Salute e Benessere
Scarnecchia, l’infarto e l’appello per...
Scarnecchia, l’infarto e l’appello per ritrovare chi ha lanciato Sos: “Si faccia avanti”
La richiesta pubblica per ritrovare il primo medico che l'ha salvato
"Un appello pubblico per ritrovare il primo medico che l'ha salvato". Perché Roberto Scarnecchia, vecchia gloria del calcio, seconda vita da chef, protagonista del "miracolo di Natale" a Milano, lo ringrazierebbe. "Anche perché, dice, 'oggi non ci si avvicina più a una persona che non sta bene'". A tirare le somme della vicenda dell'ex calciatore, colpito da infarto miocardico domenica 3 dicembre, mentre si trovava in piazza Duomo, è Pierangelo Garzia, responsabile ufficio stampa dell'Istituto Auxologico Italiano, a cui fa capo l'ospedale San Luca dove il 65enne è stato operato d'urgenza al cuore da un cardiologo interventista di 32 anni, Giuseppe Verolino, che con una procedura durata 30 minuti gli ha liberato l'arteria occlusa che aveva provocato il malore.
"Piazza Duomo a Milano è già addobbata per le prossime feste natalizie. È domenica. C'è l'alberone. Ci sono le bancarelle con tanti prodotti artigianali da ogni dove. Ci sono tanti turisti. C'è quella tipica atmosfera romantica che si respira in questi giorni nella città meneghina. Del resto manca una manciata di giorni anche a Sant'Ambroeus, come chiamano la loro amata festa patronale i milanesi. Ma un uomo si sente male. Si accascia proprio sul sagrato del Duomo - ripercorre Garzia in un post su Facebook - Sente che la sua ora è arrivata. La gente passa. Allegra. Sorridente. Non si accorge, non fa caso a quanto sta capitando a quell'uomo accasciato davanti al Duomo". E "l'uomo sofferente pensa: finirò nelle foto della gente, di ogni parte del mondo, che fotografa il Duomo. L'uomo è stato un calciatore famoso, un allenatore e ora uno chef stellato. Un omone di un metro e ottantasei".
"Nella sua mente - si immagina nel post - scorrono le immagini della sua vita. Ma il film che scorre rapido nella sua mente prende un'altra piega. Entrano in scena altri due protagonisti. Una coppia di fidanzati. Forse due angeli dei nostri tempi. Lui è un medico. Fa alcune domande veloci all'omone accasciato e rapidamente decide che è il caso di chiamare un'ambulanza. L'omone viene trasportato all'ospedale Auxologico San Luca". E qui arriva l'altro "angelo", "che gli riparerà il cuore danneggiato da un infarto". "Giuseppe Verolino, 'Peppe' per gli amici. Mentre i due angeli provvidenzialmente atterrati sul sagrato del Duomo, di cui lui medico, rimangono sconosciuti. E Roberto Scarnecchia - è la chiosa del post - lancia un appello pubblico per ritrovare il primo medico che l'ha salvato. Vuole ringraziarlo". Per il lieto fine di quella che sembra una favola di Natale.
Salute e Benessere
Longevità e giovani, cresce il consumo dell”elisir di...
Indagine presentata al Milan Longevity Summit: possibile 'hackerare' il nostro organismo riportando indietro le lancette dell'orologio biologico
Può sembrare controintuitivo, ma la longevità appartiene ai giovani, cioè a coloro che hanno decine e decine di anni di vita davanti. Almeno secondo un'indagine presentata al Milan Longevity Summit, evento internazionale dedicato alla longevità che si è chiuso ieri. La ricerca, promossa da SirtLife, ha scoperto che tra i consumatori di integratori della longevità uno su 3 ha meno di 35 anni. "Il crescente interesse che i giovani mostrano verso la longevità riflette perfettamente quanto emerso con chiarezza negli ultimi 10 anni di ricerca scientifica sull'argomento", spiega Marco Menichelli, Ceo di SirtLife. "Oramai è dimostrato che l'invecchiamento è una malattia - sottolinea - una sorta di cancro: quanto più gli permettiamo di danneggiare il nostro organismo, tanto più è difficile riparare ai danni che causa. Quindi prima agiamo per contrastare attivamente il processo di invecchiamento, maggiori sono le chance si rallentarlo e addirittura invertirlo".
Con il giusto stile di vita e un'integrazione mirata è dunque possibile 'hackerare' il nostro organismo, riportando indietro le lancette dell'orologio biologico. Questo significa che, se sulla carta d'identità si hanno 35 anni d'età, biologicamente se ne possono avere 25. O se sono già passati 50 compleanni, per il nostro organismo è come se ne fossero trascorsi solo 35 o 40. "L'invecchiamento è una condizione per gli esseri umani ineluttabile, è vero. Ma oggi la scienza ci dice che possiamo fermarlo, rallentarlo, procrastinarlo", rimarca Menichelli. "Numerose evidenze scientifiche, promulgate anche da illustri scienziati come Camillo Ricordi, David della Morte Canosci, David Sinclair, indicano infatti che la longevità è determinata solo per il 15% dalla genetica - precisa - Il restante 85 % è invece influenzato da fattori epigenetici modificabili".
"Sirt500 Plus rappresenta uno strumento utile per manipolare e in qualche modo 'piegare' il tempo, riducendo gli effetti dell'invecchiamento sull'organismo. E' un potente mix di molecole naturali, tra cui polidatina, pterostilbene, onochiolo, acido ellagico, zinco ed altri minerali e vitamine, che agendo sinergicamente attivano le sirtuine, proteine che hanno una forte azione antinfiammatoria e antiossidante che ha importanti ricadute sull'organismo", riferisce l'azienda produttrice. "Diversi studi scientifici condotti sul nostro composto e pubblicate su riviste internazionali ad alto impact factor - prosegue Menichelli - hanno dimostrato in vitro e in vivo che Sirt500 Plus migliora il metabolismo e rallenta l'invecchiamento. Questo significa che il nostro composto, l'unico vero 'attivatore delle sirtuine' in commercio, favorisce il rinnovamento cellulare, migliora i tempi di recupero, la resistenza allo stress e rinforza le difese immunitarie".
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Virus respiratori, gli infettivologi: “Con Pasqua e...
Mascherina? "In altri paesi è normale portarla, da noi soffre del retaggio Covid"
"Soprattuto lo scorso anno l'influenza ha circolato fino ad aprirle, quindi c'è e circola ancora come sono presenti anche diversi virus respiratori aiutati anche dalla temperature ancor non primaverili. Il freddo infatti crea le condizioni, o meglio predispone, alle infezioni delle vie respiratorie. I tanti casi che ancora si vedono di influenza (soprattutto influenza di tipo B) con anche qualche ricovero in ospedale, i raffreddori e anche il virus sinciziale negli adulti, sono dovuti anche alla bassa copertura vaccinale. E' chiaro che una Pasqua all'insegna del cattivo tempo faciliterà le riunioni familiari in casa e non all'aperto e questo mette più a rischio i fragili, ricordiamoci di fare un minimo di attenzione con loro e con gli anziani". Lo spiega all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali.
Mascherina? In altri paesi è normale usarla in primavera per i pollini e anche per la coda di virus respiratori, da noi invece soffre del retaggio del Covid. Molti si farebbero tagliare un dito pur di non indossarla".
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Dengue, record di casi nelle Americhe: “Oltre 3...
L'80% circa dei contagiati dal virus, veicolato dalle zanzare, si concentra in Brasile. L'isola caraibica di Porto Rico dichiara l'epidemia
Hanno superato quota 3 milioni i casi di Dengue, registrati nella regione americana dall'inizio di quest'anno, riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità. L'80% circa dei contagiati dal virus veicolato dalle zanzare si concentra in Brasile.
Nel 2023 - ricorda l'Oms - la regione delle Americhe ha riportato il maggior numero di casi di Dengue da quando vengono conteggiati, con 4,5 milioni di contagiati, inclusi 7.665 casi gravi e 2.363 decessi. Nel 2024 la regione registra un nuovo record: oltre 3 milioni di casi al 25 marzo. La maggior parte è stata segnalata in Brasile (l'81% dei casi), seguito da Paraguay (6%), Argentina (3,4%), Perù (2,6%) e Colombia (2,2%).
La Paho, Organizzazione panamericana della sanità, sta lavorando insieme ai ministeri della Salute dei vari Paesi in due direzioni principali: il controllo delle zanzare e la prevenzione delle morti.
Porto Rico dichiara l'epidemia di Dengue
Il governo di Porto Rico ha dichiarato un'epidemia di Dengue, dopo che un picco di casi dell'infezione trasmessa dalle zanzare ha colpito l'isola caraibica, territorio non incorporato Usa. Dall'inizio del 2024 al 10 marzo scorso, secondo i dati più recenti forniti dal locale Dipartimento della Salute, a Porto Rico sono stati registrati 549 casi di Dengue, di cui 29 gravi, con 341 ricoveri in ospedale. I contagi si concentrano nelle città, come San Juan, Bayamon, Guaynabo e Carolina.
Tra il 2010 e il 2020 sono stati segnalati oltre 30mila casi di Dengue in 4 territori degli Stati Uniti, tra cui Porto Rico che ha avuto il maggior numero di infezioni. Nel 2012 sono stati riportati nell'isola 199 morti, l'ultima volta che il Commonwealth ha dichiarato un'epidemia di Dengue.
I Cdc, Centers for Disease Control and Prevention, hanno spiegato che stanno collaborando con il Dipartimento della Salute di Porto Rico e la locale Unità di controllo degli insetti vettori per la sorveglianza del virus e la formazione degli operatori sanitari. I Cdc sono anche impegnati in campagne di disinfestazione, usando insetticidi dove necessario, e iniziative educazionali. Il Dipartimento della Salute di Porto Rico si è detto al lavoro per migliorare la sorveglianza, le attività di laboratorio, il controllo dei vettori e gli interventi di sensibilizzazione.