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Economia circolare, Totaro (Sustainability Nespresso): “Con Banco Alimentare 180 quintali di riso donati in due anni”
90 quintali di riso raccolti, corrispondenti a 100mila piatti, donati nel 2023 a 559 strutture caritative che supportano 110mila persone in difficoltà: sono i risultati in Piemonte del progetto solidale ‘Da Chicco a Chicco’, sviluppato da Nespresso in partnership con Banco Alimentare.
Una consegna del riso prodotto con il progetto ‘Da Chicco a Chicco’ è stata effettuata presso il Polo Alimentare Barolo di Torino alle persone che regolarmente accedono alla struttura90 quintali di riso raccolti, corrispondenti a 100mila piatti, donati nel 2023 a 559 strutture caritative che supportano 110mila persone in difficoltà: sono i risultati in Piemonte del progetto solidale ‘Da Chicco a Chicco’, sviluppato da Nespresso in partnership con Banco Alimentare.
Una consegna del riso prodotto con il progetto ‘Da Chicco a Chicco’ è stata effettuata presso il Polo Alimentare Barolo di Torino alle persone che regolarmente accedono alla struttura
“Siamo molto felici di essere qui – commenta Silvia Totaro, Sustainability & SHE Manager di Nespresso Italiana – non solo per il fatto di assistere per la prima volta alla distribuzione del riso fatto anche grazie al nostro caffè, ma anche per celebrare il primo anno della nostra collaborazione con il Banco Alimentare del Piemonte, nata nel settembre 2022 dopo quella con la Lombardia e con il Lazio. Il Piemonte per noi è una regione molto importante, perché proprio a Torino è nata una delle prime boutique Nespresso negli anni Duemila”.
“‘Da Chicco a Chicco’ è un progetto di riciclo delle capsule, che consiste nella possibilità per i nostri clienti di restituire le capsule esauste presso le nostre boutique e le isole ecologiche – prosegue Totaro – in questo modo parte un progetto di economia circolare che fa in modo che le capsule, anche dopo il loro utilizzo, possano continuare a rappresentare una risorsa, non solo per l’ambiente ma anche per la comunità. Una volta che le capsule sono restituite, vengono trattate all’interno di un impianto che consente di separare completamente le due risorse, il caffè e l’alluminio. A questo punto le risorse prendono due strade completamente diverse, in ottica proprio di economia circolare: mentre l’alluminio viene fuso, e trasformato in nuovi oggetti, il caffè viene invece utilizzato per realizzare del compost, che poi usiamo per fertilizzare una risaia in provincia di Novara. Da qui riacquistiamo il riso che ormai da dodici anni doniamo ai Banchi Alimentari”.
“Quest’anno doniamo al banco alimentare del Piemonte 90 quintali di riso, pari a circa centomila piatti, che saranno destinati a più di 500 strutture caritative. Risultati molto importanti, che si affiancano a quelli ottenuti a livello nazionale, che quest’anno corrispondono per la prima volta a un milione di piatti di riso, e si sommano agli oltre 5 milioni di piatti di riso degli anni precedenti, per un totale di 6 milioni di piatti donati dall’inizio del progetto nel 2011” conclude Totaro.
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Inquinamento, stop alla plastica monouso
Secondo un sondaggio Ipsos/WWF per l'85% delle persone andrebbe vietata
Ogni anno nel mondo vengono prodotte 460 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 60% è monouso ovvero usa e getta. Se a ciò si aggiunge che a livello globale il riciclo della plastica raggiunge solo il 9% del totale e che la plastica monouso rappresenta oltre il 70% dei rifiuti plastici che inquinano i mari e gli oceani, risulta piuttosto evidente che sia necessario un cambio di rotta netto e rapido. A cominciare dal vietare globalmente la plastica monouso. Sarà questo uno dei temi al centro del quarto negoziato sul Trattato sull'inquinamento da plastica che svolgerà dal 23 al 29 aprile in Canada, a Ottawa. Sullo stop alla plastica monouso è d'accordo anche la grande maggioranza dei cittadini. Infatti, secondo un recente sondaggio realizzato da Ipsos per il WWF, su un campione di 24 mila persone di 32 Paesi tra cui l'Italia, l'85% delle persone nel mondo ritiene che la plastica monouso debba essere vietata.
Italiani attenti al tema della plastica
A livello nazionale, gli italiani interpellati dal sondaggio di cui sopra, sostengono in particolare il divieto delle sostanze chimiche nocive utilizzate nella produzione della plastica, indicate dall'87% del campione e sui prodotti in plastica che non possono essere facilmente riciclati (84%). Dai risultati emerge anche la diffusa consapevolezza che i divieti non siano sufficienti ad arrestare l'inquinamento da plastica monouso. Infatti, la maggioranza delle persone intervistate sostiene la necessità di una rifondazione dell'attuale sistema della produzione e del riciclo della plastica in modo che siano garantiti il riciclo e il riuso sicuro. Nello specifico, l'83% degli intervistati italiani ha dichiarato necessario imporre l'obbligo per i produttori di investire in sistemi di riutilizzo della plastica, mentre il 67% è d'accordo sul garantire a tutti i Paesi accesso ai finanziamenti, alle tecnologie e alle risorse necessarie per affrontare e risolvere il tema dell'inquinamento da plastica. In tal senso, l'87% degli intervistati a livello globale (l'83% degli italiani) ritiene necessaria una riduzione dellla produzione complessiva di plastica. I risultati del recente sondaggio Ipsos confermano quanto emerso dai due precedenti report sul tema, specie sul fatto di sostenere l'emanazione di norme che siano vincolanti per poter trasformare in maniera radicale l'universo della plastica.
Il Trattato globale sull'inquinamento da plastica
Come anticipato, dal 23 al 29 aprile a Ottawa si svolgerà il nuovo summit per discutere i contenuti del Trattato globale sull'inquinamento da plastica. Un incontro particolarmente importante in quanto si tratta del penultimo appuntamento del ciclo di negoziati delle Nazioni Unite su tale tema. Se da una parte la maggioranza degli Stati è d'accordo sull'introduzione di norme globali vincolanti per tutta la catena del valore della plastica, dall'altra permane l'opposizione di una minoranza che ritiene di difendere il profitto a discapito del delicato equilibrio ambientale del Pianeta. Norme globali vincolanti, infatti, consentirebbero ai Governi e alle aziende di agire seguendo le stesse regole, incrementando allo stesso tempo la messa a punto di soluzioni innovative e mobilitando gli investimenti lungo l'intera catena del valore della plastica, in modo da distribuire più equamente gli oneri necessari per affrontare il tema dell'inquinamento da plastica.