Economia
Sostenibilità, studio Ey: “Aziende italiane...
Sostenibilità, studio Ey: “Aziende italiane accelerano su transizione ecologica”
L’80% circa delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità con obiettivi specifici, dato superiore di circa 10 punti rispetto alla precedente rilevazione
Nonostante il contesto geopolitico incerto, oltre il 60% delle aziende non ha interrotto i piani di sostenibilità e il 15% ha accelerato la transizione a modelli di business più sostenibili. E' quanto emerge dalla nuova edizione dello studio Ey 'Seize the Change', secondo il quale l’80% circa delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità con obiettivi specifici, dato superiore di circa 10 punti rispetto alla precedente rilevazione.
I risultati dello studio Ey vengono presentati oggi in occasione dell’Ey Sustainability Summit, che si tiene presso Fondazione Catella a Milano, dove, grazie al contributo di rappresentanti del mondo industriale ed esperti del settore, viene affrontato il tema della sostenibilità in tutte le sue componenti: ambientali, economiche e sociali. Secondo i dati dello studio, nonostante gli impatti economici e finanziari generati dalle tensioni geopolitiche, le aziende italiane stanno sempre più integrando la sostenibilità nel business con piani e target strutturati e ambiziosi in particolare su alcuni temi specifici, come il cambiamento climatico e l’economia circolare.
“Per l’87% delle aziende che abbiamo intervistato, la sostenibilità è un fattore di vantaggio competitivo solo se presa in considerazione nelle sue tre dimensioni: economica, sociale ed ambientale - spiega Massimo Antonelli, Ceo di Ey in Italia e Coo di Ey Europe West - Le aziende italiane sono coscienti di avere a disposizione un driver trasformativo eccezionale e la sua integrazione nel business è strategica per aumentare competitività, capacità di sviluppo e crescita sul medio-lungo periodo. Se in passato la sostenibilità ha rappresentato un nice to have, poi una scelta e più recentemente un'opportunità, oggi siamo chiaramente di fronte a una necessità per rispondere alle sfide di business e alle trasformazioni di oggi e di domani”.
Nell’edizione di quest’anno sono state intervistate 200 aziende, 50 in più rispetto allo scorso anno, appartenenti a diversi settori di attività e di differenti dimensioni, dalle piccole-medie imprese a quelle più grandi. Inoltre, in linea con la scorsa edizione, è stato condotto un approfondimento sulle performance economico-finanziarie con l’obiettivo di individuare eventuali correlazioni tra comportamenti in termini di sostenibilità aziendale e tali performance. I dati indicano che circa l’80% del campione ha previsto un piano di sostenibilità, sia esso con obiettivi qualitativi o quantitativi, dato in aumento di circa 10 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Dai risultati della survey emerge come l’87% delle realtà operanti nel settore Automotive&Transport abbia sviluppato un piano di sostenibilità con target nella maggior parte dei casi quantitativi. Questa percentuale diminuisce al 59% per quelle appartenenti al settore Media&Telco.
Riccardo Giovannini, Sustainability leader di Ey Italy, aggiunge: “I dati del nostro studio confermano come sempre più realtà aziendali scelgano di integrare concretamente la sostenibilità all’interno del proprio business. Oltre il 70% delle aziende intervistate, infatti, integra il piano di sostenibilità nel piano industriale, dato in aumento di circa il 18% rispetto alla scorsa rilevazione. Per quanto riguarda le principali aree di miglioramento, quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2 mentre oltre il 40% del campione all’economia circolare. Per continuare e accelerare il percorso verso la transizione ecologica, per le aziende sarà necessario cogliere le opportunità che essa comporta e, quindi, adeguando o trasformando il proprio modello di business non solo al cambiamento climatico, ma anche a tutte le altre sfide ambientali e sociali che provengono dal sistema economico-sociale nazionale e internazionale”.
Il numero di aziende che ha previsto al proprio interno una funzione Corporate Social Responsibility (Csr) e/o di sostenibilità è in forte crescita, attestandosi quasi al 60% del campione, dato in aumento rispetto all’anno scorso di quasi 30 punti percentuali. Un ulteriore 10% ne prevede invece la creazione. Sotto la spinta dei recenti fenomeni naturali scaturiti come conseguenza del cambiamento climatico, il 65% delle aziende indica di aver definito degli obiettivi relativi al clima. Si tratta di un dato in grande crescita, registrando un aumento del 38% rispetto al 2022 e del 67% rispetto al 2021. Tra coloro che hanno definito tali impegni, il 26% li ha inseriti nel proprio piano strategico.
La maggior parte delle azioni di rilievo avviate sul tema del cambiamento climatico sono legate alla riduzione delle emissioni e alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In questo contesto, oltre la metà del campione, il 66%, ha deciso di apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento nel rispetto di alcuni indicatori di sostenibilità, ad esempio collegati a una maggior responsabilità nella scelta dei fornitori, e per via delle richieste da parte dei clienti e dei consumatori sempre più orientate al rispetto dei criteri green. Più nello specifico, con riferimento all’economa circolare, negli ultimi due anni oltre l’80% delle aziende ha avviato un processo di analisi dei propri processi operativi, trend in aumento di 10 punti percentuali rispetto all’indagine precedente, mentre il 38% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera. Tra i settori che maggiormente si sono distinti in questo ambito si trovano quello del Food&Beverages, Industrial e del Textile&Apparel.
Più in generale, le nuove normative europee in materia di rendicontazione non finanziaria portano ad interrogarsi su come le aziende si stiano attrezzando per fotografare le proprie performance e rispondere ai futuri requisiti di legge. La survey condotta da Ey ha evidenziato come il 52% delle aziende pubblichi già un report di sostenibilità, nonostante solo il 47% rientri negli obblighi della Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), la direttiva che impone l’obbligo di rendicontazione.
Infine, si consolida la potenziale relazione tra gli investimenti reali sulla sostenibilità sul breve periodo e l’eventuale crescita sul lungo: esaminando la relazione tra il posizionamento in termini di sostenibilità con alcune variabili economiche e finanziarie, quali l’andamento (su 3 anni) del tasso di indebitamento e del rapporto Ebtda/Ricavi, si rileva una certa correlazione fra l’andamento dell’indebitamento e il miglioramento della performance di sostenibilità. Per le aziende del campione di medie dimensioni, ovvero con un fatturato tra i 150-500 milioni, si osserva che a quelle con un rating di sostenibilità inferiore corrisponde un trend di indebitamento crescente. Anche se tale correlazione varia in base a diversi elementi, ad esempio in base alla dimensione delle aziende prese in esame, partendo da queste osservazioni preliminari sarà possibile nel corso dei prossimi anni consolidarne un trend analizzando l’andamento sul medio-lungo periodo.
Economia
Tesla richiama quasi 4.000 Cybertruck: problema a pedale...
Potrebbe aumentare il rischio di incidenti
Tesla sta richiamando 3.878 dei suoi Cybertruck a causa di un problema al pedale dell'acceleratore che potrebbe aumentare il rischio di incidenti, ha detto il regolatore federale della sicurezza. "Il pedale dell'acceleratore intrappolato può far accelerare involontariamente il veicolo, aumentando il rischio di incidente", ha affermato la National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) in un avviso di richiamo relativo al Cybertruck, il nuovo veicolo elettrico di Tesla, lanciato sul mercato nel novembre 2023.
"Una modifica non approvata ha introdotto del lubrificante per facilitare l'assemblaggio dei componenti della pastiglia sul pedale dell'acceleratore. Il lubrificante residuo ha ridotto la ritenzione del pad sul pedale''. L'Nhtsa ha affermato che il richiamo riguarda ''tutti i veicoli Cybertruck Model Year ('MY') 2024 fabbricati dal 13 novembre 2023 al 4 aprile 2024".
All’inizio di questo mese, Tesla ha detto ai suoi dipendenti che avrebbe licenziato “più del 10%” della sua forza lavoro globale. I licenziamenti potrebbero avere un impatto su più di 14.000 persone e arrivare due settimane dopo che la casa automobilistica elettrica ha riportato il suo primo calo delle vendite anno su anno dal 2020. La società ha inoltre avvertito che la crescita delle vendite potrebbe essere “notevolmente inferiore” nel 2024 rispetto all’obiettivo dichiarato di una crescita del 50% ogni anno.
Economia
Dichiarazione redditi, 730 precompilato 2024: istruzioni,...
Tutto quello che serve sapere, le indicazioni della Cgia: controllare sempre la correttezza delle detrazioni/deduzioni inserite nel proprio 'modello on line'
Nulla a che vedere con quanto accadeva qualche decennio fa, quando il “modello 730” fu definito addirittura “lunare”. Da più di qualche anno, fortunatamente, non è più così. Un lavoratore dipendente o un pensionato che voglia recuperare le spese mediche, scolastiche, sportive, universitarie, etc., può farlo in piena autonomia, senza ricorrere a un Centro di Assistenza Fiscale (Caf). Tuttavia, c’è un problema: per non incorrere in errori e, conseguentemente, in un mancato rimborso economico, prima di accendere il computer e collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate è necessario che si studi bene le istruzioni che quest’anno ammontano a 152 pagine, otto in più rispetto alla stessa edizione del 2023. E’ bene che lo si faccia sia per controllare la correttezza delle detrazioni/deduzioni inserite dall’Amministrazione finanziaria nel proprio 'modello on line' sia per l’eventuale integrazione delle voci mancanti. Insomma, non sarà più "lunare”, ma nemmeno semplicissimo da compilare come qualcuno vorrebbe farci credere. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia.
E’ vero che in questi ultimi anni il numero di coloro che si auto-compilano il “modello 730” è in costante aumento e questo farebbe supporre che l’operazione, nel suo complesso, sia molto agevole. Tuttavia, non è da escludere che, almeno in parte, ciò sia dovuto al fatto che, come consentito per legge, molti tecnici e addetti all’assistenza fiscale in questo periodo ricevono la delega per redigerlo anche dai conoscenti, dagli amici e dai parenti, a fronte della corresponsione per ogni dichiarazione di qualche decina di euro in “nero”. Dati, purtroppo, non ce ne sono, ma l’impressione che questo fenomeno sia in deciso incremento c’è, eccome.
Più semplice modalità presentazione domanda dichiarazione
Va comunque segnalato che da quest’anno la modalità di presentazione della dichiarazione dovrebbe essere molto più semplice rispetto alle ultime edizioni. L’Agenzia delle Entrate, infatti, renderà disponibile ai lavoratori dipendenti e ai pensionati (in una apposita sezione dell’applicativo web della dichiarazione precompilata) le informazioni in proprio possesso che – tramite un percorso guidato – potranno essere confermate o modificate. A oggi non sappiamo quanto semplice sarà l’aiuto che il fisco ci metterà a disposizione; tuttavia, una volta definite, le informazioni saranno riportate in automatico nei campi del “modello 730” che potrà quindi essere inviato all’Agenzia. Sia chiaro: se non si intende avvalersi di questa modalità semplificata, si procederà in via ordinaria, imputando nuovi dati o modificando quelli presenti.
730 precompilato 2024, prossime scadenze: da quando inviarlo
Per la trasmissione del “modello 730” semplificato per l’anno 2024, le prossime scadenze sono le seguenti: a partire dal prossimo 30 aprile i contribuenti potranno accedere alla dichiarazione precompilata tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. La dichiarazione precompilata verrà pubblicata sull’area riservata del contribuente; entro il 15 giugno i sostituti d’imposta, i CAF o i professionisti abilitati a cui i contribuenti si sono rivolti entro il 31 maggio effettueranno i controlli sulla regolarità della dichiarazione e trasmetteranno in via telematica all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni predisposte e il loro risultato finale. Altresì, consegneranno al contribuente copia della dichiarazione elaborata e il relativo prospetto di liquidazione. La scadenza del 15 giugno può essere posticipata al 29 giugno, al 23 luglio al 15 o al 30 settembre, a seconda che il contribuente si sia rivolto al sostituto di imposta, CAF o professionista abilitato entro i rispettivi termini: dall’1 al 20 giugno, dal 21 giugno al 15 luglio, dal 16 luglio al 31 agosto e dall’1 al 30 settembre; a partire da luglio i sostituti d’imposta tratteranno le somme dovute per le imposte o effettueranno i rimborsi; entro il 25 ottobre è prevista la scadenza per l’invio del modello 730/2024 integrativo; a novembre il sostituto d’imposta effettuerà la trattenuta delle somme dovute a titolo di seconda o unica rata di acconto relativo all’Irpef e alla cedolare secca. I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo.
Aumentano le detrazioni: ci sono 625 agevolazioni e 105 miliardi di sconti fiscali
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) rileva che nel 2024 si contano ben 625 sconti fiscali (deduzioni, detrazioni, crediti di imposta, etc.), mentre nel 2018 erano 466 (variazione +34,1 per cento). L’incremento è riconducibile all’impennata subita dai crediti di imposta legati ai lavori edilizi. Queste 625 voci di spesa garantiscono uno sconto fiscale a tutti i contribuenti italiani (lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e imprese) che, quest’anno, sfiora i 105 miliardi di euro. Rispetto al 2018 (quando cubavano 54,2 miliardi), le agevolazioni economiche in valore assoluto sono quasi raddoppiate (+93,6 per cento) (vedi Tab. 1). I soli contribuenti Irpef (dipendenti e pensionati), sempre nel 2024 possono godere di un vantaggio economico ascrivibile alle spese fiscali è di 57,5 miliardi di euro (pari al 55 per cento del totale).
Nello studio richiamato più sopra, l’Upb ha realizzato un focus sulle detrazioni per oneri ed erogazioni liberali, dove le principali tipologie di detrazione riguardavano la sanità, i mutui per l’abitazione principale, l’istruzione, le assicurazioni, le erogazioni e le spese funebri. Nell’anno di imposta 2021 il vantaggio fiscale, che ammontava a 6 miliardi di euro, ha interessato principalmente i contribuenti ad alto reddito, mentre i soggetti a basso reddito hanno beneficiato di pochi vantaggi fiscali a causa dell’incapienza fiscale. Un fenomeno, quest’ultimo, in espansione anche a seguito del progressivo aumento delle soglie di esenzione Irpef e del maggiore ricorso anche ad altre forme di detrazione, come quelle edilizie.
Insomma, il costante aumento del numero delle detrazioni e delle deduzioni fiscali ha incrementato la frammentazione e peggiorato la trasparenza del nostro sistema fiscale, avvantaggiando in misura maggiore i benestanti, anziché i più poveri. Sebbene quest’anno potremo contare su un “modello 730 semplificato”, il problema andrebbe affrontato diversamente, consentendo ai redditi più bassi di ricevere un trasferimento monetario diretto dallo Stato, anziché usufruire, in misura sempre più contenuta perché al di sotto delle soglie di esenzione Irpef, di detrazioni e deduzioni fiscali, soprattutto per “abbattere” le spese mediche e quelle farmaceutiche.
Economia
Innovazione, Toia: “Europa verso sostenibilità...
Parla la vicepresidente della Commissione Itre agli “Stati generali delle ingegnerie digitali”, organizzati a Milano dall’Ordine degli ingegneri
"In questa fase di grandi cambiamenti l’Europa deve avere un grande coraggio e anche una grande concretezza nel trasformare il nostro sistema verso la sostenibilità ambientale, con tutto il supporto che il mondo digitale e le sue potenzialità. E c’è un'ulteriore sfida: la trasformazione eve essere inclusiva cioè deve consentire a tutti di partecipare". Sono le parole di Patrizia Toia, vicepresidente della Commissione Itre per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento Europeo, intervistata a margine della seconda giornata degli “Stati generali delle ingegnerie digitali”, organizzati a Milano dall’Ordine degli ingegneri.
L’europarlamentare indica la strada intrapresa dall’Europa per abbracciare il cambiamento: “L'Europa ha disegnato una strategia, dal Green Deal in poi, e la sta accompagnando con le risorse necessarie. L'Europa, se unita, può trovare la capacità di avere risorse ulteriori e necessarie. Il mondo cambia in continuazione - sottolinea - e la scienza che diventa poi scoperta tecnologica, applicazione tecnologica, ci dà moltissime potenzialità e possibilità per accelerare i processi produttivi, per renderli più puliti e per trovare soluzioni anche per la salute delle persone. C'è una grande trasformazione in corso e la scienza e la ricerca sono essenziali per tenere il passo adeguato. Ma cosa più importante è il capitale umano. Le persone e le professioni sono importanti. Che il Collegio degli Ingegneri cerchi di capire, anche con tutte le istituzioni, quali sono i processi in atto per portare il suo contributo e qualche cosa di interesse generale” ha concluso.