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Politica

Donzelli: “La sinistra fatica ad accettare la sconfitta”

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Giovanni Donzelli (Fotogramma)

Le accuse da sinistra di occupazione del potere? “Faticano ad accettare che governare, quando non tocca a loro, non sia un sopruso”. Lo afferma Giovanni Donzelli, capo dell’organizzazione nazionale di Fratelli d’Italia, che, in un’intervista al Corriere della Sera, interviene anche sul caso Colosimo e sottolinea: “Non possiamo farci frenare nella nostra azione dalla costruzione di polemiche su presupposti falsi”.

Donzelli rivendica la “centralità conquistata dal presidente Meloni sul piano internazionale. Mai vista una attenzione tale al nostro Paese dovuta alla postura che chi guida questo governo e il governo stesso ha in una fase e in un contesto internazionale difficile. Ci raccontavano che saremmo stati i reietti dell’Occidente, anche solo le foto che mostrano Meloni e Biden fanno capire che non andiamo con il cappello in mano davanti a nessuno. E questo dà credibilità e forza all’Italia, a vantaggio di tutti”.

Poi sulla Rai aggiunge: “Siamo per una Rai meritocratica e libera, per smantellare un sistema di potere incancrenito da anni. Se c’è chi in un clima di libero confronto non si trova a suo agio, fa o farà le sue scelte: evidentemente c’è chi ha capito che non valgono più i criteri di prima, che avevano portato alcuni a fare quello che volevano. L’informazione non sarà più gestita come un tempo: ora conterà il merito, anche perché se dovessimo promuovere solo chi ha la tessera di FdI avremmo ben pochi nomi da ‘piazzare’! Pluralismo, libertà e confronto. E lo dice uno che la sua prima apparizione in tv l’ha fatta con Santoro…”.

Sulla questione di Bonaccini commissario per l’Emilia-Romagna, Donzelli sottolinea: “Ricordo che questo governo in pochi giorni ha stanziato oltre 2 miliardi per l’emergenza, con l’acqua che ancora asfissia le terre e la gente sfollata. Tempi record. Serviranno altri fondi, progetti. Il problema è chi dovrà spendere i soldi? Ogni cosa a suo tempo. Ora alla gente interessa riprendere a vivere e produrre. È imbarazzante si polemizzi su questo”.

Quanto, infine al richiamo di Mattarella sulla decretazione d’urgenza, l’esponente di Fdi osserva: “Sono rilievi fondamentali per un confronto democratico. È vero però che da quando è nato questo governo abbiamo avuto un tale numero di emergenze da dover agire con la massima rapidità ed efficienza. Ma abbiamo sempre sostenuto l’importanza della centralità del Parlamento. Non saremo noi a metterla in discussione”.

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Politica

Ue, Meloni: “Vogliamo che l’Italia sia esempio in spesa fondi europei”

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"L'obiettivo è non perdere neppure un euro"

Giorgia Meloni

“Vogliamo trasformare l’Italia da nazione che è stata troppo spesso fanalino di coda nella spesa dei fondi europei a nazione virtuosa che possa fare da esempio per le altre”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo a Genova alla presentazione dell’accordo con la Regione Liguria per l’utilizzo dei fondi di coesione. “L’obiettivo è non perdere neppure un euro perché l’Italia non se lo può permettere”, ha aggiunto.

“Noi ce la mettiamo tutta, questo accordo che oggi sigliamo con la Liguria è solo il primo esempio di una nuova stagione della capacità che ha l’Italia di spendere i fondi europei” assicura. “Noi vogliamo rappresentare una nazione responsabile, capace, in grado di soprattutto quando attraversa momento di difficoltà di non raccontare al mondo che disperde le risorse, ma che è la prima e la più brava nel spenderle” sottolinea.

“Nella prossima legge di bilancio abbiamo un collegato dedicato all’economia del mare e in quel collegato raccoglieremo le esigenze e le proposte dei vari settori, compreso quello della nautica” conclude.

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Politica

Migranti, 5000 euro per evitare il Cpr: opposizione contro governo

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La norma in un decreto viene aspramente criticata. Pd: "Governo si comporta da scafista"

L'hotspot di Lampedusa

Opposizione all’attacco del governo per la norma di un decreto del Ministero dell’Interno relativo ai richiedenti asilo, in base alla quale si introduce una “garanzia finanziaria di 4.938 euro” da versare per evitare la permanenza in un Cpr. La norma finisce nel mirino in particolare del Pd, mentre il tema migranti è sotto i riflettori dopo la raffica di sbarchi a Lampedusa nei giorni scorsi.

Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale riguarda l'”Indicazione dell’importo e delle modalita’ di prestazione della garanzia finanziaria a carico dello straniero durante lo svolgimento della procedura per l’accertamento del diritto di accedere al territorio dello Stato”.

La “garanzia finanziaria” nell’articolo 1 viene definita “idonea quando l’importo fissato e’ in grado di garantire allo straniero, per il periodo massimo di trattenimento, pari a quattro settimane (ventotto giorni), la disponibilita’: a) di un alloggio adeguato, sul territorio nazionale; b) della somma occorrente al rimpatrio; c) di mezzi di sussistenza minimi necessari, a persona”.

Nell’articolo 2 si specifica che “l’importo per la prestazione della garanzia finanziaria è individuato, per l’anno 2023, in euro 4.938,00. L’aggiornamento dell’importo è avviato a cadenza biennale, di seguito alla definizione del costo medio del rimpatrio”.

Secondo l’articolo 3, “la garanzia finanziaria è prestata in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi. La garanzia finanziaria deve essere prestata entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico”.

Quindi, l’articolo 4 chiarisce che “nel caso in cui lo straniero si allontani indebitamente, il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa”.

“La scelta di far pagare una sorta di cauzione per non essere rinchiuso in un Cpr è l’ennesima tappa di uno spettacolo indegno di un governo sconvolgentemente inadeguato. Un governo che si comporta da scafista”, dice Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.

“Un governo che non investe, facendo tesoro delle parole del presidente Mattarella, sull’unica misura utile per evitare gli arrivi irregolari cioè su canali di accesso legali e sicuri. L’idea della cauzione è grave sul piano dei principi, determinando, perfino tra i migranti rimpatriabili, migranti di serie A e migranti di serie B e paradossale su quello degli effetti, perché il migrante da espellere inserito in reti illegali avrà più mezzi del migrante più marginalizzato e privo di tutto. Infine è una strada che insospettisce”, aggiunge.

“Viene infatti il dubbio – prosegue l’esponente dem – che il governo consapevole che quella dei Cpr sia una sorta di soluzione macabra destinata a una estrema minoranza di persone presenti, tenti già di correre ai ripari attraverso questo pericoloso pasticcio”. “Sfidiamo la destra a farla finita con queste operazioni e di scommettere sulla definizione di una strategia che, partendo dalla cancellazione della Bossi Fini e dalla lotta in Europa per imporre l’obbligo alla redistribuzione, scommetta su legalità e accoglienza di qualità”, conclude Majorino.

“La norma del governo che chiede ai richiedenti asilo di versare una somma di 5mila euro per evitare di essere trattenuti all’interno dei Cpr è scafismo di Stato, una tangente discriminatoria, classista e disumana verso chi scappa da fame e guerre. Ci sarebbe da vergognarsi solo per averlo pensato. Ma c’è di peggio: questa norma è illegale in quanto la Corte di giustizia europea nel 2020 ha già sanzionato una misura analoga introdotta dall’Ungheria”, dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

“Cinquemila euro per il richiedente asilo che voglia evitare il centro di trattenimento. Non ce la fanno, è più forte di loro: anche la richiesta di asilo diventa una questione di censo”, scrive su Facebook il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.

“Chi può permetterselo pagherà 5mila euro per evitare di finire in un centro per il rimpatrio mentre analizzano la sua pratica – prosegue il leader di Si – per i poveri cristi che posseggono solo quello che hanno indosso invece si possono aprire le porte dei centri, dove spesso si dorme per terra e manca tutto”.

“La misura, pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale è oscena e incommentabile. Dicevano di voler dare la caccia agli scafisti in tutto il globo terracqueo e invece si comportano come loro, taglieggiando 5mila euro con fideiussione bancaria”, conclude Fratoianni.

“Dopo aver trasformato i Cpr in luoghi di detenzione, fino a 18 mesi per un illecito amministrativo, adesso hanno anche fissato la cifra per la cauzione”, scrive su X Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva, a proposito della misura.

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Politica

Cofferati annuncia rientro nel Pd, renziani in rivolta

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Sensi (Pd): "Rispetto per chi ha militato e lavorato per questo partito". E da Iv Renzi manda "un abbraccio ai riformisi presi in giro"

Sergio Cofferati - Fotogramma

“Ho deciso di iscrivermi di nuovo al Pd perché condivido l’orientamento che il partito ha preso dopo l’elezione di Elly Schlein alla segreteria. Penso sia giusto dare una mano: la stagione del renzismo è definitivamente finita”. L’annuncio di Sergio Cofferati a ‘La Stampa’ scatena la rivolta dei renziani dentro e fuori le file dem.

“Quando si entra o si torna in un partito – tuona via Twitter il senatore dem Filippo Sensi – sarebbe buona norma rispettare le persone che ci sono, che in questi anni hanno militato e lavorato per questo partito, le loro idee, le loro storie. Rispettando le persone si rispetta il Pd”.

Dura anche la reazione di Marianna Madia che sempre via social relica all’ex leader della Cgil citando una sua frase: “‘Se qualcuno nel Pd approva il Jobs Act deve spiegare qual è il contenuto riformista di quella brutta legge’ (cit. Sergio Cofferati). Ero responsabile Lavoro – ricorda Madia – nella prima segreteria Renzi. Pronta! Ad argomentare cosa siamo riusciti a fare e dove non siamo arrivati”.

In tema di Jobs Act arriva anche la replica della dem Lia Quarapelle: “Le riforme hanno sempre bisogno di un tagliando, alla luce delle cose che hanno funzionato e dei problemi nati nell’implementazione. La furia iconoclasta con cui alcuni – ultimo Cofferati – si scagliano contro il Jobs Act non aiuta a ragionare e guardare avanti”.

Mentre da Italia viva, il leader Matteo Renzi attraverso la sua Enews manda “un abbraccio a riformisti” per l’annunciato ritorno del ‘Cinese’. “Ieri Sergio Cofferati, l’uomo che scelse di far perdere il Pd in Liguria dopo aver perso le primarie contro Lella Paita, – scrive l’ex premier – è rientrato nel Pd e ha sparato contro il Jobs Act. Mando un abbraccio affettuoso a tutti i riformisti rimasti nel Pd. Vi stanno prendendo in giro”.

“Il ritorno di Sergio Cofferati nel Pd – gli fa eco il senatore Iv, Ivan Scalfarotto – è il segno che la mutazione genetica del partito prosegue senza sosta, in barba a quella vocazione maggioritaria che è stata la ragione stessa della sua fondazione. L’unica ragione per cui i tanti che hanno creduto in quel Pd possano restarci in questa versione movimentista – afferma Scalfarotto – e fatalmente minoritaria è che pensino sia soltanto una fase passeggera. È un grave errore di valutazione, dettato più dal sentimento che dalla ragione”.

Per il presidente dei senatori di Iv-Azione Enrico Borghi “la traiettoria corbyniana del ‘nuovo Pd’ si compie: rientra Cofferati, il campione del conservatorismo di sinistra (che peraltro assicura rendite alla destra, come si vide in Liguria). Lo sport dell’abiura iconoclasta al Nazareno continua. Non è più la casa dei riformisti”.

“Riconosco la coerenza con cui Sergio si sta muovendo. Aveva deciso di uscire da quel partito – commenta invece dalla Cgil il leader Maurizio Landini – perché evidentemente non vedeva più le condizioni per starci e il fatto che oggi coerentemente con quelle idee, riveda uno spazio, mi pare che confermi la sua coerenza. Cofferati fa quello che dice e quello che pensa. Poi la scelta di iscriversi a un partito – sottolinea – è sempre una scelta individuale ma il suo potrà essere un contributo importante”.

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Politica

Museo egizio, Schlein: “Da Meloni voglia di controllo e fame di poltrone”

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La segretaria Dem difende il direttore Greco: "L’unico motivo per cui la destra lo attacca è che non lo ritengono allineato al governo"

Non si placa lo scontro politico sul direttore del Museo egizio di Torino. Dopo l’attacco frontale del numero due della Lega Andrea Crippa che ha chiesto le dimissioni di Christian Greco accusato di essere “un direttore di sinistra” che ha gestito il museo “in modo ideologico e razzista contro gli italiani”, oggi in sua difesa interviene la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Greco ha guidato con professionali il Museo egizio. L’unico motivo per cui la destra lo attacca – sottolinea Schlein a margine di una iniziativa sulla non autosufficienza al Nazareno – è che non lo ritengono allineato al governo. Meloni ha molta voglia di controllo e fame di poltrone: lo abbiamo visto con l’occupazione della Rai, con Inps e Inail, con il Centro sperimentale di cinematografia. È grave, un atteggiamento sbagliato e inaccettabile. Non è quello che serve al Paese”, conclude.

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Politica

Forza Italia si ‘allarga’ in provincia di Roma, Tajani: “Avanti su fisco e giustizia”

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Il 14 ottobre evento a Monza con amministratori locali azzurri

Antonio Tajani  - Fotogramma

La famiglia di Forza Italia si allarga, accogliendo nuovi amministratori locali della provincia di Roma, e continua a lavorare per affermarsi come “centro di gravità permanente della politica italiana”, concetto che il segretario del partito Antonio Tajani va ripetendo da tempo e che ribadisce oggi, dando il benvenuto ai nuovi ‘azzurri’ nel corso di una conferenza stampa al Palazzo dei gruppi di Montecitorio.

“L’adesione di tanti amministratori locali a Forza Italia – commenta soddisfatto il vicepremier e ministro degli Esteri – dimostra lo stato di salute del nostro movimento”. Una comunità politica che coltiva “la propria identità” all’interno della coalizione di centrodestra “e che non ha bisogno di inseguire le idee degli altri”, perché, rimarca Tajani, “essere alleati non vuol dire essere un solo partito”. L’appuntamento fissato dal leader di Fi è per il 14 ottobre, quando a Monza “riuniremo gli amministratori locali di Forza Italia per affrontare il tema del governo del territorio”.

Per Alessandro Battilocchio, deputato di Forza Italia e coordinatore provinciale di Roma, si tratta di una “giornata importante”: “L’idea di fondo – spiega – è una grande squadra che si rafforza ed è pronta a portare avanti la più grande eredità che ci ha lasciato Silvio Berlusconi: le sue idee che rappresentano per noi la cornice di riferimento per il presente e il futuro”.

Pomezia, Albano, Fiumicino, Marino, San Cesareo, Anguillara, Rocca di Papa, Santa Marinella, Monterotondo, Valmontone, Campagnano, Castel Gandolfo, Tolfa: questi alcuni dei comuni della provincia di Roma dove Fi è attualmente presente. Ma i nuovi ingressi potrebbero non fermarsi qui. “Questa giornata non sarà l’ultima perché sono tanti gli amministratori che vogliono aderire al nostro progetto”, assicura Battilocchio.

La presentazione delle nuove adesioni è l’occasione per rilanciare alcuni temi cari a Fi, a partire dalla battaglia per la riduzione delle tasse: un impegno che, garantisce Tajani, Forza Italia intende onorare in vista della prossima manovra economica: “Faremo di tutto perché il governo conservi il taglio del cuneo fiscale. E ci batteremo per il taglio delle tasse su tredicesime, straordinari e premi di produzione”. Il vicepremier pone l’accento anche sulle privatizzazioni (“serve il coraggio di una riflessione”, sprona Tajani) a partire dal dossier Mps, sul quale occorre “accelerare”.

Sui migranti il titolare della Farnesina – reduce dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York – registra “molti riscontri positivi, soprattutto dai paesi di partenza. Già sta diminuendo il numero delle persone che arrivano in Italia da Tunisia e Libia. Non servono slogan ma tanto lavoro”.

Spazio anche al tema della giustizia, con il capogruppo alla Camera Paolo Barelli che insiste sulla separazione delle carriere e su una riforma delle intercettazioni: su quest’ultimo punto, il presidente dei deputati azzurri annuncia che sarà presentato un ordine del giorno “per un impegno del ministro Nordio, nei prossimi mesi, a presentare al Parlamento una riforma completa sulle intercettazioni”. Prosegue inoltre la battaglia dei Fi per l’abolizione dell’abuso d’ufficio, “reato che impedisce a tanti amministratori di fare bene il proprio lavoro”, sottolinea Tajani.

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Politica

Guardian incorona Giorgia Meloni: “Uno dei politici più potenti d’Europa”

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Il presidente del Consiglio "ottiene consensi anche a sinistra"

Giorgia Meloni

”Una volta era difficile trovare un italiano che ammettesse di amare Giorgia Meloni”, ma ora è riconosciuta ”come uno dei politici più potenti d’Europa”. Lo scrive il Guardian in un lungo articolo sulla presidente del Consiglio che ora, ”dopo quasi un anno al potere, ha ottenuto consensi anche a sinistra”. Con il trionfo di Fratelli d’Italia, nel Paese è salito al potere ”il governo più di destra dalla seconda guerra mondiale”, si legge nell’articolo, secondo cui però la presidente del Consiglio italiano ”ha assunto un tono rassicurante e pragmatico nel resto d’Europa e non solo”. Viene ricordato il suo ”incrollabile sostegno all”Ucraina” e la sua posizione favorevole a ”grandi accordi in Africa, siano essi sull’energia o, in modo più controverso, sull’immigrazione”.

Quanto alle alleanze internazionali, il Guardian scrive che ”un tempo fan di Donald Trump e Vladimir Putin, Meloni ha trovato nuovi amici in Joe Biden e Volodymyr Zelensky. Ha stretto un legame con Rishi Sunak, ha un rapporto più cordiale con Emmanuel Macron e la si vede spesso lavorare al fianco di Ursula von der Leyen”, l’ultima volta domenica a Lampedusa. ”Meloni ha stretto rapporti più profondi con i suoi alleati di estrema destra in Europa”, scrive il Guardian citando l’intervento a favore di Vox prima delle elezioni spagnole di luglio e l’incontro, la settimana scorsa a Budapest, con il suo omologo ungherese Viktor Orban con il quale ha parlato della difesa della famiglia ”tradizionale”.

Il quotidiano ricorda anche che Meloni è stata anche elogiata da un rivale di sinistra, Enrico Letta, ex primo ministro ed ex leader del Partito Democratico, che l’ha definita ”migliore del previsto”, e che Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, è stato criticato dai membri del Pd per aver definito Meloni ”capace”. Tuttavia, si sottolinea nell’articolo, il governo non esita a esercitare ”la sua influenza sulla Rai”, dove vorrebbe ”prendere il controllo” e ”cambiare la narrazione secondo il suo modo di pensare”.

Per quanto riguarda la lotta all’immigrazione clandestina, il Guardian scrive che il numero di persone che arrivano in Italia è più che raddoppiato tra gennaio e settembre rispetto allo stesso periodo del 2022.

”La patina di stabilità del governo italiano è dovuta in parte – sostiene il quotidiano britannico – al fatto che ha un’ampia maggioranza in parlamento e anche al fatto che l’opposizione è debole”.

Ma, ritiene il Guardian, ”finora è stato ottenuto ben poco” perché ”il governo sta venendo meno ai suoi impegni sull’immigrazione” e ”l’economia sta rallentando” mentre ”non ha una strategia chiara per affrontare la crisi climatica”. E in vista delle elezioni europee del prossimo anno il Guardian prevede ”un ritorno di una retorica intransigente e nazionalista”.

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Politica

Pd, segretario romano Foschi assunto al Cal: “Nessun imbarazzo”

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Un contratto a tempo determinato con "uno stipendio normalissimo, tra i 1600 e i 1800 euro" dice all'Adnkronos l'esponente Dem

Enzo Foschi (Fotogramma)


Il segretario Pd di Roma, Enzo Foschi, ha trovato lavoro. Dal primo settembre è infatti stato assunto dal presidente del Cal, Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Lazio, con una funzione amministrativa. Un contratto a tempo determinato con “uno stipendio normalissimo, tra i 1600 e i 1800 euro”, dice all’Adnkronos l’esponente dem, che è pronto a rescindere nel caso in cui alle prossime elezioni del Cal, previste il 9 novembre, dovesse esser nominato un presidente di opposto schieramento rispetto al suo.

Ma cos’è il Cal? E’ un organismo di controllo costituito con decreto del presidente della Regione, attualmente di centrodestra, ma indipendente. Al vertice, infatti, un presidente scelto a scrutinio segreto dai componenti, i sindaci del territorio, a maggioranza assoluta. “Non c’entra nulla con il presidente della Regione – precisa Foschi -. Questo è un ente strumentale, il presidente non viene nemmeno nominato dal governatore o chi per lui, ma eletto dai sindaci del Lazio, a maggioranza di centrosinistra”.

Il segretario del Pd di Roma, 57 anni, all’interno del Cal, è “una persona di fiducia”, spiega lui stesso all’Adnkronos, scelto dal presidente di centro sinistra, Sandro Runieri. Per questo motivo, ribadisce, “non ho alcun imbarazzo, visto che ho anche una esperienza amministrativa tale che mi consente di assolvere le funzioni che il Cal svolge, cioè controllo sui bilanci e sostegno ai comuni”. Se alle elezioni il presidente dovesse essere scelto in linea con il governatore del Lazio, io me ne andrei, dice Foschi, ”mi pare evidente”. ”Sono stato preso a collaborare da un presidente di centrosinistra – precisa – e non riterrei opportuno rimanere”. (di Silvia Mancinelli)

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Politica

Lega contro direttore del Museo Egizio: “Greco razzista con italiani, lo cacceremo”

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Così Andrea Crippa, vicesegretario del Carroccio: "Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura di cacciarlo se non si dimette lui". Opposizione protesta, Pd: "Vergognosa aggressione"

Christian Greco - Fotogramma /Ipa

“Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”. Andrea Crippa, vicesegretario della Lega intervistato da Affaritaliani.it, va all’attacco del direttore del Museo Egizio di Torino dopo che Christian Greco ha affermato “Mi valutino con criteri oggettivi. Sono qui da nove anni, puntiamo a un milione di ingressi, stiamo lavorando al bicentenario. Mi lasciano basito gli attacchi della politica”. E ha invitato la premier Giorgia Meloni a visitare il Museo.

“Qualche anno fa – racconta Crippa – Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani e io chiesi ai cittadini di protestare inondando il centralino di telefonate. Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. E’ un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Va cacciato subito, meglio quindi se fa un gesto di dignità e se ne va lui. Incredibile che dopo aver gestito il Museo in modo ideologico ora chieda di mantenere la poltrona al governo di centrodestra”. “Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. E’ un razzista contro italiani e cristiani. Si dimetta subito farebbe più bella figura”, conclude il vicesegretario della Lega.

“L’attacco politico di esponenti della destra, Fratelli d’Italia e Lega, contro il direttore del Museo Egizio Christian Greco è assolutamente vergognoso”. Così in una nota i Senatori Pd Francesco Verducci, della Commissione Cultura, Anna Rossomando, vice Presidente dell’Assemblea, Andrea Giorgis, capogruppo Commissione Affari costituzionali, Simona Malpezzi, della Presidenza del Gruppo. “Contro il Direttore Greco viene esercitata una violenta caccia alle streghe che è una vera e propria aggressione e un tentativo di intimidire e condizionare l’intero mondo della cultura. I risultati di Greco alla direzione del Museo Egizio sono di straordinaria qualità, e sono incontrovertibili. È inaccettabile che per ragioni di brutale e feroce occupazione politica si sia scatenata una polemica ad personam assurda e strumentale. Il Ministro Sangiuliano ponga fine a questa canea e prenda pubblicamente le parti del Direttore Greco. C’è in ballo l’autonomia della cultura in Italia”.

“Cacciare, cacciare, epurare… è lo slogan preferito dai leghisti, affamati di potere e di controllo politico su tutto. Ora tocca al direttore del Museo Egizio. Tornino nelle caverne piuttosto, e rispettino il mondo della cultura, il pluralismo e le istituzioni”, scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.

“La destra vuole le purghe contro gli intellettuali che non si allineano al suo pensiero. Dopo aver colonizzato la Rai con TeleMeloni, adesso vuole cacciare i direttori dei musei come Christian Greco, direttore del Museo Egizio colpevole di aver promosso iniziative per avvicinare le persone di origine araba, alla storia e cultura egizia: un modo per costruire l’integrazione attraverso la cultura”. Così il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli. “Un giorno sì ed uno no, Gasparri vuole cacciare Mario Tozzi, Roberto Saviano è stato cacciato dalla Rai, Foa invita i medici negazionisti no Vax a Radio 1 e ora si vogliono cacciare i direttori dei musei. Sono purghe degne di un regime autoritario.”

“L’anno scorso ho portato i ragazzi al Museo Egizio di Torino. Come ebbi modo di scrivere mi è sembrato uno dei musei meglio gestiti, allestiti e organizzati d’Italia. Rimuoverei piuttosto chi chiede di rimuovere Christian Greco”, scrive il leader di Azione Carlo Calenda su twitter.

“Vi ricordate quando qualche anno fa Giorgia Meloni rimediò una figuraccia con Christian Greco, il direttore del Museo Egizio? Ecco. Ora che Meloni è al governo, serve la sua vendetta e ne chiede le dimissioni. Forse Greco è troppo competente e forse ha rilanciato con troppo successo il Museo Egizio di Torino: insopportabile per questa maggioranza. Insopportabile per Giorgia Meloni, le cui accuse sono state rispedite al mittente con ignominia dallo stesso direttore”. Così Riccardo Magi su twitter postando il video dello scambio tra Giorgia Meloni e Christian Greco.

“Troppo insopportabile per una destra che vuole la cultura asservita al potere, che vuole occupare ogni poltrona per favorire amici e parenti magari della stessa Meloni. Sangiuliano dimostri di avere la schiena dritta, riconosca l’autorevolezza, la professionalità e il lavoro di Greco ed eviti questa umiliazione alla cultura italiana”.

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Politica

Migranti, Mattarella: “Italia e Germania sapranno collaborare”

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Conferenza stampa del Capo dello Stato con il presidente tedesco Steinmeier: "No provvedimenti improvvisati e tampone, serve visione del futuro"

Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier - (Foto Quirinale)

Della questione dell’accoglienza dei migranti da parte della Germania, “stanno discutendo i ministri dell’Interno di Roma e Berlino e sono sicuro che troveranno certamente una soluzione collaborativa, come è sempre avvenuto e come avviene abitualmente tra Germania e Italia”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro stampa congiunto con l’omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier. “Quello che è emerso nei colloqui tra il Presidente Steinmeier e me -ha proseguito il Capo dello Stato- è la perfetta omogeneità di valutazione del fenomeno migratorio che non colpisce soltanto l’Italia, colpisce anche la Germania con altre rotte che non attraversano il Mediterraneo ma l’Europa continentale e altre parti del mondo. Il fenomeno è globale”.

“Abbiamo entrambi la percezione che è un fenomeno epocale globale, che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche occasione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto ad un fenomeno così grande. Ma su questo l’operatività è rimessa ai Governi, non è rimessa né al Presidente Steinmeier né a me”.

Di fronte al fenomeno migratorio “occorre studiare, definire e porre in campo soluzioni nuove e coraggiose e non superficiali e approssimative. Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Soluzioni nuove da studiare approfonditamente, con serietà”, ha affermato il Presidente della Repubblica. “I dieci punti della presidente Von der Leyen sono interessanti -ha aggiunto il Capo dello Stato- come lo sono stati alcuni passi avanti compiuti nei Consigli europei dei mesi passati. Quello che è importante che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo, va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai crudeli trafficanti di esseri umani”.

“Occorre pensare in maniera adeguata, altrimenti è come usare strumenti rudimentali e superati di fronte a fenomeni totalmente nuovi. Ad esempio le regole di Dublino sono preistoria: voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli accordi di Dublino è come dire realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli”. “Era un altro mondo quello -ha ribadito il Capo dello Stato- pensare di fare riferimento, come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora basandosi su Dublino, è come fare un salto nel pleistocene, in un’altra era zoologica, è proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dare soluzioni, ma insieme cercarla, velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno”. Servono “nuove formule e nuove soluzioni”.

Mattarella e Steinmeier hanno visitato a Piazza Armerina all’Associazione ‘Don Bosco 2000’ che si occupa di accoglienza ed integrazione. n’esperienza messa in campo, ha ricordato appunto il Capo dello Stato italiano, “non soltanto per accogliere migranti, pervenuti attraverso le sofferenze indicibili dei viaggi nei loro Paesi attraverso il deserto, attraverso la Libia, ma accoglierli integrandoli, inserendoli in progetti di crescita e di realizzazione personale, incentivando, attraverso di loro, programmi nei Paesi di origine, perché i giovani di quei luoghi, trasferendo loro alcune esperienze, alcune competenze che qui hanno acquisito, possano lì, come sta avvenendo, assumere e organizzare attività professionali, di attività economica, per poter crescere lì, migliorando lì, e creando aspettative e opportunità di vita positiva nei luoghi in cui vivono e in cui resterebbero volentieri se non fossero spinti dalla fame, dalla miseria, dalla difficoltà, dalle guerre civili, dalle persecuzioni, dall’intolleranza o dal terrorismo”.

“Se si guardano i recenti arrivi l’Italia e la Germania sono i Paesi che sono più colpiti dagli aumenti degli arrivi degli ultimi mesi”, ha detto il presidente tedesco. “Per quanto riguarda il meccanismo volontario di solidarietà, voglio ricordare che la Germania è stato il Paese che ha accolto il maggior numero di profughi anche dall’Italia”, ha detto ancora il presidente tedesco.

Poi ad una domanda riguardo alla decisione della Germania di sospendere la selezione dei migranti in arrivo dall’Italia ha risposto: “noi abbiamo attivato il meccanismo volontario di solidarietà supponendo che Dublino andasse avanti”. “Ci saranno delle discussioni su come poter gestire questo conflitto che vale solo per la parte volontaria del meccanismo di solidarietà – ha aggiunto – ci devono essere degli avvicinamenti e io sono sicuro che i ministri si adopereranno in questo senso”. Steinmeier ha ricordato che nei primi sei mesi di quest’anno sono state presentate in Germania 162mila richieste d’asilo, “oltre un terzo di quelle presentate in Europa”.

“Dobbiamo adoperarci perché il numero degli arrivi diminuisca, e abbiamo bisogno, non è possibile fare diversamente, abbiamo bisogno di soluzioni europee”, ha detto sottolineando anche che “è molto importante il rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e transito”. “Per quanto riguarda le soluzioni europee c’è la politica comune dell’asilo, ci sono da tempo delle proposte” ha aggiunto esprimendo “l’aspettativa che ci siano delle decisioni definite per quanto riguarda gli accordi presi”. “Abbiamo bisogno di regole comuni europee – ha ribadito il presidente tedesco – perché se vogliamo mantenere aperti i confini interni dell’Europa allora abbiamo bisogno di un dibattito sugli strumenti per fare in modo che i confini aperti possano rimanere aperti”.

Steinmeier ha rivolto infine un appello “a tutte le forze della Libia per fare in modo che, soprattutto in questa situazione, possano fare riferimento a ciò che li unisce. E sulla “situazione gravissima in Libia dopo la drammatica alluvione”, ha espresso l’auspicio che “la catastrofe terribile sia un campanello d’allarme per fare in modo” che il Paese possa avere “pace e stabilità”. “E’ davvero il momento – ha detto – di superare i fossati, di trovare dei percorsi in Libia per la riconciliazione” e “per riportare la pace”.

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Migranti, Conte: “Nessuno si permetta di paragonarmi a destra”

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Il leader M5S: "Io non mi sono mai permesso in campagna elettorale di fare quello che ha fatto Giorgia Meloni"

Giuseppe Conte - Fotogramma

“Il blocco navale è irrealizzabile, e bisogna lavorare con serietà nei Paesi d’origine per contenere i flussi migratori perché altrimenti rimarremo sopraffatti, nessuno si permetta di schiacciarmi in questa propaganda di destra, perché noi partiamo sempre dal rispetto della dignità di ogni essere umano, dalla tutela dei diritti fondamentali. Io non mi sono mai permesso in campagna elettorale di fare quello che ha fatto Giorgia Meloni”. Lo ha detto Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa di presentazione delle proposte di legge del movimento sulla scuola, alla Camera.

“Vi ricordate il video di Piacenza? Quello significa strumentalizzare questo tema vergognosamente. Come vi permettete di paragonarmi a questa destra? Però la sinistra chiarisca quali sono le sue reali proposte perché questo non è un Paese che può accogliere tutti, certo se arrivano dobbiamo prima soccorrerli e poi accoglierli dignitosamente, ma se ci arrivano 200mila migranti all’anno, il Pd cosa propone? Ce lo dica, senza far polemica”, ha concluso Conte.

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