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Hamas rifiuta offerta su ostaggi e tregua, Israele richiama...

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Hamas rifiuta offerta su ostaggi e tregua, Israele richiama negoziatori dal Qatar

Il ministro degli Esteri israeliano: "Risoluzione Onu? Errore morale lasciarla approvare. Ora mantenere militarmente nostri obiettivi". Raid su Rafah, "almeno 18 morti"

Ostaggi israeliani rapiti da Hamas - Afp

Israele richiama la sua squadra negoziale dal Qatar dopo che Hamas ha rifiutato la sua ultima offerta nei colloqui per un accordo sugli ostaggi e una tregua. A scriverne sono i media israeliani. In una dichiarazione, l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu afferma che la posizione di Hamas è "una prova evidente del suo disinteresse a continuare i colloqui, e una triste testimonianza del danno causato dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", riferendosi all'appello per un cessate il fuoco a Gaza approvato ieri sera. "Israele non cederà alle richieste deliranti di Hamas", aggiunge.

I negoziati per una tregua a Gaza sono ancora in corso, assicura intanto Majed al-Ansari, portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, sottolineando che la risoluzione del Consiglio Onu approvata ieri non ha avuto "un impatto immediato" sui negoziati a Doha. A riferirne è il Times of Israel. "Siamo ancora ottimisti, fin dal primo giorno siamo stati positivi. Il nostro sforzo di mediazione continuerà. Collaboriamo con tutti i partner regionali e internazionali", ha aggiunto al-Ansari, citato da Al Jazeera.

Ministro Esteri Israele: "Risoluzione Onu? Errore morale lasciarla approvare"

La decisione degli Stati Uniti di non porre il veto sulla risoluzione Onu finirà per danneggiare Israele nei colloqui per liberare gli ostaggi tenuti prigionieri nell'enclave. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz che - intervenendo alla Radio dell'esercito israeliano - ha tracciato una linea diretta tra il rifiuto di Hamas delle condizioni israeliane per una tregua e un accordo sugli ostaggi in cambio del rilascio dei prigionieri e la decisione degli Stati Uniti di consentire che la misura venisse approvata, una decisione che ha definito "un errore morale ed etico". "Hamas - ha dichiarato - si basa sul fatto che ci sarà un cessate il fuoco senza che sia necessario pagare nulla".

Katz ha quindi sostenuto che i legami tra Gerusalemme e Washington rimangono forti, annunciando l’imminente incontro con la senatrice repubblicana Lindsey Graham e descrivendo la posizione del presidente Joe Biden come il risultato delle pressioni "di un’ala radicale" all’interno del partito democratico. Ma il messaggio che arriva dalla risoluzione, soprattutto dalla sua versione in lingua araba, ha aggiunto, è che "Hamas non ha bisogno di affrettarsi" per raggiungere un accordo. Come risultato, ha proseguito Israele dovrà aumentare la pressione militare per dimostrare il suo impegno a rilasciare gli ostaggi e sconfiggere Hamas.

"A nostro avviso, c’è stato un messaggio, un messaggio poco positivo, per chiunque sia dalla parte di Hamas, che gli Stati Uniti non sostengono così tanto Israele, e quindi dobbiamo dimostrare, militarmente, che manterremo i nostri obiettivi". Lo riporta il Times of Israel.

Haniyeh: "Risoluzione Onu dimostra isolamento Israele senza precedenti"

Indica che "Israele sta assistendo a un isolamento senza precedenti dall'inizio dell'occupazione" la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che, per la prima volta, ha chiesto il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a seguito di un incontro a Teheran con il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. "Israele ha fallito nel raggiungere tutti gli obiettivi strategici (della guerra, ndr) e sta perdendo il sostegno politico e internazionale", ha aggiunto Haniyeh. Nel corso di una conferenza stampa, Haniyeh ha quindi evidenziato che la risoluzione è "arrivata in ritardo" e contiene " alcune lacune che devono essere colmate", rimarcando che Israele "sta perdendo copertura politica e protezione anche nel Consiglio di Sicurezza" e che "gli Stati Uniti non sono in grado di imporre la loro volontà alla comunità internazionale".

Raid a Rafah, "almeno 18 morti"

Sarebbe di almeno 18 palestinesi uccisi, di cui nove bambini, il bilancio di un nuovo raid israeliano su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riferito il giornale palestinese "Filastin", legato ad Hamas, secondo cui nel bombardamento è stata colpita l'abitazione della famiglia Abu Nuquira, dove vivevano diversi bambini: le vittime sarebbero nove, di età compresa tra i due e i nove anni.

In totale sarebbero 32.414 i morti i morti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre secondo l'ultimo bilancio del ministero della Sanità dell'enclave palestinese, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. Il bollettino parla anche di almeno 74.787 feriti. Rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera, il bilancio comprende 81 persone che sono state uccise in 24 ore, secondo le autorità di Gaza.

18 persone morte mentre tentavano di ottenere aiuti, 12 affogate

Le autorità della Striscia di Gaza hanno confermato oggi la morte di 18 palestinesi a seguito del lancio di aiuti paracadutati lungo la costa dell'enclave: dodici persone - ha riferito - sono annegate nel tentativo di raggiungere i carichi al largo delle coste del nord di Gaza dopo che decine di persone si sono buttate in acqua per recuperare le casse. Altre sei persone sono morte "nella calca" di persone che si sono affollate per ottenere aiuti. "Le operazioni di invio dagli aerei sono diventate un vero pericolo per la vita della popolazione", ha lamentato l'ufficio stampa dell'Autorità della Striscia.

Anche in seguito a questi incidenti, Hamas ha chiesto di smettere di paracadutare aiuti alimentari dal cielo sul nord della Striscia di Gaza. "Chiediamo la fine delle operazioni di lancio degli aiuti in questo modo offensivo, sbagliato, inappropriato e inutile", ha affermato il governo di Hamas a Gaza, citato dalla Cnn

Leader Hamas in missione in Iran

Missione a Teheran per il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo riferisce la tv iraniana Press Tv, secondo cui Haniyeh ha in programma incontri con i vertici della Repubblica islamica.

Per Haniyeh, la risoluzione Onu indica che "Israele sta assistendo a un isolamento senza precedenti dall'inizio dell'occupazione", ha detto dopo un incontro con il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. "Israele ha fallito nel raggiungere tutti gli obiettivi strategici (della guerra, ndr) e sta perdendo il sostegno politico e internazionale", ha aggiunto Haniyeh.

Houthi: attaccati 2 cacciatorpedinieri Usa e 4 navi nel Mar Rosso

Gli Houthi hanno annunciato di aver attaccato quattro navi e due cacciatorpedinieri americani nel Mar Rosso nelle ultime 72 ore. In una dichiarazione, il portavoce militare dei ribelli che controllano alcune aree dello Yemen, tra cui la capitale Sana'a, ha rivendicato un attacco contro due navi americane (la Maersk Saratoga e la Apl Detroit), una britannica (Huang Pu) e una quarta nave, la Pretty Lady, che si stava dirigendo verso i porti della "Palestina occupata". Gli Houthi, ha aggiunto Yahya Sarea, hanno anche eseguito "un'operazione militare di qualità prendendo di mira due cacciatorpedinieri americani nel Mar Rosso".

Israele attacca Hezbollah nel profondo Libano

L'Idf ha confermato di aver preso di mira i siti di Hezbollah nel profondo Libano, vicino alla città nordorientale di Zboud, in risposta al lancio di missili effettuato dal gruppo terroristico contro la base di controllo del traffico aereo di Mount Meron questa mattina. L'esercito israeliano ha riferito che l'attacco ha preso di mira “un complesso militare utilizzato dall'unità aerea di Hezbollah” vicino a Zboud nel distretto di Baalbek, a più di 110 chilometri dal confine israeliano. Il complesso comprendeva diversi edifici e una piattaforma di atterraggio per droni, secondo l'Idf, che aggiunge di aver colpito un edificio e altre infrastrutture utilizzate da Hezbollah ad Ayta ash-Shab e Kafr Kila, e un posto di osservazione a Maroun al-Ras.

Raid in Siria contro milizie filo-Iran, 15 i morti

E' di almeno 15 morti, tra cui 14 combattenti di milizie filoiraniane e un civile, il bilancio dei raid aerei condotti da Israele - secondo quanto appreso dal Times of Israel - che la notte scorsa hanno colpito l'est della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, che ha segnalato una serie di esplosioni nella provincia di Deir Ezzor. "Un consigliere iraniano, membro dei Guardiani della Rivoluzione, due delle sue guardie del corpo iraniane, nove combattenti iracheni e due combattenti siriani appartenenti a gruppi filo-Teheran sono rimasti uccisi negli attacchi", ha chiarito l'Osservatorio, mentre l'agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna ha confermato che un "membro della Forza Quds", Behrouz Vahedi, è stato ucciso "durante un attacco effettuato dal regime sionista".

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Esteri

Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...

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Il presidente Usa firma la legge da 95 miliardi di dollari per aiuti all'estero: "Per la sicurezza di Israele, ma anche per interventi umanitari a Gaza"

Joe Biden (Afp)

"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti e le armi all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui ha bisogno per continuare a combattere".

In realtà l'Ucraina ha già ricevuto i missili a lungo raggio Atacms. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha confermato la notizia diffusa da Politico secondo cui gli Stati Uniti hanno inviato in segreto all'Ucraina i missili a lungo raggio Atacms.

"Posso confermare, come avete sentito da altri, che il presidente ha ordinato al suo team di fornire all'Ucraina un numero significativo di missili Atacms da utilizzare all'interno del territorio sovrano dell'Ucraina", ha dichiarato Sullivan, aggiungendo che "ne invieremo altri, ora che abbiamo ulteriore autorità e denaro".

Cosa ha detto Biden

"Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha detto Biden alla Casa Bianca - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha aggiunto.

Biden ha fatto riferimento al fatto che questa legge arriva dopo molti mesi dalla sua richiesta di fondi, lo scorso autunno. "Il cammino verso la mia scrivania è stato difficile, sarebbe dovuto arrivare prima, ma alla fine ha fatto quello che sempre fa l'America, è all'altezza del momento", ha sottolineato, non mancando però di fare un affondo ai repubblicani che hanno tenuto bloccati gli aiuti per Kiev.

"Mentre per mesi i repubblicani hanno bloccato gli aiuti, e agli ucraini venivano meno artiglieria e munizioni, gli amici di Putin lo mantenevano ben rifornito - ha scandito - gli iraniani mandavano droni, Corea del Nord mandava missili balistici, Cina componenti per rafforzare la produzione bellica. Con tutto questo sostegno, la Russia ha ripreso gli attacchi sulle città e le infrastrutture ucraine".

Il messaggio a Putin: "Se Russia attacca la Nato..."

Quanto a Mosca, "se Putin attacca un alleato Nato come sta attaccando l'Ucraina, non avremmo altra scelta che andare in loro aiuto, come hanno fatto con noi l'11 settembre", ha affermato Biden, riferendosi all'articolo 5 della difesa collettiva dell'Alleanza Atlantica, finora invocato solo dopo gli attacchi del 2001 a New York e Washington da parte di Al Qaeda. Il presidente americano ha infatti espresso la sua convinzione che se "Putin riuscirà ad averla vinta in Ucraina, la sua prossima mossa sarebbe un attacco diretto ad un alleato Nato".

"Il pacchetto odierno di aiuti militari americani per l'Ucraina è vitale", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando sui social tutti gli americani che lavorano nelle imprese della difesa. "È fondamentale che gli accordi raggiunti tra me e il presidente Biden siano pienamente attuati. Grazie, America!", ha aggiunto il leader ucraino, annunciando "ogni sforzo" per compensare i mesi "trascorsi tra dibattiti e dubbi".

Aiuti per Israele e Gaza

Il pacchetto firmato da Biden contiene anche nuovi aiuti militari ad Israele. "Il mio impegno per Israele, voglio ribadirlo, è ferreo: voglio essere sicuro che abbia quello di cui ha bisogno per difendersi contro l'Iran e i terroristi che sostiene, e con questi aiuti gli Stati Uniti sostengono la difesa aerea e sistemi cruciali in modo che l'Iran non possa portare a termine la distruzione a cui puntava 10 giorni fa", ha detto il presidente Usa, aggiungendo che la legge però "allo stesso tempo, in modo molto significativo, aumenta l'assistenza umanitaria che stiamo mandando alla popolazione innocente di Gaza che sta lottando con le conseguenze di questa guerra iniziata da Hamas".

Il presidente americano ha parlato di un miliardo di dollari di aiuti aggiuntivi per Gaza per "assicurare immediatamente un aumento degli aiuti, che comprendono cibo e forniture mediche". "Israele deve garantire che gli aiuti raggiungano i palestinesi e Gaza senza ritardi", ha poi aggiunto Biden, ribadendo che "tutto quello che facciamo è teso a portare gli ostaggi a casa, assicurare il cessate il fuoco e fissare le condizioni per una pace duratura".

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti. "La nostra alleanza è di ferro", ha scritto Katz in un breve post sul social X.

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Cortina di fumo, così i russi nascondono ai droni le...

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(Ipa/Fotogramma)

L’onnipresenza dei droni che pattugliano i cieli ucraini, pronti ad attaccare in ogni momento non appena registrano un movimento di truppe o mezzi; per evitare l’occhio indiscreto dei velivoli senza pilota nemici i russi hanno rispolverato una vecchia tattica militare, una cortina di fumo in grado di azzerare la visuale a terra.

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Ilaria Salis candidata alle Europee, il padre: “Non...

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Roberto Salis a Strasburgo: "Mia figlia è imputata non criminale, candidatura non è aggravante"

Ilaria Salis - Fotogramma

Ilaria Salis "è in questa situazione dal settembre 2023. Ha deciso di candidarsi alle elezioni europee con Avs non per scappare dal processo. Lo fa perché ritiene di avere diritto ad un processo giusto". Lo dice Roberto Salis, il padre dell'insegnante lombarda in carcere a Budapest da oltre un anno con l'accusa di aver preso parte all'aggressione di un gruppo di neonazisti, a margine della plenaria a Strasburgo.

"Mia figlia - insiste Salis - sta cercando di avere un processo giusto: la candidatura consente, tramite l'immunità, di ottenerla. Nel momento in cui stata ottenuta, poi, se si attiva la procedura per un processo giusto, ovviamente mia figlia non scappa dal processo e vuole dimostrare la propria innocenza come ha sempre detto".

"Mia figlia è imputata non criminale"

Quindi replica alle parole dell'eurodeputata ungherese di Fidesz Eniko Gyori, che parlando dell'ipotesi di un'elezione di Salis ha osservato che ci sono altri "criminali" già eletti nel Parlamento Europeo.

"Non ho sentito l'intervento dell'esponente di Fidesz. Bisogna che ci si metta bene in testa che mia figlia è imputata. Se qualcuno definisce mia figlia una criminale, non fa altro che comprovare che le motivazioni che sono addotte nella mozione che sarà presentata tra poco sono assolutamente veritiere e doverose". Ilaria Salis, aggiunge il padre, "si sta candidando: il fatto che qualcuno si candidi alle elezioni europee non può costituire in alcun modo un'aggravante per la sua situazione giudiziaria. Mia figlia - ricorda - è sottoposta al carcere duro da 14 mesi. Ha la possibilità di parlare 70 minuti alla settimana, soltanto con tre numeri abilitati. E' estremamente difficoltoso dialogare con lei. Soltanto prendere la decisione di candidarsi alle elezioni è stato quasi impossibile: sono decisioni importanti e mia figlia non ha piena contezza di quello che succede nella politica italiana. Non la considero una campagna elettorale: io sono il papà di Ilaria e sono qui per difendere i diritti di mia figlia", afferma.

"Ho visto mia figlia a Budapest mercoledì scorso - fa sapere - per il colloquio mensile di un'ora che ci è consentito ogni mese. Era abbastanza motivata e contenta di aver fatto la scelta di candidarsi alle elezioni. E' determinata, anche troppo", assicura.

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