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Elettra Lamborghini pubblica ‘Elettraton’: “Voglio infondere positive vibes”

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Il disco dai ritmi reggaeton e latini è in uscita venerdì 2 giugno. La cantante collabora con il rapper italiano Villabanks e la star spagnola Chema Rivas

Elettra Lamborghini

Venerdì 2 giugno esce ‘Elettraton’ per Island Records/Universal Music Italia, secondo disco di Elettra Lamborghini, su tutti gli store digitali e negozi tradizionali. Il primo singolo estratto è ‘Mani in alto’, dal 2 giugno in programmazione radiofonica. Nelle dieci tracce che compongono l’album è presente la canzone natalizia ‘A mezzanotte’ e inediti scritti e prodotti da grandi nomi della musica italiana e internazionale come Villabanks, Shablo, Davide Petrella, Giordano Cremona, Riccardo Scirè, Jacopo Ettorre, la star spagnola Chema Rivas. L’instore tour inizierà subito il 2 giugno per presentare il disco e firmare le copie. Una volta concluso, ci sarà quello estivo in giro per l’Italia di cui ci sono già delle date confermate.

Reggaeton e ‘positive vibes’ sono le ispirazioni centrali del nuovo album. “Mi è rimasto l’amaro in bocca dal periodo del Covid in cui ho dovuto annullare i concerti – spiega Elettra – Quindi voglio segnare un periodo di rinascita. Vorrei strappare un sorriso alle persone che ascoltano il mio album, infondergli voglia di fare festa e una buona dose di positività”. Elettra ne ha seguito la lavorazione passo passo nella scelta di basi, produzioni, scrittura dei testi, foto e grafiche. L’album rispecchia il suo mondo composto da leggerezza e allegria che attrae un pubblico eterogeneo.

Da sempre innamorata del reggaeton, il suo disco è una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti di questo genere che costruisce un ponte tra Milano, Madrid e Miami, città d’elezione dell’artista in cui è stato concepito. “La cosa che mi piace del reggaeton è che mi fa volare subito in un’atmosfera estiva, dato che è un genere che nasce in un clima caldo – riferisce – Mi dà tanta allegria, fa venire voglia di ballare che collego a festa, divertimento e stare bene con se stessi”. Sin da piccola è affascinata dal twerking che ballava in camera e il reggaeton l’ha conosciuto nei suoi viaggi in Messico e Spagna. Confessa che tra i reggaetoner le sarebbe piaciuto collaborare con Daddy Yankee, autore del successo mondiale ‘Gasolina’ (2004), “ma si è ritirato dalla musica e non posso più sperare in un featuring con lui”.

Elettra si scambia tanti consigli sulla musica col marito Afrojack, dj e produttore, che non ascolta tanto reggaeton a detta dell’artista e produce elettronica. Nelle collaborazioni ha scelto il rapper italiano Villabanks per il pezzo ‘Teta’ perché sta andando molto forte in questo periodo, “sono sicura che lo sarà anche nei prossimi anni ed è supertalentuoso”. Il cantante spagnolo Chema Rivas si è innamorato del brano proposto da Elettra per il featuring, ‘Un secondo fa’. “Avevo bisogno di una voce particolare che non riuscivo a trovare e ho pensato che la sua stesse benissimo su un pezzo così perché è al di fuori del comune”.

Come da tradizione, molte canzoni sono in spagnolo, lingua amata da Elettra, e richiamano i Paesi in cui è parlata dalla Spagna agli Stati Uniti al Sud America. “Io faccio tanto la sexy però se uno mi conosce sul serio di sexy ho veramente poco. Insomma, io col mio muso – scherza su di sé descrivendo i contenuti dei pezzi spagnoli – faccio capire a questo uomo che sono la regina che spacca tutto, che sono la più figa. Lo scopo è far sentire chi ascolta come me”.

Elettra, oltre ad essere impegnata nel programma ‘Only Fun – Comico Show’ su Nove, sarà uno dei giudici di ‘Italia’s Got Talent’ assieme a Khaby Lame, Mara Maionchi e Frank Matano. “Sono stata buona ma non troppo – commenta – Ho preferito più dare un no col sorriso con l’intenzione di migliorarsi sempre, piuttosto che dare un sì per poi non portarlo in finale. Non mi piace illudere le persone”.

Il suo Instore Tour, che toccherà l’Italia da Nord a Sud, partirà subito sabato 2 giugno alle 18 all’Elnòs Shopping di Roncadelle (Brescia), per poi proseguire il 3 giugno alle 16:30 al Centro Commerciale Euro Torri di Parma, il 5 giugno alle 18 al Cc Piazza Paradiso di Collegno (Torino), il 6 giugno alle 17:30 alla Mondadori Piazza Duomo di Milano, 7 giugno alle 16:30 al Centro Acquisti Le Piramidi di Torri di Quartesolo (Vicenza), 8 giugno ore 18 all’OrioCenter di Orio al Serio (Bergamo), il 9 giugno alle 17 al Cc Centronova di Castenaso (Bologna), il 10 giugno alle 16:30 ala Discoteca Laziale di Roma, il 11 giugno alle 16:30 al Cc Latinafiori di Latina, il 12 giugno alle 17:30 al Cc Campania al Marcianise (Caserta), il 13 giugno alle 17 al Cc Porte dello Jonio di Taranto, il 14 giugno alle 17:30 al Cc Maximall di Pontecagnano Faiano (Salerno), il 15 giugno alle 16:30 al Parco Commerciale Belvedere di Melilli (Siracusa).

Il tour estivo, prodotto e organizzato da Color Sound (per informazioni: colorsound.com), invece ha le seguenti date: 1 luglio allo Youth Festival di Sassuolo (Modena), 9 luglio nella Piazza Capitaneria di Porto di Bellaria-Igea Marina (Rimini), 13 luglio al Merano Summer Festival di Merano, 22 luglio al Loc. Tanka e Idda di Orosei (Nuoro), 29 luglio al Summer Festival di Ladispoli (Roma), 7 agosto al Parco Via Farina di Villacidro (Sud Sardegna), 14 agosto di Piazza Giglia a San Leone (Agrigento), 15 agosto a Piazza Regina Elena di Delianuova (Reggio Calabria), 17 agosto di Piazza Roma a Tottea (Teramo), 26 agosto al Campo Sportivo di Pattada (Sassari), 10 settembre a Piazza Ruiu a Campanedda (Sassari).

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Covid, varianti Eris e Pirola non provocano malattia più grave

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Anziani e fragili restano a rischio

Una dose di vaccino covid


Le nuove varianti del covid, in particolare Pirola e Eris, non sembrano provocare sintomi diversi da quelli già conosciuti: mal di gola e febbre, raffreddore e spossatezza, mal di testa e eventuale assenza di olfatto e gusto. L’aumento dei contagi legato alle mutazioni più recenti, quindi, non dovrebbe produrre una malattia più grave.

“Per ora non vi è assolutamente alcuna indicazione che l’infezione” con le nuove varianti di Sars-CoV-2 “possa causare malattie più gravi, o rendere i vaccini meno efficaci contro la malattia grave rispetto alle varianti precedentemente circolate”, dice Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in una conferenza stampa tenuta insieme al direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, Emer Cooke. “Tuttavia – puntualizza – le persone più anziane e quelle con patologie preesistenti corrono comunque un rischio più elevato di andare incontro a esiti gravi se vengono infettate” e colpite da Covid-19.

“A inizio settembre -riporta la direttrice dell’Ecdc – è stata segnalata una trasmissione di Sars-CoV-2 in crescita in più della metà dei Paesi dell’Ue/Spazio economico europeo. Fortunatamente il livello di malattie gravi e di morte era ancora relativamente basso. E’ importante riservare un’attenzione particolare al Covid-19 nelle fasce d’età più avanzate. E vediamo che 9 su 16 Paesi che riportano i conteggi dei casi divisi per età hanno visto aumentare i numeri negli over 80, e 12 su 16 hanno osservato una crescita nelle persone dai 65 anni in su” per più settimane. “I decessi Covid in termini assoluti rimangono bassi rispetto ai livelli riportati in precedenza durante la pandemia, tuttavia – ha aggiunto Ammon – 4 su 12 Paesi con dati specifici hanno segnalato di recente dei piccoli aumenti nei morti fra gli over 65”.

La crescita del contagio da Sars-CoV-2,continua la numero uno dell’Ecdc, “coincide anche con l’avvento e il predominio di un gruppo di sottovarianti Omicron denominate ‘XBB.1.5-like'”, varianti simili a Kraken, “portatrici della mutazione F456L. Inoltre ad agosto è stato rilevato sporadicamente un nuovo sottolignaggio Omicron, BA.2.86”, battezzato sui social Pirola, “all’interno dell’Ue/See e fuori. E sebbene siano stati confermati solo pochi casi a livello globale, possiamo sospettare, dal momento che questi casi sono abbastanza dispersi, che vi sia una trasmissione comunitaria a basso livello di questa variante in più Paesi. Si tratta di una variante abbastanza divergente da quelle attualmente in circolazione, il che potrebbe portare a un aumento delle reinfezioni”.

“I nostri modelli hanno mostrato che una campagna vaccinale anti-Covid con un’elevata adesione, rivolta a persone di età dai 60 anni in su, potrebbe prevenire circa il 21-32% di tutti i ricoveri correlati a Covid nell’Ue/Spazio economico europeo fino al 24 febbraio”, è la stima diffusa da Ammon.

“Covid-19, influenza e virus respiratorio sinciziale” Rsv “rimangono sfide significative per la salute pubblica. Insieme chiediamo a tutti i cittadini dell’Unione europea che appartengono alle categorie a rischio e sono candidabili alla vaccinazione: per favore, fate i vaccini che le autorità sanitarie pubbliche Ue rendono disponibili per voi”, l’appello lanciato da Cooke.

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Migranti, imprenditore Lampedusa: “Isola spot per politica”

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Lombardo ha incontrato Conte insieme a una delegazione di commercianti e pescatori. In un documento già inviato al Governo Meloni le richieste per salvare l'economia della più grande delle Pelagie

Cartelloni di protesta in piazza a Lampedusa

Fare di Lampedusa un porto franco o quantomeno prevedere una fiscalità di vantaggio con uno sgravio del 60 per cento delle imposte. L’impiego di navi in rada per intercettare i barchini carichi di migranti prima ancora che raggiungano le coste della più grande delle Pelagie e per consentire trasferimenti rapidi e il no assoluto a una tendopoli che rischierebbe di trasformare l’isola in un “grande campo profughi a cielo aperto”. Eccole le richieste che la delegazione di imprenditori e pescatori lampedusani ha consegnato al leader del M5s, Giuseppe Conte, volato ieri a Lampedusa dopo i giorni della grande emergenza. Un pacchetto di misure messe nero su bianco in un documento inviato anche al Governo Meloni. “Fare economia in un posto distante dal mondo in cui si consumano periodicamente tragedie non è facile, il nostro lavoro rischia di essere compromesso ogni giorno”, dice all’Adnkronos Giandamiano Lombardo, presidente di Federalberghi Isole Pelagie, ieri presente al faccia a faccia con l’ex premier.

Sulla piccola isola che nei giorni scorsi ha visto l’approdo di 7mila persone in sole 24 ore la stagione turistica si è chiusa anzitempo. “Abbiamo ricevuto disdette, quelle immagini ci hanno dato il colpo di grazia. Chi vorrebbe passare le proprie vacanze in un’isola invasa da gente disperata, in un posto in cui si consumano tragedie, in cui bimbi di appena 5 mesi muoiono in mare? – dice Lombardo -. Qui non si possono neppure fare investimenti a lungo termine perché le banche considerano Lampedusa un posto altamente a rischio. Persino il nostro patrimonio immobiliare si è deprezzato, per non parlare dell’incognita dei voli. Ogni anno le compagnie aree li prevedono in base all’andamento degli sbarchi. Il risultato? Quest’anno dopo la raffica di arrivi sono stati ridotti con i prezzi schizzati alle stelle”. A Lampedusa arrivano soprattutto italiani. E per la maggior parte con il passaparola. “Chi chiama chiede sempre: ‘Siamo sicuri di poter stare tranquilli’?”. Di stranieri neppure l’ombra. “Non sono neppure l’1 per cento nonostante le nostre spiagge siano le più belle del mondo. Il motivo? Pensano a Lampedusa come l’isola in cui vengono detenuti i migranti”.

Colpa anche della politica. “Il fenomeno migratorio è un problema epocale, che interessa tanti Stati e determina le politiche dei governi – dice Lombardo -. La nostra isola è lo spot che serve sia alla destra che alla sinistra, il brand ‘Lampedusa-immigrazione’ consente di vincere o perdere le elezioni. Così la guerra i partiti la conducono sulla nostra pelle. Lo ha dimostrato il Covid, quando con l’utilizzo delle navi quarantena l’accoglienza era dignitosa e civile, i migranti venivano recuperati in mare, condotti su navi attrezzate e poi trasferiti sulla terraferma. Non metterle a disposizione adesso significa voler mantenere l’emergenza su quest’isola”. Nei giorni dei maxi-sbarchi – 112 in un solo giorno – ancora una volta Lampedusa ha dato una lezione al mondo. Di umanità. “Tutti abbiamo dato una mano, c’era chi comprava il latte, chi l’acqua, chi cucinava per i migranti, chi portava vestiti e giocattoli per i bimbi – racconta -. Da sempre continuiamo ad accogliere ma chiediamo che la nostra isola non diventi un campo di battaglia, anche politica, o un centro di detenzione”.

Alla politica ormai i lampedusani credono poco. “Da trent’anni sentiamo promesse, ma di cambiamenti ne abbiamo visto pochi. Mai nessuno ha messo in campo un vero piano Marshall per l’isola, davanti a un’emergenza che va avanti da 30 anni non bastano un nuovo manto stradale o un deposito per lo stoccaggio dei carburanti”. All’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mannino gli imprenditori chiederanno di farsi portavoce con il Governo per ottenere nell’immediato uno stop al pagamento delle tasse per il 2024 per “affrontare l’inverno con serenità, per non arrivare stremati all’inizio della prossima stagione. Rischiamo di non arrivarci. Occorre mettere subito in sicurezza l’economia dell’isola o il rischio è che Lampedusa muoia”, conclude.

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Medici esausti, per oltre 8 su 10 sempre più difficile lavorare nel Ssn

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Indagine Univadis Medscape: "Si guarda all’estero per nuove opportunità professionali"

Medico con viso tra le mani -

Stanchi, stressati e insoddisfatti. Oltre 8 medici su 10 considerano sempre più difficile lavorare nel Servizio sanitario nazionale: colpa di turni di lavoro lunghissimi, carenza di personale, scarsa sicurezza negli ospedali, compensi considerati troppo bassi. E per quanto i camici bianchi apprezzino ancora il loro lavoro solo il 60% sceglierebbe nuovamente questa professione ed è sempre più diffusa la tendenza a cercare opportunità lavorative all’estero, soprattutto tra i giovani medici. E’ il quadro che emerge dalla nuova indagine Univadis Medscape Italia, il portale di informazione per i professionisti della salute, svolta su un campione di 1.169 operatori sanitari impiegati a tempo pieno, ovvero che lavorano in media 44 ore settimanali e una media di 56 pazienti a settimana.

Il 57% del campione afferma che carico di lavoro è aumentato negli ospedali ma solo nel 27% dei casi è stato assunto nuovo personale all’interno della struttura. Inoltre, se la precedente indagine 2020, la burocrazia era considerata come l’ostacolo principale per i medici (ora viene citata solo dal 17% del campione), nel 2022 è la mancanza di personale ad affliggere chi lavora nel 35% dei casi. Il malessere è comunque peggiorato dal fatto che l’89% dei medici ritiene di non essere pagato abbastanza. “I medici italiani guadagnano in media 60.000 euro l’anno, ma esiste una grande differenza tra gli ospedalieri e chi opera soprattutto in ambulatorio, inclusi i medici di medicina generale: se per i primi si arriva in media a 56.000 euro l’anno, chi riceve pazienti in ambulatorio ne guadagna fino a 79.000 euro ben 23.000 euro in più”, spiega Daniela Ovadia, direttrice di Univadis Medscape Italia e autrice del report.

“Le donne – continua – poi sono una categoria che viene ulteriormente penalizzata: in media guadagnano circa 20.000 euro all’anno in meno dei colleghi uomini, con l’aggravante di pagare spesso anche il conto più salato in termini di equilibrio tra vita privata e professionale”. Lo scenario è quindi quello di un’insoddisfazione per la propria situazione economica, destinata a crescere anche in considerazione di ulteriori fattori. Da una parte, infatti, risultano scarse le opportunità di guadagno integrativo, inclusi bonus e incentivi ai quali solo un medico su due riesce ad aver accesso. Dall’altra, si è registrato un aumento dell’inflazione – per il 77% del campione il potere d’acquisto è diminuito rispetto al 2021, e per il 75% la situazione non migliorerà nei prossimi due anni – così come un aumento delle spese generali, incluse quelle relative alla sottoscrizione di contratti di assicurazione integrativa che il 73% dei medici dipendenti paga di tasca propria.

“La pandemia da Covid-19 – aggiunge Ovadia – ha portato a vari cambiamenti negli orari e nei salari, ma non è più la principale fonte di problemi all’interno degli ospedali. Le cause sono più strutturali e organizzative: c’è carenza di personale, bassa sicurezza per i medici, aumento delle aggressioni, diminuzione dei benefici, mentre gli stipendi restano sempre uguali. La conseguenza è che sempre più medici, soprattutto i più giovani, sono spinti ad andare a lavorare all’estero, verso Paesi come Svizzera e Inghilterra. Oppure, per ovviare alle difficoltà, si guarda alla sanità privata, un settore che attira sempre maggiore attenzione (per il 32% del campione), cosi come per la prima volta, abbiamo registrato una consistente percentuale di medici che pensa di mettersi in proprio (17%)”.

A compensare almeno in parte il sentiment negativo, rimane la centralità e l’importanza della relazione con i pazienti, che per il 31% del campione resta uno degli aspetti più gratificanti del proprio lavoro (nell’indagine 2020 il dato era del 33%). Altri motivi di soddisfazione personale sono la consapevolezza della propria bravura (26%), l’aver contribuito a rendere il mondo un posto migliore (12%) e l’orgoglio di essere medico (9%).

Inoltre, rispetto all’indagine del 2020, un aspetto degno di nota è quello relativo alla telemedicina: nel precedente report si era registrato scetticismo rispetto all’utilizzo dei nuovi strumenti digitali nell’ambito della salute, mentre adesso risulta in netta crescita chi utilizza strumenti di telemedicina (36%) e ne è soddisfatto (il 71% degli intervistati), tanto che il 20% prevede di estendere la telemedicina alla teleconsultazione (e il 38% ci sta pensando).

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Crescono i casi di lebbra nel mondo: +24% nel 2022

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Sono 174.087 le nuove infezioni segnalate l'anno scorso in aumento rispetto al dato precedente. Il 5,1% dei nuovi pazienti sono bambini

Un ospedale in India (Afp)

Aumentano i casi di lebbra nel mondo. Sono 174.087 le nuove infezioni segnalate nel 2022, in crescita del 23,8% rispetto al 2021 (140.594 casi). Il dato, emerso dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, preoccupa l’Aifo – Associazione italiana amici di Raoul Follereau, paladino dei diritti dei malati di lebbra, di cui ricorre quest’anno il 120esimo anniversario dalla nascita. “L’impegno di Aifo nel mondo si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra”, ma la missione è anche quella di “prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite”. Basta stigma, è il messaggio dell’associazione: “Dignità e inclusione affinché nessuno resti ai margini”.

Dal 2013 i nuovi casi di lebbra sono tendenzialmente in progressivo declino, anche se molto lento, ricorda l’Aifo. Negli ultimi 2 anni si è registrato tuttavia un netto aumento, dopo il calo del numero annuale dei nuovi casi, causato dalla pandemia di Covid-19 che ha rallentato le attività di sorveglianza epidemiologica e la capacità diagnostica dei centri di trattamento ambulatoriali. Il report 2022 conferma che i nuovi malati di lebbra si concentrano soprattutto in tre i Paesi: India (103.819), Brasile (19.635) e Indonesia (12.441). Da alcuni anni sono stati diagnosticati alcuni casi autoctoni in Florida, negli Usa, per il contatto con animali silvestri e in particolare con l’armadillo. Molto probabilmente, a seguire, questo ha innescato un aumento della trasmissione interumana. Il 5,1% dei nuovi pazienti sono bambini, con un incremento delle diagnosi tra i più piccoli pari al 14,6% rispetto al 2021.

Le strategie dell’Oms per l’eliminazione della malattia sono focalizzate sul sostegno ai servizi di trattamento, così da garantire una diagnosi precoce e migliorare la qualità delle cure. Continua infatti a crescere il numero di persone che presentano gravi disabilità già al momento della diagnosi (9.554 nel 2022, +12,8% rispetto al 2021 quando erano 8.469, più dei 7.198 nel 2020). Dal report risulta infine che diversi Paesi segnalano ancora discriminazioni nei confronti dei malati di lebbra, o hanno leggi che consentono discriminazioni basate sulla malattia. “Proprio per questo, e non da oggi, Aifo prevede un’importante attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni – sottolinea l’associazione – affinché le persone colpite non subiscano discriminazioni e siano incluse nelle comunità in cui vivono. Dal 2016 anche le strategie dell’Oms comprendono la riduzione dello stigma nei confronti delle persone colpite dalla lebbra”.

Nei progetti di controllo della lebbra, Aifo segue la Road Map 2021-2030 per il controllo delle malattie tropicali neglette, sviluppata dall’Oms e in linea con la strategia globale Towards zero leprosy 2021-2030. Gli obiettivi sono: la diminuzione significativa dei casi diagnosticati ogni anno, la riduzione delle persone che presentano disabilità gravi al momento della diagnosi, la diminuzione del numero di bambini colpiti. “Il cammino verso un mondo senza lebbra è lungo e presuppone diversi obiettivi da raggiungere attraverso un lavoro costante e collettivo – afferma Giovanni Gazzoli, medico Aifo esperto in malattie tropicali – E’ necessario interrompere la catena di trasmissione della malattia, prevenire le disabilità causate dalla malattia, promuovere e sostenere l’inclusione sociale delle persone colpite, eliminando le barriere politiche, sociali e culturali. Crediamo sia positivo il fatto che la lotta contro lo stigma legato alla lebbra rappresenti una priorità per l’Oms, come lo è da sempre stato per Aifo. Di contro, è evidente come il calo dei nuovi casi annuali è progressivo, ma ancora troppo lento rispetto a quanto previsto e, come atteso, in aumento dopo la pandemia da Covid-19”.

“L’impegno di Aifo nel mondo – dichiara il presidente dell’associazione, Antonio Lissoni – si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra”, ma intende anche “prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite, oltre il pregiudizio e lo stigma, promuovendo l’inclusione sociale per ridare dignità di persona a coloro a cui non è riconosciuta per una malattia”. Nei Paesi in cui è presente, in linea con gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile Sdg 2030, Aifo promuove un approccio multisettoriale che include riabilitazione fisica delle persone con disabilità, educazione sanitaria e informazione per la popolazione in generale, riabilitazione socioeconomica in favore delle persone colpite e delle loro famiglie.

Oggi – conclude l’associazione – la lebbra è ancora un problema sanitario importante in vari Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che favoriscono la trasmissione della malattia. In futuro si tratterà di promuovere azioni integrate con il controllo delle altre malattie tropicali neglette. “Aifo si mobilita ogni anno anche in Italia. Il prossimo 28 gennaio si celebrerà la 71esima Giornata mondiale dei malati di lebbra, e con sempre maggiore convinzione – assicura Lissoni – Aifo si spenderà per non abbassare i riflettori su questa malattia curabile, la cui catena di trasmissione nei Paesi più vulnerabili è ancora attiva e va interrotta subito”.

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Bronchiolite, pediatra Bambino Gesù: “Preoccupa, picco anticipato”

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Vittucci: "Con figli sotto i 6 mesi è utile che genitori, nonni e tata indossino mascherina se sono raffreddati"

Neonati in culla - Fotogramma

“Il virus respiratorio sinciziale preoccupa se preso nei primi mesi di vita perché può dare bronchioli importanti”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute, Anna Chiara Vittucci, specialista della Pediatria generale dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) “ha sempre preoccupato – chiarisce il medico – e con l’arrivo di Sars-CoV-2 ha modificato la stagionalità a cui eravamo abituati. In Italia di solito l’Rsv arrivava nella fascia novembre-marzo con picchi a gennaio, mentre abbiamo avuto recentemente picchi anticipati e questo ha modificato quello a cui eravamo abituati. Oggi con una risalita dei casi Covid dobbiamo ancora capire come andrà la stagione che vede anche la presenza dell’influenza. Prevenzione? La mascherina può aiutare, soprattutto se con figli sotto i 6 mesi può essere utile se indossata dai genitori, i nonni e la tata”.

“La pandemia Covid ha fatto capire ai genitori l’importanza del lavaggio delle mani – prosegue Vittucci -. Se un adulto è raffreddato o ha dei sintomi influenzali è bene che stia lontano dal piccolo oppure che si protegga con una mascherina”. Sul fronte terapie? “Al momento non ci sono terapie di supporto, ma non c’è un farmaco specifico. Aspettiamo – conclude – i vaccini che dovrebbero arrivare”.

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Covid, Ecdc: “Circolerà con influenza e virus sinciziale”

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La direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: "Pericolo di malattie e morti fra i più vulnerabili"

Tampone Covid (Fotogramma)

Durante l’autunno e l’inverno alle porte, “prevediamo una recrudescenza dell’influenza stagionale e del virus respiratorio sinciziale”. E’ il quadro prospettato da Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), in conferenza stampa con Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema. Al contempo, “osserviamo anche un aumento della trasmissione di Sars-CoV-2 nell’Ue/Spazio economico europeo e prevediamo che i virus” respiratori “co-circoleranno nei prossimi mesi”. Questa co-circolazione “metterà le persone vulnerabili a rischio di malattie gravi e di morte, con una maggiore pressione sull’assistenza sanitaria”. “E’ difficile prevedere con esattezza quando la circolazione dei virus respiratori aumenterà o raggiungerà il picco”, ha aggiunto Ammon. Quanto al rialzo dei casi Covid, “è probabilmente dovuto all’aumento dei viaggi e ai grandi raduni estivi – ha evidenziato la numero uno dell’Ecdc – e al calo dell’immunità dopo un lungo periodo di bassa circolazione del virus”. “I nostri modelli hanno mostrato che una campagna vaccinale anti-Covid con un’elevata adesione, rivolta a persone di età dai 60 anni in su, potrebbe prevenire circa il 21-32% di tutti i ricoveri correlati a Covid nell’Unione europea o nello spazio economico europeo fino al 24 febbraio”.

“Dobbiamo agire ora per ridurre al minimo l’impatto” dei virus respiratori che co-circoleranno nel prossimo autunno-inverno: Sars-CoV-2, influenza e virus respiratorio sinciziale Rsv. Servono “forti misure di sanità pubblica tra cui la vaccinazione contro Covid e influenza, l’utilizzo delle misure di protezione individuale, la sorveglianza e la segnalazione”. “Covid-19, influenza e Rsv rimangono sfide significative per la salute pubblica”, ha avvertito Cooke. Le persone che appartengono a categorie a rischio e sono vulnerabili dovrebbero vaccinarsi”, perché “la vaccinazione è il modo più efficace per prevenire le infezioni e proteggere da malattie gravi e ospedalizzazione”. “La co-somministrazione dei vaccini contro Covid e influenza è fattibile”, ha aggiunto la numero uno dell’Ema. “Gli Stati membri – conclude – prenderanno decisioni sulle loro campagne di vaccinazione nazionali in base alle condizioni epidemiologiche e alla disponibilità di vaccini nei loro Paesi”.

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“Io usato per giustificare spazio a no vax”, il post di Galli su Rai e caso Citro della Riva

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L'infettivologo: "Ignobile trappola, trattandosi di Rai Radio 1 sono stato meno prudente di quanto sarebbe stato necessario"

“Considero, per quanto mi riguarda, che si sia trattato di un’ignobile trappola, in cui sono stato usato per ‘giustificare’ lo spazio dato al no vax. Trattandosi di Rai Radio 1, il servizio pubblico, sono stato meno prudente di quanto sarebbe stato necessario”. Così su X l’infettivologo Massimo Galli torna sulla sua partecipazione alla trasmissione ‘Giù la maschera’ su Rai Radio 1, condotta da Marcello Foa, dove era ospite anche il medico Massimo Citro della Riva che ha parlato di cure non assicurate ai malati di Covid e di presunti pericoli dei vaccini.

“Da decenni, fin dai tempi in cui imperversavano i negatori di Hiv/Aids – ricorda Galli – ho sistematicamente rifiutato di confrontarmi pubblicamente con i sostenitori di posizioni antiscientifiche”.

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Covid e scuola, Vaia: “No al ritorno di mascherine e Dad”

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Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute: "Istituito tavolo tra ministeri. Contagi? Abbastanza contenuti"

“Bisogna evitare assolutamente il ritorno delle mascherine a scuola e della Dad” contro il Covid “per fare questo abbiamo istituito un tavolo interdisciplinare tra ministero della Salute, Istruzione e merito, Pubblica amministrazione e con il ministero del Lavoro per verificare insieme quali misure adottare per dare serenità ai ragazzi, al corpo docente e non docente e ai famigliari a casa”. Lo ha detto al Tg1 il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia.

“Dai primi dati in nostro possesso – ha aggiunto Vaia – rileviamo un aumento abbastanza contenuto dei contagi da Covid-19, ben al di sotto sia in termini percentuali che assoluti di quanto alcuni temevano”.

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Fed lascia i tassi invariati: “Pronti ad alzarli se necessario”

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Non si esclude un possibile nuovo aumento entro l'anno

Il presidente della Fed, Jerome Powell  - Afp

Il Federal Open Market Committee (Fomc) della Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti lascia invariati i tassi nel range compreso tra il 5,25% e il 5,50%. Con questa decisione la Fed interrompe il percorso di inasprimento della politica monetaria dopo l’aumento di 25 punti base di luglio. Dall’inizio della sequenza iniziata nel marzo del 2022 ci sono stati undici aumenti, che ha portato il prezzo del denaro al livello più alto dal gennaio 2001.

La Fed non esclude tuttavia la possibilità di un ulteriore aumento dei tassi: i banchieri centrali infatti spostano l’attenzione su quanto a lungo manterranno i tassi alti e quando decideranno che sono stati compiuti progressi sufficienti nella lotta all’inflazione. La Fed prevede che l’economia statunitense crescerà del 2,1% quest’anno, in aumento rispetto all’1% previsto solo pochi mesi fa e ha migliorato le aspettative per quanto riguarda il mercato del lavoro e ora si aspettano che il tasso di disoccupazione scende al 3,8% nel 2023, in calo rispetto alla precedente previsione del 4,1%.

I banchieri centrali, invece, hanno leggermente rivisto al ribasso le loro aspettative di un rallentamento dell’inflazione quest’anno. E ora prevedono di mantenere i tassi più alti più a lungo, con le nuove proiezioni che mostrano meno tagli dei tassi nel 2024 e nel 2025 rispetto alle stime precedenti. “Gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica si è espansa a un ritmo sostenuto”, si legge in una nota della Fed. “L’aumento dei posti di lavoro è rallentato negli ultimi mesi ma rimane forte, e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione rimane elevata”. “Le condizioni creditizie più restrittive per le famiglie e le imprese – sottolinea la Fed – probabilmente peseranno sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta”.

Ora, spiega il ‘Washington Post’, il dibattito interno alla Fed ruota attorno all’opportunità di mantenere i tassi stabili o continuare a spingerli verso l’alto entro la fine dell’anno. Molto dipenderà da come si evolverà l’economia nei prossimi mesi e se eventuali nuovi shock ostacoleranno l’attento esame del mondo post-covid da parte della Fed.

“La Fed è pronta ad alzare ulteriormente i tassi se appropriato”, ha quindi affermato il presidente della Fed, Jerome Powell nel corso della conferenza stampa al termine della riunione della Fomc, sottolineando che “la Fed farà tutto il necessario per raggiungere gli obiettivi del suo mandato che sono la stabilità dei prezzi e la massima occupazione”. L’economia statunitense “sta crescendo a un ritmo sostenuto e quest’anno il pil Usa dovrebbe crescere del 2,1%”.

Per il futuro l’obiettivo della Fed, sottolinea Powell, “è quella di fare delle valutazioni meeting per meeting” : “Vogliamo vedere i dati e vogliamo prove convincenti che ci indichino che l’inflazione si sta muovendo nella direzione auspicata”.

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Turismo, dopo il Covid nel 2023 in calo flussi interni, pesano anche i costi

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Il Rapporto a cura di Roberta Garibaldi

Turismo, dopo il Covid nel 2023 in calo flussi interni, pesano anche i costi

Dopo il Covid si sperava in una nuova forma di turismo sostenibile, con meno overtourism, più viaggi nel proprio Paese. Tuttavia, dopo un 2022 di revenge tourism, nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, la presenza di turisti internazionali, ma si ha avuto un calo dei flussi interni, in seguito all’aumento generalizzato dei costi. I turisti italiani sono spesso la base del mercato: anche se i visitatori internazionali di solito spendono di più, sono gli italiani che viaggiano tutto l’anno e visitano le aree interne. A evidenziarlo il Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi (docente di Tourism Management presso l’Università degli studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse), con i contributi dei maggiori esperti nazionali e internazionali e il supporto di Unioncamere e Rete Valpantena.

In Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea. Cosa è accaduto? La prima risposta è stata che recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato vede erodersi rapidamente il proprio potere d’acquisto e rinuncia al viaggio. E’ una tendenza europea. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2022 il reddito è sceso del 7,5% per 14 milioni di persone, mentre è aumentato del 7,8% per i più ricchi. Viaggiare per gli spagnoli in Spagna è aumentato del 25% dal 2019, mentre il reddito medio solo del 4,6%; è quindi sceso il turismo domestico di circa il 5%.

“Il Rapporto evidenzia, da una parte, il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali”, afferma Roberta Garibaldi. “E, dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo. In sostanza, passare all’azione”, spiega.

Non solo. Il turista mostra una minore attenzione verso il rispetto dell’ambiente e il contenimento degli sprechi e dei consumi in viaggio. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (contro il 75%) di essere rispettoso dell’ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione. È dimostrato che, spesso, alle dichiarazioni non corrisponde un effettivo comportamento, c’è quindi bisogno di aiutare chi viaggia, informandolo in modo semplice e trasparente e supportandolo nelle scelte.

Ma si aprono anche nuovi scenari, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane (o ad alto afflusso) e rurali (a minore afflusso) si crea valore economico, sociale e culturale. Ad esempio, col lavoro di Franco Pepe a Caiazzo, gli arrivi e le strutture in questo paese dell’entroterra casertano sono quasi raddoppiati nel periodo 2018-2022 (+93% e 89%). Come creare queste connessioni? Un piano integrato di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale.

Passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – e incentivi. Ed accrescere la propria visibilità (e reputazione) come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente ed omnicanale verso l’esterno.

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