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Osservatorio Vorwerk: meno ‘neet’ e più occupati tra ragazzi Gen z, no ad anno sabbatico

Analizzati gli ultimi dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica mettendoli a confronto con altri raccolti da AlmaDiploma e sondaggi interni all’azienda con l’obiettivo di comprendere meglio i trend e le motivazoni che guidano i giovani italiani nella scelta del loro futuro

Osservatorio Vorwerk: meno ‘neet’ e più occupati tra ragazzi Gen z, no ad anno sabbatico

La GenZ è stata definita in tanti modi ma, soprattutto quando si parla di lavoro, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni sembrano avere le idee chiare: piuttosto che stare a casa o “parcheggiarsi” per anni all’Università preferiscono approcciare il mondo del lavoro di petto. A testimoniarlo sono gli ultimi dati ISTAT secondo cui negli ultimi 5 anni, mentre è cresciuto di quasi 6 punti percentuali – da 33,6 a 39% – il tasso di occupazione dei ragazzi tra i 18 e 24 anni che hanno abbandonato gli studi, si è ridotto il numero dei Neet – i ragazzi tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano - passati dal 23,2% al 19%. (Video)

A raccontare questo spaccato è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Vorwerk per l’Italia che ha analizzato gli ultimi dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica mettendoli a confronto con altri raccolti da AlmaDiploma e sondaggi interni all’azienda con l’obiettivo di comprendere meglio i trend e le motivazoni che guidano i giovani italiani nella scelta del loro futuro al termine o durante la formazione scolastica. Se si guarda ai diplomati del 2022, infatti, tra il 69,6% di loro che oggi è iscritto a un corso di laurea, il 49,3% si dedica solo agli studi mentre il 20,3% studia e lavora. Il 18,8%, invece, lavora esclusivamente. Una ulteriore testimonianza che oggi quasi 4 ragazzi su 10, dopo la scuola dell’obbligo, iniziano ad approcciarsi al mondo del lavoro.

“Sono molte le indagini che confermano la tendenza dei ragazzi della Generazione Z ad un approccio più concreto e diretto nei confronti del mondo del lavoro”, commenta Giovanni Rainoldi, sociologo e consumer insights manager di Vorwerk Italia. “Un mondo del lavoro che, soprattutto dopo la pandemia, si sta evolvendo anche per venire incontro a nuove necessità dei lavoratori. A differenza dei loro predecessori, i giovani sono meno disposti al compromesso e, in più del 90% dei casi – secondo Eurobarometro- scelgono un lavoro che, oltre ai benefit e a un buon salario, sia in grado garantire anche il rispetto dell’equilibrio lavoro-vita privata. D’altronde, l’indagine condotta dall’area studi Legacoop e Ipsos ci dice che per la GenZ il lavoro è al sesto posto nella scala valoriale, dopo famiglia, amicizia, amore, ma anche da divertimento e cultura”.

Tra i settori a cui si approcciano con più naturalezza molti giovani c’è sicuramente quello delle vendite – in shop, online o dirette – che rappresentano un primo banco di prova dove testare le proprie qualità ed inclinazioni e dove poter iniziare a guadagnare per rendersi indipendenti. Il loro essere nativi digitali e avvezzi alla comunicazione sui diversi social media, infatti, fa di loro una generazione in grado di moltiplicare le occasioni e i canali di vendita, portando una ventata di aria fresca nel settore e, secondo molti, anche nel sistema economico nel suo complesso.

Uno degli ambiti che più può beneficiare delle skill innate dei GenZers è proprio quello delle vendite porta a porta. Se storicamente si basa sulla dimostrazione dei prodotti in casa del cliente, il settore negli ultimi anni – e soprattutto nella fase post pandemia - si sta evolvendo, anche grazie alle tecnonologie e alla comunicazione digitale, pur rimanendo una professione basata sulle relazioni e il tocco umano. Le nuove tecnologie offrono oggi, oltre alla possibilità di ottimizzare il lavoro di tutti i giorni, nuove opportunità per creare e ampliare la rete di vendita diretta, e anche un valido apporto multimediale alla capacità di saper presentare e raccontare le peculiarità di un prodotto dal vivo.

“Il nostro è un settore che sta vivendo una fase di rinnovamento” - commenta Adrian Fritz Graf, direttore marketing di Vorwerk Italia - e durante la pandemia abbiamo investito molte risorse per digitalizzare la modalità di lavoro. Oggi, grazie anche all’ingresso di numerosi ragazzi nativi digitali, stiamo assistendo a una modalità di lavoro e di networking sempre più moderna, in cui gli ausili digitali come tablet e smartphone, i contenuti multimediali di supporto alle dimostrazioni nonché le dashboard e le piattaforme dedicate sono diventati un fattore imprescindibile e abilitante della professione di venditore”.

Uno scenario esemplificativo dell’impatto delle nuove generazioni digitali nel mondo della domanda/offerta lavoro e del gap valoriale tra generazioni di fronte alle motivazioni di scelta di una professione lo offre l’ultima rilevazione interna di Vorwerk sulla la forza vendita (dicembre 2023). Vorwerk Folletto può contare su una forza vendita di 3.800 tra promotori, agenti e team leader, distribuiti su tutto il territorio e guidati da un team che si compone di 3 direttori vendita, 19 capi zona e 138 capi distretto, supportati da 24 uffici commerciali.

Dagli ultimi dati si evince che sono sempre più i giovani che si approcciano a una carriera nella vendita diretta porta a porta: se si guarda ai Promotori junior Folletto – coloro che dopo il percorso di inserimento si confermano nella vendita – oltre la metà ovvero il 57%, è composta da under 40. Nel dettaglio il 32% è rappresentata ai Millenials – o generazione Y, nati tra la metà degli anni ‘80 e la fine degli anni ’90 – e il 25%, uno su quattro, è composta da GenZers. Se si guarda poi al ruolo di Capo gruppo – coloro che guidano un team che va dai 5 ai 50 venditori - il 21% è oggi composta da Millenials, e in molti casi si tratta di Under30 con alle spalle almeno due anni di carriera come agenti Folletto a cui sono stati affidati team di vendita contribuendone al dinamismo e al grande successo.

Dall’ultima rilevazione interna di Vorwerk su tutta la forza vendita (dicembre 2023) si evince con chiarezza il ribaltamento valoriale tra le generazioni di fronte alla scelta professionale.

Interrogati sulle motivazioni principali della scelta di lavorare per Vorwerk Folletto, tra i venditori under40 il 46% riporta la “possibilità di crescita e alla realizzazione personale”, il 22,2% la possibilità di organizzare il tempo, mentre solo il 17,5% guarda ai guadagni e alla possibilità di indipendenza economica. La scala di valori risulta capovolta per gli over40 che vedono ancora nel guadagno e nella dipendenza economica il principio che guida la scelta di un lavoro, la prima motivazione (per il 35,7%) e a seguire crescita e realizzazione personale (il 26,2%) e il worklife balance (solo il 14,3%).

L’affondo sulla forza vendita porta a porta di Folletto non sempre trova corrispondenza nella composizione e nelle statistiche raccolte tra gli Incaricati alla Vendita Bimby®, dove il sistema di vendita è diverso – il cosiddetto “party-plan” ovvero la dimostrazione in casa di un ospite – e permane una preponderanza femminile. La spinta legata alla possibilità organizzare meglio i tempi di vita professionale e personale prevale qui tra le motivazioni di ingresso e permanenza della salesforce Bimby®.

“Libertà, guadagni e indipendenza sono da sempre le tre parole più utilizzate per descrivere il settore delle vendite dirette da partge degli addetti” ha commentato Michela Caristia, head sales leadership & training di Vorwerk Italia. “Negli ultimi anni però, abbiamo registrato un leggero cambio di percezione da parte degli addetti: insieme a un massiccio ingresso di giovani, i concetti di ‘sviluppo’ e ‘fiducia’ – ovvero l’esigenza di sviluppo personale e professionale e di creare relazioni basate sulla fiducia - sono entrati a far parte dei valori associati alla vendita diretta, e sono ora alla base delle motivazioni che spingono a iniziare una carriera da noi. Una carriera che, ricordiamo, superato lo scoglio iniziale può portare grandi soddisfazioni e un’ottima remunerazione”, ha continuato.

Non tutti però sono portati “naturalmente” per un lavoro basato sulla relazione umana e sulla capacità di stabilire un rapporto di empatia con persone sempre diverse: c’è anche bisogno di un “metodo” che, per gli aspiranti venditori Folletto, si declina in percorsi di formazione strutturati e sempre accessibili. Dal percorso di ingresso InFolletto – 5 mesi di formazione e affiancamento “on the job” – a quello offerto a chi si candida a diventare Capo Gruppo e alla Folletto Academy fino al corso per diventare agenti di commercio che Vorwerk eroga gratuitamente, rilasciando la certificazione quale Ente Formatore Certificato dalla Regione Lombardia.

Oltre alla formazione sul campo, dunque, e a tanta forza di volontà, per riuscire in questo settore è fondamentale anche una preparazione teorica che insegni le basi per diventare un vero e proprio manager di sé stesso e, in molti casi, a diventare veri e propri imprenditori responsabili di un gruppo di lavoro. “Ho deciso di non iscrivermi all’Università perchè avevo voglia di essere indipendente e devo dire che, grazie a Folletto sono riuscito ad esserlo già da subito” ha raccontato Alberto Lasia, capo gruppo Folletto attivo nella provincia di Sassari. “Ho iniziato così a lavorare a 19 anni senza nessuna esperienza e, grazie a un affiancamento con una figura senior che mi ha insegnato le basi, diversi corsi di formazione e tanto lavoro sul campo, sono riuscito ad ottenere risultati oltre le mie aspettative. Nel 2018, infatti, ad appena 21 anni, sono stato premiato come il miglior venditore d’Italia, un riconoscimento che mi ha dato molta soddisfazione e che mi ha permesso, nel giro di due anni, di diventare un capo gruppo. Oggi a 27 anni, coordino l’attività di 25 venditori e grazie a tanto impegno, passione e una predisposizione per le relazioni interpersonali, in questi anni sono riuscito a realizzare tanti sogni, inarrivabili a un ragazzo della mia età, e a crescere professionalmente trovando in questa azienda e in questo lavoro la mia strada”, ha concluso.

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Inps: al via presidenza Fava, insediato nuovo Cda

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Sarà affiancato da un cda composto da quattro membri: Micaela Gelera, Marialuisa Gnecchi, Antonio Di Matteo, Fabio Vitale

Inps: al via presidenza Fava, insediato nuovo Cda

Al via il nuovo corso all'Inps con l'insediamento del presidente Gabriele Fava e il nuovo Consiglio d’amministrazione. Più grande ente previdenziale d’Europa, l'Inps eroga oltre 400 servizi a una platea di 42 milioni di utenti, attraverso una rete capillare di 671 sedi e sportelli in tutto il territorio nazionale. Fava, nominato dal Cdm, su proposta del ministro del Lavoro Elvira Calderone sarà affiancato da un cda composto da quattro membri: Micaela Gelera, già commissario straordinario dell’Inps; Marialuisa Gnecchi, ex vicepresidente dell’Inps; Antonio Di Matteo, membro nel Cnel e membro del Cda di Enpals e Fabio Vitale, direttore presso il Mise e attualmente all’Agea.

“L’obiettivo principale del nuovo corso dell’Inps - afferma Fava - sarà quello di supportare la trasformazione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, cioè da sistema di gestione pubblica delle risorse contributive e socio-assistenziali, a sistema capace quindi di generare valore per la persona, affinché sia consapevole delle prospettive aperte lungo l’arco della sua vita attiva, dei diritti e delle prerogative che l’Istituto garantisce". "Avvieremo da subito - aggiunge - una grande campagna di ascolto con tutti gli stakeholder, interni ed esterni, con l’impegno di consolidare e migliorare il rapporto già esistente con le Pubbliche amministrazioni, le parti sociali, le imprese e tutti i soggetti pubblici e privati che a diverso titolo interagiscono con l’Istituto nell’interesse dei beneficiari delle prestazioni previdenziali e di welfare".

In occasione dell’insediamento, Calderone, che si trova in missione a Washington ha inviato un messaggio con auguri di buon inizio della consiliatura, confermando la sua presenza il prossimo 23 aprile, al primo Cda dell’Istituto. Il Ministro, ringraziando per il “qualificato e indispensabile apporto del Commissario Straordinario e del Direttore generale”, ha rivolto un augurio a tutte le risorse dell’Istituto che hanno permesso l’attuazione delle recenti riforme, anche sacrificando giornate festive o di ferie. “Dalla buona gestione dell'Inps dipendono i destini di decine di milioni di nostri concittadini e non solo ed è quindi indispensabile lavorare per il miglioramento costante dei servizi erogati”.

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Giovanni Paolino confermato alla guida di Avedisco

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L'associazione vendite dirette servizio consumatori

Giovanni Paolino confermato alla guida di Avedisco

Avedisco, associazione vendite dirette servizio consumatori, conferma Giovanni Paolino nel ruolo di presidente per il quinto mandato consecutivo. Nell’Assemblea di oggi, i delegati delle aziende associate hanno rinnovato per acclamazione la loro fiducia nell’attuale presidente, applaudendo le scelte strategiche adottate negli ultimi anni.

Al fianco di Giovanni Paolino, amministratore dell’Azienda Associata Eismann Srl, ci sarà come vice presidente Luigi Pesle, vice presidente del consiglio di amministrazione e co-fondatore dell’associata Evergreen Life Products Srl, come segretario generale Giuliano Sciortino e Alessandro Ghidini come tesoriere.

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Peste suina, Cia: “Flop piano contenimento cinghiali...

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Angela Garofalo: "Responsabile nazionale zootecnia: nonostante prodotti sani e nessun pericolo per consumatori"

Peste suina, Cia:

"Il piano di contenimento dei cinghiali per contrastare la peste suina va a rilento. La burocrazia è lenta mentre i cinghiali vanno veloci e il virus continua a diffondersi. Noi abbiamo sollecitato la struttura governativa e quella commissariale, si era parlato dell'intervento dell'esercito ma ancora non si è visto nessuno. E le carcasse di cinghiali positive al virus ritrovate nella zona della provincia di Parma sono salite a 48. E' bene ricordare che il virus non è entrato negli allevamenti di suini e che comunque non ci sono problemi per la salubrità dei prosciutti e dei consumatori, ma si tratta di un problema soprattuto economico per gli allevatori: il virus si propaga velocemente sui suini e causa la morte dell'animale". Così, con Adnkronos/Labitalia, Angela Garofalo, responsabile nazionale zootecnia di Cia-Agricoltori italiani, con Adnkronos/Labitalia, sull'allarme peste suina sempre più presente nei cinghiali nella zona del Parmense e che ha portato alla decisione da parte della Ue di stabilire che Langhirano, la patria del Prosciutto di Parma, rientra nella zona di restrizione II e quindi sarà soggetta a stretta sorveglianza.

Secondo Garofalo sono gravi "le difficoltà che stanno affrontando gli allevatori nel vendere i loro animali nonostante il prodotto sia oggi ancora più sicuro rispetto ad altri territori, visti i controlli stringenti. Purtroppo però diversi Paesi extra Ue hanno bloccato l'export e quindi trasformatori e industriali hanno difficoltà ad acquistare gli animali dagli allevatori", spiega ancora.

Un danno pesantissimo per il nostro export extra Ue, sottolinea Garofalo, considerando anche che "il settore vale 10 miliardi di fatturato e dopo un eventuale blocco dell’export da parte di un Paese terzo -spiega ancora- sono necessari due anni dal ritrovamento dell’ultima carcassa positiva alla Psa per poi completare l’iter di riqualificazione che richiede altrettanto tempo, per questo c’è grossa preoccupazione su eventuali ulteriori blocchi da paesi extra Ue", spiega ancora.

E Garofalo lamenta quindi che gli allevatori sono praticamente lasciati soli a fronteggiare questa emergenza: "Gli allevatori sono sempre più preoccupati perchè sempre più cinghiali vengono trovati morti intorno agli allevamenti, con tutto ciò che questo comporta. C'è infatti da sottolineare che tutte le misure di bio sicurezza previste negli allevamenti per evitare l'ingresso della peste suina necessitano di interventi strutturali che sono tutti a carico degli allevatori, eccetto delle risorse messe in campo dalle Regioni con dei bandi", conclude.

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