È uscito “Nothing is Lost (You Give Me Strength)”, il nuovo singolo di The Weeknd
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È già disponibile “Nothing is Lost (You Give Me Strength)“, il nuovo singolo di The Weeknd, colonna sonora originale del film “Avatar: La Via dell’Acqua”.
Scritta da The Weeknd e prodotta da Swedish House Mafia insieme a Simon Franglen, il brano racconta la storia epica, l’azione mozzafiato e l’emozionante dramma del film stesso. La colonna sonora originale del film conterrà anche una traccia inedita del compositore Simon Franglen, vincitore del GRAMMY® Award.
L’attesissimo sequel del successo del regista premio Oscar James Cameron, “Avatar: La Via dell’Acqua” è già disponibile nelle sale di tutto il mondo.
Avatar: La Via dell’Acqua
Con Avatar: La Via dell’Acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione.
Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.
Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe Saldaña, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.
Spettacolo
Il gol di Turone, su RaiUno lo speciale su Juve-Roma del 1981

(Adnkronos) – Uno speciale sul celeberrimo gol di Turone. Stasera, dopo Malta-Italia valida per le qualificazioni a Euro 2024, alle 23.05 va in onda su RaiUno ‘Er gol de Turone era bono’, per la regia di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet. Il documentario torna, a oltre 40 anni dall’episodio, sul gol annullato alla Roma sul campo della Juventus. E’ il 10 maggio del 1981 e allo stadio Comunale di Torino si gioca Juventus-Roma a tre giornate dalla fine del campionato di Serie A, con la Juventus a 39 punti, la Roma a 38, e la vittoria che vale due punti. La Juve è in 10 per l’espulsione di Furino. Nel finale, la Roma sembra sbloccare il risultato con il colpo di testa di Maurizio ‘Ramon’ Turone, che incorna dopo la torre di Roberto Pruzzo e buca Dino Zoff. La rete, però, viene annullata dall’arbitro Paolo Bergamo per un fuorigioco che farà discutere per anni, tra moviole viste e riviste, retroscena assortiti, recriminazioni (giallorosse) e ironie (bianconere)
Nel documentario vengono ascoltate le versioni dei testimoni oculari: quelli che erano in campo come Prandelli, Pruzzo, Falcão e Marocchino; i giallorossi sugli spalti come Paolo Calabresi, Enrico Vanzina, Ettore Viola. Ma anche chi era dall’altro lato delle gradinate, come il giornalista Paolo Rossi e il critico d’arte e opinionista Luca Beatrice. E ancora i reporter che avevano seguito le cronache come Giorgio Martino, Gian Paolo Ormezzano e Michele Plastino. Viene chiesta anche una versione definitiva all’arbitro Bergamo e al collaboratore Giuliano Sancini, che con il suo gesto annullò il gol. Infine, la testimonianza del vero protagonista, Maurizio Ramon Turone.
Spettacolo
Lorella Cuccarini: “Meglio Meloni di Schlein”

(Adnkronos) – “Tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein andrei a cena con Giorgia Meloni”. Sono le parole di Lorella Cuccarini a La Verità. “Non sono per le quote rosa, ma sono felice che ci siano sempre più figure femminili emergenti, come il premier. Tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein andrei a cena con Giorgia Meloni, anche perché tifiamo per la stessa squadra. A pelle mi sta molto simpatica. Mi piacerebbe conoscerla di più”, dice la showgirl.
Si torna a parlare del rapporto ‘teso’ con Heather Parisi. “Vorrei evitare di fare quello che fa lei con me, non ho bisogno di Heather per esserci. La apprezzo artisticamente, ma dopo Nemicamatissima non ci siamo più sentite. Abbiamo visione diverse della professione. Non sono mai stata prima della classe come ha detto lei a Belve, ma m’impegno e lavoro molto. Così mi è stato insegnato e così sono riuscita a crescere”.
Spettacolo
Lutto per Andrew Lloyd Webber, morto a 43 anni il figlio Nicholas

(Adnkronos) – Lutto familiare per il celebre compositore britannico Andrew Lloyd Webber, autore di famosi musical come “Jesus Christ Superstar”, “Evita”, “Cats” e “Il fantasma dell’Opera”: il figlio maggiore Nicholas, anche lui compositore e produttore discografico, è morto all’età di 43 anni all’ospedale di Basingstoke, nell’Hampshire, per un tumore allo stomaco, che gli era stato diagnosticato circa un anno fa.
“Sono sconvolto nel dover annunciare che il mio amato figlio maggiore, Nick, è morto poche ore fa presso l’ospedale di Basingstoke”, si legge in una nota diffusa da Andrew Lloyd Webber, 75 anni, ai mass media e sui social. “Tutta la sua famiglia si è stretta intorno a lui e siamo tutti completamente in lutto”. Era stato lo stesso Lord Lloyd Webber pochi giorni fa ad annunciare che il figlio era stato trasferito in ospedale perché ormai malato terminale.
Suo figlio era stato nominato per un Grammy Award per il musical insieme al padre e a David Wells e David Zippel per “Cenerentola” di Lord Lloyd-Webber. Nicholas ha anche realizzato le musiche per l’adattamento de “Il piccolo principe”.
Lord Lloyd Webber su Instagram di recente aveva anche postato un video in cui affermava che il figlio si stava riprendendo da “un attacco di polmonite” contratto a causa del suo “orribile cancro”. Nel video il grande compositore aveva ringraziato il popolo ucraino che gli aveva inviato una maglietta di “Cats” dopo l’annuncio che suo figlio era gravemente malato. Aveva anche detto: “È incredibilmente commovente… visto tutto quello che gli ucraini stanno passando. Eppure sono stati così premurosi nei confronti del carissimo Nick. Tra poco andrò a trovare Nick e gli trasmetterò tutti i fantastici auguri che mi sono arrivati da ogni parte del mondo”.
Spettacolo
Andrea Bocelli si esibisce a Times Square, folla in delirio per arrivo a cavallo

(Adnkronos) – A New York Andrea Bocelli si è esibito a Times Square davanti ai fan in delirio, incantati ed esaltati dallo spettacolare arrivo a sorpresa del tenore a cavallo, insieme a sua moglie Veronica. L’occasione è stata la presentazione, tenuta nascosta fino alla fine, dello speciale musicale ‘The Journey’, un film documentario prodotto dal colosso americano Tbn, che racconta proprio un viaggio a cavallo del tenore con Veronica, sulla Via Francigena.
Lo speciale ha visto l’artista in sella del suo amato destriero attraversare la campagna toscano-laziale, in una sorta di pellegrinaggio che da Roma lo ha riportato a casa, sulle colline di Lajatico. Il docu-film sarà nelle sale cinematografiche statunitensi il 2, 3, 4 e 6 aprile, mentre in Italia è disponibile sulla piattaforma Paramount+. Partito da Central Park, Bocelli è arrivato a cavallo a Times Square tra le ovazioni dei presenti.
Spettacolo
Danza, Slc-Cgil a Anticorpi XL: “troppe criticità, sediamoci a tavolo”

Dagli artisti emergenti agli accordi su compensi, dal rispetto dei parametri per partecipare alla selezione dei bandi alla ‘definizione’ di processo creativo e autoriale, dal problema dei cachet agli adempimenti fiscali e previdenziali. Sono alcune delle criticità che il sindacato Slc-Cgil ha riscontrato nel lavoro di programmazione del Network Anticorpi XL. Per l’occasione è stata inviata una comunicazione a Christel Grillo coordinatrice Network Anticorpi XL e co-curatrice dei progetti di rete con l’obiettivo di calendarizzare un incontro al fine di “condividere alcune osservazioni rispetto alla situazione dei coreografi, dei danzatori e delle danzatrici italiane”, si legge in una nota del sindacato.
“Il Network, la cui azione fondante è la Vetrina della giovane danza d’autore che tutti gli anni si tiene a Ravenna, svolge un peculiare lavoro di scoperta di talenti e riesce, in taluni casi – si legge ancora nella nota – a fornire agli artisti strumenti essenziali per la costruzione e la prosecuzione delle proprie carriere potendo contare su una capillare rete di operatori e operatrici culturali attiva nella maggior parte dei territori italiani”.
Tra le criticità del settore, “l’accordo sui compensi e i cachet proposti che non valorizzano adeguatamente gli autori che Anticorpi intende sostenere. Tra l’altro gli autori, in quanto emergenti e dunque neofiti sul mercato – si legge ancora nella nota – si associano a cooperative o enti di produzione al fine di poter essere contrattualizzare correttamente, essere assicurati e adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla normativa spettacolistica. In molti casi le associazioni che si occupano di tali adempimenti per conto degli autori, applicano in corrispettivo una percentuale fissa che viene detratta dal cachet e che quindi va a ridurre le paghe di artisti e tecnici coinvolti”.
“Le nostre riflessioni vorrebbero essere l’occasione per dare avvio a un dibattito che coinvolga tutti i principali protagonisti del sistema danza in Italia tra cui il Network Anticorpi – conclude la nota – Crediamo vivamente che solo condividendo criticità, necessità e idee si possa compiere un efficace salto in avanti gettando le basi per un modello in rete virtuoso e sostenibile per tutti”.
Spettacolo
Gwyneth Paltrow alla sbarra per processo su incidente di sci

(Adnkronos) – Gwyneth Paltrow è salita sul banco dei testimoni venerdì nel processo civile che la vede accusata di essersi schiantata per negligenza contro un ottico optometrista in pensione nel 2016, causandogli presumibilmente danni duraturi. L’attrice, presente nell’aula di Park City nello Utah, ha ascoltato le deposizioni dei testimoni chiamati dagli avvocati che rappresentano il suo accusatore, Terry Sanderson. E ha ribadito di non essere responsabile dell’incidente.
I ricordi di Paltrow e Sanderson sull’evento sono quasi completamente diversi. I giurati devono decidere se Paltrow abbia agito con negligenza durante l’incidente. Durante la testimonianza, Paltrow ha mantenuto la sua posizione e ha raccontato di aver detto a Sanderson: “Hai sciato direttamente sulla mia schiena” e lui ha risposto: “Oh, scusa, scusa, scusa”.
Per tutta la durata del processo, il team legale di Sanderson ha tentato di dipingere il 76enne come uno sciatore, un viaggiatore e un padre di famiglia un tempo molto forte, la cui salute si è deteriorata negli anni successivi all’incidente, dando la colpa alla presunta sciata negligente di Paltrow.
Inizialmente Sanderson ha fatto causa per 3,1 milioni di dollari. Gli avvocati della Paltrow non hanno ancora chiamato nessun testimone. Tuttavia il marito, il produttore televisivo Brad Falchuk, e i due figli adolescenti avuti dall’ex marito Chris Martin, Apple e Moses, dovrebbero testimoniare durante il processo, che si protrarrà fino alla prossima settimana. La famiglia Paltrow stava sciando insieme in vacanza al Deer Valley Resort quando è avvenuto l’incidente.
Spettacolo
C’è campo per i cellulari nel “Giardino dei ciliegi” alla Sala Umberto di Roma

Nel ‘Giardino dei ciliegi’ c’è… campo. Anche i cellulari fanno la loro comparsa nella edizione dell’opera di Anton Cechov adattata e collocata ai giorni nostri da Rosario Lisma, che firma anche la regia e figura nel cast di attori assieme, fra gli altri, a Milvia Marigliano e Giovanni Franzoni, in scena fino al 2 aprile alla Sala Umberto di Roma. I personaggi si muovono in abiti contemporanei e danzano al ritmo delle musiche di Franco Battiato, in questo che fu l’ultimo lavoro di un Cechov già malato e vicino alla morte, parlando lui stesso di “ultima commedia”, in cui descrive l’apatia di un mondo russo colto nel passaggio di titolarità dalla famiglia aristocratica, già ricca e ora indebitata, al figlio di quella che fu la servitù ma che con intraprendenza e lungimiranza pari solo alla mancanza di scrupoli e di veri o finti romanticismi, interpreta al meglio la nuova società che bussa alle porte.
Il giardino evocato nel titolo non produce più i ciliegi che erano famosi e commerciati in tutto il Paese e rappresenta l’ombra di un passato che non tornerà più. Così, le speranze e gli entusiasmi che erano legati a quel luogo, ora all’asta per debiti, sono irrimediabilmente perduti perché il declino economico fa ‘pendant’ con il declino della loro stessa esistenza, cui non sanno e forse neanche vogliono porre rimedio. Se resta un barlume di salvezza, va rintracciato nei due ragazzi che si amano e che sono capaci di interpretare la distruzione del giardino e l’abbattimento degli alberi di ciliegie non come il crollo e la fine della vita che fu ma come l’inizio di una vita nuova.
Il regista Rosario Lisma, nelle sue note, sottolinea l’importanza iconica della scenografia: “Un grande spazio chiaro, con una forte presenza illuminotecnica contemporanea, con pochi elementi scenici richiamanti la stanza dei bambini, oggetti volutamente sproporzionati rispetto alla statura dei personaggi, come se fossero ancora piccoli rispetto all’ambiente, mai cresciuti”: un tavolo colorato, una sediolina a dondolo, un grande pelouche e, soprattutto, un enorme armadio centrale sullo sfondo, “come un monumento testimone del tempo felice che fu, imponente e simbolico come un dolmen sbiadito”. Sempre chiuso per tutto il tempo dell’azione scenica, l’armadio si aprirà solo sul finale, da parte del nuovo proprietario, che ne scoprirà il contenuto.
(di Enzo Bonaiuto)
Spettacolo
Teatro, alla Nuvola di Fuksas ‘Adam’s Passion’ con trio Wilson-Part- Childs

Giunge per la prima volta in Italia ‘Adam’s Passion’, lo spettacolo teatrale ideato nel 2015 da Robert Wilson in collaborazione con il compositore estone Arvo Pärt e proposto in esclusiva grazie ad una coproduzione tra Opera di Roma ed Eur S.p.A. il 31 marzo e l’1 aprile al Roma Convention Center La Nuvola, ideato da Massimiliano Fuksas. Un’opera d’arte totale’ che fonde insieme musica, canto, danza, movimento, luci e scenografia. A dirigere l’orchestra e il coro della fondazione lirica capitolina sarà Tõnu Kaljuste, grande interprete della musica di Pärt, mentre sul palcoscenico è protagonista la grande danzatrice statunitense Lucinda Childs, classe 1940, al suo debutto all’Opera di Roma. Il tutto per raccontare, con l’evocativo linguaggio di Wilson e Pärt, la vita di Adamo dopo la cacciata dall’Eden.
Come da vicenda biblica, dopo aver colto il frutto dell’albero della conoscenza, Adamo viene scacciato dall’Eden. Lasciato a se stesso in una terra desolata, riceve alcune visioni che gli mostrano i futuri orrori commessi e subiti dagli uomini, conseguenze della caduta di cui Adamo è artefice. Ad Adamo non resterà altro che supplicare l’amore ed il perdono di Dio. ‘Adam’s Passion’ è stato rappresentato per la prima volta il 12 maggio 2015 al Noblessner Foundry di Tallin, in Estonia, con l’orchestra e il coro da camera della città diretti da Tõnu Kaljuste, una produzione originale di Eesti Kontsert e Change Performing Arts.
“Ho costruito un ambiente, uno spazio, con l’intenzione di aiutare il pubblico ad ascoltare meglio la musica di Pärt, che è molto difficile da portare in scena- spiega Robert Wilson – E’ una musica che esorta alla riflessione, a cui si continua a pensare una volta usciti dal teatro. Per me era importante che la regia e la scenografia restassero aperte. Ho allestito uno spazio evocativo, che non imponesse al pubblico la mia visione”.
Successivamente è stato ripreso in Germania, alla Konzerthaus di Berlino, nel 2018. Sullo spettacolo è stato realizzato un documentario, trasmesso su Arte e proiettato in diversi paesi, dal Canada all’Ungheria. il progetto segna la prima collaborazione di due giganti della scena e della musica come Wilson (classe 1941) e Pärt (classe 1935). Per lo spettacolo il compositore estone, tra i più eseguiti dei nostri tempi, ha selezionato tre sue composizioni preesistenti. Si tratta di ‘Adam’s Lament’ (2009), ‘Tabula rasa’ (1977) e ‘Miserere’ (1989), alle quali ha aggiunto una sinfonia creata appositamente nel 2014, ‘Sequentia’, dedicata a Robert Wilson, il grande artista texano, ricercatissimo dai teatri di tutti il mondo.
La prima rappresentazione assoluta è avvenuta in una fabbrica di sottomarini dismessa di Tallin, risalente all’epoca sovietica, e anche la messa in scena romana si avvale di uno spazio unico, il centro congressi e fieristico Accanto a Robert Wilson, ideatore di regia, scene e luci, hanno partecipato al progetto A. J. Weissbard per il light design, Tilman Hecker come regista collaboratore, Serge von Arx come scenografo collaboratore, Carlos Soto per i costumi, e Konrad Kuhn per la drammaturgia. Protagonisti sul palcoscenico sono Lucinda Childs (Woman), Michalis Theophanous (Man), Endro Roosimäe (Heavy Man), Erki Laur (Another Heavy Man), Tatjana Kosmõnina (A Woman), Triin Marts (Another Woman) e Madis Kolk (Tall Man). Il coro dell’Opera di Roma è istruito da Ciro Visco.
Spettacolo
iLMeteo.it diventa una canzone

(Adnkronos) – iLMeteo.it debutta nel mondo delle hit musicali. Quale migliore occasione se non la collaborazione all’interno del videoclip del singolo “Meteo”, la nuova canzone di Emanuele Aloia, cantante torinese classe 1998 che negli ultimi due anni ha scalato le classifiche e dominato i social con i suoi singoli “Girasoli”, “Il bacio di Klimt”, “L’urlo di Munch”.
Il sito meteo più amato dagli italiani, con 6 milioni di utenti medi al giorno e una media mensile di 30 milioni di utenti unici, sceglie così la musica per incontrare il target della Generazione Z. Secondo una ricerca Doxa per iLMeteo.it, il 42% dei giovani fra i 18 e i 24 anni si informa sulle previsioni meteo dai canali de iLMeteo.it e il 27% di loro lo considera il sito di riferimento. “In questi anni siamo riusciti a diventare un canale di consultazione trasversale capace di parlare a tutti gli italiani, complice anche il nostro approccio pop e previsioni sempre più puntuali – dice Emanuele Colli, amministratore delegato de iLMeteo.it – Oggi con questa operazione vogliamo dare seguito a quel dialogo che intratteniamo con il pubblico più giovane, che ci spinge a investire sulle nuove tecnologie e a innovare le forme e i modi di comunicazione”.
“È un grande piacere per me aver realizzato il videoclip del mio singolo “Meteo” insieme a iLMeteo.it – ha detto Emanuele Aloia. “Il giorno dell’uscita del mio singolo, tra i vari commenti c’era anche quello de iLMeteo.it, cosa che ha suscitato grande divertimento e interazione tra i miei follower per il collegamento che c’è con il titolo del mio brano. Penso proprio che le cose che nascono in modo così naturale siano le più belle ed è per questo che, da quel commento, abbiamo deciso di realizzare qualcosa insieme”.
Il videoclip di “Meteo” è realizzato dalla Sunflower. L’app de iLMeteo.it compare in apertura e chiusura del video sul refrain “Cambiavi umore come il meteo, senza avviso”.
Spettacolo
Zelig, da Vergassola a Bertolino: “Se chiude luogo mitico noi orfani”

La fine di un’epoca: da Enrico Bertolino a Dario Vergassola, sentiti dalla AdnKronos, la paventata chiusura dello storico locale milanese ‘Zelig’, tempio del cabaret e della satira, viene giudicata come una autentica iattura, da fare il possibile per scongiurare. “Un luogo mitico, di cui ci sentiremmo tutti orfani. E dopo la morte di Maurizio Costanzo, la chiusura dello Zelig mi farebbe sentire orfano di padre e di madre… Una notizia che mi farebbe davvero male”, esclama Dario Vergassola.
“Ricordo ancora la mia prima serata, dopo il provino, quando era ancora poco più di un bar. Ero appassionato di cabaret, da attore come da spettatore: a notte fonda, per non dire all’alba, ripartivo da Milano per tornare alla Spezia a lavorare come operaio”, ricorda Vergassola.
“Mi chiedo come si siano potuti accumulare tanti debiti gestendo un marchio così importante, riconoscibile e riconosciuto, richiamato anche in tv dall’omonimo show di grande successo. Non conosco le dinamiche interne ma spero proprio che anche questa volta si trovi rimedio, come in passato quando tanti di noi si autotassarono acquisendo delle quote. Speriamo che ora si tratti di un falso allarme”, auspica l’attore.
Sottolinea Vergassola: “Il cabaret moderno è nato lì, con un pubblico meraviglioso, molto colto: altrove era inevitabilmente diverso. Lì ci si andava indipendentemente dal richiamo di un singolo artista comico, era quasi un hobby andare allo Zelig magari anche solo per criticare chi si era esibito. Tutti animanti dal sacro fuoco del cazzeggio”.
Un tipo di comicità strettamente milanese o comunque di ‘stampo nordico’… “La differenza con i comici romani o napoletani è che non si usava la parlata dialettale, mentre loro erano più riconoscibili – risponde Dario Vergassola – Ma fondamentalmente eravamo tutti accomunati dalla narrazione della quotidianità della vita e dallo smontaggio dei luoghi comuni per fare ironia, più o meno raffinata, proponendo anche tanta satira; poi, si è un po’ tutto anestetizzato”.
Però, assicura Vergassola, “il genere ‘cabaret’ non è ancora morto, anche se ora va di moda chiamarlo ‘stand up’ che non vuol dire niente… Ma è la stessa cosa. L’unica differenza fra chi fa cabaret e chi fa stand up, come si usa dire con una battuta fra vecchi cabarettisti, è che quello che fa stand up lo riconosci perché non fa ridere… Forse la tv, se da un lato ha regalato successo, fama e in qualche caso anche soldi agli artisti da cabaret, per altro verso ne ha cominciato a segnare anche il declino”.
Per Enrico Bertolino, la chiusura dello Zelig sarebbe “una bruttissima notizia, che segna il finale di un’epoca: Milano ha già visto chiudere il ‘Derby’ e la chiusura dello ‘Zelig’ sarebbe davvero una perdita enorme. Anche se sento dire che c’è il tentativo di rianimare una situazione che pare al collasso, con una gestione di sei mesi in autonomia, con voci che vedono anche l’intervento di Mediaset che avrebbe preso il marchio già ora presente nel suo palinsesto tv”, riferisce.
“La chiusura sarebbe un vero peccato, perché questo è proprio il momento in cui servirebbe di più la presenza forte della satira, politica e di costume. Ma in un Paese che non ha più un’opposizione, è normale che sparisca anche il cabaret, che è opposizione al potere, a qualunque potere di qualsiasi colore”, sottolinea.
“Sono tuttora un socio in liquidazione con una minima quota rilevata da un attore in difficoltà: ma l’ho fatto con amore e mi sentivo onorato di appartenere alla famiglia di Zelig: e quando una famiglia finisce in tribunale è una cosa bruttissima…”, commenta Bertolino.
Un marchio, quello di Zelig, “diventato famoso e garanzia di comicità di qualità. E’ brutto vedere che si toglie un palco in più per la realizzazione dei sogni di tanti ragazzi. Noi abbiamo avuto la fortuna di averlo: per la mia carriera è stato un autentico colpo di fortuna, arrivato a 37 anni e dunque in età molto avanzata per un comico. Arrivare allo Zelig era come per un cantante essere ammesso alla Scala o per un aspirante ingegnere al Mit di Boston”, osserva Enrico Bertolino.
Ricorda ancora l’attore: “Sono passate figure storiche dallo Zelig, che si sono proposte a un pubblico competente. Esibirsi allo Zelig, dove arrivavano da ogni parte d’Italia, era come proporsi all’Accademia del Comico. Una dimensione che non si può riprodurre a tavolino”.
Eppure, sottolinea Bertolino, “questo sarebbe proprio il tempo giusto per far ripartire il genere ‘cabaret’: c’è bisogno di gente che racconti storie, non di battutisti da Twitter o TikTok; c’è bisogno di parlare alla gente, per metterla in condizione di ragionare, di riflettere, lasciandole anche un retrogusto amaro e irriverente all’uscita dal teatro”.
(di Enzo Bonaiuto)
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