Esteri
Musk si scusa per tweet antisemita, poi manda a quel Paese...
Musk si scusa per tweet antisemita, poi manda a quel Paese gli inserzionisti in fuga
Il patron di X ha definito il suo post sui social media "il più stupido" di sempre, poi si è scagliato contro gli inserzionisti che abbandonano la piattaforma per il crescente antisemitismo
Elon Musk si è scusato per quello che ha definito il suo post sui social media “più stupido” di sempre. Nella sua prima intervista con i media mainstream dopo il suo post antisemita su X all’inizio di questo mese, l'imprenditore si è tuttavia scagliato contro gli inserzionisti che abbandonano la sua piattaforma a causa del crescente antisemitismo su X. "Non voglio che facciano pubblicità", ha detto al New York Times Deal Book Summit a New York. “Se qualcuno vuole ricattarmi con pubblicità o soldi - ha aggiunto (utilizzando parole più volgari) - vada a quel Paese". "È chiaro? Ehi Bob, se sei tra il pubblico, è quello che penso”, ha detto ancora, riferendosi al ceo della Disney Bob Iger, che aveva parlato prima di lui al summit.
La Disney non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento sulle osservazioni di Musk, scrive la Cnn. Durante il suo intervento di oltre un’ora, il proprietario di X ha anche affermato di non avere problemi a essere odiato. “C'è una vera debolezza nel voler piacere", ha affermato.
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Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...
"Gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui hanno bisogno per continuare a combattere"
"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui hanno bisogno per continuare a combattere". "Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha aggiunto - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha detto ancora.
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Cortina di fumo, così i russi nascondono ai droni le...
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Ilaria Salis candidata alle Europee, il padre: “Non...
Roberto Salis a Strasburgo: "Mia figlia è imputata non criminale, candidatura non è aggravante"
Ilaria Salis "è in questa situazione dal settembre 2023. Ha deciso di candidarsi alle elezioni europee con Avs non per scappare dal processo. Lo fa perché ritiene di avere diritto ad un processo giusto". Lo dice Roberto Salis, il padre dell'insegnante lombarda in carcere a Budapest da oltre un anno con l'accusa di aver preso parte all'aggressione di un gruppo di neonazisti, a margine della plenaria a Strasburgo.
"Mia figlia - insiste Salis - sta cercando di avere un processo giusto: la candidatura consente, tramite l'immunità, di ottenerla. Nel momento in cui stata ottenuta, poi, se si attiva la procedura per un processo giusto, ovviamente mia figlia non scappa dal processo e vuole dimostrare la propria innocenza come ha sempre detto".
"Mia figlia è imputata non criminale"
Quindi replica alle parole dell'eurodeputata ungherese di Fidesz Eniko Gyori, che parlando dell'ipotesi di un'elezione di Salis ha osservato che ci sono altri "criminali" già eletti nel Parlamento Europeo.
"Non ho sentito l'intervento dell'esponente di Fidesz. Bisogna che ci si metta bene in testa che mia figlia è imputata. Se qualcuno definisce mia figlia una criminale, non fa altro che comprovare che le motivazioni che sono addotte nella mozione che sarà presentata tra poco sono assolutamente veritiere e doverose". Ilaria Salis, aggiunge il padre, "si sta candidando: il fatto che qualcuno si candidi alle elezioni europee non può costituire in alcun modo un'aggravante per la sua situazione giudiziaria. Mia figlia - ricorda - è sottoposta al carcere duro da 14 mesi. Ha la possibilità di parlare 70 minuti alla settimana, soltanto con tre numeri abilitati. E' estremamente difficoltoso dialogare con lei. Soltanto prendere la decisione di candidarsi alle elezioni è stato quasi impossibile: sono decisioni importanti e mia figlia non ha piena contezza di quello che succede nella politica italiana. Non la considero una campagna elettorale: io sono il papà di Ilaria e sono qui per difendere i diritti di mia figlia", afferma.
"Ho visto mia figlia a Budapest mercoledì scorso - fa sapere - per il colloquio mensile di un'ora che ci è consentito ogni mese. Era abbastanza motivata e contenta di aver fatto la scelta di candidarsi alle elezioni. E' determinata, anche troppo", assicura.