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Israele-Hamas, Netanyahu non arretra: “Entreremo a...

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Israele-Hamas, Netanyahu non arretra: “Entreremo a Rafah anche se c’è accordo”

Il premier israeliano non cede alle pressioni Usa e definisce "deliranti" le richieste del movimento islamico palestinese

Benjamin Netanyahu  - (Afp)

L'esercito israeliano entrerà a Rafah "a prescindere dall'accordo" eventuale con Hamas. Benjamin Netanyahu sfida così le pressioni pubbliche che da giorni stanno conducendo Joe Biden e la sua amministrazione contro l'operazione terreste nel sud della Striscia di Gaza, dove sono rifugiati oltre un milione di palestinesi.

"Tutti vogliono un nuovo accordo per gli ostaggi, anche io lo voglio. E' un bene se riusciamo ad ottenerlo, ma anche se otterremo l'accordo, Israele andrà avanti con l'operazione militare a Rafah", ha detto nella conferenza stampa affermando che "non c'è alternativa alla vittoria totale e non c'è modo di farlo se non eliminando i battaglioni di Hamas a Rafah. E noi lo faremo".

"Quelli che ci vogliono impedire di operare a Rafah essenzialmente ci dicono: perdete la guerra, non permetterò che questo succeda. Non cederò a nessuna pressione", ha aggiunto il premier israeliano, spiegando di aver detto a Biden che Israele combatterà fino "alla vittoria totale e che questa comprende un'azione a Rafah". Un'operazione che, ha aggiunto, "ovviamente" avverrà solo dopo che ai civili verrà data l'opportunità di "evacuare in aree sicure", sostenendo che "c'è un sacco di spazio a nord di Rafah" dove i rifugiati palestinesi potranno andare".

Per Netanyahu le richieste "deliranti" di Hamas sono il punto critico per arrivare ad un accordo sugli ostaggi e la sospensione delle ostilità, se il gruppo ci rinuncia potranno esserci progressi.

Hamas avverte: "Colloqui sospesi fino a quando non arrivano aiuti a Gaza"

Hamas, da parte sua, "intende sospendere i negoziati fino a che non entreranno nella Striscia di Gaza gli aiuti". Lo ha detto un responsabile del movimento ad al Jazeera, secondo cui "i negoziati non possono tenersi mentre il popolo palestinese lotta per sopravvivere alla fame".

Rimane ottimista il ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. "Credo che possiamo vedere un accordo molto presto, ma l'andamento degli ultimi giorni non è stato promettente", ha detto parlando alla conferenza sulla Sicurezza di Monaco. "Noi rimarremo sempre ottimismi, e sempre continueremo a spingere" per un accordo, ha poi aggiunto il premier, che è il mediatore chiave dei negoziati.

Per Al-Thani un accordo "non dovrebbe essere condizionato" da un'intesa per il rilascio degli ostaggi. "Questo è il dilemma in cui ci troviamo e che sfortunatamente è stato usato in modo improprio da molti Paesi, cioè che per avere il cessate il fuoco è condizionale un accordo sugli ostaggi, non dovrebbe essere condizionale", ha detto il premier del Qatar.

Raid israeliani su Gaza, decine di palestinesi uccisi

Non si fermano intanto i raid e i combattimenti tra Israele e Hamas a Gaza. Secondo quanto hanno detto alla Cnn medici degli ospedali dei Martiri di Al-Aqsa e Al-Awda, almeno 30 palestinesi sono stati uccisi e decine di altri feriti in attacchi contro diverse aree di Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia.

Arrestati 100 terroristi a Khan Yunis

Le forze israeliane che operano a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, hanno arrestato "100 sospetti terroristi" nell'ospedale Nasser. Lo affermano le Idf, come riporta il sito israeliano di notizie Ynet. Sempre a Khan Yunis, le Idf "hanno condotto raid mirati contro diversi obiettivi terroristici dove sono state trovate armi, comprese granate, ordigni esplosivi e fucili Ak-47", affermano secondo una nota rilanciata dal sito di notizie israeliano Ynet.

Tel Aviv, migliaia in piazza chiedono dimissioni Netanyahu

Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv ed altre città per chiedere le dimissioni del governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu e nuove elezioni. I dimostranti, tra i quali vi sono i familiari degli ostaggi, chiedono al premieri di accettare il cessate il fuoco e l'accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Proteste si sono registrate anche nei pressi della villa di Netanyahu a Caesarea.

Herzog a Blinken: "Priorità è finire di sradicare Hamas"

"La priorità è che venga preservata la sicurezza di Israele e per fare questo dobbiamo completare il lavoro di sradicamento delle strutture di Hamas". Così il presidente israeliano Isaac Herzog ha risposto a Antony Blinken che oggi a Monaco ha parlato delle "reali opportunità che abbiamo di fronte, per un futuro più sicuro per israeliani, palestinesi e tutti gli amici nella regione". "Ho sentito il suo discorso oggi - ha detto Herzog incontrando il segretario di Stato Usa a margine dei lavori della conferenza di Monaco- e credo che l'ho trovato interessante, credo che vi siano opportunità che debbano essere studiate". Ma Herzog ha insistito sul fatto che, oltre la distruzione di Hamas, per Israele "in questi momenti difficili", la priorità è la liberazione degli ostaggi. "Li vogliamo a casa e stiamo lavorando con la comunità internazionale, con voi sulla questione degli aiuti umanitari in modo da poterli aumentare in regola con le leggi umanitarie dove e quando sia necessario", ha concluso il presidente israeliano.

Da parte sua, Blinken ha ribadito che "gli Stati Uniti non possono sostenere un'operazione militare di terra a Rafah senza un credibile ed applicabile piano per garantire la sicurezza dell'oltre un milione di rifugiati".I due leader, rende noto ancora il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, "hanno discusso gli sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi e ottenere una pausa umanitaria che possa rendere possibile l'aumento del flusso di aiuti umanitari ai civili palestinesi a Gaza. Il segretario di Stato infine ha "sottolineato la necessità per tutte le parti di adottare misure adatte a proteggere la vita dei civili ed impedire l'allargamento del conflitto". E ha ribadito "l'impegno degli Stati Uniti per una pace duratura nella regione che comprenda la creazione di uno stato palestinese con garanzie di sicurezza per Israele".

Houthi rivendicano attacco con missili contro petroliera nel Mar Rosso

Intanto gli Houthi dello Yemen hanno rivendicato il lancio di missili contro la petroliera britannica Pollux nel Mar Rosso. Stamani su X il portavoce Yahya Sare'e rilancia un messaggio in cui si afferma che la nave battente bandiera di Panama e diretta in India è stata colpita in una "operazione mirata", un attacco "preciso e diretto". Gli Houthi ribadiscono la minaccia: non esiteranno "ad attuare ed espandere le operazioni militari in difesa dell'amato Yemen e a conferma della solidarietà concreta con il popolo palestinese" fino "a un cessate il fuoco e alla revoca dell'assedio alla Striscia di Gaza".

Wsj: "Usa verso invio bombe e altri armi a Israele"

L'Amministrazione Biden si appresterebbe a inviare bombe e altri armamenti a Israele nonostante gli Stati Uniti spingano per un cessate il fuoco nel conflitto a Gaza. Lo scrive il Wall Street Journal, che cita funzionari ed ex funzionari americani. Secondo le fonti del giornale, la possibile fornitura - ancora sotto revisione interna e con dettagli che potrebbero cambiare - includerebbe tra l'altro circa un migliaio di bombe Mk-82 e kit Kmu-572. Tutto per un valore stimato in decine di milioni di dollari.

Gaza: "Quasi 29.000 morti dal 7 ottobre"

Sarebbero quasi 29.000 i morti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Il nuovo bilancio del ministero della Salute di Gaza, dal 2007 sotto il controllo di Hamas, parla di almeno 28.858 morti e 68.667 feriti. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Migranti, naufragio nel Canale della Manica: 5 morti, tra...

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In totale 48 persone sono state tratte in salvo. Cleverly in Italia per discutere di azione congiunta per fermare barconi

Migranti - (Afp)

Almeno cinque migranti, tra cui un bambino, sono morti la notte scorsa al largo di Wimereux nel tentativo di attraversare il Canale della Manica per raggiungere l'Inghilterra. Nel riferirne, Bfm precisa che è stato dispiegato un importante dispositivo di soccorso. In totale, 48 persone sono state tratte in salvo.

Non è la prima volta che Wimereux è colpita da una tragedia dall'inizio di quest'anno. Cinque persone sono morte al largo del comune francese nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, mentre tentavano di raggiungere un'imbarcazione che le avrebbe portate in Inghilterra.

Cleverly in Italia per discutere di azione congiunta per fermare barconi

Il ministro dell’Interno britannico James Cleverly sarà in visita in Italia questa settimana per accelerare il lavoro congiunto volto ad arginare l'immigrazione clandestina dal Nord Africa. Cleverly oggi visiterà la sede della Guardia costiera italiana a Roma per comprendere le sfide operative che il Paese deve affrontare a causa degli arrivi di migranti.

Durante la sua permanenza in Italia, il ministro dell'Interno britannico incontrerà il suo omologo, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, e discuterà di come i due Paesi possano ampliare il lavoro congiunto esistente, anche in Nord Africa, per arginare a monte i flussi migratori e impedire alle persone di intraprendere pericolosi viaggi attraverso il Mediterraneo.

Sulla base dell'attuale lavoro congiunto per assistere il ritorno volontario dei migranti dalla Tunisia ai loro Paesi d'origine, il Regno Unito e l'Italia stanno esplorando aree più ampie di cooperazione per prevenire la migrazione illegale. Ciò include l'affrontare le cause e i fattori scatenanti della migrazione illegale attraverso il Processo di Roma e la Presidenza italiana del G7.

Mercoledì Cleverly si recherà a Lampedusa. Sarà il primo ministro del governo britannico a visitare l'isola, che lo scorso anno ha visto gli arrivi di migranti via mare superare le dimensioni della sua popolazione. Nel 2023, Lampedusa è stato l'hotspot migratorio più trafficato d'Italia, con circa 110.000 migranti sbarcati.

La visita all'isola gli consentirà di vedere da vicino come le autorità italiane lavorano con agenzie come Frontex e gruppi umanitari internazionali per rintracciare le imbarcazioni di migranti e salvare vite in mare. Ascolterà le tragiche conseguenze dei migranti che si imbarcano su imbarcazioni non idonee per attraversare il Mediterraneo.

Il mese scorso, il ministro per il contrasto all'immigrazione clandestina, Michael Tomlinson, ha visitato la Libia e si è impegnato a stanziare fino a un milione di sterline per contribuire a contrastare il numero record di persone che utilizzano il Paese per raggiungere l'Europa.

A febbraio, il ministro dell'Interno Cleverly ha tenuto un discorso a New York in cui ha invitato la comunità globale a intraprendere un'azione collettiva sulla migrazione. Il ministero dell'Interno ha inoltre concordato un accordo con Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, impegnandosi a dislocare personale britannico sul continente e viceversa, ad aumentare la condivisione delle informazioni, a condurre una formazione congiunta e a esplorare l'uso di nuove tecnologie.

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Polonia apre a armi nucleari Nato. Russia: “Così è...

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Oggi il segretario generale Stoltenberg a Varsavia

Jens Stoltenberg

Armi nucleari in Polonia: l'ipotesi basta e avanza per alzare il livello di tensione nel quadro internazionale dominato dalla guerra tra Ucraina e Russia. Varsavia si dice pronta ad ospitare le armi nucleari della Nato, nell'ambito del piano di rafforzamento del fronte orientale dell'Alleanza, e Mosca replica subito. Il tema potrebbe tornare d'attualità in queste ore, con l'annunciata visita di Jens Stoltenberg a Varsavia.

Il segretario generale della Nato vedrà il primo ministro polacco, Donald Tusk. Nella capitale della Polonia sarà presente anche il premier britannico Rushi Sunak, uno dei principali alleati europei dell'Ucraina.

Il summit potrebbe essere l'occasione per approfondire i concetti tratteggiati dal presidente polacco Andrzej Duda, che ha aperto all'ipotesi di dispiegare armi nucleari 'targate Nato' sul territorio polacco. L'operazione sarebbe una risposta al dispiegamento degli armamenti della Russia nella vicina Kaliningrad e in Bielorussia, come ha spiegato il Capo dello Stato in un'intervista a un quotidiano locale 'Fakt': "Se i nostri alleati decidono di schierare armi nucleari nel quadro della condivisione nucleare sul nostro territorio per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo".

La Polonia confina sia con l'exclave russa di Kaliningrad che con la Bielorussia, alleata della Russia. Duda è reduce da un viaggio negli Stati Uniti, ha avuto incontri presso l'Onu e ha discusso della guerra in Ucraina con l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A marzo ha visitato Washington, dove ha incontrato il presidente Joe Biden. I legami con gli Usa, quindi, sono sempre più solidi e le interlocuzioni sono frequenti: le discussioni sulla cooperazione nucleare tra Polonia e Stati Uniti sono in corso "da qualche tempo", ha detto. "Devo ammettere che quando mi è stato chiesto di parlarne, ho dichiarato la nostra prontezza. La Russia sta militarizzando sempre più il distretto di Kaliningrad. Recentemente ha trasferito le sue armi nucleari in Bielorussia", ha sottolineato ancora.

L'apertura della Polonia, ovviamente, non è passata inosservata a Mosca. La Russia deve fare i conti già con l'allargamento della Nato a Svezia e Finlandia. Ora, Vladimir Putin rischia di vedere armi nucleari non lontano dal proprio territorio. Un ulteriore elemento di allarme per il Cremlino, in un quadro già caratterizzato dalla decisione americana di inviare armi e aiuti militari all'Ucraina per 61 miliardi di dollari. "Oggi gli Stati Uniti e i loro stati clienti della Nato sognano ancora di infliggere una 'sconfitta strategica' alla Russia e sono pronti a portare avanti la loro politica di deterrenza verso il nostro Paese 'fino all'ultimo ucraino'. Allo stesso tempo, l'Occidente si trova sull’orlo pericoloso di uno scontro militare diretto tra le potenze nucleari, che potrebbe avere conseguenze catastrofiche", ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Secondo il massimo diplomatico russo è particolarmente preoccupante il fatto che le tre potenze nucleari occidentali siano tra i principali sponsor del regime di Kiev e tra i principali promotori di diverse mosse incendiarie. "Ciò potrebbe creare seri rischi strategici e aumentare il livello della minaccia nucleare", ha osservato Lavrov.

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Israele Iran, massima allerta per la Pasqua ebraica –...

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Israele Iran, massima allerta per la Pasqua ebraica - Ascolta

Le Forze di difesa israeliane sono in stato di massima allerta su tutti i fronti per la Pasqua ebraica le cui celebrazioni inizieranno questa sera per concludersi martedì 30 aprile. Fanno inoltre sapere che la pressione militare non diminuirà.

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