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Ucraina-Russia, 007 Kiev: “Trump? Rielezione non ci...
Ucraina-Russia, 007 Kiev: “Trump? Rielezione non ci preoccupa”
Il capo dell'intelligence militare ucraina risponde alla Cnn sulle prossime presidenziali Usa: "Trump e partito repubblicano amici della Federazione Russa? Totale sciocchezza. Ottimista su futuri aiuti". Le ultime news dalla guerra, Zelensky pronto a licenziare il capo dell'esercito?
La prospettiva di una possibile rielezione dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump non preoccupa Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina (Hur), secondo un'intervista rilasciata da Budanov alla Cnn.
Budanov ha affermato che "non mi preoccupa molto" l'idea di un'amministrazione repubblicana guidata da Trump, "una persona esperta. È caduto molte volte e si è rialzato. E questa è una caratteristica molto importante. Dire che Trump e il partito repubblicano sono amici della Federazione Russa è una totale sciocchezza", ha aggiunto Budanov, dicendosi ottimista sui futuri aiuti americani all'Ucraina.
L'ex presidente degli Stati Uniti è attualmente in vantaggio nelle elezioni primarie per diventare il candidato repubblicano. Se nominato candidato repubblicano, Trump affronterebbe ancora una volta il presidente in carica Joe Biden nelle elezioni presidenziali di novembre. L’attuale impasse del Congresso sugli aiuti all’Ucraina è in gran parte il risultato dell’indecisione dei legislatori repubblicani, che hanno ripetutamente bloccato ulteriori aiuti, principalmente a causa di questioni politiche interne.
Ucraina abbatte droni su Kharkiv
Unità di difesa aerea ucraine hanno intanto abbattuto due dei quattro droni d'attacco di tipo Shahed lanciati dalla Russia durante la notte. Lo ha riferito l'aeronautica militare di Kiev, precisando che i due velicoli senza pilota sono stati intercettati sull'oblast di Kharkiv.
In precedenza, le forze russe avevano colpito il villaggio di Velykyi Burluk nel distretto di Kupiansk, sempre nella regione di Kharkiv, con bombe aeree guidate, danneggiando un ospedale civile , secondo il ministero degli Interni ucraino.
Il villaggio è stato attaccato intorno alle 21,50 ora locale di ieri e circa 38 persone sono state evacuate, quattro delle quali sono state curate a causa delle ferite riportate. Il tetto, la facciata dell'edificio e le finestre sono state danneggiate. Le forze russe hanno lanciato regolarmente attacchi contro Kharkiv, spesso prendendo di mira aree civili.
Kiev: "Morti 1000 soldati russi in un giorno"
La Russia ha perso 386.320 soldati in Ucraina dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Questo numero include oltre 1.000 vittime che le forze russe hanno subito nell'ultimo giorno.
Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 6.322 carri armati, 11.773 veicoli corazzati da combattimento, 12.267 veicoli e serbatoi di carburante, 9.228 sistemi di artiglieria, 976 sistemi di razzi a lancio multiplo, 663 sistemi di difesa aerea, 332 aerei, 324 elicotteri, 7.136 droni, 23 imbarcazioni e un sottomarino.
Cnn: "Zelensky licenzierà capo esercito entro la settimana"
Entro la fine della settimana è atteso un decreto presidenziale con cui Volodymyr Zelensky licenzierà il capo dell'esercito ucraino Valery Zaluzhny. Lo hanno detto due fonti alla Cnn, annunciando quello che sarebbe il più grande cambiamento militare da parte del presidente ucraino dalll'inizio della guerra con la Russia, quasi due anni fa.
Il popolare capo dell'esercito è stato convocato lunedì presso l'ufficio del presidente e gli è stato detto che sarebbe stato licenziato, secondo l'emittente americana, dopo settimane di crescenti speculazioni sulle tensioni tra Zelensky e Zaluzhny. L'incontro ha dato fin da subito credibilità e conferma alla spaccatura tra il presidente e il suo comandante in capo in seguito al fallimento della controffensiva ucraina dello scorso anno.
Si dice che le tensioni siano aumentate soprattutto quando Zaluzhny ha descritto la guerra con la Russia come una situazione di stallo, in un'intervista e in un saggio con la rivista The Economist a novembre. Lunedì, il portavoce presidenziale Serhiy Nykyforov ha detto alla Cnn e ad altri media che le voci sul licenziamento del capo dell'esercito non erano vere. Il ministero della Difesa di Kiev ha anche diffuso un messaggio sui suoi canali social in cui smentiva la notizia.
Ma secondo una delle fonti, nell'incontro di lunedì, a cui ha partecipato anche il ministro della Difesa Rustem Umerov, il presidente ha dichiarato di aver “preso la decisione di licenziare il comandante in capo delle forze armate”. Il resoconto è in linea con altri rapporti, tra cui quello del Washington Post e del Financial Times. Zelensky avrebbe offerto a Zaluzhny una posizione diversa, che però il comandante in capo avrebbe rifiutato.
Due nomi in particolare vengono dati come possibili successori di Zaluzhny: quello dell’attuale capo della direzione dell’intelligence della difesa, Kyrylo Budanov, un generale di 38 anni noto per avere forti legami con Zelensky e considerato rappresentante di una nuova generazione di leader militari. L’altro favorito è Oleksandr Syrskyi, attualmente comandante delle forze terrestri ucraine.
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Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
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India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.
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G7, Tajani: “Tutti insieme dobbiamo dare messaggio di...
Le parole del ministro degli Esteri al summit di Capri
"Tutti insieme credo che dobbiamo dare un messaggio di pace". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del G7 Esteri a Capri.