Esteri
Elezioni Turchia, test per il ‘sultano’...
Elezioni Turchia, test per il ‘sultano’ Erdogan. Un morto in scontri durante il voto
Per la Commissione elettorale c'è stata un'alta affluenza. Un morto in scontri durante il voto
Alta affluenza in Turchia, secondo la Commissione elettorale di Ankara, per le elezioni amministrative che si sono svolte oggi in 81 province. I seggi si sono chiusi alle 17 e secondo quanto emerge dai risultati preliminari il partito di governo Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan sembra destinato a subire una battuta d'arresto in Turchia contro il principale partito di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano laico (Chp.
Le elezioni amministrative, infatti, vedono in netto vantaggio i sindaci di opposizione di Istanbul e Ankara Ekrem Imamoglu (sindaco dal 2019 di Istanbul) e Mansur Yavas (sindaco di Ankara dal 2019) sconfiggere i candidati sostenuti da Erdogan rispettivamente Murat Kurum e Turgut Altinok. Con quasi il 75% delle schede scrutinate Imamoglu, riferisce la tv turca Ntv, è in testa a Istanbul con il 50,4% dei voti mentre Kurum si attesta a 40,8%. A Ankara, con il 51% dei voti scrutinati, Yavas si attesta al 58,9% contro il 33,14% per Altinok.
Complessivamente con il 60,34% delle urne già scrutinate, il Chp otterrebbe il 37,46% dei consensi contro il 36,54% per l'Akp e prevarrebbe nettamente nelle principali città del paese come Istanbul, Ankara o Izmir.
A Izmir, la terza città del Paese, è Cemil Tugay (Chp) a ottenere il maggior numero di voti, 48,29%. E' in vantaggio su Hamza Dag, dell'Akp, che resta al 37,03% dei consensi con il 72,28% dei voti scrutinati.
A Diyarbakir, la storica capitale del Kurdistan turco, la candidata del Partito popolare per l'uguaglianza e la democrazia (Dem), Ayse Serra Bucak Küçük, è stata la candidata più votata con il 64,47%. La seconda opzione era Mehmet Halis (Akp, 16,73%), con il 75% dei voti scrutinati.
L'agenzia di stampa Anadolu ha ricordato che sono stati 61,4 milioni gli elettori chiamati alle urne, di cui 1,32 milioni che hanno votato per la prima volta.
Scontri durante il voto, un morto e 11 feriti
Una persona è morta e undici sono rimaste ferite in scontri con pistole, bastoni e pietre durante le operazioni di voto nel distretto rurale di Agaclidere a Diyarbakir, nel sudest della Turchia oggi alle urne. Lo riportano i media locali.
Esteri
Polonia apre a armi nucleari Nato. Russia: “Così è...
Oggi il segretario generale Stoltenberg a Varsavia
Armi nucleari in Polonia: l'ipotesi basta e avanza per alzare il livello di tensione nel quadro internazionale dominato dalla guerra tra Ucraina e Russia. Varsavia si dice pronta ad ospitare le armi nucleari della Nato, nell'ambito del piano di rafforzamento del fronte orientale dell'Alleanza, e Mosca replica subito. Il tema potrebbe tornare d'attualità in queste ore, con l'annunciata visita di Jens Stoltenberg a Varsavia.
Il segretario generale della Nato vedrà il primo ministro polacco, Donald Tusk. Nella capitale della Polonia sarà presente anche il premier britannico Rushi Sunak, uno dei principali alleati europei dell'Ucraina.
Il summit potrebbe essere l'occasione per approfondire i concetti tratteggiati dal presidente polacco Andrzej Duda, che ha aperto all'ipotesi di dispiegare armi nucleari 'targate Nato' sul territorio polacco. L'operazione sarebbe una risposta al dispiegamento degli armamenti della Russia nella vicina Kaliningrad e in Bielorussia, come ha spiegato il Capo dello Stato in un'intervista a un quotidiano locale 'Fakt': "Se i nostri alleati decidono di schierare armi nucleari nel quadro della condivisione nucleare sul nostro territorio per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo".
La Polonia confina sia con l'exclave russa di Kaliningrad che con la Bielorussia, alleata della Russia. Duda è reduce da un viaggio negli Stati Uniti, ha avuto incontri presso l'Onu e ha discusso della guerra in Ucraina con l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A marzo ha visitato Washington, dove ha incontrato il presidente Joe Biden. I legami con gli Usa, quindi, sono sempre più solidi e le interlocuzioni sono frequenti: le discussioni sulla cooperazione nucleare tra Polonia e Stati Uniti sono in corso "da qualche tempo", ha detto. "Devo ammettere che quando mi è stato chiesto di parlarne, ho dichiarato la nostra prontezza. La Russia sta militarizzando sempre più il distretto di Kaliningrad. Recentemente ha trasferito le sue armi nucleari in Bielorussia", ha sottolineato ancora.
L'apertura della Polonia, ovviamente, non è passata inosservata a Mosca. La Russia deve fare i conti già con l'allargamento della Nato a Svezia e Finlandia. Ora, Vladimir Putin rischia di vedere armi nucleari non lontano dal proprio territorio. Un ulteriore elemento di allarme per il Cremlino, in un quadro già caratterizzato dalla decisione americana di inviare armi e aiuti militari all'Ucraina per 61 miliardi di dollari. "Oggi gli Stati Uniti e i loro stati clienti della Nato sognano ancora di infliggere una 'sconfitta strategica' alla Russia e sono pronti a portare avanti la loro politica di deterrenza verso il nostro Paese 'fino all'ultimo ucraino'. Allo stesso tempo, l'Occidente si trova sull’orlo pericoloso di uno scontro militare diretto tra le potenze nucleari, che potrebbe avere conseguenze catastrofiche", ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
Secondo il massimo diplomatico russo è particolarmente preoccupante il fatto che le tre potenze nucleari occidentali siano tra i principali sponsor del regime di Kiev e tra i principali promotori di diverse mosse incendiarie. "Ciò potrebbe creare seri rischi strategici e aumentare il livello della minaccia nucleare", ha osservato Lavrov.
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Israele Iran, massima allerta per la Pasqua ebraica –...
Le Forze di difesa israeliane sono in stato di massima allerta su tutti i fronti per la Pasqua ebraica le cui celebrazioni inizieranno questa sera per concludersi martedì 30 aprile. Fanno inoltre sapere che la pressione militare non diminuirà.
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Nuovi aiuti militari a Kiev, cosa cambia – Ascolta
Lo sblocco degli aiuti militari all’Ucraina da parte della Camera Usa rimescola le carte del conflitto, o almeno è quello che auspicano l’Occidente e Kiev. Secondo gli esperti militari i riflessi del maxi-pacchetto di aiuti deciso a Washington non porterà comunque ad effetti immediati sul conflitto.