Politica
Bannon e l’Italia, nel 2018 voleva l’abbazia di...
Bannon e l’Italia, nel 2018 voleva l’abbazia di Trisulti per farne la scuola dei leader sovranisti
Il nostro Paese resta al centro delle riflessioni del settantenne ex ideologo della destra Usa che nel 2016 fu lo stratega della campagna di Donald Trump
Non manca oggi di dispensare giudizi sull'Italia e sulla politica del nostro Paese Steve Bannon, il settantenne ex ideologo della destra Usa che nel 2016 fu lo stratega della campagna di Donald Trump, l'ex presidente oggi a un passo dalla nomination repubblicana, pronto a sfidare nuovamente il democratico Joe Biden. Come dimostra la sua recentissima intervista al 'Corriere della Sera', dunque, l'Italia resta al centro della riflessione di Bannon, che nel Belpaese più volte è stato ospite, partecipando a conferenze e eventi politici.
Qui da noi addirittura Bannon avrebbe voluto piazzare la centrale del sovranismo internazionale, quando provò a creare la sua scuola di politica internazionale nella Certosa di Trisulti, nei pressi di Alatri. Una vicenda che si sviluppò tra il 2018 e il 2021, portando a un braccio di ferro tra i sovranisti guidati dallo stratega a stelle e strisce e coloro che erano contrari all'assegnazione dell'abbazia situata all'interno del monastero del 1200 che ha sede nel frusinate, nella Diocesi di Anagni-Alatri.
Inizialmente Bannon, insieme a Benjamin Harnwell, era riuscito ad aggiudicarsi il bando del Mibact per la gestione dell'Abbazia, con l'Humanitas Dignitate Institute, la sua associazione nata "per la difesa delle fondamenta giudaico-cristiane della Civiltà Occidentale". Poi però la levata di scudi degli anti-sovranisti ebbe la meglio: prima una serie di inchieste giornalistiche evidenziarono irregolarità dell'assegnazione di Trisulti all'ex consigliere della società di analisi Cambridge Analytica. Poi il partito democratico, tra gli altri, e la regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti si mobilitarono per impedire a Trump di mettere in piedi la scuola per formare i leader del sovranismo nel Vecchio Continente, pronti a spalleggiare la politica dei trumpiani americani.
Così la concessione, dopo due anni di battaglie e ricorsi, venne revocata nel 2021 dal Consiglio di Stato, su richiesta dello stesso ministero dei Beni Culturali, allora guidato dal dem Dario Franceschini. "Aver impedito la nascita di una scuola sovranista in questo luogo- ebbe a dire Zingaretti - penso sia un valore, perché quella cultura non è fondata sul confronto. Invece questo luogo nel '200 è nato come pilastro della cultura europea che ha il confronto delle idee come sua vocazione".
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Aborto, Meloni risponde a Madrid: “Ignoranti, non...
La premier replica alle critiche della ministra spagnola Ana Redondo che su X ha parlato di "pressioni su donne che vogliono interrompere la gravidanza"
Madrid critica Roma sull'aborto. E la presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde per le rime. "Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni", ha detto la premier replicando a Bruxelles alle critiche della ministra spagnola Ana Redondo sulla presenza nei consultori italiani degli esponenti pro-vita.
Cosa ha detto il ministro spagnolo
"Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell'estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini", ha scritto infatti su X Redondo.
"L'aborto è un diritto fondamentale di tutte le donne, è un diritto umano, e fa parte del nostro diritto alla salute", "con questa decisione quindi il governo italiano sta mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle donne, che sono più della metà della popolazione", ha fatto eco l'ex ministro delle Parità spagnola Irene Montero.
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Time, Meloni tra le 100 persone più influenti nel 2024
"A due anni di distanza" dalla salita al potere "rimane popolare, non solo in Italia, ma anche tra i leader occidentali" scrive la rivista statunitense
Giorgia Meloni tra le 100 persone più influenti del 2024 secondo il Time. Quando la prima premier donna italiana "è salita al potere in Italia nel 2022, molti osservatori nutrivano timori per il suo partito di estrema destra e per l'impatto che avrebbe avuto sull'Europa e sul mondo - scrive il settimanale americano -, ma a due anni di distanza, la Meloni rimane popolare, non solo in Italia, dove gode di un indice di gradimento del 41% nonostante la debole crescita economica, ma anche tra i leader occidentali, molti dei quali sono stati rallegrati dal suo fermo sostegno all'Ucraina (e, in particolare, dalla sua capacità di persuadere leader come l'ungherese Viktor Orban a sostenere i finanziamenti europei a Kiev)".
La Meloni, osserva ancora il Time, "non ha abbandonato completamente la sua politica di destra: in patria, il suo governo ha perseguito politiche che, secondo i critici, erodono silenziosamente i diritti delle persone LGBTQ+. A livello di Unione Europea, si è accreditata come la forza trainante dietro all'approccio sull'immigrazione, che prevede di pagare Paesi come l'Egitto e la Tunisia per impedire ai migranti di partire". "Se il blocco di destra europeo dovesse espandersi dopo le elezioni del Parlamento europeo di giugno, come previsto dai sondaggi, la Meloni potrebbe emergere come sua figura di spicco naturale".
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Sabato 20 aprile il Consiglio Nazionale di Noi moderati
Sabato 20 aprile 2024 si terrà alle ore 10,30 presso il Roma Eventi Piazza di Spagna, in via Alibert 5a il Consiglio Nazionale di Noi moderati. Tra gli altri parteciperanno il presidente di Noi moderati Maurizio Lupi e il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti.