Cronaca
Covid in Italia oggi, nuovo bollettino: i dati
In calo contagi (2.223) e morti (92) nell'ultima settimana. Rt stabile sotto soglia epidemica, ricoveri e incidenza in calo
Prosegue l'andamento in diminuzione dei parametri Covid in Italia. Calano contagi e morti nell'ultima settimana (rispettivamente -25,7% e -3,2%). "L’incidenza di casi diagnosticati e segnalati nel periodo 8-14 febbraio è pari a 4 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (5 casi per 100.000 abitanti nella settimana 1-7 febbraio); al 14 febbraio l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 2,4%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (2,9% al 07 febbraio); in riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,8%, rispetto alla settimana precedente (1% al 7 febbraio); l’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 6 febbraio è sotto la soglia epidemica, pari a 0,65 (0,58–0,72), stabile rispetto alla settimana precedente (Rt 0,66 al 30 gennaio)". E' quanto riporta il monitoraggio settimanale dei casi Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.
"La percentuale di reinfezioni è il 44% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è la fascia over 90. L’incidenza settimanale è diminuzione in tutte le fasce d’età", conclude il report.
In Italia 2.223 casi e 92 morti nell'ultima settimana
Nella settimana dall'8 al 14 febbraio in Italia si sono registrati 2.223 nuovi casi positivi a Covid-19, con una variazione di -25,7% rispetto alla settimana precedente (2.992 casi). I morti sono 92, -3,2% rispetto ai 7 giorni precedenti (95).
Nell'ultime settimana sono stati 135.631 i tamponi effettuati - si legge - con una variazione di -5,1% rispetto alla precedente (142.934 test). Il tasso di positività è dell'1,6%, con una variazione di -0,5 punti percentuali rispetto ai 7 giorni precedenti (2,1%). Il tasso di occupazione in area medica al 14 febbraio è pari al 2,4% (1.486 ricoverati), rispetto al 2,9% (1.792 ricoverati) del 7 febbraio. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è pari allo 0,8% (67 ricoverati) al 14 febbraio, rispetto all'1% (87 ricoverati) del 7.
"I dati ad oggi mettono il punto ad una situazione epidemiologica che le buone azioni di prevenzione hanno determinato", commenta il direttore generale Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.
Pregliasco
"I dati epidemiologici Covid in Italia evidenziano" anche questa settimana "che per fortuna la 'fiammata' legata alle ultime varianti di Sars-CoV-2, Eris e JN.1, si sta dissolvendo". Ciò non significa però che si debba abbassare la guardia: "Prepariamoci al futuro", esorta il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco.
"Ripeto il mio mantra - spiega all'Adnkronos Salute - delle onde come quelle create da un sasso buttato nello stagno. Onde che si susseguiranno con una ciclicità prevedibile di 4-6 mesi - ribadisce l'esperto - considerando la rapidità con cui questo coronavirus produce nuove varianti. Avremo onde che sperabilmente saranno sempre meno pesanti, ma quando sarà il momento ricordiamoci dell'importanza del richiamo vaccinale per gli anziani e i fragili", ammonisce Pregliasco.
La vaccinazione anti-Covid è "un'opportunità di cui purtroppo non abbiamo approfittato a sufficienza nel corso di quest'onda", sottolinea il virologo che ricorda: "Ci sono dei morti e ci sono delle persone in terapia intensiva. Non sono tante, ma non si trovano certo lì per un viaggio premio".
Cronaca
Donne sottorappresentate negli studi clinici,...
Per la Giornata nazionale salute della donna un appello per la maggiore presenza femminile nei trial
Le donne sono sottorappresentate in tutti gli studi clinici. Non fanno eccezione i trial che testano l’efficacia delle terapie antiretrovirali contro l’Hiv. Eppure, come la medicina di genere ha dimostrato negli ultimi anni, studiare come le terapie agiscono sull’organismo femminile è di estrema importanza. “Di fronte all’Hiv le donne sono più fragili sotto diversi punti di vista: dal punto di vista immunitario, perché si infettano più facilmente e, in assenza di trattamenti, hanno un maggior rischio di andare incontro all’Aids; dal punto di vista sociale, perché lo stigma nei confronti di una donna Hiv positiva è maggiore, anche in Italia e non solo nei Paesi a basso reddito. Per questo è importante che la salute delle donne Hiv positive venga adeguatamente monitorata e preservata”. Lo ha detto Annamaria Cattelan, direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive dell’azienda ospedaliera di Padova, in occasione della Giornata nazionale della salute della donna che viene celebrata il 22 aprile.
Nel 2022, in Italia, sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da Hiv - si legge in una nota - di queste 402 erano donne (21,3%): 116 avevano un'età uguale o maggiore a 50 anni, 209 erano tra 30 e 49 anni, e 71 fra 20 e 29 anni. Continua ad aumentare la quota di donne che arrivano tardi alla diagnosi (circa 60%) e aumenta l’età mediana a cui ci si arriva (36 anni nel 2012 vs 41 anni nel 2022). Un dato da non sottovalutare dal momento che nella popolazione femminile l’infezione porta a un’accelerazione dell’invecchiamento che espone a un rischio aumentato di fratture e di indebolimento della muscolatura.
“L'infezione da Hiv - continua Cattelan - è responsabile di un'accelerazione del processo di ‘aging’ legato allo stato infiammatorio cronico sia nell'uomo sia nella donna, ma con accenti diversi. Per esempio, abbiamo una prevalenza di infarto del miocardio più alta tra le donne Hiv positive non solo rispetto alle donne Hiv negative, ma anche agli uomini Hiv positivi. Poi ci sono dati che mostrano un'attivazione del sistema immunitario estremamente più elevata nelle donne con HIV rispetto agli uomini. Nelle donne riscontriamo maggior deterioramento cognitivo - spiega l’esperta - depressione, ansia, disturbi da stress post-traumatico, condizioni che a loro volta sono influenzate e peggiorate da altri cofattori quali l'abuso di alcol, sostanze stupefacenti o l'utilizzo di farmaci psichiatrici. Particolare attenzione va data, infine alla salute delle ossa, che già dopo la menopausa è messa a repentaglio e che l’azione di alcuni farmaci può peggiorare”.
Sebbene nel campione analizzato nei trial registrativi è presente in media solo il 20% di donne, negli ultimi anni si stanno conducendo analisi e indagini specifiche sulla popolazione femminile. Una review di alcuni studi di fase 3, per esempio, ha analizzato la combinazione bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/Taf) nella sottopopolazione femminile coinvolta nei trial confermandone la tollerabilità ed efficacia in tutte le fasce d’età (bambine/adolescenti/adulte/anziane). Non si sono registrati casi di resistenza emergente e c’è stato un basso tasso di interruzione.
Uno studio retrospettivo italiano di real life condotto a 48 settimane dall’inizio del trattamento con la combinazione B/F/Taf, in cui sono stati raccolti dati relativi ai parametri viro-immunologici e metabolici, ha mostrato un aumento significativo del rapporto Cd4/Cd8. A ulteriore conferma dell’efficacia nelle donne, ci sono poi i risultati di un vasto studio di real life che mettono in evidenza come anche lo switch di terapia a favore di B/F/Taf induca un miglioramento marcato dello stato immunitario nelle donne e nelle persone ultrasessantenni dopo 48 o 96 settimane di trattamento. “E poi - conclude Cattelan - c'è un aspetto estremamente importante. Bictegravir ha dimostrato di essere un’opzione terapeutica anche nelle donne in gravidanza. Tanto che le Linee Guida Dhhs americane hanno aggiunto a gennaio 2024 uno statement in cui si afferma che bictebgravir può essere assunto in gravidanza non essendo associato ad aumentati rischi di anomalie congenite e senza necessità di aggiustamento di dosaggio”.
Cronaca
Andreoni (Simit): “Anti-Rsv riducono morti e spese...
"Il virus respiratorio sinciziale non colpisce solo bambini e ogni anni causa migliaia di decessi"
“Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è uno dei principali imputati nell’ambito delle infezioni gravi delle vie respiratorie ed è certamente da annoverare tra uno di quelli più gravi in assoluto. L’Rsv è un virus che determina polmoniti molto gravi che, in un paziente immunodepresso, hanno una maggiore incidenza e gravità. Nell’ambito delle infezioni respiratorie, è uno di quelli che più facilmente determina complicanze gravi che portano sia al ricovero in terapia intensiva sia al decesso”. Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive Università Tor Vergata di Roma, a margine di un evento sul virus respiratorio sinciziale organizzato da Gsk e che si è svolto nella Capitale.
"Per tanti anni l’Rsv - aggiunge Andreoni - è stato presentato alla classe medica come un virus che colpiva i bambini. Purtroppo, questa infezione riguarda anche i soggetti adulti che pagano uno scotto importante in termini di morbosità e di mortalità”. Per questo “diventa fondamentale fare informazione e far fare corsi alla classe medica così da conoscere meglio quest’infezione. Oggi abbiamo dei vaccini e farmaci monoclonali e diventa fondamentale fare la diagnosi perché l’Rsv ogni anno provoca migliaia di morti. Il Sistema sanitario nazionale avrebbe un grande vantaggio nella prevenzione nei confronti del virus respiratorio sinciziale. Possiamo immaginare quello che è il vantaggio della vaccinazione antinfluenzale, che riesce a prevenire ogni anno migliaia di ospedalizzazioni e di decessi. La vaccinazione altamente efficace contro l’Rsv, per questo - conclude il professore - potrebbe ridurre i costi della sanità pubblica”.
Cronaca
Siliquini (Siti): “Aggiornare calendario con anti-Rsv...
"Documento congiunto con Simit per informare colleghi su opportunità di prevenzione"
“In Italia abbiamo a disposizione delle nuove tecnologie e dei vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), ma ancora non è stato aggiornato il calendario vaccinale. Ci auguriamo che al più presto queste nuove tecnologie a disposizione della popolazione, soprattutto per gli anziani e per i fragili, possano trovare spazio nel calendario così da coprire tutte le possibilità preventive che abbiamo a disposizione”. Così Roberta Siliquini, presidente della Società italiana igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) e professoressa ordinaria di Igiene presso l’Università degli Studi di Torino, intervenendo a un evento sul virus respiratorio sinciziale organizzato da Gsk, a Roma.
“Il documento congiunto della Siti e della Simit”, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, “vuole spingere i decisori politici a introdurre queste nuove tecnologie nel nostro calendario vaccinale. Ma non solo - continua Siliquini - punta a informare i colleghi clinici del fatto che esistono delle possibilità preventive per una patologia che ha un elevato impatto sulla salute della popolazione anziana, fragile e i bambini. Attuando politiche vaccinali e preventive, si potrebbero certamente risparmiare soldi relativi alle ospedalizzazioni, ma anche aggravamenti di patologie sottostanti, soprattutto nella popolazione anziana. La Siti - conclude la presidente - è impegnata nel cercare di diffondere il più possibile la cultura della prevenzione e nel mettersi a disposizione nel trovare le modalità più opportune di strategie vaccinali e politiche di sanità pubblica che possono risultare un investimento forte per il Paese. In questo modo il Servizio sanitario nazionale risparmia e risparmiano anche le persone”.