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Sostenibilità

Demolizione auto, arriva il software che traccia ogni singolo componente

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Un mega cervellone in grado di tracciare ogni singolo componente delle autovetture che vengono demolite. Un modo per assicurare trasparenza, evitare i circuiti illegali e certificare l’effettiva trasformazione dei rifiuti in risorse, con vantaggi per i cittadini, l’ambiente e le stesse aziende della filiera dell’automotive. È Percorso Cobat, il nuovo software certificato Certiquality che permette a case automobilistiche e autodemolitori di garantire trasparenza, tracciabilità e sicurezza del dato nella gestione dei veicoli a fine vita.

La soluzione tecnologica targata Cobat è stata presentata oggi a Roma, presso the Hub – Lventure Group, luogo simbolo dell’innovazione all’interno della Stazione Termini, e in streaming, alla presenza di: Martina Nardi, presidente della Commissione Attività Produttive presso la Camera dei Deputati; Tommaso Foti, membro della Commissione Ambiente della Camera; Stefano Ciafani, presidente di Legambiente; Cosimo Franco, direttore generale di Certiquality e dei rappresentanti delle associazioni di produttori – Luca De Vita, area relazioni istituzionali di Anfia e Antonio Cernicchiaro, vice direttore generale di Unraee, nonché di quelli di associazioni di autodemolitori come Car e Ada, con i rispettivi presidenti Alfonso Gifuni e Anselmo Calò.

L’obiettivo di Percorso Cobat è rivoluzionare il concetto di autodemolizione, trasformandolo in una vera e propria economia circolare dell’automotive. Un’industria che in Italia già esiste e che può fare grandi passi in avanti e diventare un pilastro della circular economy del Paese, grazie anche allo stimolo delle nuove direttive europee. Il 27 settembre 2020, con il decreto Legislativo 119, è stata infatti recepita la Direttiva Europea 2018/849 sulla gestione dei veicoli fuori uso e dei rifiuti come parti di auto, batterie, componenti elettronici.

Tra gli obiettivi della direttiva, c’è l’implementazione del concetto di Responsabilità estesa del produttore, vale a dire la sempre maggiore importanza delle case automobilistiche nella gestione dei veicoli fuori uso, quelli che appunto devono essere avviati a riciclo. L’Europa punta anche a incentivare il riutilizzo di parti di veicoli fuori uso come ricambi; rafforzare i sistemi di tracciabilità e di contabilità dei veicoli; incentivare il riciclo dei rifiuti da impianti di frantumazione dotati delle migliori tecniche disponibili, finalizzando lo smaltimento o il recupero energetico ai soli rifiuti non riciclabili.

L’idea di Percorso Cobat nasce 3 anni fa, in concomitanza con i primi passi della direttiva europea. Dal confronto con le associazioni degli autodemolitori e con le case automobilistiche, emerge la necessità di una piattaforma che garantisca trasparenza e tracciabilità nella gestione del fine vita dei veicoli. La soluzione viene messa a punto da Cobat, società che da oltre 30 anni si occupa di economia circolare delle autovetture in tutte le loro componenti, prima con le batterie al piombo, oggi anche con gli pneumatici e le nuove batterie al litio. La sfida era trovare un sistema universale in grado di dialogare con la maggior parte dei software già utilizzati dagli autodemolitori.

“Un sistema aperto a tutti, offerto liberamente ad autodemolitori e case automobilistiche – spiega Giancarlo Morandi, presidente di Cobat – Attraverso un uso efficiente dei dati, è infatti possibile ridurre l’impatto sull’ambiente, generare un risparmio di energia e assicurare agli automobilisti un alto livello del servizio. È la creazione del valore condiviso, alla base della mission di Cobat in quanto Società Benefit. Un vantaggio per le aziende, un vantaggio per la società, un vantaggio per l’ambiente”.

Percorso Cobat oggi permette alle case automobilistiche di avere accesso ai dati relativi ai veicoli che vengono demoliti e agli autodemolitori di inserire i dati e i componenti di ogni veicolo in ingresso. La piattaforma certificata consente di consultare report, statistiche e schede automezzi, nonché di avere accesso immediato al magazzino, sia del singolo automezzo che all’intera lista ricambi.

Il software Percorso Cobat è certificato da Certiquality, uno dei principali organismi specializzati nella Certificazione dei Sistemi di gestione aziendale per la qualità, l’ambiente e la sicurezza, nonché per la Sicurezza delle Informazioni. Inoltre, gli impianti di autodemolizione, per aderire alla piattaforma, vengono certificati da un triplo audit: in back office, sui dati dichiarati da tutti gli iscritti alla piattaforma; periodicamente, tramite un monitoraggio di tutta la documentazione e sul campo, con un’ulteriore verifica dei requisiti.

“Siamo molto lieti della lunga collaborazione tra Certiquality e Cobat – ha detto Cosimo Franco, direttore generale di Certiquality – e dell’importanza che Cobat ha sempre riconosciuto al sistema delle certificazioni quale strumento per valorizzare il proprio impegno per la qualità e la sostenibilità. Insieme alle certificazioni ambientali secondo lo standard internazionale Iso 14001 ed il Regolamento europeo Emas, Certiquality ha certificato il sistema di gestione della sicurezza dei dati e delle informazioni di Cobat secondo lo standard Iso 27001. Business continuity, sicurezza informatica e sostenibilità, insieme a Industria 4.0, sono temi di assoluta attualità, anche alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che indirizza gli investimenti in queste direzioni. Il ruolo di Cqy come organismo di certificazione indipendentemente -ha aggiunto Cosimo Franco – sarà una ulteriore garanzia per tutti gli stakeholder di trasparenza e qualità del dato della piattaforma”.

Come ricorda l’Ispra nel suo recente rapporto sui Rifiuti Speciali, i veicoli a fine vita sono una categoria importante di rifiuti, soggetta a monitoraggio da parte dell’Unione Europea. Una tipologia in continua crescita e che nel 2019 superava il milione e mezzo di tonnellate di rifiuti prodotti. Ed è proprio in questo settore che il nostro Paese è al di sotto di quanto richiesto dall’Europa in termini di recupero totale del veicolo (84,2% a fronte di un target UE del 95%).

“Il rafforzamento dell’economia circolare nel nostro Paese passa attraverso una filiera industriale sempre più innovativa che non può fare a meno di un sistema di controlli e di tracciabilità che responsabilizzi tutti gli attori in gioco- dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente- Su questo fronte aiuta molto l’esperienza acquisita in passato dal Cobat che ha giocato e continua a giocare un ruolo fondamentale nella gestione corretta dei rifiuti, anche pericolosi. Questi è un settore che è ancora oggi minacciato da alcuni operatori senza scrupoli, come descriviamo ogni anno nel nostro Rapporto Ecomafia. Soluzioni come quelle presentate oggi aiutano a combattere fenomeni come questi che causano problemi all’ambiente, alla salute delle persone e alle aziende serie che subiscono una spietata concorrenza sleale”.

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Renard (Engie), ‘in Italia tempi burocrazia incompatibili con transizione’

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A dirlo è stato il direttore Renewables ENGIE Italia

“Siamo in Italia da tanti anni e abbiamo constatato che per autorizzare un impianto fotovoltaico o eolico i tempi restano troppo lunghi. Per i impianto di queste dimensioni servono due-tre anni, troppo per poter accelerare sulla transizione energetica”. A dirlo è stato Samuel Renard, Direttore Renewables ENGIE Italia, a Mazara del Vallo per l’inaugurazione del più grande parco agrivoltaico in Italia. “C’è un livello di burocrazia che ci impedisce di essere veloci e, secondo me, di rispettare il passo al quale dobbiamo essere per raggiungere gli obiettivi italiani in termini di rinnovabili”.

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Busnelli (Amazon), ‘nostro obiettivo zero emissioni Co2 al 2040’

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Il direttore delle categorie del largo consumo per Amazon in Europa, a margine dell’inaugurazione del parco agrivoltaico realizzato da Engie

“Per noi decarbonizzare le nostre attività è uno dei pilastri strategici, vogliamo arrivare al 2040 con zero emissioni nette di CO2 e quindi questo progetto ci aiuta a realizzare questo obiettivo, ma anche a contribuire alla transizione energetica dell’Italia e a supportare le comunità locali dove operiamo. Lo fa con un approccio sistemico che ci piace molto in cui le l’aziende, noi ed Engie, e Istituzioni si mettono e riescono ad avere un impatto positivo per noi è per il pianeta”. A dirlo è stato Giorgio Busnelli, direttore delle categorie del largo consumo per Amazon in Europa, a margine dell’inaugurazione a Mazara del Vallo (Trapani) del parco agrivoltaico realizzato da Engie.

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Gava, ‘transizione è opportunità, Governo accanto a imprese per semplificazione’

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‘Pniec entro 30 giugno, al lavoro per semplificazioni’

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“Come come rappresentante del governo sono veramente molto onorata di essere qui oggi a poter inaugurare il frutto di questa collaborazione tra due grandi aziende che hanno voluto investire in questa parte di territorio. La transizione ecologica è un’opportunità, le aziende lo hanno capito e tocca noi, come governo, stare al fianco delle imprese per poter semplificare tutta la parte autorizzativa in un percorso di accompagnamento verso transizione ecologica”. A dirlo è stata Vania Gava, viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, parlando a margine dell’inaugurazione del più grande parco agrivoltaico in Italia nato dalla collaborazione fra Engie e Amazon.

La transizione energetica per il viceministro è anche un’opportunità per i territori. “Ci sarà anche un cambiamento e una nuova formazione per nuove competenze. Vengono tralasciati i vecchi lavori che saranno assorbiti dai green jobs. Insomma nuove competenze, nuovi posti di lavoro, salvaguardiamo l’ambiente, produciamo energia rinnovabile e tuteliamo l’economia”.

“Stiamo lavorando al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec, ndr), che sarà pronto entro il 30 giugno, e lavoriamo anche a ulteriori semplificazioni per impianti di questo tipo con una commissione Via-Vas specifica. L’obiettivo è quello di dare garanzie sui tempi” ha concluso Gava.

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Il 22% della popolazione mondiale fuori dalla comfort zone climatica entro il 2100

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Entro il 2100, il 22% della popolazione mondiale potrebbe uscire dalla comfort zone climatica a causa dei fenomeni connessi al riscaldamento globale. A lanciare l’allarme è un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, nel Regno Unito. Tra i più esposti al rischio, 600 milioni di indiani, 300 milioni di Nigeriani, 100 milioni di indonesiani e 80 milioni di pakistani e filippini. Gli esperti hanno presentato i risultati della loro ricerca su “Nature Sustainability”, autorevole rivista di settore.

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Iacono (Engie), ‘puntiamo a 2 GW di rinnovabili entro 2030 tra eolico e fotovoltaico’

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A livello mondiale, il Gruppo Engie detiene una capacità di energia verde installata di 38 GW, con l’obiettivo di raggiungere 80 GW entro il 2030

“Attualmente contiamo su 500 MW di capacità installata rinnovabile e il nostro piano mira a raggiungere i 2 GW nel 2030 tra impianti eolici e fotovoltaici. Per conseguire questi obiettivi è fondamentale una relazione continua e costante con i territori e con le istituzioni centrali unitamente a un quadro normativo e regolatorio stabile, semplificato, che ci auguriamo venga presto definito”. A dirlo è Monica Iacono, Ceo di Engie Italia, a Mazara del Vallo, nel Trapanese, per inaugurare il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia, grazie a un’intesa con Amazon.

In Sicilia Engie possiede 5 impianti in esercizio (impianti eolici a Salemi/Trapani ed Elimi, impianti fotovoltaici a Lembisi e Santa Chiara e l’agrivoltaico di Mazara del Vallo) alimentati da fonte rinnovabile per circa 174 MW di potenza installata e sta costruendo nuovi progetti per ulteriori 68 MW: un impianto agrivoltaico di 38 MW Peak (33 MW AC) a Paternò e l’impianto eolico di 30 MW Rampingallo. Associata al parco eolico di Trapani Salemi sorge una ‘Fast Reserve Unit’ da 12,5 MW di capacità. Si tratta di un sistema di storage nato per supportare Terna nel garantire la stabilità della rete elettrica. A livello mondiale, il Gruppo Engie detiene una capacità di energia verde installata di 38 GW, con l’obiettivo di raggiungere 80 GW entro il 2030.

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Amazon ed Engie insieme, inaugurato il più grande parco agrivoltaico in Italia

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Costruito tra Marsala e Mazara del Vallo ha una capacità installata di 66 MW

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Una tecnologia di ultima generazione per un impianto con una capacità installata di 66 MW, con oltre 120mila pannelli fotovoltaici, esteso per 115 ettari (equivalenti a 161 campi di calcio) e in grado di coniugare la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole del territorio. E’ stato inaugurato oggi da Engie, gruppo energetico mondiale impegnato nella transizione verso un’economia carbon neutral, il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia. Annunciato nel 2021, grazie a un accordo con Amazon, è un esempio di avanguardia non solo tecnologica, essendo anche il primo concepito sulla base di un modello contrattuale Corporate Ppa (Power Purchase Agreement) tra due aziende private. A tagliare il nastro oggi sono stati, tra gli altri, Monica Iacono, Ceo di Engie Italia; Giorgio Busnelli, direttore delle Categorie del largo consumo per Amazon in Europa; e il viceministro dell’Ambiente, Vannia Gava.

“Nonostante il contesto di crisi globale, abbiamo proseguito il nostro percorso di decarbonizzazione verso la transizione energetica – ha detto Iacono -. Le rinnovabili sono una parte importante della strategia del gruppo, abbiamo stanziato 25 miliardi di euro nel prossimo biennio a livello mondiale. Il parco agrivoltaico di Mazara del Vallo è un progetto stupendo che riesce a contemperare l’energia con l’ambiente ed è pienamente coerente con la strategia di sviluppo in Italia e nel mondo”.

Costruito tra Marsala e Mazara del Vallo, nel Trapanese, da 150 persone, è il primo dei due impianti di energia rinnovabile annunciati da Engie e Amazon. Il secondo si trova a Paternò, in provincia di Catania, e inizierà a produrre energia entro la fine dell’anno. Entrambi garantiranno una capacità produttiva complessiva di 104Mw Peak* (83MW AC) con un risparmio, secondo le stime di Engie, di oltre 62mila tonnellate di emissioni di Co2 all’anno. L’energia immessa nella rete nazionale italiana servirà, in larga parte, ad alimentare le attività di Amazon in Italia. Attenzione all’ambiente e valorizzazione del territorio.

Per Busnelli, direttore delle Categorie del largo consumo per Amazon in Europa, il parco agrivoltaico di Mazara del Vallo, “coniuga la produzione di energia rinnovabile con la preservazione del territorio coltivabile”. Dotato di una tecnologia di ultima generazione con pannelli solari bifacciali montati su inseguitori monoassiali che consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, infatti, l’impianto coniuga la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole principalmente foraggere oltre a viti, lavanda e piante aromatiche e officinali. “Sarà possibile garantire così la salvaguardia del paesaggio rurale e della biodiversità e assicurare una ricaduta positiva anche per le realtà agricole locali coinvolte nella gestione delle coltivazioni”, spiegano da Engie.

“Questo progetto ci consente di accelerare il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di Co2 entro il 2040, contribuire alla transizione energetica del Paese e generare un impatto positivo nelle comunità in cui operiamo”, conclude Busnelli.

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Gava inaugura parco agrivoltaico di Engie, ‘progetto pionieristico’

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Il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica: "l’industria, più che di sussidi, ha bisogno di essere messa nelle condizioni di investire”

“Quello che inauguriamo oggi è uno dei più grandi ed innovativi impianti del Paese, in grado di coniugare, oltre alla produzione di energia a zero emissioni, la tutela e la valorizzazione del suolo. Un progetto pionieristico, avanguardia di numerosi altri che, auspichiamo, vengano realizzati nel giro di pochi anni grazie all’investimento Pnrr che destina all’agrivoltaico oltre un miliardo di euro”. Così il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava oggi a Mazara del Vallo (TP) per l’inaugurazione del parco agrivoltaico realizzato da Engie.

“Siamo davanti a un caso di valore, in cui le imprese colgono la sfida della transizione ecologica. Come dico sempre, l’industria, più che di sussidi, ha bisogno di essere messa nelle condizioni di investire”, aggiunge.

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Engie, inaugurato in Sicilia il più grande parco agrivoltaico in Italia

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Produrrà energia rinnovabile per la rete nazionale italiana e per alimentare le attività di Amazon

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Engie ha inaugurato oggi il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia: coniuga la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole del territorio. L’energia – fa sapere l’azienda – viene immessa nella rete nazionale italiana e serve, in larga parte, ad alimentare le attività di Amazon in Italia.

La struttura è stata presentata oggi, a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, dalla Ceo di Engie Italia, Monica Iacono e dal direttore delle Categorie del Largo Consumo per Amazon in Europa, Giorgio Busnelli, in un evento che ha visto la partecipazione del viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava.

Il parco agrivoltaico, la cui costruzione è stata annunciata nel 2021, si estende su 115 ettari. È stato costruito in Sicilia in un’area agricola situata tra Marsala e Mazara del Vallo, in provincia di Trapani ed è il primo dei due impianti di energia rinnovabile annunciati dalle aziende. Il secondo si trova a Paternò, in provincia di Catania e inizierà a produrre energia entro la fine dell’anno. In totale, i due impianti avranno una capacità produttiva di 104 MW Peak (83MW AC). Secondo le stime di Engie, le due strutture contribuiranno al risparmio di oltre 62mila tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. L’impianto di Mazara del Vallo è un esempio d’avanguardia: oltre a essere il primo parco agrivoltaico realizzato in Italia, è anche il primo concepito sulla base di un modello contrattuale Corporate Ppa (Power Purchase Agreement) tra due aziende private.

“Nonostante il contesto di crisi globale, abbiamo proseguito il nostro percorso di decarbonizzazione verso la transizione energetica. L’impianto agrivoltaico di Mazara del Vallo per Engie è pienamente coerente con la strategia di sviluppo in Italia e nel mondo – afferma Monica Iacono – Attualmente contiamo su 500 MW di capacità installata rinnovabile e il nostro piano mira a raggiungere i 2 GW nel 2030 tra impianti eolici e fotovoltaici. Per conseguire questi obiettivi è fondamentale una relazione continua e costante con i territori e con le istituzioni centrali unitamente a un quadro normativo e regolatorio stabile, semplificato, che ci auguriamo venga presto definito”.

“Sono lieto di essere oggi a Mazara del Vallo per l’inaugurazione del primo parco agrivoltaico in Italia, che coniuga la produzione di energia rinnovabile con la preservazione del territorio coltivabile. Questo progetto ci consente di accelerare il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2040, contribuire alla transizione energetica del Paese e generare un impatto positivo nelle comunità in cui operiamo”, ha commentato Giorgio Busnelli.

I parchi agrivoltaici aumentano l’efficienza nell’uso del suolo, posizionando i pannelli fotovoltaici in alto rispetto al terreno, al fine di consentire la coltivazione nei campi sottostanti. L’impianto di Mazara del Vallo è dotato di una tecnologia di ultima generazione: pannelli solari bifacciali montati su inseguitori monoassiali consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, agevolando in questo modo la produzione di energia. L’uso di pannelli solari bifacciali e di inseguitori minimizza l’area necessaria per l’impianto fotovoltaico e massimizza l’efficacia per la destinazione agricola. Per la costruzione dell’impianto di Mazara del Vallo sono state impiegate 150 persone. Nel parco agrivoltaico di Mazara del Vallo saranno coltivate principalmente colture foraggere oltre a viti, lavanda e piante aromatiche e officinali.

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Sostenibilità, Cav: “In tre anni evitate emissioni per 2.500 tonnellate di CO2”

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Pubblicata la prima Dichiarazione di carattere non finanziario

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Il Consiglio di Amministrazione di Cav – Concessioni Autostradali Venete ha approvato la Dichiarazione di carattere non finanziario, ratificata dall’Assemblea degli azionisti. Cav è la prima società pubblica della Regione del Veneto a tradurre in un documento ufficiale il proprio impegno in termini di responsabilità ambientale e sociale. Impegno che emerge anche da uno studio condotto dall’Università Ca’ Foscari e che rileva come l’utilizzo del telepedaggio abbia portato a un risparmio di circa 2500 tonnellate di CO2 sulle autostrade A4 Padova-Venezia, Passante di Mestre e A57-Tangenziale di Mestre. In termini di transiti auto sulla tratta Padova Est-Venezia, il risparmio corrisponde a 710.879 viaggi in meno nell’arco di tre anni, contribuendo a ridurre l’inquinamento acustico, le congestioni stradali e i relativi costi, oltre a migliorare la qualità dell’aria e la salute delle persone. Anche il progetto Passante Verde 2.0 è un altro esempio di sostenibilità e riduzione di impatto ambientale, configurandosi come un laboratorio permanente sui temi della biodiversità e della sperimentazione di nuove tecnologie e di sistemi legati alla sicurezza ambientale.

Questi e altri risultati qualificanti per i target ambientale, sociale e di governance sono illustrati nella prima Dichiarazione Non Finanziaria pubblicata dalla società, che intende tracciare una strategia ad ampio spettro per una gestione inclusiva e circolare del business. La pubblicazione di questa prima Dichiarazione (Dnf) – spiega l’azienda in una nota – è il risultato di un lavoro dettagliato e puntuale sulle attività di sviluppo sostenibile e in particolare della qualità del lavoro dei dipendenti e la messa a terra di pratiche efficaci ed efficienti per la promozione della trasparenza, l’anticorruzione, l’attenzione ai diritti umani e per la sicurezza e la crescita delle comunità e dei territori interessati dall’attraversamento autostradale di competenza.

La presidente Monica Manto e l’amministratore delegato Maria Rosaria Anna Campitelli sono molto soddisfatte dei risultati raggiunti. “Ma non ci accontentiamo – hanno dichiarato – perché stiamo già progettando ulteriori interventi: riteniamo un nostro impegno primario affrontare con serietà le problematiche di impatto ambientale, sociale ed etico in riferimento ai target dell’Agenda 2030 e alla strategia per lo sviluppo sostenibile della Regione del Veneto. Il futuro è nella ricerca e sviluppo della digitalizzazione e delle energie rinnovabili assieme al binomio imprescindibile: sicurezza e salute”. “L’impegno di implementazione tecnologica per le interconnessioni infrastrutturali e logistiche – hanno aggiunto – non sono mai stati disgiunti dallo sviluppo degli standard di sostenibilità ambientale e sociale per la tutela del territorio e delle future generazioni. Cav gestisce l’autostrada in modo ‘intelligente’ perché oltre alla sicurezza degli utenti ha investito nella tutela del personale, nella formazione continua, nella trasparenza e nella qualità della vita”.

Cav ha dato vita inoltre al ‘Comitato di sostenibilità’, un organo collegiale di esperti che supporterà il Consiglio di Amministrazione nella focalizzazione degli obiettivi futuri. Tra le più importanti attività segnalate nella Dnf intraprese negli ultimi anni vi è quella del monitoraggio continuo della qualità dell’aria e degli inquinanti nelle acque di dilavamento stradale. Le acque meteoriche lungo le tratte gestite da Cav Spa non vengono sprecate, ma trattate in tre modi differenti: possono essere convogliate all’interno dei bacini e poi sversate nei canali consortili; possono essere scaricate nella rete secondaria consortile attraverso la rete scolante (fosse di guardia); oppure, possono essere inviate alle vasche per il trattamento (disoleatura) e poi scaricate nella rete idrica attraverso un sistema di raccolta.

Inoltre, è in corso una importante riduzione del consumo di combustibili fossili tramite l’acquisto di veicoli elettrici. L’utilizzo di energia rinnovabile è stato implementato costantemente, la società ha registrato nel 2022 un aumento annuo del +7% di energia elettrica autoprodotta da fotovoltaico, ed è stato avviato uno studio per una centrale CO2 free che permetta di dare alimentazione alla sede direzionale tramite la produzione di idrogeno. E ancora: sono in corso studi e interventi per preservare la biodiversità e la creazione di aree verdi adiacenti alle infrastrutture, è stato attuato l’utilizzo di materiali per pavimentazione stradale a minor impatto, sono state costruite ulteriori barriere antirumore e promossi protocolli per politiche di riduzione dei rifiuti e riciclo di scarti derivanti dalle attività stradali.

Presto sarà definito il progetto di alleggerimento del traffico sul nodo di Padova Est. Infine per quanto riguarda gli interventi di governance saranno ulteriormente incrementate la trasparenza e le politiche di prevenzione della corruzione, mediante la tracciatura delle fasi procedurali e dei relativi responsabili e il monitoraggio dei fornitori per gli standard di sostenibilità. Verranno, infine, sviluppate iniziative di formazione nelle scuole riguardo la sicurezza stradale e accresciuta la presenza di punti di informazione in occasione di eventi sportivi come il Giro d’Italia e le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

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Cinque anni di Mosaico Verde, riqualificati oltre 3 mln di mq di aree verdi

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Piantati oltre 322mila alberi in 17 regioni italiane per rendere più verdi e resilienti le città, ripristinare parchi e boschi in condizioni di abbandono, ricreare oasi naturali di biodiversità andate perdute, nutrire e ospitare api e gli altri insetti impollinatori

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Rendere più verdi e resilienti le città, ripristinare parchi e boschi in condizioni di abbandono, ricreare oasi naturali di biodiversità andate perdute, nutrire e ospitare api e gli altri insetti impollinatori: sono questi alcuni degli importanti obiettivi raggiunti da Mosaico Verde, la Campagna nazionale per la riqualificazione delle aree urbane ed extraurbane e la tutela dei boschi esistenti, promossa da AzzeroCO2 e Legambiente. Mosaico Verde festeggia i suoi primi cinque anni con dei risultati importanti: messi a dimora oltre 322.000 alberi, grazie ai quali si stima un assorbimento di circa 226mila tonnellate di CO2, e riqualificati più di 3 milioni di mq di aree verdi, coinvolti oltre 100 Comuni e 20 Enti Parco in 17 differenti regioni italiane.

I dati sono stati presentati nel corso dell’evento “I grandi cambiamenti cominciano da piccoli alberi” tenutosi a Roma il 25 maggio, durante il quale AzzeroCO2 ha illustrato i risultati raggiunti tra il 2018 e il 2023 grazie alla cooperazione tra pubblico e privato.

“In questi anni abbiamo avuto la conferma di quanto importante sia il percorso che abbiamo intrapreso, dei benefici che questo comporta e di quanto, se correttamente progettato, possa svilupparsi ed evolversi – ha dichiarato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2 – Mosaico Verde non è mai rimasto uguale a sé stesso, perché i tempi che viviamo non sono mai uguali: nel tempo si è arricchito, aggiungendo maggiore ricerca, maggiori soluzioni, maggiore innovazione. Non piantiamo semplicemente alberi, semmai cerchiamo di moltiplicare il valore complesso che possiedono: ambientale, per la loro evidente capacità di contribuire ad un mondo più sostenibile; economico, per la possibilità di sviluppo del territorio favorendo la crescita di un indotto green; sociale, perché dagli alberi passa anche l’uguaglianza e la cultura della protezione del bene comune. Sicuramente gli alberi, da soli, non creeranno un mondo equo, non fermeranno il cambiamento climatico o non saranno l’unica soluzione per affrontare un’emergenza globale che porta il Pianeta sempre di più in sofferenza, ma senza di loro non raggiungeremmo i nostri obiettivi in materia di clima e biodiversità”.

Sono finora 40 le aziende che hanno scelto di sostenere Mosaico Verde e impegnarsi attivamente per la riqualificazione dei territori in cui operano o nei quali vivono i propri dipendenti o stakeholder, inserendo questi progetti nelle proprie strategie di Responsabilità Sociale d’Impresa. A raccontare gli interventi realizzati nell’ultimo anno sono intervenute alcune delle aziende che, grazie al loro impegno, hanno contribuito a promuovere una reale cultura della sostenibilità aziendale.

All’incontro è intervenuto con un video messaggio Alessandro Gassmann, attore, regista e attivista ambientale, che ha conosciuto AzzeroCO2 e la Campagna Mosaico Verde grazie al progetto dei Green Heroes. “Ho incontrato AzzeroCO2 sulla strada dei GreenHeroes, la rete di imprese illuminate che lavorano per ‘produrre futuro’, che da anni sostengo con Kyoto Club e che ho raccontato nel libro ‘Io e i #GreenHeroes’ – ha commentato Alessandro Gassmann – Aderendo al progetto dei ‘frutteti solidali’ di AzzeroCO2, ho deciso di trasformare i proventi del libro in alberi, messi a dimora presso cooperative che si occupano di inclusione sociale, sostenendo persone in condizioni di fragilità. È un progetto circolare di cui vado davvero molto fiero, che cresce ogni volta che qualcuno acquista un libro e si immerge nelle storie virtuose dei #GreenHeroes. Ritengo fondamentale che ognuno, dalla società civile agli enti pubblici e alle aziende, faccia la propria parte e scenda letteralmente in campo per un futuro più equo e sostenibile”.

“Siamo orgogliosi dei risultati straordinari raggiunti in questi 5 anni – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Nel suo percorso, la campagna Mosaico Verde, ha anche sostenuto il progetto europeo Life Terra, di cui Legambiente è l’unica referente italiana, con circa 19mila alberi messi a dimora in diverse regioni e città italiane. Un impegno che ha coinvolto associazioni, enti pubblici e privati e cittadini e che ha come protagonista la natura. In questi anni, albero dopo albero, abbiamo reso le nostre città più verdi e resilienti ai cambiamenti climatici, ripristinato boschi e parchi in stato di abbandono, ricreato oasi naturali di biodiversità, offerto rifugio e ospitalità alle api e agli insetti impollinatori. Un punto di partenza e non di arrivo, che ci sprona a fare ancora di più, per contrastare la crisi climatica e garantire alle future generazioni un avvenire più sostenibile”. Nel corso del suo intervento, il presidente di Legambiente ha consegnato ad AzzeroCO2 il premio Life Terra Climate Awards 2022-2023 per la categoria ‘Most Involved Tree Planting Partner’.

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