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Post Esg sui social, ecco le cinque aziende più efficaci...

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Post Esg sui social, ecco le cinque aziende più efficaci nel 2023

I risultati del focus a cura dell’ESG Culture LAB di Eikon Strategic Consulting Italia

Post Esg sui social, ecco le cinque aziende più efficaci nel 2023

Le principali aziende italiane hanno usato nel 2023 i social network per comunicare sui temi ESG. E lo hanno fatto generando un numero di interazioni maggiori rispetto agli altri temi. Le più efficaci, guardando al numero di post prodotti, all'engagement rate e alle interazioni, sono state Cdp, Enel, Gruppo Hera, Poste Italiane e WeBuild. E' quanto emerge dai dati annuali del focus ESG Social Channels Tracker a cura dell’ESG Culture LAB di Eikon Strategic Consulting Italia, in collaborazione con l'Adnkronos, che misura l’impatto dei temi ESG nella comunicazione social delle 300 principali aziende italiane secondo lo studio R&S Mediobanca.

 

I risultati principali

Nel 2023 il 95% delle aziende inserite nel monitoraggio ha pubblicato sui social contenuti ESG. Di queste, il 66% ha pubblicato meno di 60 post ossia, in media, meno di 5 post al mese. In totale, sono stati prodotti 20.047 post e le interazioni degli utenti superano i 3mln totali, con picchi a gennaio, settembre e novembre. L’engagement registra un rate di 0,55% per i temi ESG, gli altri temi registrano un engagement rate di 0,48%: i temi ESG hanno quindi un maggior interesse per il pubblico generando di conseguenza più coinvolgimento. Il dato di incidenza dei temi ESG sul totale nel 2023 è dell’11%. Il trend mensile del numero di post sui temi ESG, piuttosto omogeneo, mostra una progressiva crescita da agosto fino a novembre, mese che vede il più alto numero dell’anno, legato per lo più ai rilanci della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’universo femminile sembra essere un tema catalizzante nella comunicazione social delle aziende, infatti si registra un picco a marzo in relazione alla giornata internazionale della donna ed emerge anche lo spazio dedicato all’ottobre rosa.

I temi di cui si parla di più

Nel 2023 i dati mostrano una maggiore attenzione per i temi E, che si attestano al 60%. L’area S occupa il 38% dei post ESG. Contenuto il peso dell’area G (2%). Il tasso di engagement rate registra valori identici per i temi E ed S. Per l’area Environmental, che viene sempre associata al concetto di sostenibilità, rilevanti i cluster energie rinnovabili, transizione energetica, mobilità elettrica, economia circolare e decarbonizzazione. Il cluster social invece mostra un'attenzione particolare a inclusione sociale, parità di genere e benessere dei dipendenti. Poco significativo l'impatto del cluster Governance: sui social network i temi G, più legati all'organizzazione della governance aziendale (trasparenza con gli azionisti e con gli stakeholders, investor relations ecc) risultano meno veicolati.

Gli hashtag più utilizzati

Tra gli hashtag più frequenti spiccano #sostenibilità, #ESG, #sustainability e #green ma anche #inclusione, #diversity, #donne, #formazione. Molto utilizzati #innovazione, #mobilità e #transizioneenergetica.

Focus settori

Tutte le aziende dei settori Assicurazione, Automotive, Bancario-Finanziario, Energia-Oil e Telco hanno veicolato contenuti ESG. In evidenza anche i settori Industria&Servizi, Pharma, Commercio e Trasporti dove quasi tutte le aziende (oltre il 90%) ha pubblicato almeno 1 post su questi temi. L’incidenza maggiore dei temi ESG sul totale dei contenuti social prodotti è quella del settore Energia-Oil, con il 32%, segue il Pharma al 20%. L’engagement rate più alto lo registra il settore Trasporti e Assicurazioni. La “E” è maggiormente presidiata dai settori Automotive (80%) e Energia-Oil (78%). La “S” è maggiormente presidiata dai settori Pharma (68%) e Media (67%), e Moda (62%). Seguono a distanza Alimentare (48%), Commercio (46%) e Telco (46%). Il settore Bancario e Assicurativo risulta il più rilevante per l’area G. Limitata la copertura di quest’area da parte degli altri settori.

Le aziende più efficaci, Gruppo Hera

"Siamo felici di questo risultato, che dimostra come l’integrazione degli obiettivi ESG nelle strategie aziendali ci distingua anche nella comunicazione social", commenta Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Hera. Nel 2023, spiega, "abbiamo condiviso e raccontato su tutti i nostri canali le azioni che ci permettono di perseguire i nostri driver strategici di transizione ecologica, economia circolare, sostenibilità sociale: dalle attività negli impianti e nelle reti che gestiamo alle iniziative per favorire la decarbonizzazione dei territori in cui operiamo, dagli eventi legati allo sviluppo delle persone ai progetti volti a favorire una cultura dell'inclusività, fino ai servizi straordinari messi in campo durante l’emergenza alluvioni in Emilia-Romagna". Sui vari canali, aggiunge Gagliano, "abbiamo, inoltre, dato spazio alla campagna video 'Pensa a Mario', focalizzata sull'importanza di fare una raccolta differenziata di qualità, e ai nostri podcast, ulteriore strumento di comunicazione che da tempo utilizziamo per porre l’attenzione sui temi della sostenibilità ambientale e promuovere comportamenti più consapevoli".

Le aziende più efficaci, Poste Italiane

La comunicazione sui canali social di Poste Italiane "riflette l'importanza crescente attribuita alle tematiche ESG da parte del management". Come primo datore di lavoro in Italia e leader nei settori logistico, finanziario, assicurativo e dei servizi di pagamento in Italia, Poste Italiane "si impegna per uno sviluppo responsabile e il suo modello di business integra sostenibilità nel proprio piano industriale. La comunicazione sui social adotta un tono informativo e narrativo, basato su storytelling giornaliero, valorizzando l'engagement con gli stakeholder e mostrando la vicinanza dell'azienda alla vita del Paese". Nel 2023, l'innovazione nella comunicazione sociale è centrata sul racconto del Progetto Polis che coinvolge gli Uffici Postali in zone marginali creando sportelli unici e una rete di coworking e che genera importanti impatti sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. "La narrazione di questo progetto si basa su un mix tra comunicazioni generali e notizie specifiche degli interventi sul territorio, con coinvolgimento delle istituzioni locali e storie di persone e clienti". Quantitativamente, i post dedicati alle tematiche ESG crescono costantemente, con oltre 200 post CSR e 380 sul Progetto Polis nel 2023, ottenendo milioni di visualizzazioni organiche. La strategia "evita campagne autoreferenziali, preferendo un racconto autentico in sinergia con il TG Poste, dando una vista quotidiana delle relazioni aziendali con i cittadini".

Esg Social Channel Tracker, l'infografica completa

ESG 2023
Infogram

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Economia

Patto di stabilità, via libera Ue alla riforma ma...

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Astensioni e voti contrari dai partiti di maggioranza e opposizione. Gentiloni ironizza: "Abbiamo unito la politica italiana"

Europarlamento - Afp

Per un giorno “abbiamo unito la politica italiana”. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni usa l’ironia dopo i voti, nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, sui tre testi che compongono la riforma del patto di stabilità, frutto di un lunghissimo negoziato tra gli Stati membri concluso solo poco prima del Natale 2023, a una manciata di giorni dal rientro in vigore del ‘vecchio’ patto di stabilità, sospeso nel marzo 2020 a causa della pandemia di Covid-19. Come il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che per l’Italia ha negoziato il compromesso vedendosela con il liberale tedesco Christian Lindner, in picchiata nei sondaggi e quindi bisognoso di modifiche ‘dure’ a una riforma largamente impopolare nell’elettorato tedesco, anche Gentiloni si ritrova schierato, da solo, su una posizione diversa da quella del suo partito. Anche il Pd, oltre a tutti i partiti della maggioranza di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e anche Forza Italia), ha deciso di astenersi sulla riforma del patto di stabilità.

La posizione italiana

Contro la riforma si sono schierati nettamente il M5S e Fabio Massimo Castaldo di Azione, che ritiene le nuove regole “insostenibili” per il nostro Paese. I Dem, osserva Gentiloni, si sono astenuti per “motivi di politica interna”. L’avvicinarsi delle elezioni europee ha probabilmente avuto un ruolo nelle decisioni delle maggiori forze politiche di astenersi sul dossier probabilmente più importante della legislatura, insieme a Next Generation Eu, dato che condizionerà la politica di bilancio dei governi italiani per molti anni a venire. A favore della riforma, tra gli italiani, hanno votato solo Lara Comi di Forza Italia, Herbert Dorfmann dell'Svp per il Ppe e, per Renew, Marco Zullo e Sandro Gozi, che però è stato eletto in Francia.

Il capodelegazione di Forza Italia Fulvio Martusciello, che pure non ha partecipato al voto, dice che nella prossima legislatura il patto di stabilità “verrà cambiato con una nuova maggioranza”. Potrebbe rivelarsi una sfida complessa, con una AfD più forte di ora nell’Emiciclo, niente affatto propensa a ‘rilassare’ le regole fiscali. Intanto il responsabile Economia del gruppo Ppe, il bavarese Markus Ferber, ha accolto con freddezza la decisione dei colleghi italiani di astenersi, dicendo all’Adnkronos di non vedere “ragioni” per una decisione del genere, dato che le regole sono più favorevoli all’Italia rispetto a quelle attuali.

Lo stesso Gentiloni ha sottolineato che le regole di bilancio nuove sono più favorevoli di quelle del patto di stabilità ‘vecchio’. E ha osservato che bisogna “sempre ricordare” che il paragone va fatto con le regole attuali, che sono quelle del patto di stabilità, e non con l’assenza di regole garantita dal 2020 in poi dall’attivazione della clausola di salvaguardia. Perché in un’Unione monetaria norme comuni sulle politiche di bilancio sono comunque necessarie.

Nella maggioranza, si sono astenuti anche Fratelli d’Italia, con l’Ecr che nel voto sul braccio preventivo del patto si è spaccata in tre tronconi. Uno, con i polacchi del Pis e anche gli spagnoli di Vox, ha votato a favore del patto; un altro, con gli olandesi, ha votato contro, probabilmente ritenendolo troppo morbido; gli italiani, invece, si sono astenuti. Per Nicola Procaccini e Carlo Fidanza, “sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro del Governo italiano”, presenta “ancora alcuni punti critici fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali, come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni".

Simile la posizione della Lega, partito che esprime il ministro dell’Economia, che ha votato a favore del compromesso in Consiglio a dicembre: la delegazione a Strasburgo parla di una “serie di provvedimenti che, sebbene migliorati rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro e all’impegno del ministro Giancarlo Giorgetti, rappresentano un compromesso che purtroppo presenta ancora elementi critici”.

Per il Pd, ci pensa il capodelegazione Brando Benifei a sintetizzare i motivi dell’astensione: “Il patto negoziato, voluto e validato dalla Meloni non ci convince e non lo votiamo, ma evidentemente non convince nemmeno loro”. Molto critici i Cinquestelle, che hanno votato decisamente contro la riforma: per la capodelegazione Tiziana Beghin, il governo Meloni, che ha negoziato i testi in Consiglio, “svende l’Italia ai falchi dell’austerità” e le nuove regole costeranno al nostro Paese correzioni nell’ordine di 12-13 mld di euro l’anno. Per Gentiloni, oggi “forse il patto di stabilità è un po’ più intelligente”.

Le nuove regole

La riforma proposta della Commissione è stata modificata dagli Stati nel Consiglio per volontà soprattutto della Germania, che ha ottenuto l’inserimento di salvaguardie orizzontali su debito e deficit che complicano parecchio un quadro che, con la riforma, si intendeva semplificare.

Ma per l’Italia, conti alla mano, le nuove regole dovrebbero risultare meno punitive di quelle precedenti. Se questo basterà ad effettuare gli investimenti necessari alla transizione verde e digitale e a migliorare lo stato in cui versa la difesa europea davanti al rinato imperialismo russo, si vedrà. Per il copresidente dei Verdi/Ale Philippe Lamberts, le regole del patto di stabilità, pur riviste, sono “mortifere”, non fanno altro che “preparare la nostra impotenza” e costeranno al Belgio un aggiustamento nell’ordine di 5 miliardi di euro all’anno. Comunque sia, ormai le nuove norme sono approvate. Manca solo il via libera del Consiglio: dovrebbero passare come punto senza discussione nel Coreper uno di venerdì prossimo ed essere approvate definitivamente nel Consiglio Agrifish del 29 aprile, sempre senza discussione. Dopodiché saranno legge.

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Economia

Roberto Napoletano nuovo direttore de ‘Il...

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Guiderà la testata dal prossimo 4 maggio

Roberto Napoletano - Fotogramma

A decorrere dal prossimo 4 maggio, Roberto Napoletano sarà il direttore del quotidiano Il Mattino. Lo rende noto il gruppo Caltagirone Editore.

Napoletano, nato a La Spezia nel 1961, ha iniziato la propria carriera giornalistica ne Il Mattino nel 1984. Nel corso della sua carriera ha ricoperto il ruolo di direttore de Il Messaggero dal 2006 al 2011 e successivamente de Il Sole24ore. Dal 2019 è direttore de il Quotidiano del Sud.

Francesco de Core, che ha diretto con merito il quotidiano dal maggio 2022, assumerà l’incarico di vice direttore.

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Economia

Confindustria-Deloitte, investimenti e convergenza...

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Energia, ambiente e clima priorità

Confindustria-Deloitte, investimenti e convergenza politiche per accelerare transizione economie G7

Più investimenti, più collaborazione tra pubblico e privato e più convergenza tra politiche industriali dei Paesi B7 per realizzare una transizione verde capace di coniugare sostenibilità e competitività. Queste le priorità per il G7 individuate nel B7 Flash, la nota di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione dell’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference” in programma a Torino il 28 aprile e della riunione Ministeriale G7 su “Energia, ambiente e clima” in agenda il 28, 29 e 30 aprile nel capoluogo piemontese.

"La conferenza di Torino rappresenta un’opportunità unica per discutere e delineare strategie efficaci per affrontare uno dei temi più rilevanti del nostro tempo: trasformare la transizione ecologica in una grande opportunità di innovazione e sviluppo competitivo. In questo contesto, il coinvolgimento della comunità imprenditoriale del G7 offre una piattaforma preziosa per collaborare con i Ministri alla luce delle complesse sfide poste dagli obiettivi di sostenibilità. E’ fondamentale creare delle sinergie tra pubblico e privato, promuovendo un approccio alla transizione basato sulla neutralità tecnologica e sullo stimolo agli investimenti nell’economia circolare, capaci di coniugare tutela ambientale, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività. Grazie al contributo dei partecipanti, miriamo a promuovere percorsi e obiettivi condivisi di politica industriale in linea con gli obiettivi della Cop 28", sottolinea Katia Da Ros, Vice Presidente per Ambiente, Sostenibilità e Cultura, Confindustria.

"La transizione energetica in atto, guidata dall’innovazione tecnologica e dall’uso efficiente e sostenibile delle risorse, sta incidendo in modo profondo sulla produzione e sulla distribuzione dell’energia, ma anche sull’attività delle imprese, sui trasporti, sul commercio e, nei fatti, sui nostri stili di vita. La Cop28 ha sottolineato l'esigenza di un'azione immediata per contrastare i cambiamenti climatici e, al contempo, la necessità di un’iniziativa globale e coordinata per sostenere il cambiamento. Siamo di fronte a sfide che non esito a definire epocali: sicurezza e indipendenza energetica, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica, competitività economica, cooperazione internazionale. I Paesi del G7 sono in una posizione privilegiata per guidare il cambiamento. Una leadership politica a livello G7, coesa e lungimirante, è indispensabile per accelerare la transizione e per garantire un avvenire sano ed economicamente prospero alle generazioni future", sottolinea Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia.

"Transizione energetica e decarbonizzazione sono processi necessari e irreversibili. Parliamo di un cammino che ci vede direttamente coinvolti e che, grazie a tecnologie, competenze e strumenti a nostra disposizione, possiamo percorrere fino in fondo. Per rispondere alle sfide cogenti mettiamo a disposizione le nostre soluzioni di efficientamento energetico, produzione locale di energia rinnovabile e un consolidato know-how di esperienza nel settore. Siamo orgogliosi di partecipare a un momento di confronto significativo e urgente, insieme alle istituzioni e ai più importanti stakeholder di riferimento del settore per imprimere una forte e collettiva accelerazione al percorso verso il Net Zero entro il 2050", commenta Emanuela Trentin, Ceo di Siram Veolia.

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