Lavoro
Razzante: “Con AI Act Ue pioniera, impegno per...
Razzante: “Con AI Act Ue pioniera, impegno per bilanciare opportunità e rischi intelligenza artificiale”
Il 20 marzo al Senato a Roma lo studioso presenterà il suo nuovo libro 'Il governo dell’Intelligenza Artificiale. Gestione dei rischi e innovazione responsabile'
"Con l’approvazione dell’AI Act l'Unione europea si è distinta nel panorama globale come pioniera nell'adozione di regolamentazioni mirate all'Intelligenza Artificiale (AI), dimostrando un impegno tangibile nel bilanciare le opportunità e i rischi connessi a questa trasformazione digitale". Così, con Adnkronos/Labitalia, Ruben Razzante, docente di Diritto dell'informazione all'Università Cattolica di Milano e che il prossimo 20 marzo alle 10, a Roma, presso il Senato della Repubblica a Palazzo Madama, presenterà il suo nuovo libro 'Il governo dell’Intelligenza Artificiale. Gestione dei rischi e innovazione responsabile'.
Il nuovo libro di Razzante esplora il vasto panorama dei pro e dei contro legati all’impiego dell’Intelligenza Artificiale (AI) in settori chiave della società contemporanea. Il testo offre una visione equilibrata delle sfide, delle opportunità e dei rischi che emergono dall’integrazione dell’AI in ambiti quali la pubblica amministrazione, la sanità, l’istruzione, il giornalismo e l’informazione, la tutela dei diritti (copyright, privacy, reputazione, uguaglianza e parità di accesso), la finanza, l’automotive, l’agrifood, l’ambiente, la cultura, il tempo libero, il turismo, lo sport.
Ma quali i settori coinvolti dall'Ai Act? "Tutti. Chiaramente ci sono dei settori come la sanità digitale, l'automotive, il settore finanziario e quello della produzione nei quali l’AI ha già permeato da tempo i processi di formazione di beni e servizi. Va peraltro precisato che il nuovo regolamento Ue fissa differenti livelli di rischio riconducendo ad essi un trattamento giuridico diverso, con una graduazione dei divieti", sottolinea lo studioso.
"In particolare -spiega Razzante- saranno vietati il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e a scuola, l’introduzione di sistemi di punteggio sociale, la polizia predittiva (sistemi di controllo che si basano esclusivamente sulla profilazione di una persona o sulla valutazione delle sue caratteristiche) e l’Intelligenza artificiale che manipola il comportamento umano o sfrutta le vulnerabilità delle persone. Nel regolamento si parla dell’istituzione di autorità che possano vigilare sul rispetto di queste disposizioni. Anche su questo si giocherà la credibilità e l’affidabilità del nuovo sistema di regole", spiega ancora.
Quali gli effetti sul futuro del nuovo regolamento? "I riflessi sono ancora tutti da definire, anche se ChatGPT ha già fornito un assaggio di quelli che potranno essere i molteplici usi dell'Intelligenza Artificiale generativa. Senza alcun dubbio, con l'introduzione dell'AI Act, l'Ue si è posta all'avanguardia nella definizione di linee guida e normative per l'utilizzo responsabile dell'AI. Tuttavia, dietro questa mossa ambiziosa, si celano una serie di incognite e sfide che meritano un'attenta considerazione", spiega ancora.
Secondo Razzante "una delle principali questioni da affrontare è il rapporto tra l'uomo e la tecnologia. Se da un lato l'AI offre promettenti opportunità di automatizzazione e miglioramento delle prestazioni, dall'altro si pongono interrogativi sulla possibile sostituzione dell'uomo con le macchine. Inoltre, è essenziale garantire un adeguato addestramento degli algoritmi utilizzati dalle aziende, al fine di limitare potenziali discriminazioni e bias. Questo solleva la questione della responsabilità delle imprese nel garantire la corretta formazione e supervisione degli algoritmi, nonché la trasparenza nel processo decisionale automatizzato", sottolinea.
Per lo studioso "oltre alle sfide legate all'impiego dell'AI, occorre prestare particolare attenzione all'applicazione e all'efficacia delle regole previste dall'AI Act. È cruciale assicurare che tale regolamentazione venga applicata in modo equo e proporzionato, evitando un'eccessiva profilazione e garantendo la tutela dei diritti individuali e della privacy".
E per Razzante "l’Intelligenza Artificiale può essere un valore aggiunto per i giornalisti, nonostante presenti anche dei rischi e delle criticità, in particolare per la trasparenza e l’opacità delle fonti. Il giornalista, per mantenere la sua unicità e integrità professionale, deve perseguire la verità dei fatti attraverso l’analisi creativa e la verifica scrupolosa delle fonti. È importante integrare l’AI come strumento di supporto, ad esempio per il fact-checking".
Secondo Razzante "rispetto ai rischi più elevati occorre che tutti i soggetti tecnologici si impegnino ad autolimitarsi e a stare correttamente nel circuito digitale senza calpestare i diritti umani, quindi senza rendere vani tutti gli sforzi che i giornalisti devono continuare a profondere, per garantire il diritto all’informazione delle persone". "Il valore distintivo del giornalismo risiede nella deontologia e nel rispetto dei doveri professionali. La conciliazione tra questi principi e l’uso dell’AI inciderà sull’esercizio della professione giornalistica già nel prossimo futuro", conclude.
Lavoro
Driverso: in Ue fatturato a 169 mln per car hiring d’alta...
Al Museo Maxxi di Roma il secondo global meeting della prima piattaforma digitale europea
Un comparto in grande espansione a livello europeo, con 169 milioni di euro di fatturato nel 2023, 192 imprese attive e un parco auto di 3.456 unità. E per quanto riguarda l'Italia i dati parlano di 45 milioni di euro di fatturato con circa 1000 auto. I numeri che arrivano da Driverso’s Analysis Lab riguardano il mercato del car hiring d’alta gamma nel Continente e segnalano anche un costo medio per noleggio di 2.916 euro per 58.074 transazioni nell’anno.
La durata media dei contratti è stata di 5,4 giorni per 313.600 giornate complessive, con ricavi medi sul singolo veicolo pari a 49mila euro. Ma c’è soprattutto un’aspettativa di crescita rilevante: il fatturato del settore è atteso a 195 milioni di euro già alla fine di quest’anno, per poi salire via via fino ai 714 milioni previsti nel 2030. Il bacino di mercato potenziale, comunque, è enorme, dato che il giro d’affari del luxury travel è calcolato oggi in 1.380 miliardi di euro.
Circa 40 di queste aziende, che rappresentano il meglio dell’offerta del car hiring d’alta gamma e rispettano standard di qualità predefiniti, operano su Driverso, la prima piattaforma digitale europea, nata in Italia, per il noleggio auto premium. L’aggregatore online mette a disposizione centinaia di veicoli di tutti i marchi più prestigiosi, forniti dai player attivi su 10 Paesi (Austria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Principato di Monaco, Regno Unito, Spagna, Svizzera).
Decine di aziende, esperti, stakeholder qualificati e appassionati provenienti da tutta Europa si sono ritrovati oggi nel suggestivo scenario del Museo Maxxi di Roma per il secondo global meeting di Driverso, da cui sono emersi numeri, scenari e tendenze di un ramo dell’automotive che incrocia i temi del lusso, del lifestyle, dell’economia digitale e soprattutto le sempre mutevoli abitudini di consumo turistico. Il servizio, infatti, si rivolge soprattutto a un target di clientela legata al tempo libero e alla ricerca di un’esperienza esclusiva di viaggio e di mobilità del tutto customizzata.
Durante la giornata al Maxxi, sono intervenuti esperti del calibro di Ryan Sarver, Partner Redpoints Ventures e soprattutto ex direttore della piattaforma Twitter, Massimiliano Archiapatti, Ceo di Hertz Italy, Jasmine Boni-Ball, Executive assistant di ‘Tuscany Now and More’, Ferruccio Rossi, Direttore generale di Sanlorenzo Yacht, Leopoldo Gasbarro, direttore di Wall Street Italia, e Maurizio Iperti, Ceo di LoJack.
Pierluigi Galassetti, co-founder con Saverio Castellaneta di Driverso, ha detto: “Il noleggio auto di alta gamma riveste un ruolo chiave nell’offerta turistica italiana e internazionale e agisce come un elemento in grado di caratterizzare e arricchire l’intera esperienza di viaggio. Questa proposta di mobilità è apprezzata sia dai visitatori nazionali che da quelli internazionali e si inserisce in un contesto in cui la clientela ricerca non solo comfort ed esclusività, ma richiede esperienze immersive e personalizzate in ogni dettaglio del soggiorno, dalla cucina all'alloggio, fino agli spostamenti in auto, che completano la gamma dei servizi”. “Nell’ambito del settore lusso, fortemente in crescita
Lavoro
Peste Suina, Martinelli (Assosuini): “Se crolla...
Il presidente dell'associazione: "Allevamenti e prosciutti sono sicuri, al mercato però non interessa"
"Il rischio grosso che stiamo correndo è di perdere un settore importante, un'eccellenza del made in Italy. La Cina già non importa i nostri prosciutti da due anni, com e anche la Corea e il Giappone. Adesso anche il Canada e se poi decideranno di fare la stessa cosa Stati Uniti, Francia e Germania che rappresentano i nostri principali mercati allora resteremo con i maiali negli allevamenti e i prosciutti nei prosciuttifici. Questo perchè il 30% dei prosciutti che si producono in Italia vengono esportati. Se crolla l'export sarà una catastrofe per i 4mila allevamenti italiani e per i trasformatori ma anche per tutto l'indotto". E' l'allarme che lancia, con Adnkronos/Labitalia, Elio Martinelli, presidente di Assosuini, dopo che il diffondersi della peste suina sui cinghiali anche nella zona del Parmense ha portato l'Ue a stabilire la zona di restrizione II a Langhirano, patria del Prosciutto di Parma.
E per Martinelli "se crolla l'export le aziende non avranno alternativa che chiudere e se, guardiamo all'esempio della Germania che ha affrontato il problema prima di noi, adesso il Paese fa segnare un 20% in meno di allevamenti dopo la fine dell'emergenza". "Questo fa capire che una volta chiusa l'attività è difficile che questa riparta dopo la fine dell'emergenza", sottolinea.
Secondo il presidente di Assosuini "finora il contrasto alla peste suina nel selvatico si è fatto solo in teoria, basti pensare che dopo un anno e mezzo il commissario straordinario non è ancora operativo. Si dove agire come fatto in Sardegna, dove il virus è stato eradicato con il coinvolgimento di tutte le forze in campo, a partire dai cacciatori che sono stati la chiave per sconfiggere il problema. E invece ora abbiamo un virus che corre velocissimo in Italia dove si calcola che ci siano 1,5-2 milioni di cinghiali", sottolinea.
Ma nonostante il virus corra tra i cinghiali gli allevamenti italiani di suinbi sono al sicuro. "I nostri allevamenti di suini, grazie agli investimenti fatti dagli allevatori in materia di recinti e barriere e anche con i controlli che vengono fatti di continuo, sono super sicuri. Ricordiamo che la peste suina non si trasmette all'uomo ma colpisce cinghiali e suini, si propaga velocemente e porta nel 90% dei casi alla morte degli animali. Detto questo, i nostri prosciutti sono sicuri e super controllati ma questo non interessa al mercato che non intende rischiare", conclude Martinelli.
Lavoro
Ai, Iannicelli (Ordine Ingegneri): “Fondamentale dare...
Parla il responsabile scientifico della Commissione Metrologia agli "Stati generali delle ingegnerie digitali”
“La metrologia è la scienza della misura che si divide tra la metrologia scientifica, legale, industriale. In Italia è stata un po' trascurata ed è per questo che ci siamo riuniti una commissione. La prima commissione di metrologia è nata a Milano e vi collaborano persone da tutta Italia perché è fondamentale dare peso a questa scienza che sta dietro a tutte le cose”. A parlare è Carmelo Iannicelli, presidente Commissione Metrologia dell'Ordine degli Ingegneri, dal palco degli "Stati generali delle ingegnerie digitali - Costruendo il futuro tecnologico di Milano e del Paese", organizzato dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano all'Acquario civico del capoluogo lombardo. Nel panel “Metrologia 4.0: verso una misurazione smart e intelligente” si è discusso di smart Metrology: “Se l'intelligenza artificiale si basa su numeri sbagliati perché non abbiamo conoscenza e competenza, stiamo perdendo il controllo delle nostre misure. Il controllo dei dati, il controllo delle misure, il controllo delle tolleranze dei nostri strumenti di misura è fondamentale- illustra Iannicelli - Abbiamo deciso di metterci insieme per cercare di far capire l'importanza e il presidio che deve essere fatto su tutto questo”, conclude.