Economia
Mare ed ‘economia blu’, per gli italiani è...
Mare ed ‘economia blu’, per gli italiani è motore di sviluppo: la conferma in uno studio
L'analisi condotta da SocialData in occasione del Blue Forum
1,4 milioni di citazioni web e social con un sentiment in maggioranza positivo (il 52%) quasi 8 mila persone coinvolte e 523 milioni di interazioni generate. Non ci sono dubbi: oltre che nella nostra quotidianità, il mare e la sua economia sono protagonisti sui social. A certificarlo lo studio 'Navigare i social: l'economia del mare nelle conversazioni degli italiani' condotto da SocialData in occasione del prestigioso evento Blue Forum. L’analisi, condotta nel periodo compreso tra marzo 2023 e marzo 2024, ha esplorato il vasto universo delle interazioni online per capire il posto che l’economia marittima occupa nel dibattito pubblico.
Dal turismo alla pesca, passando per il commercio e il trasporto marittimo, il mare emerge come un vero e proprio motore di sviluppo economico, fonte di lavoro, innovazione e opportunità economiche. Allo stesso tempo, si sottolinea l’importanza di una gestione attenta e sostenibile delle sue risorse, per garantire che queste non vengano esaurite o danneggiate irreparabilmente.
Se i principali hashtag emersi dalle discussioni sono Italy, Travel e Italia, tra i temi più discussi si evidenziano il turismo e il territorio (60,82% di sentiment positivo), le attività commerciali, la conservazione ambientale, il trasporto e la logistica, le destinazioni portuali e la pesca e acquacoltura. Questi argomenti non solo attraggono l’attenzione del pubblico ma stimolano anche una riflessione sull’importanza di integrare sostenibilità e crescita economica.
I dati raccolti da SocialData mostrano che l’interesse maggiore sul tema viene registrato in piattaforme come Facebook, Instagram e nei blog, dimostrando come il mare sia un argomento di vasta risonanza. Il 28,29% delle discussioni riguarda temi economici legati al mare, con un sentiment generale più positivo (+2,6 punti percentuali) rispetto alle conversazioni generiche sul mare. In particolare, turismo e attività commerciali rappresentano il motore principale delle discussioni, costituendo più del 50% delle conversazioni analizzate. Oltre al 18% delle conversazioni si concentra sulla tutela ambientale, sottolineando l’importanza crescente attribuita alla conservazione delle risorse marine.
In conclusione, la ricerca di SocialData per il Blue Forum illumina l’importanza critica del mare non solo come patrimonio naturale da proteggere ma anche come leva strategica per lo sviluppo economico sostenibile.
"La nostra ricerca rivela che il mare è ben più di un semplice scenario naturale; è un vero e proprio ecosistema economico, pulsante di vita e di opportunità. Attraverso l’analisi di oltre mezzo miliardo di interazioni sui social, abbiamo scoperto che le conversazioni relative all’economia marina non solo sono abbondanti ma mostrano anche un sentimento notevolmente positivo verso la sostenibilità e lo sviluppo economico legato al mare. Questi dati sottolineano un crescente riconoscimento dell’importanza del mare non solo come fonte di bellezza naturale o di svago, ma come fulcro vitale per l’economia globale, l’innovazione e la conservazione ambientale" spiega Luca Ferlaino, partner di SocialData.
Economia
Pa, Pucci (Telecomunicazioni): “Sistemi di...
Il report durante gli Stati generali, i dati emersi dall’indagine
“Abbiamo fatto un'indagine per capire livelli di adozioni livelli Iot all'interno delle amministrazioni e per fornire nostro supporto nel superare difficoltà incontrate”. Si parla di questo nella relazione ‘Indagine adozione IoT: primi riscontri e valutazioni’, di Mario Pucci, Commissione telecomunicazioni. Il tutto durante gli "Stati generali delle ingegnerie digitali" in corso di svolgimento a Milano, su iniziativa dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. "Una questione è la gestione dei dati legata al fattore sicurezza, che non deve essere fatta a posteriori, ma deve essere prevista in prima fase progettazione di servizi. C'è anche preoccupazione rispetto delle regole e alle finalità dei trattamenti dei dati raccolti da sistemi di sensoristica". Pucci aggiunge: "Abbiamo diviso l'indagine in due parti, proponendo monitoraggi possibili: abbiamo chiesto quale fosse l'interesse per i sistemi di monitoraggio e a mani piene ha riscosso molta importanza la valutazione della qualità dell'aria e dell'acqua potabile. Così come poi la questione della manutenzione preventiva di strutture come ponti e terreni, la sicurezza urbana, la videosorveglianza e la mobilità".
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Innovazione, Iannicelli (Ordine Ingegneri): “Digital...
Il presidente della Commissione Tlc durante gli Stati generali: 'Portare la fibra alle nostre imprese'
“Nelle digital skill degli individui tra i 16 e i 74 e siamo quart’ultimi, un paio di anni fa eravamo ultimi: le nostre competenze digitali sono inferiori in tutta Europa. Sono e rimarranno tali”. Questa la fotografia scattata da Carmelo Iannicelli, presidente Commissione Telecomunicazioni agli "Stati generali delle ingegnerie digitali" a Milano, evento dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. “L'Europa sta iniziando a crescere di più negli ultimi anni rispetto a noi. Abbiamo un limite di competenze limitato e un trend ancora più basso. È vero che è importante il tema infrastrutture e lo stiamo affrontando, ma questi sono i veri problemi da approcciare”, prosegue Iannicelli. A differenziare la situazione italiana rispetto all’Europa è anche il tessuto industriale specifico dell’Italia, con la maggior parte delle imprese che conta fino a 10 dipendenti e che rende le strutture più deboli. “Dobbiamo cercare di aiutare le nostre aziende perché effettivamente la fibra venga fornita loro”, aggiunge. “Il nostro sistema-Paese si basa sulle piccole medie imprese ed è giunto il momento perché si vada in maniera mirata verso di loro, facendo piani congiunti in ambito nazionale. Dobbiamo strutturarci, partendo con una convenzione con i Comuni per indirizzare correttamente gli investimenti”.
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Peste suina: Canada blocca export prosciutti Parma,...
Il grido d'allarme del Consorzio del Prosciutto di Parma e Assica, interpellati dall'Adnkronos, alla luce della nuova zona II in Italia nel parmense e per le conseguenze sull'export extra Ue.
"C'è tanta, tanta preoccupazione. Da oggi il Canada è un mercato chiuso per tutti i prosciutti e salumi che provengono dalla zona di restrizione II che comprende tra gli altri i comuni di Collecchio, Felino, Fornovo, Varano, in provincia di Parma, ad alta vocazione suinicola mentre gli Stati Uniti hanno una misura simile ma solo per i prodotti a breve stagionature e quindi sono salvi i prosciutti crudi stagionati, quindi il prosciutto di Parma è salvo per gli Usa". E' quanto afferma Davide Calderone, direttore di Assica, l'Associazione industriali delle carni e dei salumi di Confindustria, interpellato dall'Adnkronos sulla questione della peste suina africana e sulla sua diffusione in Italia tra i cinghiali.
"Ci raggiungono ulteriori limitazioni a quelle già in atto e questo preoccupa molto. -afferma Calderone - Il problema diventa più urgente ora perché le zone sottoposte a restrizione cominciano ad essere quelle dove ci sono tanti salumifici, inizialmente riguardavano l'Alta Liguria e il Piemonte dove ci sono pochissimi salumifici e pochi allevamenti, ora invece sono coinvolte anche le zone ad altissima vocazione di prosciuttifici e salumifici (Parma)". "Riteniamo sia ancora possibile intervenire e chiediamo che il governo e la struttura commissariale decidano di intervenire ponendo recinzioni per salvaguardare le zone ad alta vocazione suinicola e produttiva. E' fondamentale recintare. Chiediamo dunque che ci sia un cambio di passo, dopo il peggioramento della situazione con le nuove zone di restrizione che si stanno allargando. E' una situazione economica molto problematica".
Forte preoccupazione anche dal Consorzio del Prosciutto di Parma. "Segnaliamo che le elevate garanzie sanitarie fornite dalla lunga stagionatura del nostro prodotto permettono di mantenere aperti importanti sbocchi per le nostre esportazioni come gli Stati Uniti e l’Australia. L’unico cambiamento di rilievo riguarda il Canada, Paese che rappresenta il 2,5% del nostro export, verso il quale le aziende produttrici di Prosciutto di Parma situate in zona di restrizione II (ovvero quelle in cui la Psa è presente nel cinghiale) non possono spedire il loro prodotto". E' quanto afferma Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma. "Il nostro auspicio è che tutte le iniziative intraprese dal Ministero della Salute, dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dalle Regioni competenti portino al contenimento ed eradicazione del virus, e a tutti va l’invito a compiere un ulteriore sforzo per raggiungere al più presto questo fondamentale obiettivo" conclude Utini.