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Politica

Dc, Gemayel in Italia: il 9 incontro in memoria di Carra per proposta su fase nuova

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Lavora a costruire una nuova fase con i popolari e democratico cristiani italiani il presidente del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana e di Centro, l’ex presidente libanese Amine Gemayel, che sarà in Italia la prossima settimana per una serie di incontri istituzionali. 

In particolare, giovedì 9 febbraio, si terrà a Roma, alle ore 9,30, presso il Salone dell’istituto Luigi Sturzo, un incontro “in memoria di Enzo Carra” al quale sono invitati, tra gli altri, Antonio Tajani, Marco Follini, Lorenzo Cesa, Giuseppe Gargani, Salvatore Cuffaro, Giampiero Samorì, Francesco Pionati, Calogero Mannino, Clemente Mastella, Cateno De Luca, Roberto Formigoni, Agazio Loiero, Paolo Cirino Pomicino, Vincenzo Scotti, Gianfranco Rotondi.  

Gemayel, spiega in una nota l’organizzatore dell’incontro, Vincenzo Speziali, membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana e di Centro, “desidera affrontare la questione inerente l’impegno dei popolari e democratico cristiani italiani, per esperire un lecito tentativo al fine di avviare una profonda discussione, con l’obiettivo di contribuire ad una fase nuova, la quale consisterà pure in una proposta in merito alla comune identità”.  

 

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Stadio Firenze, Renzi contro Il Fatto: “Dice falsità”

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(Adnkronos) – “Oggi Il Fatto Quotidiano scrive che la riqualificazione dello stadio Franchi si farà coi soldi del Pnrr ‘su spinta di Matteo Renzi’. È falso, tanto per cambiare. Ho sempre detto che i soldi del Pnrr devono andare alle case popolari e ai progetti sulle Cascine, non sullo stadio. Per me lo Stadio va rifatto coi soldi dei privati, non con le tasse dei contribuenti”. Così Matteo Renzi sui twitter.  

“Comprendo le legittime perplessità dell’Unione Europea emerse ieri sera”, ha detto Renzi in giornata uscendo dal Senato. “Abbiamo sempre detto che i soldi pubblici non devono andare sullo stadio e capisco le critiche europee su questo progetto. I soldi del PNRR meglio metterli sulle Cascine o sulle periferie, sull’Arno o sulle scuole. Lo stadio va fatto coi soldi dei privati, non del Comune o dell’Europa. Lo stadio va fatto coi soldi dei privati, non può essere pagato dal Comune o dall’Europa”, ha concluso. 

 

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Terzo Polo, Rotondi: “Due forni? Corre il rischio di essere infornato, non ha forza di scegliere come Dc”

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(Adnkronos) – “Il Terzo polo cerca, a buon diritto, visibilità e fa il suo mestiere. Non penso francamente che abbia molte prospettive: nel centrodestra esiste una posizione di Centro moderato, anzitutto nei gruppi parlamentari di ‘Fratelli d’Italia’, e poi con Forza Italia. Non c’è bisogno di una copertura al centro, per capirci. E nel centrosinistra mi sembra che lo spazio un tempo della ‘Margherita’ stia iniziando a prenotarlo il professor Conte con il Movimento cinque stelle 2.0”. Così all’Adnkronos risponde il democristiano Gianfranco Rotondi, presidente di ‘Verde è popolare’ e deputato di Fdi, sulle proposte lanciate dal Terzo Polo a maggioranza e opposizione.  

La doppia proposta è un revival della politica dei due forni secondo la celebre definizione con cui Giulio Andreotti descriveva la politica attuata per mezzo della Democrazia cristiana, che faceva alleanze a seconda delle convenienze? “La politica dei due forni fu teorizzata da Andreotti ma era la Dc a scegliere il forno di destra o di sinistra. Il Terzo Polo non ha la forza della Dc e dunque corre piuttosto il rischio di essere infornato”. (di Roberta Lanzara) 

 

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Forza Italia, Barelli eletto capogruppo Camera: “Spazio per tutti”

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(Adnkronos) – Paolo Barelli è stato acclamato dall’assemblea dei deputati nuovo capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Prosegue il lavoro con il presidente Berlusconi, oltre le elezioni amministrative ci attendono le elezioni europee, dove Forza Italia si prepara ad avere un ruolo importante, a sostegno ovviamente del Governo, che affrontando le Europee vede Forza Italia con il suo dna basato sull’appartenenza al Partito popolare europeo, con un ruolo molto importante nel segno della continuità ma per fare ancor meglio”, le prime parole di Barelli, già capogruppo alla fine della passata legislatura. 

Nessuna preoccupazione per le fibrillazioni che hanno portato all’avvicendamento con Alessandro Cattaneo. “Sono stato eletto all’unanimità, sono stato già capogruppo con il doppio di parlamentari, mi conoscono tutti, ma al di là della conoscenza e dell’amicizia e dell’elezione per acclamazione lo spazio che ha Forza Italia -assicura il neo capogruppo- è molto importante per tutti, non c’è nessun tipo di preoccupazione”. 

Nessuna contrapposizione poi tra linea più o meno governista. “Siamo al Governo, sosteniamo il Governo -sottolinea Barelli- e abbiamo la nostra storia e abbiamo nel nostro dna l’europeismo, l’atlantismo, tutti quegli ingredienti per far sì che le forze di Governo arrivino alle elezioni europee per avere un governo dell’Europa che sia maggiormente timbrato centrodestra, questa è la sfida che ha la maggioranza di governo in Italia e in prospettiva per le elezioni europee. Siamo distinti in molte cose ma formiamo una coalizione vincente e su questo bisogna valorizzare anche l’impegno di Forza Italia”. 

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Dal caro bollette alla concorrenza, oggi il Cdm: i temi sul tavolo

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(Adnkronos) – Il nuovo codice degli appalti e gli interventi contro i rincari energetici, niente norme sulle concessioni balneari. Sono questi i principali provvedimenti attesi nel Consiglio dei ministri, in programma per oggi alle 17 a Palazzo Chigi, che varerà anche il ddl annuale per il mercato e la concorrenza.  

Ventidue articoli in 21 pagine, allegati compresi. E’ il nuovo decreto per aiutare imprese e famiglie alle prese col caro bollette, oggi sul tavolo del Cdm. Oltre alla sforbiciata all’Iva sul gas, confermata al 5% anche per il secondo trimestre, agli attesi contributi per famiglie e imprese con un occhio attento alle cosiddette energivore, nella bozza del provvedimento all’esame del preconsiglio trovano spazio anche norme in materia di sanità, payback sui dispositivi medici e fisco. 

BOLLETTE – Riduzione dell’Iva e degli oneri generali nel settore gas per il secondo trimestre dell’anno 2023. Nel provvedimento si scrive che ”le somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali”, contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di aprile, maggio e giugno 2023, ”sono assoggettate all’aliquota Iva del 5%. Qualora le somministrazioni di cui al primo periodo siano contabilizzate sulla base di consumi stimati, l’aliquota Iva del 5% ”si applica anche alla differenza derivante dagli importi ricalcolati sulla base dei consumi effettivi riferibili, anche percentualmente, ai mesi di aprile, maggio e giugno 2023”.  

La disposizione si applica anche ”alle forniture di servizi di teleriscaldamento nonché alle somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto di servizio energia”. In considerazione della riduzione dei prezzi del gas naturale all’ingrosso, il governo stabilisce che ”le aliquote negative della componente tariffaria ug2c applicata agli scaglioni di 6 consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno sono confermate limitatamente al mese di aprile 2023, in misura pari al 35% del valore applicato nel trimestre precedente. Le aliquote delle componenti tariffarie relative agli altri oneri generali di sistema per il settore del gas sono mantenute azzerate per il secondo trimestre 2023”.  

Arriva poi il bonus ‘riscaldamento’ da ottobre a dicembre per tutte le famiglie con reddito superiore ai 15mila euro. Nelle more della definizione di misure pluriennali da adottare in favore delle famiglie, da finanziare nell’ambito del RepowerEU, a decorrere dal primo ottobre e fino al 31 dicembre 2023, ai clienti domestici residenti diversi da quelli titolari di bonus sociale è riconosciuto un contributo, erogato in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche nei ei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023 in cui la media dei prezzi giornalieri del gas naturale sul mercato all’ingrosso superi una certa soglia non ancora specificata nella bozza.  

NUOVO CODICE APPALTI – Il nuovo codice punta a velocizzare i cantieri e snellire la burocrazia. Tra le norme in dirittura d’arrivo quelle per l’appalto integrato e quelle che introducono la possibilità di scegliere tra affidamenti diretti o gara per gli appalti superiori a 5 milioni di euro.  

BALNEARI – Nessuna novità in arrivo, a quanto apprende l’Adnkronos, sul nodo delle concessioni balneari. Su questo dossier caldo, sul quale si sono arenati i tentativi di sintesi degli ultimi governi, l’esecutivo Meloni dovrebbe accelerare alla luce anche dei moniti della Commissione Ue contro l’ultima proroga fino a tutto il 2024 delle attuali concessioni balneari. Ma, fonti vicine al dossier, fanno sapere che le norme non verranno inserite nel ddl annuale per la concorrenza. Non è esclusa tuttavia avanti un’accelerata in sede di iter parlamentare, magari con un emendamento, se il pressing Ue lo imponesse. 

SANITA’ – Da un minimo di tre a un massimo di sette anni di carcere. E’ la pena che dovranno scontare le persone che sono violente con il personale sanitario. La bozza del decreto legge contiene un articolo che, partendo dal codice penale, stabilisce delle ‘Disposizioni in materia di contrasto agli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario’. Le manette scattano se ”la persona offesa è esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività”. 

Tra le misure anche l’aumento dell’indennità per il personale di pronto soccorso anticipato a partire dall’1 giugno 2023 e non dall’1 gennaio 2024, come era inizialmente previsto nella legge di bilancio. “All’articolo 1, comma 526, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 – si legge infatti – le parole ‘con decorrenza dal 1° gennaio 2024’, sono sostituite dalle seguenti: ‘con decorrenza dal 1° giugno 2023′”. Il riferimento è al comma della legge di bilancio in cui si spiega che “ai fini del riconoscimento delle particolari condizioni di lavoro svolto dal personale della dirigenza medica e dal personale del comparto sanità, dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale e operante nei servizi di pronto soccorso”, si sarebbe proceduto a incrementare i limiti di spesa annui lordi previsti per la definizione della specifica indennità (lo stanziamento era di 200 milioni di euro). Nella bozza del Dl energia si precisa anche che alla copertura della misura che prevede l’aumento delle indennità si provvede a valere sul livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, che a tal fine verrà incrementato per l’anno 2023. 

FISCO – Più tempo per il ravvedimento speciale. Slitta dal 31 marzo 2023 al prossimo 30 settembre la prima rata del cosiddetto ravvedimento speciale introdotto dall’ultima legge di Bilancio per sanare le irregolarità sostanziali delle dichiarazioni dei redditi relative agli anni fino al 2021. Cambia inoltre il calendario delle otto rate da versare per mettersi in regola con il fisco, passando dalla precedente cadenza trimestrale a questa tabella di marcia: prima scadenza al 30 settembre 2023, poi 31 ottobre, 30 novembre, 20 dicembre, 31 marzo 2024, 30 giugno 2024, 30 settembre 2024 e 20 dicembre 2024. Sulle rate dalla seconda all’ottava, verranno applicati interessi al 2%. 

PAYBACK DISPOSITIVI MEDICI – Dal Governo arriva una prima soluzione al payback per le aziende che producono i dispositivi medici all’interno della bozza del decreto legge energia, l’articolo 6. Per superare il problema legato al payback dei dispositivi medici si prevede l’istituzione di un fondo per il 2023, “per ripiano del superamento del tetto di spesa”, che dovrebbe andare a limitare l’impatto dei 2,2 miliardi previsti a carico delle imprese del settore che hanno manifestato più volte in piazza per le enormi conseguenze che il payback avrebbe in termini anche di occupazione persa. Nella bozza non è evidenziato l’ammonatare delle risorse, ma da alcune indiscrezioni potrebbe essere di 1,1 miliardi di euro.  

“Gli importi della quota del fondo assegnati a ciascuna Regione potranno essere utilizzati per gli equilibri dei servizi sanitari regionali dell’anno 2022 – si legge nel decreto – Le aziende fornitrici di dispositivi medici, che non hanno attivato contenzioso o che rinunciano al contenzioso eventualmente attivato, versano a ciascuna regione e provincia autonoma, entro il 30 giugno 2023, la restante quota rispetto a quella determinata dai provvedimenti regionali. Per le aziende fornitrici di dispositivi medici che non rinunciano al contenzioso attivato, resta fermo l’obbligo del versamento della quota integrale a loro carico, come determinata dai richiamati provvedimenti regionali o provinciali”. “Per esigenze di liquidità connesse all’assolvimento dell’obbligo di ripiano le piccole e medie imprese possono richiedere finanziamenti a banche, istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e ad altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia”, precisa il decreto.  

Nell’articolo 7 del decreto, si evidenzia anche che in relazione ai versamenti effettuati dalle aziende produttrici dispositivi medici ai fini del contenimento della spesa per dispositivi medici a carico del Servizio sanitario nazionale, considerato che i tetti regionali e nazionale sono calcolati al lordo dell’Iva si interpretano nel senso che per i versamenti effettuati ai fini del ripiano dello sforamento dei tetti della spesa per dispositivi medici, le aziende produttrici dispositivi medici possono portare in detrazione l’Iva determinata scorporando la medesima dall’ammontare dei versamenti effettuati ai fini del ripiano dello sforamento dei tetti della spesa per dispositivi medici,  

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Rai Sport, De Stefano lascia direzione

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(Adnkronos) – “Alessandra De Stefano ha rassegnato questa mattina le proprie dimissioni dall’incarico di direttrice di Rai Sport per motivi personali”. E’ quanto si legge in una nota della Rai. “L’amministratore delegato, Carlo Fuortes, nel prendere atto della decisione ha provveduto a nominare il vicedirettore anziano di Rai Sport Marco Franzelli direttore ad Interim e ringrazia Alessandra De Stefano per l’assiduo lavoro svolto con grande professionalità, per i rilevanti risultati conseguiti e per il contributo innovativo dato dalla testata da lei diretta in occasione dei grandi eventi sportivi come i Mondiali di calcio”.  

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Ambrosi: “Destra ama buon cibo e vino, sinistra insetti e droghe”

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“Tipi di destra: amanti delle tradizioni, del buon cibo, di un calice di vino italiano, di decoro, ordine e sicurezza. Tipi di sinistra: adoratori di farine di insetti, imbrattatori di monumenti, fans di droghe libere e occupazioni abusive. Ecco perché sono una tipa di destra!”. E’ il tweet di Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia. 

Il tweet arriva mentre il tema ‘insetti e cibo’ è di attualità. I quattro decreti per l’adozione di etichette obbligatorie per l’immissione in commercio di alimenti contenenti quattro diverse farine di insetti sono stati firmati e notificati alla Commissione Ue dai ministri dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, del ministro delle Imprese e made in Italy Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, dopo il via libera ieri in Conferenza Stato Regioni. La Commissione Ue ora ha tre mesi per dare una risposta. Qualora non dovesse esprimere parere vale la regola del silenzio-assenso. Subito dopo i decreti verranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale ed entreranno in vigore. 

Gli schemi di decreto in particolare riguardano la farina di grillo, la farina Alphitobius diaperinus (larve), la farina di Tenebrio molitor (tarme) e la farina di Locusta migratoria. I provvedimenti sono del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste di concerto con il ministro delle Imprese e del Made in Italy e del ministro della Salute 

 

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Migranti, le risposte di Bruxelles viste da Meloni e Schlein

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Qual è la risposta dell’Europa alla richiesta di un maggior impegno sul tema dei migranti? L’interpretazione dei passi fatti dal Consiglio Europeo divide in maniera netta il Premier italiano, Giorgia Meloni, e la leader del PD, Elly Schlein. Un confronto che si gioca sulle dichiarazioni e che evidenzia una gerarchia delle priorità completamente diversa. 

“Io posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni. L’ultima versione che sta girando chiede alla commissione di procedere spedita e rimanda su uno stato di verifica di queste misure al prossimo Consiglio Europeo. Quindi direi che possiamo confermare il fatto che il tema dell’immigrazione è un tema considerato oggi centrale, una cosa impensabile fino a qualche mese fa”. 

Meloni, discutendo con il leader dell’advertice UE, ha messo l’accento sulla situazione in Tunisia, ritenuta molto preoccupante e sul fatto che gli arrivi in Italia siano triplicati rispetto al 2022. E anche nel bilaterale con il Presidente francese Emmanuel Macron il tema immigrazione è stato centrale. Schlein invece ribalta la prospettiva. 

“Intanto è curioso che Giorgia Meloni rivendichi una nuova centralità del tema immigrazione quando per ora dalle bozze che circolano sulle conclusioni del Consiglio ci sono poche righe senza misure complete. 

Perché questa destra fa sempre le domande sbagliate qui in Unione? Perché non ha il coraggio di affrontare i suoi alleati nazionalisti e chiedere maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità sull’accoglienza a Orban e i suoi alleati. Io non li ho mai visti, quando ero qui a negoziare la riforma di Dublino che blocca centinaia di migliaia di richiedenti asilo ,nel primo Paese Europeo dove mettono piede. Quindi vorrei che questo governo si battesse dopo le tragedie, da ultimo quella di Crotone, per una vera missione di ricerca e soccorso istituzionale europea e da un altro lato per attivare strumenti che superino il regolamento di Dublino come la Direttiva sulla protezione temporana che permetterebbe alle persone che arrivano da quella rotta pericolosissima di trovare accoglienza anche negli altri Paesi Europei”. 

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Mes, ratifica e Italia: cosa ha detto Meloni

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La ratifica del Mes da parte dell’Italia? “Ci sono anche altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto”. Questa la posizione ribadita da Giorgia Meloni, dopo le nuove sollecitazioni arrivate dal presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che ha esortato ancora una volta a ratificare al più presto il fondo salvastati. 

“Io credo che la materia non vada discussa a monte, ma vada discussa a valle e nel contesto nel quale opera – dice il premier ai giornalisti a Bruxelles – Il riferimento alla governance è un riferimento fatto non a caso, e anche ad altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto. Stamattina abbiamo discusso dell’Unione bancaria e sul tema di un backstop il Mes è una sorta di Cassazione: il primo e il secondo grado sono l’Unione bancaria, che sono le materie che sono state discusse questa mattina, quindi è un ragionamento del quale non si può discutere se non in un quadro complessivo”. 

La ratifica del trattato che riforma il Meccanismo Europeo di Stabilità “è una questione che riguarda il Parlamento italiano, la presidente Meloni e il suo Governo”, precisa il presidente dell’Eurogruppo Donohoe, al termine dell’Eurosummit a Bruxelles. “Ho solo sottolineato ancora una volta – continua – il valore complessivo della ratifica del trattato, perché svolgerebbe un ruolo prezioso nel rafforzare l’Unione bancaria per tutti. Ma come e quando accade, è una questione di competenza del Parlamento e del Governo italiani. Coopereremo e lavoreremo con loro in ogni modo possibile”, conclude. 

 

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Armi all’Ucraina, Meloni: “Menzogna che tolgano risorse a italiani”

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L’invio delle armi all’Ucraina continua ad alimentare il dibattito parlamentare. Il premier Giorgia Meloni, intervenendo in aula alla Camera, torna a spiegare perché Roma continua a sostenere militarmente Kiev. 

“In questo quadro voglio dire con franchezza, che io considero puerile la propaganda di chi racconta che l’Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti in Ucraina, sottraendoli di fatto alle tante necessità dei nostri concittadini. Questo è falso e in quest’aula lo sappiamo tutti. L’Italia sta inviando all’Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare, e che inviamo agli ucraini anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi, perché noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. E dunque raccontare agli italiani che se non fornissimo le armi all’Ucraina, si potrebbero aumentare le pensioni o si potrebbero tagliare le tasse è una menzogna, che intendo chiamare con il suo nome”. 

Intanto, a Bruxelles, è stata presa quella che l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha definito “una decisione storica”. I 27 governi dell’Ue hanno raggiunto un accordo politico per consegnare all’Ucraina nei prossimi dodici mesi un milione di munizioni di armi per difendersi dall’aggressione della Russia, cominciata il 24 febbraio di un anno fa. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, spiega come intende il Governo proseguire nel necessario confronto con il Parlamento. 

“Il problema è di fare in fretta, produrre in fretta e consegnare in fretta le munizioni all’Ucraina. Il Governo italiano ha l’autorizzazione del Parlamento di inviare materiale militare fino alla fine dell’anno e, qualora si dovesse decidere di inviare altro materiale militare, verrà informato il Parlamento attraverso il Copasir”. 

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Salario minimo, Pd: “Lavoriamo a testo comune opposizioni”

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“Ieri alla camera si è finalmente avviata la discussione sulle proposte di legge per il salario minimo presentate dal Pd e dalle altre forze di opposizione. L’esigenza di individuare strumenti nuovi per combattere la piaga del lavoro povero e di rafforzare la contrattazione collettiva contrastando i contratti pirata, è patrimonio comune e rappresenta una novità che fa ben sperare per raggiungere un obiettivo così importante”. Così il deputato del Pd Marco Sarracino, membro della commissione Lavoro della Camera. 

“Del resto, nonostante se ne parli da tempo, non si è giunti purtroppo ad approvare una legge sul salario minimo neanche quando sembrava ci fossero condizioni favorevoli, sia con il Presidente Conte nelle sue due esperienze di Governo sia con l’esecutivo Draghi quando si era in una fase avanzata di dialogo con le forze sociali. Ma in questa legislatura si può e si deve voltare pagina”.  

“Come abbiamo già detto, il Pd è disponibile a ridiscutere, per arrivare ad un testo comune con le opposizioni, la proposta presentata ad inizio legislatura, che prevede un ruolo centrale della contrattazione collettiva più rappresentativa per la fissazione del salario minimo di ogni settore che non può essere comunque inferiore a 9,50 euro l’ora. Combattere la povertà e lo sfruttamento è una priorità del Partito Democratico”. 

“Ieri in commissione Lavoro alla Camera è iniziata la discussione della nostra proposta. Registriamo una buona notizia: il Pd, dopo anni di titubanze, ha finalmente depositato una proposta che ricalca pressoché integralmente quella già depositata dal M5S, a mia prima firma, per introdurre una ‘soglia minima legale’ sotto cui nessun contratto collettivo nazionale di lavoro deve scendere. Ora attendiamo Calenda, che pure si è dichiarato pubblicamente favorevole. Poi allargheremo il dialogo a Forza Italia, alla Lega, a Fratelli d’Italia. Parleremo con tutti, anche con le forze di maggioranza più restie, per convincerle che stiamo facendo una battaglia di civiltà, che in 21 Paesi europei su 27 i lavoratori hanno già vinto. Non ci fermeremo sino a quando non prevarrà la dignità del lavoro e il rispetto dei lavoratori”, scrive su Facebook il presidente del M5S Giuseppe Conte. 

“Sta per cominciare finalmente la discussione in Parlamento sul salario minimo legale, e ci sono diverse proposte una di queste è la nostra: allora mi rivolgo a tutte le opposizioni in particolare a Conte a Schlein, perché ne abbiamo discusso insieme a Rimini al congresso della Cgil. Elly in quella sede ha proposto di chiuderci in una stanza finché non troviamo una proposta convincente per fare una battaglia comune. Allora cominciamo adesso, perché ci sono in Italia più di 4 milioni di persone che lavorano in condizioni di povertà. Povertà e lavoro non possono stare più nella stessa frase, lavoriamo insieme, è arrivato il momento di cambiare il Paese”, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra in un video sui social.
 

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