Salute e Benessere
Covid Italia, Natale tra open day vaccini e rischi per...
Covid Italia, Natale tra open day vaccini e rischi per nonni e fragili
Gli esperti analizzano i dati settimanali
A quattro anni dalla pandemia Covid, il prossimo Natale sembra essere l'ultimo banco di prova per un virus ormai 'stretto' tra l'influenza e altri 'cugini' respiratori. L'ultimo bollettino settimanale del ministero della Salute fa registrare 60mila casi Covid (60.440), con una variazione +7,2% rispetto alla settimana precedente (56.404), e 425 decessi, +34,5% rispetto a 7 giorni fa. Mentre le vaccinazioni salgono lentamente, 1,7 mln di immunizzazioni, 232mila nell'ultima settimana. Così il cenone e il pranzo del Natale continuano ad essere visti da alcuni esperti come un terreno fertile per nuovi contagi. Domani intanto nel Lazio partono gli open day per le vaccinazioni Covid, il tentativo di rilanciare la campagna. Per gli anziani e i fragili che aspettano le feste si torna a raccomandare, con saggezza, l'uso della mascherina. "I dati confermano una sostanziale stabilizzazione della curva epidemica. Indicano, altresì, che soprattutto nelle Regioni che hanno promosso maggiormente la campagna di vaccinazione e di protezione dei fragili, l'andamento è in diminuzione". Così il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, nel commento al bollettino settimanale su Covid-19. La questione decessi Covid preoccupa invece l'infettivologo Massimo Andreoni. "Il dato sui decessi sommato alle altre settimane di dicembre porta già ad oltre 1.000 il totale in questo mese - osserva il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) - Un incremento costante da ottobre che non può lasciare indifferenti e ci deve richiamare a una maggiore attenzione per il Natale. Gli anziani, i fragili e gli immunodepressi devono fare il vaccino anti-Covid aggiornato". Ma c'è anche chi prova a dare una visione diversa del presente. Secondo l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata, "se il fantasma del Natale passato, con la memoria recente di quel che è stato, potrebbe portarci a immaginare di nuovo mascherine, amuchina e distanze di sicurezza, e il fantasma del Natale futuro non può né deve trovarci imbrigliati in procedure dal sapore strenuamente evocativo, c'è la realtà del Natale presente che non può essere vissuta con il perenne spauracchio di un ennesimo fantasma che, come per lo 'Scrooge' di Dickens, rende insonni le nostre notti". A far parlare i dati settimanali Covid ci pensa Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell’Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19, gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid 19: "In alcune regioni del Nord l'incidenza dei casi Covid è in discesa già da un paio di settimane, quindi il picco dell'ondata partita a metà novembre è stato raggiunto e il Ssn ha tenuto bene. Ora resta l'incognita delle feste di Natale. Per le ospedalizzazioni Covid siamo molto vicini al picco, non c'è stato il grande 'boom' che avrebbe potuto mettere in crisi il Ssn, ma potevamo anche aspettarcelo perché 13 mesi fa i ricoveri erano molto molto più alti; ad esempio, nel Lazio le terapie intensive erano il doppio di quelle occupate oggi. Occhio - conclude - però alle feste perché partiamo dai dati Covid più alti del 2023, potremmo fare un Natale senza pressioni sugli ospedali se saremo attenti ed eviteremo situazioni a rischio".
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Emergenza regionale, Picco (Asl To): “Fondamentali...
"Stiamo realizzando una elisuperficie vicino al San Giovanni Bosco, ospedale hub di Torino"
"Abbiamo l'emergenza a cuore e quindi siamo felici di essere qui oggi. Come Azienda Zero abbiamo realizzato una riforma importante del 118 dell'emergenza regionale. Questo ci ha consentito di riorganizzare il mondo dell'emergenza e della formazione in emergenza, e quindi di vedere con un'altra ottica questo approccio, il legame con il numero unico europeo per le emergenze (Nue) 112, con il 116-117 che quando si parla di medicina territoriale è fondamentale". Lo ha detto Carlo Picco, direttore generale dell'Asl Città di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siiarti) a Torino.
"Il 116-117 - sottolinea - va a configurare i servizi proposti prima solo dalla Guardia medica, implementandoli e rendendoli decisamente più articolati, quindi in questo contesto il rapporto tra 112, centrale 118 e 116-117 potrà fare veramente la differenza nella medicina territoriale. Stiamo anche cercando di realizzare una elisuperficie per far atterrare l'elicottero vicino al San Giovanni Bosco che è un ospedale hub della nostra città”.
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Medicina, Balagna (Siaarti): “Creare sinergia tra noi...
"Nel trattamento definitivo del paziente anestesista rianimatore ha ruolo di team leader"
"Nel percorso del paziente, dal momento del sintomo, quindi nella fase preospedaliera, fino al trattamento definitivo, l'anestesista rianimatore ha un ruolo di team leader. Oggi più che mai ci rendiamo conto che la cronicità territoriale deve trovare una risposta più sulla medicina di prossimità che sull'emergenza-urgenza. Ma occorrono sinergia, collaborazione e un coordinamento tra le medicina territoriale e la medicina preospedaliera". Lo ha detto Roberto Balagna, responsabile scientifico dell'evento e dell'Area culturale Siaarti Medicina critica e dell'emergenza, e direttore Struttura complessa anestesia e rianimazione 2, Ospedale Molinette di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva a Torino.
In questi giorni "approfondiamo proprio questi temi: le patologie tempo-dipendenti, il coordinamento preospedaliero, la presa in carico intraospedaliera, il trattamento definitivo e la figura dell'anestesista rianimatore che, coordinato in modo multidisciplinare, è una figura strategica di questo percorso", sottolinea.
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Medicina, Bignami (Siaarti): “Per affrontare...
"Dal Congresso nazionale Ace giovani colleghi anestesisti e rianimatori imparano buone pratiche cliniche e azioni sul campo"
"L'emergenza è una patologia tempo-dipendente, quindi determina la necessità di essere pronti subito e in pochi minuti, proprio questa è una caratteristica di noi anestesisti rianimatori che insegniamo fin da piccoli. Quindi ci sono molti giovani colleghi che in questi giorni di congresso imparano buone pratiche cliniche, linee guida, ma anche azioni sul campo. E' fondamentale che tutte queste cose si imparino fin da piccoli, proprio perché accadono poco, con frequenza non elevatissima, ma allo stesso tempo bisogna sempre essere pronti e in allerta. E' importante poi riuscire ad allenarsi, a lavorare in team e questa è una delle sfide di Siaarti". Lo ha detto Elena Bignami, direttore Sc Anestesia e Rianimazione di Parma e presidente eletto della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace) organizzato dalla Siaarti a Torino.