ex dirigente Rai, quella di Mauro Mazza.
D'altronde, come sempre nei ricambi al vertice Rai, la partita in corso va ben oltre la scelta dei consiglieri e di presidente e ad. Nella trattativa sul voto per eleggere i consiglieri e soprattutto sul voto della Vigilanza per il via libera al presidente (che deve ottenere un placet vincolante dei due terzi della commissione bicamerale) in ballo ci sarebbero anche le ambizioni delle diverse aree politiche su alcune direzioni, giornalistiche e non.
Intanto nella struttura di vertice ci sarà da scegliere anche un dg e pare che difficilmente sarà l'attuale ad Roberto Sergio, del quale si vocifera di un ritorno alla radiofonia, settore di cui ha mantenuto l'interim anche nell'ultimo anno da ad. Intanto i rumors di stampa accennano anche alla possibilità che i Cinque Stelle votino a favore della nomina alla presidenza di Simona Agnes a patto che gli venga assicurata una direzione giornalistica di una certa importanza. E quindi non è escluso che all'arrivo del nuovo vertice seguirà un 'rimpasto' di alcune direzione giornalistiche.
Il tutto mentre la presidente della commissione di Vigilanza, dalle colonne del 'Fatto', mette in guardia: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio. Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica". Ma la strada appare ancora lunga.
Bilancio 2023 in pareggio, verso ticket Rossi-Sergio?
Intanto trapelano le prime notizie sul bilancio 2023 della Rai, che Viale Mazzini dovrebbe approvare nella seduta del 17 aprile, secondo quanto anticipato qualche settimana fa dall'ad Roberto Sergio. E sono notizie positive. L'indebitamento finanziario netto dell'azienda - a quanto apprende l'Adnkronos - si riduce di 90 milioni. E il bilancio si chiuderà in pareggio, con un risultato decisamente migliore di quello indicato nel bilancio previsionale che prevedeva una chiusura a -30 milioni. Ma non solo. C'è un altro dato indubbiamente positivo: la raccolta pubblicitaria nel primo trimestre 2024, che sta per chiudersi, fa segnare un +7% rispetto al primo trimestre 2023.
Risultati che, a viale Mazzini, vengono letti come una fortificazione dell'asse Sergio-Rossi facendo così risalire nei rumors di queste ore le quotazioni di un 'arrocco' tra i due in occasione del rinnovo del Cda Rai, con Rossi dato come amministratore delegato in pectore e Sergio che prenderebbe il suo posto come direttore generale. Insomma il ticket che era stato annunciato fin dallo scorso anno. Ma le indiscrezioni sulla Rai in queste settimane si rincorrono con un tourbillon di ipotesi. Se infatti dovesse esserci un colpo di scena, c'è una rosa di almeno altri quattro nomi come candidati alla futura direzione generale: Marco Brancadoro, Felice Ventura, Marcello Ciannamea e Angelo Mellone. E c'è anche chi paventa persino un possibile sdoppiamento della direzione generale, con le competenze divise sulle diverse aree aziendali.