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Spettacolo

E’ morto il pianista Maurizio Pollini, aveva 82 anni

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Martedì 26 marzo la camera ardente al foyer del Teatro della Scala di Milano. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella: "Era un poeta del pianoforte"

Maurizio Pollini (Fotogramma)

E' morto il pianista Maurizio Pollini. Il maestro aveva 82 anni. Ne dà notizia il Teatro della Scala di Milano, che "piange" la sua scomparsa, "uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant'anni", si legge nella nota del Teatro milanese. "Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell'Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia". La camera ardente del maestro Maurizio Pollini si terrà presso il foyer del Teatro alla Scala dalle 10 alle ore 14 di martedì 26 marzo.

"La notizia della scomparsa di Maurizio Pollini mi addolora profondamente". Con queste parole il maestro Riccardo Chailly, direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano, ricorda Maurizio Pollini. "Il mondo della musica perde un interprete sommo. Dalla prima occasione insieme, al Festival di Edimburgo nell’81 con il Concerto di Schumann fino agli ultimi concerti scaligeri, anche nell’ambito del Progetto Pollini, con l’orchestra del Gewandhausorchester e la Filarmonica della Scala, il sodalizio con Pollini è stato intenso, frequente ed elettrizzante".

"Interprete rigoroso del grande repertorio ma artista sempre aperto alle novità e ai linguaggi del contemporaneo, Maurizio è stato un punto di riferimento per la Scala e per Milano stabilendo parametri esecutivi che hanno fatto la storia dell'interpretazione pianistica", conclude Chailly.

Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, protagonista assoluto della scena concertistica internazionale fin dalla vittoria, diciottenne, al concorso Chopin di Varsavia nel 1960, Pollini è stato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven e promuovere con infaticabile dedizione l'ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schönberg, e della musica d'oggi. Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica, intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società.

Dal debutto l'11 ottobre 1958 all'ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni. Dopo i primi concerti diretti da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, con la serata del 23 ottobre 1969 prende avvio la collaborazione con Claudio Abbado, destinata a segnare la storia dell'interpretazione, ma anche la storia culturale della città di Milano. Il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l'impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro.

Fondamentali anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly) e numerose compagini, dedicate alla musica d'oggi, in particolare nei 'Cicli Pollini', promossi da Stéphane Lissner: l'Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Köln, l'Experimentalstudio SWR.

Nel campo della musica da camera lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell'ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schönberg, e Nono.

Addio al pianista-intellettuale dalla tecnica perfetta

Era malato da tempo e per questa ragione aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. Musicista a tutto tondo, era stato anche direttore d'orchestra, Pollini era noto per la sua tecnica magistrale e per la sua continua ricerca della perfezione in tutto il vasto repertorio che eseguiva. Nato in una famiglia della borghesia illuminata milanese - era figlio dell'architetto Gino Pollini e della pianista Renata Melotti, a sua volta sorella dello scultore Fausto Melotti -. Pollini suscitò grande scalpore al Concorso Chopin di Varsavia, nel 1960, da cui uscì vincitore, per la sua esecuzione di 4 difficilissimi e complessi Studi di Chopin, tanto che il celebre pianista Arthur Rubinstein, componente della giuria, disse: "Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!". E il critico musicale esperto di pianismo, Piero Rattalino, presente all'esecuzione, aggiunse: "Questo giovane, o diventerà il più grande pianista del mondo, o finirà in manicomio!".

Pollini non finì in manicomio e divenne certamente uno dei più grandi pianisti del mondo, pubblicando, dopo la vittoria al concorso di Varsavia, diverse registrazioni di opere di Chopin per la Emi. Allievo dei corsi di perfezionamento di Arturo Benedetti Michelangeli, il quale diceva che c'era "ben poco da insegnare a Pollini", il giovane pianista iniziò un'importante carriera concertistica che lo portò nelle più importanti sale di tutto il mondo con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche. Il suo repertorio spaziava da Bach, Mozart e Beethoven a Chopin, da Schubert a Schoenberg fino a Stockhausen, Manzoni e Sciarrino. Il compositore Luigi Nono scrisse appositamente per Pollini '...Sofferte onde serene...', dedicando lo spartito al pianista e alla moglie Marilisa Marzotto, anche lei pianista.

Fondamentale nella sua vita l'amicizia con Claudio Abbado, il direttore d'orchestra scomparso dieci anni fa, con il quale condivise anche la passione politica. Celebre il suo concerto al Teatro Comunale di Bologna, nel gennaio del 1973, per denunciare gli orrori della guerra in Vietnam, seguito a un altro concerto, stavolta mancato, alla Società del Quartetto di Milano di pochi giorni prima, in cui aveva tentato di leggere un documento di protesta contro i bombardamenti americani in Vietnam, ma aveva dovuto lasciare la sala senza suonare. Eventi che diedero vita al 'caso Pollini' e che videro schierarsi diversi musicisti illustri (Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Luigi Nono, Luciano Berio) in difesa dei diritti democratici e civili.

Mattarella: "Un poeta del pianoforte, ha dato lustro all'Italia"

"Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Pollini, pianista insigne, interprete rigoroso e ispirato di straordinarie pagine musicali, riferimento di generazioni di musicisti di tutto il mondo". E' quanto ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Un poeta del pianoforte che nei suoi lunghi anni di straordinaria carriera ha dato lustro all’Italia sulla scena artistica internazionale. Alla sua famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze”.

Fontana: "Scompare un pianista virtuoso e appassionato"

"Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa dell’illustre maestro Maurizio Pollini" dichiara il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. "Il suo virtuosismo e la sua passione nell’interpretazione dei capolavori dei più grandi compositori classici resteranno una fonte di ispirazione per le giovani generazioni di pianisti. Giungano alla famiglia le mie più sentite condoglianze”.

La Russa: "Ha rappresentato la musica italiana nel mondo"

"La scomparsa del pianista e direttore d’orchestra Maurizio Pollini costituisce un grande lutto per la musica italiana che ha saputo rappresentare al meglio di fronte a tutto il mondo" dichiara il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Dotato di impressionante talento, è stato un protagonista della Scala di Milano. Le condoglianze, mie personali e del Senato della Repubblica, ai suoi cari".

Accademia Santa Cecilia: "Uno dei grandi del nostro tempo"

L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Presidente - Sovrintendente Michele dall'Ongaro, il Direttore Musicale designato Daniel Harding, il Direttore Emerito Antonio Pappano, l'Orchestra, il Coro e i lavoratori tutti piangono la scomparsa di Maurizio Pollini, uno dei grandi musicisti del nostro tempo e Accademico di Santa Cecilia dal 1978. Si è esibito in Accademia in oltre sessanta produzioni: è il 22 gennaio 1961 quando il giovane Pollini debutta con l’Orchestra ceciliana interpretando il Quarto concerto per pianoforte di Beethoven. Fu lui il protagonista, insieme a Myung-Whun Chung, dell’inaugurazione della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con la Fantasia corale di Beethoven il 21 dicembre 2002. La sua ultima esibizione a Santa Cecilia risale al 7 febbraio del 2022.

"Con la morte di Maurizio Pollini non solo piangiamo la scomparsa di un grande pianista, ma anche di un pezzo di fondamentale importanza della cultura del Novecento" ha dichiarato il presidente-sovrintendente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Michele dall'Ongaro. "Lontano da ogni forma di narcisismo individualista - ha aggiunto dall'Ongaro - Pollini ha sempre messo gli autori e le loro opere, da Bach a Chopin, al centro della sua ricerca rigorosa e delle radici profonde del pensiero musicale. Questa lezione ha coinvolto anche tanti autori di oggi, come Stockhausen, Boulez, Nono, Manzoni, Sciarrino e prima ancora Schönberg, Webern, Berg e Debussy. Questa lezione si è allargata anche alle ragioni etiche e morali che guidano l'artista di oggi nelle sue nelle sue scelte musicali, intellettuali e civili. Un modo di pensare musicalmente la vita che diventerà materia di studio e di esempio per molte generazioni".

"Lunghissimo il rapporto tra Pollini e Santa Cecilia iniziato sin dalle prime tappe della sua carriera fino all'inaugurazione del nuovo Auditorium nell'anno 2002 con il coro e l'orchestra di Santa Cecilia diretti da Chung e che è proseguita fino a oggi con concerti, sempre seguitissimi da un pubblico festoso e pieno di giovani", ha concluso il presidente-sovrintendente di Santa Cecilia.

Maggio Fiorentino: "Aveva il pianoforte nel cuore e nelle dita"

"Facciamo fatica a crederlo: una delle figure artistiche più importanti del pianismo mondiale, un grandissimo interprete tra i massimi del nostro tempo, uno studioso delle note, il pianoforte nel cuore e nelle dita, Maurizio Pollini, si è spento oggi 23 marzo 2024 a Milano" scrive il Maggio Musicale Fiorentino sui suoi profili social. "Tutto il Maggio Musicale Fiorentino, con il maestro Gatti e il maestro Zubin Mehta partecipa, con profondo cordoglio il lutto ed è vicino alla famiglia del maestro Pollini". "È difficile menzionare tutte le volte, nella sua gloriosa carriera, che ha emozionato il pubblico fiorentino con le sue interpretazioni di Chopin, Mozart o Beethoven o di molti altri compositori classici e romantici ma ricordiamo con commozione il suo ultimo concerto del 29 ottobre 2022 quando con il maestro Zubin Mehta offrì a Firenze nella grande Sala del Teatro l’esecuzione del concerto K595 di Mozart", conclude il post del Maggio.

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Depeche Mode a Milano, notte grandiosa che attraversa...

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Al Forum di Assago la band britannica regala due ore di show con pezzi del nuovo album come 'Ghosts again' e 'Wagging Tongue' ed evergreen come 'Enjoy the Silence', 'Stripped' e 'Just Can't Get Enough'

I Depeche Mode in concerto a Milano (AdnKronos)

I Depeche Mode tornano a Milano e il Forum di Assago si trasforma in un santuario per gli appassionati di musica quando la leggendaria band elettronica onora il palco per un concerto che celebra una carriera di oltre quattro decenni. A differenza di altre band coeve ancora in attività, il duo inglese non ha mai imboccato la via del revival nostalgico, con il pubblico in costante attesa delle hit del periodo d'oro ma in tutti questi anni ha saputo essere ancora rilevante. L’ultimo album ‘Memento Mori’ è qui a testimoniarlo, degno capitolo di una discografia a dir poco eccezionale, che è entrata in risonanza con un pubblico multigenerazionale di ogni latitudine nel mondo, come i biglietti inceneriti in poche ore dell’intero tour italiano dimostrano.

L'atmosfera all'interno del Forum di Assago è quella delle grandi occasioni quando le luci si abbassano e le note solenni di ‘My Cosmos Is Mine’ iniziano a risuonare. Non fa in tempo a salire sul palco, accolto da un boato di applausi, che Dave Gahan, osannato frontman, ancheggia e seduce gli spalti, con presenza e movenze ormai iconiche, come l'aura mistica del più defilato (ma non per questo meno presente) Martin Gore, unici superstiti della formazione originale dopo l’improvvisa scomparsa del compianto Andy Fletcher, avvenuta nel 2022, quando il profetico titolo dell’album, in quel momento non ancora uscito, era già stato deciso.

Il duo sembra più affiatato che mai, con un’intesa ormai cementata dal secondo anno consecutivo di tour mondiale che aveva già toccato l’Italia con le date negli stadi del 2023. Intesa sul palco che scaccia definitivamente i timori di chi li dava per spacciati e temeva il loro scioglimento dopo la scomparsa di 'Fletch', da sempre discreto collante e paciere tra le ingombranti personalità del frontman Dave e dell’autore Martin. Sui ritmi pulsanti di ‘Wagging Tongue’ eccoli intonare la loro 'musica per le masse'. Anche stavolta basta poco alla band di Basildon per infiammare il Forum, alternando pezzi del nuovo lavoro discografico a brani evergreen. In oltre due ore di concerto, i pionieri dell’elettronica restituiscono al popolo milanese la stessa energia dell’estate scorsa. Stavolta però l'enfasi è triplicata.

Ogni brano della scaletta risuona profondamente con il pubblico, suscitando ora applausi ora cori. I Depeche Mode, con la loro ormai fedele e ultra-rodata formazione dal vivo, dominano il palco su cui troneggia una enorme ‘M’ e le video installazioni supervisionate dall’inseparabile e geniale fotografo-regista-amico-di-sempre, Anton Corbijn. La platea apprezza e ringrazia. Hit come ‘It's No Good’, ‘In Your Room’ e ‘Walking in My Shoes’ mostrano la caratteristica miscela della band di paesaggi sonori oscuri e atmosferici e groove contagiosi; seguono le classiche ‘Policy of Truth’ ed ‘Everything Counts’, che trasportano i fan indietro nel tempo. E poi ‘Precious’ e l’ultimo singolo 'Before We Drown’, a testimoniare l’evoluzione sonora e stilistica della band, dalle hit pop alle sonorità più complesse e dark di fine anni 90’ e degli anni 2000.

Segue un'affascinante performance acustica di ‘Strangelove’, cantata da Martin Gore, la cui tenera voce e l'arrangiamento essenziale aggiungono una nuova dimensione all'amato classico. Man mano che il concerto si sviluppa, la band si tuffa nel suo sterminato catalogo, spaziando dalla malinconica ‘Ghosts Again’ primo singolo dall’ultimo album, alla ipnotica ‘I Feel You’, fino alla minacciosa ‘A Pain That I'm Used To’ e alla pulsante ‘Behind the Wheel’, dedicata a Fletcher. Ciascuna canzone a dimostrare l'impareggiabile visione artistica della band, fatta di suoni sintetici e linee vocali che rimangono addosso per sempre, impreziosite dalle chitarre bluesy e minimaliste e dalle armonie vocali di Martin Gore.

Dave Gahan è in gran spolvero, tiene il palco come nessun altro e non sembra possibile stia per festeggiare 62 anni, con i suoi ormai iconici gilet, portati rigorosamente a petto nudo, le movenze sinuose e i tatuaggi che gli coprono braccia e petto. Lo show è un susseguirsi di inni anni ‘80 come ‘Black Celebration’ e ‘Stripped’, sempre cantate a squarciagola dai presenti, come in un rito liberatorio collettivo che culmina inevitabilmente con il capolavoro ‘Enjoy The Silence’ a chiudere la scaletta.

Ma è durante il bis che la magia raggiunge il suo apice, quando la band rientra con ‘Waiting for the Night’, seguita dai brani-monumento che tutti conoscono come ‘Just Can't Get Enough’ e poi l’ondata travolgente di braccia e mani che si piega, come da rito, al ritmo di 'Never let me down again'. E sembra davvero che non ci siano versi più adatti per congedare il pubblico. "Non voglio più tornare giù, non voglio più mettere i piedi a terra" urlano gli spettatori.

Sembra finita ma è solo un'illusione. La degna conclusione è sulle note dell'iconica ‘Personal Jesus’, il cui incedere contagioso e il ritornello-inno cantato all’unisono dal Forum sono il finale perfetto per una serata indimenticabile di musica eccezionale e ricordi che inevitabilmente ciascuno di noi ha legato a queste canzoni. La festa è rimandata a sabato, quando il duo farà il bis al Forum di Assago.

Ora le luci si accendono e la band saluta con un inchino. Resta un senso di euforia per le anime fortunate che hanno assistito alla trascendente performance della band britannica, portando con sé un’altra notte da custodire. Raramente si troverà infatti un fan del gruppo che ha visto solamente un concerto, anzi non è raro scovare persone che seguono ogni data per interi tour, sobbarcandosi spesso trasferte oltre i confini nazionali. Un’ulteriore testimonianza del potere duraturo della musica e dell'esperienza live dei Depeche Mode. (di Federica Mochi)

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Spettacolo

Subsonica, al via tour nei palazzetti

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Dal 3 aprile prossimo la band toccherà sette città italiane e svelerà live i nuovi brani dell'ultimo album 'Realtà aumentata'. Ad accompagnare la band nelle date nei palazzetti di Milano, Bologna e Torino ci saranno i due artisti torinesi Ensi e Willie Peyote. Il palco sarà largo oltre venti metri con 5 pedane autonome mobili che raggiungono 5 metri altezza

Subsonica, al via tour nei palazzetti

L’attesa è finita: dal 3 aprile prossimo i Subsonica fanno ritorno nei palazzetti italiani con il Subsonica 2024 tour. La tournée, prodotta da Live Nation, toccherà sette città e palasport nel mese di aprile 2024 e vedrà finalmente svelati live anche i nuovi brani del loro decimo album in studio 'Realtà Aumentata', uscito il 12 gennaio scorso. Si parte il 3 aprile a Mantova - con uno show che sarà preceduto dallo speciale soundcheck aperto 'Baci, abbracci e decollo kabuki', destinato a tutti i possessori del biglietto per il concerto - e si prosegue il 4 aprile al Forum di Milano, il 6 aprile al Zoppas Arena di Conegliano (Tv), l’8 aprile al Palazzo dello Sport di Roma, il 10 aprile all’Unipol Arena di Bologna, l’11 aprile al Nelson Mandela Forum di Firenze, per poi chiudere il 13 aprile all’Inalpi Arena di Torino.

Racconta la band: "'Realtà Aumentata' è un album che ha rinsaldato unanimemente il legame con i nostri e le nostre 'terrestri', come non succedeva da tempo. Pertanto, per fare spazio ai nuovi brani senza nulla togliere al nostro storico, suoneremo la scaletta più ampia e articolata di sempre". La produzione del live vede un approccio multidisciplinare in cui le varie tecnologie lavorano in sinergia, per raccontare attraverso forme inedite il mondo della band, esaltando l’identità di ciascuno dei cinque componenti. Su un palco largo oltre venti metri e di oltre quattro metri di profondità progettato da Jordan Babev - a cui poi si aggiungono schermi e fondale, per arrivare quindi a una profondità finale una decina di metri -, si nascondono 5 pedane autonome mobili che danno l’illusione di avere di fronte a sé un palco standard, ma che offrono incredibili possibilità di personalizzazione: i cinque componenti della band sono posizionati tutti sulla stessa linea, ma le pedane mobili si muovono fino a raggiungere i 5 metri di altezza.

La dimensione del distacco dal palco da una parte richiama il concept di 'Realtà Aumentata', dall’altra permette una visione interessante del concerto anche dalle tribune, ridefinendo così la visione canonica di uno show, spostando il focus dal centro della scena verso prospettive inconsuete e raramente considerate, esplorando ed ampliando la visione spaziale. Il collettivo torinese High Files ha curato e ideato tutta la parte visual del tour. Riccardo Franco-Loiri (Akasha), Tommaso Rinaldi, Niccolò Borgia, hanno realizzato i visual che contribuiscono a esaltare la componente luminosa come vere e proprie fonti di luce, stagliandosi su una massiccia presenza di ledwall che fa sia da cornice che da quadro, riempiendo la scena e portando il pubblico in un viaggio musicale fatto di potenza e stile che si alternano e si mescolano senza soluzione di continuità.

Il light e sound design, curato da Mister X, gioca con i fasci di luce usandoli anche come effetti speciali che illuminano volutamente i 5 artisti. Ad accompagnare la band nelle date nei palazzetti di Milano, Bologna e Torino ci saranno i due artisti torinesi Ensi e Willie Peyote: non è la prima volta che i due dividono il palco con i Subsonica, da sempre entusiasti di ospitare nei live altri esponenti della scena musicale contemporanea della loro città. I due rapper hanno collaborato in 'Realtà Aumentata' nel brano 'Scoppia La Bolla', pezzo presente in scaletta e che nelle date di Bologna, Firenze e Torino vedrà invece la presenza anche di Fabio Celenza, musicista e autore di doppiaggi parodistici comico-nonsense e che, per l'occasione, ha doppiato la band in una versione inedita della canzone.

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Pechino Express 2024, oggi ultima tappa in Vietnam:...

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Sarà una tappa davvero al limite, che metterà ancora una volta a dura prova la resistenza fisica e psicologica delle coppie in gara: i viaggiatori sono chiamati a percorrere una tappa ancora infinita, in corsa per 454 km, da Lao Cai a Dien Bien Phu

Costantino Della Gherardesca

Zaini in spalla e vento in faccia, come sempre. Ma stavolta anche pioggia battente. L’ultima tappa in Vietnam del viaggio lungo la Rotta del Dragone di Pechino Express – oggi, giovedì 28 marzo, in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now - si snoderà tra mille difficoltà, a partire dalle precipitazioni che renderanno tutto molto più faticoso. Sarà una tappa davvero al limite, che metterà ancora una volta a dura prova la resistenza fisica e psicologica delle coppie in gara: i viaggiatori sono chiamati a percorrere una tappa ancora infinita, in corsa per 454 km, da Lao Cai a Dien Bien Phu.

Dopo aver affrontato una nuova tappa non eliminatoria, al via si presentano: Fabio ed Eleonora Caressa a formare la coppia de “I Caressa”, poi Damiano e Massimiliano Carrara “I Pasticcieri”, Artem e Antonio Orefice “I Fratm”, Nancy Brilli e Pierluigi Iorio “I Brillanti”, Kristian Ghedina e Francesca Piccinini “I Giganti”, Maddalena Corvaglia e Barbara Petrillo “Le Amiche”, Estefania Bernal e Antonella Fiordelisi “Italia Argentina”. Ci sono anche Megan Ria e Maddalena Svevi, “Le Ballerine”, new entry della scorsa puntata e già inseritesi pienamente in clima gara.

In questa nuova puntata i concorrenti, provvisti solamente di uno zaino contenente una dotazione minima e di 1 euro al giorno a persona e in valuta locale, cominceranno il loro viaggio sotto il tempio sacro di Lao Cai, dedicato alla Dea madre del cielo, una delle quattro sante immortali del Vietnam. A inizio puntata sarà la coppia de 'I Pasticcieri', vincitori della terza tappa, a ricevere da Costantino Della Gherardesca la temuta busta nera che al traguardo decreterà se la puntata è eliminatoria o meno. Il percorso si snoderà tra strade tortuose e antiche tribù delle montagne del nord, portando i concorrenti a fare la conoscenza prima delle donne dell’antichissima etnia Hmong, vestite elegantemente con abiti unici coloratissimi confezionati da sarte incredibili, poi di quelle dell’etnia Black Tai, che secondo una secolare tradizione dopo il matrimonio non si tagliano più i capelli. Tra colpi di scena e sorpassi mozzafiato, le coppie raggiungeranno il primo traguardo intermedio, e i primi a firmare il libro rosso riceveranno l’immunità, con la garanzia di mettere in tasca un biglietto per il Laos.

Tra mille peripezie, ma anche incomprensioni e riconciliazioni, i viaggiatori raggiungeranno il tappeto rosso a Dien Bien Phu, sotto il glorioso monumento che celebra la grande vittoria dei Việt Minh contro i colonizzatori francesi. Qui si scoprirà quali coppie potranno richiudere gli zaini per partire in direzione Laos: la tappa sarà nuovamente non eliminatoria o qualcuno dovrà far ritorno a casa? La puntata è sempre disponibile on demand e visibile su Sky Go.

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