Cronaca
Covid Italia, perché più casi nel Lazio? Cosa dicono gli...
Covid Italia, perché più casi nel Lazio? Cosa dicono gli esperti
I dati evidenziano l'incidenza nella regione: 128 casi per 100mila abitanti, a livello nazionale sono 66
Il Lazio ha più casi covid perché c'è un boom di turisti a Roma o perché si fanno più tamponi? I dati diffusi oggi sulla diffusione del covid in Italia evidenziano il 'primato' del Lazio. Rispetto all'incidenza nazionale di 66 casi per 100.000 persone, la regione spicca con 128 casi: quasi il doppio rispetto al quadro generale.
"Che il Lazio registri l'incidenza più alta di casi Covid-19 in Italia non mi stupisce", dice Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), all'Adnkronos Salute. "Roma, in particolare, ha avuto durante le festività natalizie un boom di turisti, un enorme afflusso di persone che si sono ritrovate per le vacanze nella nostra città e hanno scelto musei, ristoranti, bar, locali e luoghi al chiuso per festeggiare. Tutto questo ha facilitato la circolazione del virus e quindi ha determinato un maggior numero di casi positivi rispetto ad altre regioni. Ma va detto che in Sicilia, dove di nuovi casi ce ne sono 6 per 100.000 abitanti, le persone fanno meno tamponi o non ne fanno", aggiunge.
Tra i consigli, Andreoni raccomanda la vaccinazione. "Chi non si è vaccinato fa ancora in tempo - avverte - Fondamentale poi sottoporsi al tampone in presenza di sintomi, ci sono anche i tamponi bivalenti per una diagnosi differenziale, Covid e influenza. Una volta fatta la diagnosi, abbiamo farmaci antivirali molto efficaci su cui puntare". Ma a preoccupare l’infettivologo è il virus dell’influenza, "in particolare il virus AH1N1 sta circolando di più, secondo gli ultimi dati dell’Iss è l’influenza che tiene la ribalta", conclude.
"Se il Lazio detiene il record dei casi di positivi al Covid-19 lo dobbiamo a due motivi: nella nostra regione facciamo più tamponi rispetto al resto d'Italia ma allo stesso tempo usiamo meno protezioni", afferma Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. "Su bus, metropolitana, treni e tram non vedo mascherine. Su un vagone al massimo le indossano quattro persone, compreso il sottoscritto. Da qui la maggiore circolazione del virus SarS-CoV2".
"Nel Lazio facciamo sicuramente più tamponi - sottolinea Ciccozzi - e questo spiega la maggiore tracciabilità del virus. Sia chiaro, non è detto che in altre regioni non ci siano gli stessi nostri casi ma sicuramente non lo sappiamo perché altrove si fanno meno test". L’esperto poi se la prende con chi non indossa la mascherina in luoghi chiusi e affollati. "Il buon senso dovrebbe far capire che tale dispositivo è una valida protezione, l’unica che ci evita il contagio", conclude.
Cronaca
Palermo, i Carabinieri festeggiano i 105 anni del brigadiere
Centocinque anni festeggiati con i suoi colleghi dopo una lunga carriera. I Carabinieri di Palermo hanno incontrato Salvatore Galante nato a Montedoro in provincia di Caltanissetta nel 1919, Brigadiere dei carabinieri in congedo. Nella sua casa, nel quartiere Oreto, a Palermo, circondato dai familiari, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Generale di Brigata Luciano Magrini, "ha portato un caloroso saluto e un affettuoso abbraccio dell’Arma al militare centenario, consegnandogli in dono una Lucerna in cristallo".
Salvatore Galante sposa la signora Filomena ed ha due figli Angela e Vincenzo. Si arruola nell’Arma dei carabinieri il 24 febbraio 1939 e viene trasferito alla Legione di Verona. Si congeda dopo 35 anni di servizio il 14 aprile 1974 con nomina a Vice Brigadiere di complemento. Ha partecipato alla 2° guerra mondiale, è stato mobilitato con la 150^ sezione a disposizione della Divisione Acqui destinazione Albania con l’incarico di “portaordini”. Dall’Albania in Grecia e da lì, sempre con la Divisione Acqui, è stato trasferito presso l’isola di Corfù. Rientrando da un servizio con la moto, a causa di un incidente con un’autovettura militare riportava la frattura della tibia e del perone della gamba destra ed a seguito di ciò veniva rimpatriato in convalescenza.
I colleghi della Sezione, rimasti in Grecia, (ben 68 compreso il Comandante) morirono tutti nell’eccidio di Cefalonia. Dopo circa due mesi di convalescenza, di nuovo assegnato a Verona, da lì mobilitato con la 27esima Sez. presso la Divisione Mantova. Trasferito ad Asti, poi a Torino, da lì in Calabria a Marcellinara (Cz), poi Nicastro, infine trasferito a Palermo alla Caserma Bonsignore, oggi Caserma Carlo Alberto dalla Chiesa, quale responsabile dell’ufficio autodrappello fino al 1974.
Cronaca
Catania, muore incastrato tra cabina e porta ascensore
Un 31enne era impegnato nella manutenzione dell'elevatore
Un uomo di 31 anni, manutentore di ascensori, è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell'elevatore di un condominio di Aci Sant'Antonio, in provincia di Catania, dove era al lavoro. I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne dopo che il corpo è stato liberato dai Vigili del fuoco. Una donna che era dentro la cabina dell'ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc. Indagano i Carabinieri.
Cronaca
Aviaria, i timori dell’Oms: “Preoccupa rischio...
L'allarme di Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità
La variante A/H5N1 dell'influenza aviaria è diventata "una pandemia animale zoonotica globale". Il mese scorso mucche e capre si sono aggiunte all'elenco delle specie colpite, un'evoluzione ritenuta dagli esperti sorprendente per gli esperti perché non si riteneva fossero suscettibili a questo tipo di influenza. E ora il rischio che questo virus possa propagarsi fino all'uomo "resta una grande preoccupazione". Lo ha dichiarato Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Ad oggi non è stata registrata trasmissione interumana (da uomo a uomo) del virus, è la premessa, ma l'H5N1 ha avuto un tasso di mortalità "estremamente alto" tra le persone che sono state contagiate fino al oggi. Questa "è un'infezione influenzale iniziata prevalentemente nel pollame e nelle anatre, e si è diffusa efficacemente nel corso degli ultimi uno o due anni fino a diventare una pandemia zoonotica - animale - globale. La grande preoccupazione, ovviamente, è che così facendo, e infettando anatre e pollame - ma ora sempre più mammiferi - il virus si evolva e sviluppi la capacità di infettare gli esseri umani. E, poi, aspetto critico, sviluppi la capacità di passare attraverso una trasmissione da uomo a uomo", ha evidenziato Farrar. Le sue parole sono rimbalzate su diversi media internazionali.
L'esperto ha commentato l'epidemia di H5N1 registrata tra le mucche da latte negli Stati Uniti e ha sollecitato un ulteriore attento monitoraggio e attività di indagine da parte delle autorità sanitarie pubbliche, "perché potrebbe evolversi e trasmettersi in modi diversi". "Dobbiamo assicurarci che, se l'H5N1 dovesse arrivare agli esseri umani con una trasmissione da uomo a uomo, saremo nella posizione di rispondere immediatamente con un accesso equo ai vaccini, alle terapie e alla diagnostica".
Nello spirito di aumentare la cooperazione internazionale in caso di nuova pandemia, l'Oms ha anche annunciato un linguaggio aggiornato per descrivere gli agenti patogeni presenti nell'aria. L'iniziativa, ha spiegato Farrar, è stata originariamente innescata dall'emergenza Covid e dal riconoscimento di una mancanza di termini comunemente concordati tra medici e scienziati per descrivere la modalità di trasmissione del coronavirus, il che ha aumentato la sfida rappresentata da quella crisi.
Per evitare situazioni simili, l'Oms ha condotto consultazioni con quattro importanti agenzie di sanità pubblica di Africa, Cina, Europa e Stati Uniti, prima di annunciare un accordo su una serie di nuovi termini concordati. Per esempio la definizione 'particelle respiratorie infettive' o Irp, dovrebbe essere utilizzata al posto di 'aerosol' e 'droplet' (goccioline), per evitare qualsiasi confusione riguardo alla dimensione delle particelle coinvolte. Al di là della nuova terminologia, l'iniziativa consolida comunque l'impegno della comunità internazionale ad affrontare "epidemie e pandemie sempre più complesse e frequenti", ha infine evidenziato Farrar ai giornalisti a Ginevra.