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Un Disegno di Legge per potenziare la figura del Reumatologo “Più diagnosi precoce e riorganizzazione della presa in carico dei pazienti”

Un Disegno di Legge per potenziare la figura del Reumatologo “Più diagnosi precoce e riorganizzazione della presa in carico dei pazienti”

A Palazzo Madama la conferenza stampa di presentazione del ddl

Il sottosegretario Gemmato: “Oggi sono numerose le criticità che vengono riscontrate, tra cui grande disomogeneità di cura e alte spese”La senatrice Cantù: “Questa proposta arriva per offrire supporto a malati, specialisti e a chi si occupa dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri” Il presidente SIR Sebastiani: “In Italia oltre 5 milioni di persone soffrono di malattie reumatologiche, e di queste circa 734mila presentano forme severe e con impatto negativo sulla qualità di vita”

14 marzo 2023 – Valorizzazione del ruolo dello specialista, aumento della diagnosi precoce e riorganizzazione della presa in carico per dare risposta alle necessità dei 5,4 milioni di italiani colpiti dalle malattie reumatologiche. Sono questi i temi principali del Disegno di Legge n.946 in materia di “Riorganizzazione e potenziamento dei servizi sanitari in ambito reumatologico”, presentato oggi in Senato su proposta della senatrice Maria Cristina Cantù, vicepresidente della Commissione Sanità. Sono patologie in forte aumento e che colpiscono persone molto spesso in età lavorativa e con figli giovani, che impattano quindi severamente sulla qualità di vita e sui costi diretti e indiretti a carico della collettività. L’obiettivo è operare un rafforzamento dell’intero percorso di cura, dalla prevenzione al trattamento, con l’implementazione di una Rete reumatologica integrata ospedale-territorio. Un’attenzione particolare sarà dedicata a fibromialgia, lupus eritematoso sistemico, sclerosi sistemica e artrite reumatoide, tra le patologie più diffuse e con maggiori ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti, sia per difficoltà diagnostica che per individuazione del corretto trattamento.

“La riorganizzazione della reumatologia è un tema di sanità pubblica particolarmente rilevante – afferma Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato per la Salute –. Dobbiamo fare in modo che i pazienti possano trovare risposta alle proprie domande e una corretta presa in carico sul territorio, senza doversi spostare e peggiorare così il ritardo diagnostico. È necessario potenziare e riordinare il Servizio Sanitario Nazionale con azioni dedicate alla prevenzione e alla promozione della salute. L’obiettivo auspicabile è la creazione di un anello di congiunzione tra ospedale e territorio, con una maggiore offerta di servizi sociali e sanitari che operino il più vicino possibile ai cittadini. Oggi sono numerose le criticità che vengono riscontrate, tra cui grande disomogeneità di cura e alte spese.”

“Questo Disegno di Legge arriva per offrire supporto a pazienti, specialisti e a chi si occupa dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri – spiega Maria Cristina Cantù, vicepresidente della commissione Sanità –. La nostra proposta prevede infatti la presa in carico dei malati attraverso un approccio integrato da parte del reumatologo di riferimento e del medico di medicina generale con garanzia di aggiornamento dei livelli essenziali delle prestazioni. L’obiettivo è quindi assicurare diagnosi rapide e cure specifiche, contando sul Sistema Sanitario Nazionale, attraverso la creazione di una Rete che garantisca l’uniformità dei protocolli terapeutici prioritarizzati in prevenzione e un monitoraggio costante sull’appropriatezza delle prestazioni.”

“In Italia oltre 5 milioni di persone soffrono di malattie reumatologiche, e di queste circa 734mila presentano forme severe e con impatto negativo sulla qualità di vita – sottolinea Gian Domenico Sebastiani, Presidente SIR, Società Italiana di Reumatologia –. Uno dei punti su cui è più importante intervenire è il ritardo diagnostico, che causa un peggioramento delle condizioni di salute, l’accumulo di danno irreversibile e di conseguenza notevoli disagi per i malati e elevati costi sociali legati all’invalidità e a percorsi diagnostici e terapeutici inappropriati. I trattamenti farmacologici attuali, infatti, sono in grado di ottenere l’obiettivo della remissione e di evitare danni irreversibili, e sono molto più efficaci quando vengono instaurati tempestivamente. Questo richiede una maggiore attenzione anche da parte dei medici di medicina generale, che spesso visitano per primi i loro assistiti e devono indirizzarli rapidamente allo specialista reumatologo territoriale. Occorre quindi un potenziamento dell’assistenza reumatologica negli ambulatori del territorio e nelle strutture ospedaliere, per ridurre i tempi di attesa e garantire ai malati assistenza anche nelle fasi più complesse della malattia. Tutto questo deve avvenire senza perdere di vista l’andamento statistico-epidemiologico delle patologie nella popolazione, per poter valutare in quale modo distribuire i servizi affinché coprano efficacemente il territorio. La SIR, da sempre la società scientifica maggiormente rappresentativa di tutte le componenti della reumatologia italiana, dai reumatologi territoriali a quelli universitari e ospedalieri – continua il Presidente – si può avvalere della stretta collaborazione tra queste tre anime presenti e dialoganti in SIR, e da questa collaborazione possono scaturire i risultati migliori per conseguire l’ambizioso obiettivo di migliorare l’assistenza alle persone affette dalle malattie reumatologiche. Il nostro obiettivo è trovare soluzioni ai problemi che i pazienti sperimentano ogni giorno, dalla gestione delle liste di attesa alla presa in carico territoriale e ospedaliera.”

“Le malattie reumatologiche sono più di 200, per questa ragione diagnosi e presa in carico richiedono grande attenzione e strumenti adeguati – aggiunge Carlomaurizio Montecucco, presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia FIRA ETS –. Come FIRA il nostro impegno è volto a mantenere un dialogo attivo con le Istituzioni perché la reumatologia sia sempre una priorità nell’agenda politica. La ricerca italiana, in particolare, è ai vertici a livello internazionale sia per numero che per qualità di pubblicazioni: un risultato di cui dobbiamo andare fieri, ma che ci deve spingere a raggiungere obiettivi più ambiziosi, con investimenti che ci permettano di offrire ai numerosi pazienti una qualità di vita sempre migliore.”

“Come SIR abbiamo svolto un lavoro dedicato alla riorganizzazione ospedaliera e territoriale, realizzando un ‘modello di rete’ declinato in tre livelli, territoriale, ospedaliero-spoke e ospedaliero-hub – dichiara Andrea Doria, direttore UOC di Reumatologia Azienda Ospedaliera-Università di Padova –. I sistemi sanitari necessitano di un adeguamento per poter garantire alti livelli di assistenza: il medico di famiglia deve essere in grado di riconoscere segni e sintomi per poter indirizzare il paziente dallo specialista, le unità operative di reumatologia devono garantire adeguati posti letto sia per il day hospital che per le degenze ordinarie ed essere in grado di gestire ogni patologia, con particolare attenzione alle malattie rare e ai casi gravi. È poi fondamentale che la figura del reumatologo sia presente in tutte le ASL, con una disponibilità di circa 30 ore a settimana ogni 100mila abitanti. Ogni Regione dovrebbe poi prevedere Unità Operative semplici, dipartimentali e complesse.”

“Uno dei nostri obiettivi prioritari è la diminuzione del divario tra Nord e Sud del Paese per quanto riguarda diagnosi e presa in carico dei pazienti – dichiara Ennio Lubrano di Scorpaniello, direttore UO di Reumatologia Ospedale Cardarelli di Campobasso –. Questo ddl ci permetterebbe di monitorare l’andamento delle patologie reumatologiche anche attraverso l’istituzione della Rete Nazionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e le terapie all’Istituto Superiore di Sanità, uno strumento che si rivelerebbe estremamente importante per tutta la comunità scientifica. Ci permetterebbe di applicare protocolli terapeutici e riabilitativi uniformi su tutto il territorio italiano. Sarebbe inoltre possibile monitorare l’impatto dei diversi approcci di gestione, implementare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sensibilizzare riguardo la prevenzione primaria e in generale sviluppare e valorizzare tutto il comparto reumatologico nazionale.”

“In Italia, purtroppo, le disomogeneità nell’assistenza ospedaliera sono frequenti – aggiunge Giuseppe Provenzano, direttore UO di Reumatologia Ospedali Riuniti Villa Sofia di Palermo –. In particolare il problema si presenta nel momento in cui i pazienti più complessi o gravi hanno necessità di ricovero, perché i posti letto sono carenti e mal distribuiti. Anche a livello territoriale sono presenti criticità, con mancanza di risorse e insufficiente assistenza ai malati, che sono quindi costretti a lunghe ricerche per potersi rivolgere a strutture spesso lontane da casa, azione che non tutti hanno l’opportunità di compiere. In questo contesto è importante poi accendere i riflettori sulle difficoltà di accesso ai farmaci: troppo spesso le Regioni hanno differenti tempistiche per l’ottenimento dei trattamenti, con conseguenti discrepanze di presa in carico tra pazienti. L’istituzione di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) dedicati alle patologie reumatologiche sarebbe un grande passo avanti nell’eliminazione di molte difficoltà.”

“Oggi la tecnologia è entrata con successo a far parte dei processi clinico-assistenziali e ospedalieri – sottolinea Enrico Tirri, direttore UO di Reumatologia Ospedale del Mare di Napoli –. L’implementazione dei sistemi di telemedicina per il miglioramento della continuità assistenziale ha un grande impatto, soprattutto nelle aree remote e sui pazienti fragili, spesso impossibilitati a spostarsi. Una delle conseguenze è la riduzione degli accessi inappropriati ai pronto soccorso, che sappiamo essere una forte criticità a livello nazionale. Come SIR, il nostro impegno è già rivolto allo sviluppo di questi sistemi, anche attraverso il supporto di AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Un esempio virtuoso è la nostra piattaforma iARPLUS, in grado di offrire un ambulatorio reumatologico virtuale per poter svolgere le televisite in piena sicurezza informatica. Grazie a questo Disegno di Legge potremo avviare campagne di informazione volte a diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi delle patologie e sensibilizzare all’importanza di rivolgersi allo specialista per favorire la diagnosi precoce e ridurre lo sviluppo di cronicità.”

“Per una presa in carico completa del paziente rimane fondamentale la piena collaborazione tra specialisti – conclude Roberto Caporali, direttore Unità Operativa di Reumatologia Clinica ASST Gaetano Pini CTO-Milano –. Ogni paziente ha le sue specificità e le numerose differenze tra le patologie rendono necessario un approccio integrato. La diagnosi precoce è importantissima in particolar modo per i pazienti con artrite reumatoide. Questa malattia costa ogni anno alla collettività oltre 3 miliardi di euro, tra spese dirette e indirette. La remissione è possibile nel 50% circa dei casi, ma perché avvenga è fondamentale la diagnosi precoce, che è rara, infatti molti malati attendono fino a 2 anni per poter dare un nome alla propria malattia. Per questa ragione, come SIR chiediamo l’approvazione di questo ddl per garantire maggiori risorse alla reumatologia.”

Intermedia

Ufficio stampa SIR

intermedia@intermedianews.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Riflettori nutrizionali puntati sulla frutta secca: grazie...

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Riflettori nutrizionali puntati sulla frutta secca: grazie al dossier Nutrimi ne sfatiamo i falsi miti e sveliamo i plus dei frutti più trendy del momento

Gli esperti in nutrizione ed alimentazione di Nutrimi sono tornati ad analizzare uno degli ingredienti più interessanti della piramide alimentare

Milano, 28/03/24 - Negli ultimi anni, sempre più evidenze scientifiche illustrano i benefici della frutta secca, una classe di alimenti che occupa una posizione di rilievo nella piramide alimentare della dieta mediterranea. Perché - dunque - a volte la percezione del consumatore su questi alimenti non tiene conto del parere degli esperti? È quindi fondamentale ribadire l'importanza del consumo della frutta secca, all'interno di una dieta sana ed equilibrata.

Frutta a guscio e frutta disidratata: differenze e rising stars

La frutta secca è tutta uguale? La risposta è no! Anche se comunemente si pensa alle noci, alle mandorle e alle nocciole, conosciute come frutta a guscio, questa categoria comprende anche frutti sottoposti a disidratazione, per consentirne una lunga conservazione. A livello nutrizionale, questa differenza determinerà una maggiore concentrazione di lipidi per la frutta a guscio, e di zuccheri per quella disidratata. Differenze di cui tenere conto nel balance di un’alimentazione equilibrata e della propria situazione individuale. Tra i frutti che attualmente stanno conquistando cuore e pancia degli italiani, ve ne sono alcuni particolarmente ricchi di nutrienti, risultando non solo buoni, ma anche salutari.

Il pistacchio, il cosiddetto oro verde, è ricco di micro e macronutrienti il cui consumo è in grado di favorire il benessere cardiovascolare, il controllo glicemico e il mantenimento del peso corporeo. Un'altra perla italiana è la nocciola, perfetta per contrastare lo stress ossidativo e contribuire al benessere generale. La carruba, infine, promuove la salute intestinale, fungendo al contempo da alternativa al caffè ed al cacao.

L’unico mito a cui credere davvero: la frutta secca è buona e fa bene. Si, proprio a tutti

Nonostante l'idea diffusa che la frutta secca possa far ingrassare a causa del suo alto contenuto calorico, la scienza dimostra il contrario. La ricchezza di nutrienti e le proprietà della frutta secca non fanno aumentare il peso se assunti nelle quantità raccomandate dai LARN, ma diversi studi indicano che il suo consumo regolare può favorire la riduzione dei rischi relativi a malattie cardiovascolari e metaboliche, contribuendo al mantenimento di un peso corporeo normale. Le linee guida nazionali raccomandano un consumo massimo di 20-30g di frutta secca fino a due volte a settimana, quantità indicata per un apporto energetico adeguato senza provocare aumento di peso.

Il dado è tratto, quindi: con la loro straordinaria composizione nutrizionale e la loro versatilità culinaria, la frutta secca italiana – a guscio e disidratata - continua, dunque, a confermarsi come una categoria di alimenti essenziale per uno stile di vita sano e gustoso.

Ufficio Stampa NutriMI

Roberta Pappalardo

E-mail: stampa@evidilyasrl.onmicrosoft.com

Tel: 02 45495838 – +39 3450660022

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Torna il ponte fra Italia e Corsica ripartono le linee di...

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Moby-Orli-Bateau

Milano 28.03.2024 - Ci sono i ponti, i primi fine settimana in cui gli appassionati della Corsica raggiungono l’isola, sapendo che in primavera riserva splendide sorprese climatiche e naturalistiche.

E poi c’è il ponte, nel senso del collegamento più veloce fra l’Italia continentale e la Corsica, che in sole quattro ore e mezza di navigazione porta dalla Toscana all’isola francese.

E il ponte ovviamente è Moby che, a partire da oggi, collega Livorno a Bastia e viceversa, con una stagione che si allunga ulteriormente rispetto agli scorsi anni, parte oggi e arriverà fino al 3 novembre, per gustare fino in fondo tutti i profumi, i colori e i sapori della Corsica.

Il tutto offrendo come sempre e più di sempre ai suoi passeggeri le migliori soluzioni in termini di flessibilità e comodità degli orari.

In particolare, per permettere ai passeggeri di godere dal primo fino all’ultimo minuto le giornate in Corsica, l’andata da Livorno sarà la mattina alle 8, mentre il ritorno da Bastia il pomeriggio, ottimizzando tempi e permanenza sull’isola. Con anche partenze pomeridiane in particolari date di aprile e maggio, sempre per venire ulteriormente incontro alle esigenze dei passeggeri.

Il “domino” virtuoso innescato dall’ingresso contemporaneo in flotta di Moby Fantasy e Moby Legacy, i due traghetti più grandi e green del mondo, porta miglioramenti su tutte le tratte, collegate da navi più capienti e moderne, e in particolare sulla Livorno-Bastia-Livorno saranno schierate prima la Moby Orli, poi la Moby Corse e nei mesi estivi la Moby Zazà, che offriranno servizi di bordo sempre migliori, per soddisfare ogni esigenza dei passeggeri con self service, caffetteria, show lounge e shop a rendere ancora più piacevole il tempo passato in navigazione dai passeggeri.

A tutto questo, proprio per la disponibilità di un maggior numero di cabine a bordo, si aggiungono nuove soluzioni di viaggio, come “Moby Night” l’opzione che permette di acquistare una cabina imbarcandosi la sera precedente alla partenza, dalle 20 alle 23,30, ottimizzando costi e spostamenti, e avendo la cabina a completa disposizione anche per tutta la durata della traversata. Con costi assolutamente competitivi: da 99 euro per una doppia interna o esterna, da 119 per la cabina quadrupla interna o esterna. E la prima colazione è compresa nel prezzo.

Gruppo Moby

Moby, Tirrenia-CIN e Toremar sono le Compagnie del Gruppo Moby, da cinque generazioni sul mare e leader del trasporto marittimo passeggeri e merci. Primo al mondo per numero di letti e primo in Europa per capacità passeggeri. Con le tre compagnie, il gruppo Moby collega Sardegna, Sicilia, Corsica, isola d’Elba e l’Arcipelago Toscano con 31 navi, con circa 37.200 partenze per 22 porti. I Fast Cruise Ferries del gruppo sono tra i primi al mondo per qualità: le ammiraglie sono state insignite della prestigiosa Green Star del RINA. Al gruppo Moby fa capo anche una flotta di 18 rimorchiatori di ultima generazione che forniscono assistenza alle manovre delle navi in porto e attività di salvataggio in nove porti sul territorio. Nel Porto di Napoli il Gruppo è azionista del Terminal Traghetti, nel porto di Genova è azionista di Stazioni Marittime, a Livorno controlla l’Agenzia Marittima Renzo Conti Srl, il Terminal ro/ro LTM Autostrade del Mare Srl e il terminal passeggeri Porto di Livorno 2000.

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