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Politica

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Scuola, le autrici del dossier: “Libri filorussi devono spaventare genitori italiani, non ucraini”

La fondatrice del centro culturale Wikiraine Tetyana Bezruchenko: "Putin vuole distruggere le democrazie dall'interno". Giannelli (Anp): "Libri pro Russia? Bene accertamento del ministero". Preside istituto Piazza Winckelmann su adozione sussidiario: "Chiederò confronto con docenti". Costarelli (Presidi Lazio): "Il caso preoccupa"

Altri esempi di contenuti filorussi sui libri di scuola

Da dove nasce la ricerca sui libri delle medie scritti secondo la propaganda russa? Dal lavoro (e dalla tenacia) di Tetyana Bezruchenko, cittadina italiana di origine ucraine e fondatrice del centro culturale Wikiraine, la cui figlia studiava su uno dei libri "incriminati", e ha chiesto alla madre perché la storia dell’Ucraina, che lei ben conosceva, fosse raccontata in modo così strano. Bezruchenko ha iniziato a raccogliere altri libri, grazie anche all’aiuto di Maryana Trofymova, il cui fratellino studiava su altri volumi altrettanto distorti.

Manuali di scuola pro Russia, lo sconcerto degli storici

"Mi lasci subito dire una cosa", esordisce Bezruchenko al telefono con l’Adnkronos. "So che il caso è diventato di rilevanza nazionale e che se ne stanno interessando storici e istituzioni. Ma non vorrei che questo fosse rappresentato come un problema delle comunità di origine ucraina o dei Paesi baltici che vivono in Italia. Il modo in cui la storia viene insegnata ai nostri ragazzi deve essere una preoccupazione per tutti i genitori. Non è giusto leggere su un libro, in grassetto, 'Putin non vuole ritrovarsi accerchiato' quando si parla dei Paesi dell'Est Europa che liberamente hanno deciso di aderire alla Nato. E poche righe dopo si parla di 'guerra civile' come se in Donbas non ci fosse stato un intervento delle milizie di Putin per preparare l'invasione su larga scala. Servirebbe una mobilitazione dei genitori di tutta Italia, per chiedere conto a insegnanti e dirigenti scolastici dei testi che vengono adottati".

In effetti dalla pubblicazione dell'articolo di ieri, all'AdnKronos sono giunte altre segnalazioni di libri che sembrano disegnati per cancellare le identità dei Paesi, sfuggiti all'occupazione sovietica e da oltre trent'anni tornati (felicemente) indipendenti. Ad esempio 'Aral' (editrice Lattes), pubblicato nel 2022, propone agli studenti un gioco, 'organizzare un viaggio in Russia' e li sfida a calcolare le distanze tra una serie di città: tra Mosca e San Pietroburgo, ecco spuntare Tallin (capitale della Lettonia), Riga (capitale della Lettonia), e poi Kiev, Odessa, Leopoli, Charkiv, ovvero le principali città ucraine. Un gioco che serve a capire le distanze geografiche diventa una sottile arma di indottrinamento.

"Queste cose hanno un effetto per tutta la vita, e io l'ho provato sulla mia pelle, sono cresciuta nell'Unione Sovietica, cresciuta come 'carne da cannone' senza dubitare se hai ragione o meno, perché hai assorbito dalla primissima infanzia una convinzione: hai il diritto di invadere, stuprare, uccidere, violare le leggi ovunque nel mondo perché sei buono, sei 'russo'. Quando mi sono trasferita in Italia, avevo 30 anni, e mi è capitato di leggere 'chi ha inventato la radio’' per me la risposta era solo una: Aleksandr Popov! Perché questo ci veniva insegnato a scuola ed è stato imposto per decenni. Invece poi ho scoperto che si trattava di Guglielmo Marconi, e che lo stesso Popov aveva scritto al collega italiano chiamandolo 'il padre della telegrafia senza fili'. Ma una volta che ai ragazzi viene raccontata una versione della storia, se la porteranno dietro per tutta la vita, e se magari faranno gli insegnanti tenderanno a scegliere libri di testo che rispecchiano la loro formazione. In un circolo vizioso che è difficile da spezzare", prosegue Bezruchenko al telefono con l’AdnKronos.

"Abbiamo tutti visto nelle scorse settimane i viaggi di studenti italiani a Sochi, organizzati e pagati dalla Federazione Russa. Le frasi dello street artist Jorit hanno fatto rumore, ma nessuno si è interrogato…".

Giannelli (Anp): "Bene accertamento ministero, da docenti verifiche rigorose"

"Accolgo con grande favore la notizia dell'accertamento che il ministero intende compiere. E' evidente che far comprare libri che presentano una interpretazione così distorta della realtà e controproducente". Così Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, commenta all'Adnkronos i risultati di un’analisi condotta su alcuni libri di testo adottati nelle scuole italiane, dalla quale emerge che molti raccontano la storia (e la geografia) secondo la linea di Putin. Sul caso il ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato verifiche. "Ricordo che la scelta dei libri compete ai docenti. Sicuramente i docenti prima di consigliare e approvare un libro hanno modo di valutare a fondo l'oggettività e la funzionalità didattica - conclude - Non dubito che i docenti di storia effettueranno verifiche molto rigorose per non mettere in mano agli studenti una visione distorta della realtà".

Preside scuola Piazza Winckelmann su adozione sussidiario: "Chiederò confronto con docenti"

"Nella mia scuola c'è una libertà totale di insegnamento da parte dei docenti e su questo non c'é alcun controllo da parte mia. Controllo che sia rispettata la normativa, confido nella serietà degli insegnanti e quello che faccio in maniera molto puntuale e precisa è registrare le possibili perplessità di tutti, che siano professori o docenti. Io non ho il potere di togliere il libro, a meno che non superi un certo valore economico. Sicuramente ne parlerò con i docenti". A parlare all'Adnkronos è Enrica Grigoli, dirigente della scuola 'Piazza Winckelmann', nel quartiere Nomentano, nella quale sarebbe stato adottato uno dei sussidiari che, secondo un dossier redatto dall'Istituto Germani, dopo l'allarme lanciato dalle attiviste ucraine, raccontano la storia (e la geografia) secondo la linea di Putin. "La mia è una scuola che ha molte pluralità, in un quartiere che ha realtà diverse che il corpo docente riflette. Ci sono posizioni differenti l'una dall'altra ma tutte di professionisti dall'alto spessore morale - spiega -. In questo senso non sono assolutamente spaventata, perché so che i docenti sanno arricchire anche i libri di testo, che poi vengono cambiati di anno in anno. Magari il libro in questione - dice ancora la preside - è stato scelto considerando altre cose; non si leggono tutti i paragrafi prima di adottare un libro di testo e poi ora ci sono anche altri supporti nella disponibilità degli studenti, non si usa solo il libro. Tuttavia, sicuramente, il confronto ci sarà".

Costarelli (Presidi Lazio): "Il caso preoccupa"

"Ci affidiamo alla verifica che farà il ministero. Certamente leggere il racconto di alcuni eventi storici recenti trasmessi così ai giovani lascia parecchio perplessi perché i libri di storia devono essere un riferimento il più oggettivo possibile e il più legato ai fatti e alle fonti". Lo afferma all'Adnkronos Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi Lazio, dopo il caso, sollevato dall'Adnkronos, dei libri di testo pro Putin adottati in alcune scuole italiane.

"A scuola insegniamo agli alunni a raccontare la storia nella sua aderenza alle fonti originarie invece leggere che sia riportata in questo modo, non fedele, condizionato da ideologie, che modificano i fatti accaduti, preoccupa - conclude -. Adesso che ne siamo a conoscenza ci affidiamo alle verifiche che il ministero intenderà fare e a eventuali correzioni, rettifiche affinché passi ai nostri giovani, cittadini di domani, una conoscenza della storia che deve essere, nella scuola, sempre e solo aderente ai fatti, mai ideologizzata e mai strumentalizzata da altre finalità".

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Politica

Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama

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La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"

Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".

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Politica

Rai, per il Cda giochi quasi chiusi: incertezza per Pd e Fdi

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Si tratta anche su Dg e su un rimpasto di alcune direzioni aziendali. Intanto il bilancio chiude in pareggio e con un + 7% di pubblicità

Cavallo della Rai a viale Mazzini - Fotogramma

Mentre su Camera e Senato piovono candidature molto eterogenee per aree culturali, formazione ed esperienze, comincia a profilarsi quella che potrebbe essere la composizione del nuovo Cda Rai. In attesa di sapere se il consigliere eletto dai dipendenti sarà di nuovo Davide Di Pietro, che comunque si ricandiderà, sono praticamente certi i due nomi che verranno indicati da Palazzo Chigi (attraverso l’azionista Mef) e che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto di una maggioranza qualificata della Vigilanza) e amministratore delegato, e che dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. Gli altri quattro consiglieri andranno eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato e saranno dunque necessariamente frutto di un accordo tra le forze politiche e dei partiti al loro interno. Su questo fronte vengono dati ormai per assodate la riconferma di Alessandro Di Majo (in quota 5 Stelle) e l'arrivo di Alessandro Casarin (in quota Lega).

Mentre, a quanto apprende l'Adnkrono rimangono delle incertezze sul fronte dei candidati vicini al Pd e a Fdi. I democratci sarebbero divisi tra l'ipotesi della scrittrice Chiara Valerio e dell'ex dirigente Rai Antonio Di Bella mentre Fdi sarebbe orientato su una candidata: negli ultimi giorni sono circolati con insistenza i nomi della vicedirettrice del 'Secolo d'Italia' Annalisa Terranova e dell'ex dg Rai Lorenza Lei ma nessuno dei due nomi avrebbe ancora ottenuto un'investitura ufficiale. Mentre la ricerca di una quota rosa avrebbe fatto tramontare la candidatura di un altro ex dirigente Rai, quella di Mauro Mazza.

D'altronde, come sempre nei ricambi al vertice Rai, la partita in corso va ben oltre la scelta dei consiglieri e di presidente e ad. Nella trattativa sul voto per eleggere i consiglieri e soprattutto sul voto della Vigilanza per il via libera al presidente (che deve ottenere un placet vincolante dei due terzi della commissione bicamerale) in ballo ci sarebbero anche le ambizioni delle diverse aree politiche su alcune direzioni, giornalistiche e non.

Intanto nella struttura di vertice ci sarà da scegliere anche un dg e pare che difficilmente sarà l'attuale ad Roberto Sergio, del quale si vocifera di un ritorno alla radiofonia, settore di cui ha mantenuto l'interim anche nell'ultimo anno da ad. Intanto i rumors di stampa accennano anche alla possibilità che i Cinque Stelle votino a favore della nomina alla presidenza di Simona Agnes a patto che gli venga assicurata una direzione giornalistica di una certa importanza. E quindi non è escluso che all'arrivo del nuovo vertice seguirà un 'rimpasto' di alcune direzione giornalistiche.

Il tutto mentre la presidente della commissione di Vigilanza, dalle colonne del 'Fatto', mette in guardia: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio. Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica". Ma la strada appare ancora lunga.

Bilancio 2023 in pareggio, verso ticket Rossi-Sergio?

Intanto trapelano le prime notizie sul bilancio 2023 della Rai, che Viale Mazzini dovrebbe approvare nella seduta del 17 aprile, secondo quanto anticipato qualche settimana fa dall'ad Roberto Sergio. E sono notizie positive. L'indebitamento finanziario netto dell'azienda - a quanto apprende l'Adnkronos - si riduce di 90 milioni. E il bilancio si chiuderà in pareggio, con un risultato decisamente migliore di quello indicato nel bilancio previsionale che prevedeva una chiusura a -30 milioni. Ma non solo. C'è un altro dato indubbiamente positivo: la raccolta pubblicitaria nel primo trimestre 2024, che sta per chiudersi, fa segnare un +7% rispetto al primo trimestre 2023.

Risultati che, a viale Mazzini, vengono letti come una fortificazione dell'asse Sergio-Rossi facendo così risalire nei rumors di queste ore le quotazioni di un 'arrocco' tra i due in occasione del rinnovo del Cda Rai, con Rossi dato come amministratore delegato in pectore e Sergio che prenderebbe il suo posto come direttore generale. Insomma il ticket che era stato annunciato fin dallo scorso anno. Ma le indiscrezioni sulla Rai in queste settimane si rincorrono con un tourbillon di ipotesi. Se infatti dovesse esserci un colpo di scena, c'è una rosa di almeno altri quattro nomi come candidati alla futura direzione generale: Marco Brancadoro, Felice Ventura, Marcello Ciannamea e Angelo Mellone. E c'è anche chi paventa persino un possibile sdoppiamento della direzione generale, con le competenze divise sulle diverse aree aziendali.

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Politica

Meloni in Libano: “Mondo in fiamme, evitare che...

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Visita del presidente del Consiglio ai militari italiani a Shama: "Riconoscenza per l'impegno a tutela di pace e sicurezza". E sottolinea: "La pace è deterrenza e impegno"

Meloni in Libano:

"Sono giorni difficili in medio oriente, in Europa, intere aree del paese si sono improvvisamente incendiate, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare il rischio" di propagazione delle fiamme "e voi siete parte di quello che noi possiamo fare, siete il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio". Lo ha detto Giorgia Meloni, in visita a Shama ai contingenti militari italiani. "Quando c'è un incendio il rischio è sempre lo stesso" è quello che le fiamme volino troppo velocemente da un albero all'altro e che alla fine l'incendio non si riesca a domare", ha sottolineato il premier.

"Pace non con belle parole, è soprattutto deterrenza"

Secondo Meloni "la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole la pace è soprattutto deterrenza, impegno è sacrificio. Non può esserci pace se non c'è anche rispetto e il rispetto che l'Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi". E "buona parte del nome che noi abbiamo in contesti come questo è costruito dal lavoro che voi fate ogni giorno". "L'Italia - aggiunge il premier rivolta ai militari italiani- deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici, perché non vedete i vostri figli crescere, non ci siete durante le feste quando la famiglia si ritrova si riunisce. Non ci siede per i vostri amici. Non ci siete per le vostre i vostri fidanzati, le vostre mogli, i vostri mariti rinunciate a tutto e rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti sul divano di casa loro".

"Grazie a nome Italia per scelta indossare divisa"

"Sono qui soprattutto a dire grazie, dire grazie a nome dell'Italia per aver scelto di indossare la divisa, grazie per aver capito che indossare quella divisa significa sapere usare la testa e il cuore, per aver accettato di venire fino a qui in Libano, da decenni pezzo fondamentale della missione Unifil, in una terra culla di tante civiltà, per un tempo modello di convivenza". "Il Libano -sottolinea- riveste un ruolo fondamentare nel medio-oriente, voi lo sapete bene".

"Il giorno di Pasqua io sarò con la mia famiglia e voi no. E allora anche per questo sono qui, perché se è vero che la patria è una madre ed è vero, allora qualsiasi madre che possa farlo, se ha un figlio lontano, quando arrivano le feste lo raggiunge per dirgli la tua famiglia c'è, la tua famiglia è fiera di te". "E sono molto contenta di avere l'occasione di pranzare con voi oggi come fanno tutte le famiglie -aggiunge- . Per ricordarci che noi siamo tutti legati indipendentemente da quale sia il nostro compito, indipendentemente da quale sia il nostro ruolo, indipendentemente da quale sia la nostra mansione. Noi operiamo tutti per il buon nome della nostra famiglia".

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