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Cronaca

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Covid, 4 anni fa coppia cinese allo Spallanzani. Vaia: “Mai più impreparati”

"Mai più senza strumenti e presidi, mai più un Paese lungo e stretto, differenziato nell'offerta di salute. Nel mentre conviviamo anche con il Sars-Cov-2, come da tempo previsto, rendiamo centrale la prevenzione nel nostro paese. Le liste d'attesa, la vera vergogna del nostro Ssn, la carenza del personale sanitario, la povertà del territorio, sono le sfide che abbiamo davanti. Le vinceremo se prevarranno l'ottimismo razionale e la voglia di crederci che abbiamo messo nella battaglia che abbiamo vinto

Francesco Vaia

Mentre il Parlamento si divide su una bozza del nuovo Piano pandemico 2024-2028, sono passati oltre 1.400 giorni dal ricovero della coppia cinese di Wuhan all'Inmi Spallanzani di Roma, Wuhan Xiangming Liu e Yamin Hu in gita nel nostro Paese ma con il Sars-CoV-2 nel proprio corpo. Il 29 gennaio l'Italia faceva i conti con il nuovo virus ribattezzato poi Covid, oggi dopo 4 anni abbiamo imparato a conoscere le decine di varianti dai nomi più assurdi, da Centaurus a Kraken. Quattro anni 4 fa la coppia fu soccorsa in un albergo del rione Monti al centro di Roma. Il marito appena ricoverato mostrava una polmonite interstiziale bilaterale, la moglie aveva all’inizio sintomi lievi, ma entrambi si sono aggravati in poco tempo. La coppia venne fu sottoposta a una terapia a base di antivirali combinati e antinfiammatori. Dopo quasi 3 mesi, dopo aver fatto la riabilitazione tra marzo e aprile al San Filippo Neri, vengono dimessi il 21 aprile per tornare in Cina.

In questi 4 anni abbiamo conosciuto sempre meglio il Covid e la sua forza. Dopo il 2020-2021 quando il virus ha picchiato duro con tanti casi e decessi nel mondo, i sacrifici per affrontare lockdown, la mascherina obbligatoria e la Dad per fermare nei primi mesi del 2020 la diffusione dei contagi, con l'arrivo dei vaccini a mRna, gli antivirali, la sanità pubblica è riuscita a contenere e gestire la malattia. La scienza è andata veloce per rispondere al nuovo virus arrivato dalla Cina e i risultati si sono visti. Le ondate degli anni successivi 2022 e 2023 hanno fatto salire i contagi soprattutto in inverno ma mai hanno messo in difficoltà le terapie intensive. Stiamo convivendo, come molti avevano previsto già in tempi non sospetti, con il Covid. Una endemia, un rumore di fondo del virus che ci porteremo ancora a lungo. L'eredità di questi quattro anni nei quali la parola pandemia è diventata una costante della nostra vita prende forma nelle azioni di prevenzione che le istituzioni nazionali e internazionali, dall'Oms agli Ecdc, stanno elaborando per una prossima 'malattia X', ovvero una prossima pandemia.

In Italia uno dei pochi a mantenere una linea di ottimismo e fiducia nella scienza e negli italiani anche momenti più cupi dell'emergenza è stato Francesco Vaia, allora direttore dello Spallanzani e oggi alla guida della Prevenzione del ministero della Salute. "Momenti indimenticabili che hanno lasciato il segno in tante cose e che hanno tracciato il solco per il futuro. Un futuro che abbiamo intravisto da subito. Andare oltre la pandemia - afferma Vaia all'Adnkronos Salute - è stato il messaggio che abbiamo lanciato dalla fontana dell'istituto i miei colleghi ed io appena avuto consapevolezza dell'andamento epidemiologico. Il solco è tracciato e tanti semi sono gettati. Mai più impreparati - rimarca il direttore - mai più senza strumenti e presidi, mai più un'Italia lunga e stretta, differenziata nell'offerta di salute".

"Fare sempre memoria è un esercizio utile a tutti ed in ogni contesto - prosegue Vaia - Degli accadimenti avvenuti in questo quadriennio, dalla presenza della coppia cinese in poi, restano scolpiti alcuni momenti chiave: il coraggio dato agli italiani, fin da subito, mentre da più parti ci si nascondeva o si lasciava andare al più nero pessimismo - racconta - La forza positiva del popolo che ci ha creduto, il grande lavoro degli operatori sanitari fotografato in due momenti distinti: la festa della Repubblica con Mattarella il 2 giugno allo spallanzani ed il G20 con i camici bianchi trani grandi della terra ed il loro grazie".

"Nel mentre conviviamo anche con il Sars-Cov-2, come da tempo previsto, rendiamo centrale la prevenzione nel nostro paese. La prevenzione è la vera attrice del cambiamento - rilancia Vaia - Se adeguatamente supportata sarà l'architrave della sostenibilità del sistema sanitario e darà l'impulso necessario per una sua ripresa".

"Le liste d'attesa, la vera vergogna del nostro Ssn, la carenza del personale sanitario, la povertà del territorio, sono le sfide che abbiamo davanti. Le vinceremo se prevarranno l'ottimismo razionale e la voglia di crederci che abbiamo messo nella battaglia che abbiamo vinto", conclude.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

Orsini: “Israele non può vincere guerra contro...

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"La guerra per Israele sarebbe persa in partenza senza l'uso di armi nucleari"

Alessandro Orsini

"Israele non ha possibilità di vincere la guerra contro l'Iran, a differenza di quello che si dice". E' il parere di Alessandro Orsini, ospite stasera di Prima di domani, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rete4.

"L'Iran ha 90 milioni di abitanti, ha una capacità missilistica spaventosa, ha risorse energetiche illimitate. Israele è piccolissimo e ha pochi abitanti, parliamo di un nano contro un colosso. Israele è forte solo se ha il sostegno degli Usa", dice Orsini, professore di sociologia del terrorismo internazionale.

"La guerra per Israele sarebbe persa in partenza senza l'uso di armi nucleari. Oltre a questo, bisogna considerare che Russia e Cina sono alleati dell'Iran, che è fondamentale per entrambi i paesi. L'idea che Cina e Russia rimangano fuori da un eventuale conflitto è fantasiosa. Putin, poi, amerebbe vedere cadere gli aerei americani grazie ai missili russi. E' uno scenario inquietante. Il premier israeliano Netanyahu non attaccherà però il territorio iraniano se non sarà sicuro di poter combattere la guerra con l'Iran. E' un uomo di intelligenza strategica, sa che il bombardamenti dei siti nucleari comporterebbe una guerra con l'Iran. Non credo farebbe una mossa del genere senza assicurarsi prima il sostegno della comunità internazionale", aggiunge. "Se Netanyahu bombarda il territorio dell'Iran e l'Iran entra in una guerra vera, al 100% il presidente degli Stati Uniti Biden sosterrebbe Israele".

"L'Iran ha dato agli Stati Uniti, probabilmente attraverso l'Oman, tutte le informazioni sull'attacco condotto sabato. L'Iran ha cercato di porre Israele nella condizione di abbattere tutti i missili. Ecco perché il presidente americano Biden ha detto a Netanyahu di non reagire all'attacco, sente di avere una sorta di accordo con l'Iran. E' sbagliato pensare di stimare la potenza dell'Iran dal lancio di missili e droni. L'Iran ha voluto che Israele abbattesse i missili", aggiunge.

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Malata di cancro avvia cure solo dopo nascita figlio, morta...

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Dopo aver dato alla luce il suo bimbo ha avviato le cure, ma non ce l'ha fatta

Una corsia d'ospedale

Aveva deciso di portare avanti la gravidanza nonostante il ritorno del cancro, da cui sembrava inizialmente guarita. E dopo aver dato alla luce il suo bimbo ha avviato le cure, ma non ce l'ha fatta e, ad appena 33 anni, è morta. A riportare la storia di Azzurra Carnelos, avvenuta nel trevigiano, sono alcuni quotidiani locali.

"Azzurra si era ammalata nel 2019, il problema era stato affrontato subito, tanto che i medici la consideravano guarita. Temeva che le chemioterapie subite le impedissero di diventare mamma. Invece a febbraio 2023 si era scoperta incinta - riporta 'Il Gazzettino' - Purtroppo, lo scorso luglio gli esami connessi alla gravidanza avevano evidenziato che la malattia si era ripresentata. Il primo pensiero di Azzurra era stato per il bimbo che portava in grembo: determinata, aveva voluto portare avanti la gravidanza e, appena aveva raggiunto le 32 settimane, il bimbo era stato fatto nascere. Nel mentre erano proseguite le cure per contrastare la malattia, rivelatasi aggressiva. La giovane mamma ha combattuto con tutte le sue forze, sempre con il sorriso".

"Azzurra è stata una roccia - confidano la mamma e il marito secondo quanto riporta 'La Tribuna di Treviso' - Ha ringraziato col sorriso fino all'ultimo i medici e tutto il personale che le prestava le cure antalgiche con una forza che ha sorpreso tutti". La famiglia ha deciso di destinare eventuali offerte alla Neonatologia dell'ospedale di Treviso in ringraziamento per tutta l'assistenza prestata al suo piccolo.

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Cronaca

Antinori (Spallanzani): “Crescono in Italia le...

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"Incremento tra i ragazzi di 15-24 anni, parlarne in classe per spiegare che non sono banali"

Antinori (Spallanzani):

In Italia le malattie sessualmente trasmesse (Ist) rialzano la testa. "Stiamo vivendo anche noi, come ha già attestato l'Ecdc in Europa, un trend in forte risalita per l'incidenza di sifilide, gonorrea e clamidia. Nel 2021 il totale delle segnalazioni è in aumento di poco meno del 20% rispetto all'anno precedente. E comunque tra il 2008 e il 2021 la clamidia è aumentata di 4 volte, la gonorrea 3 volte e la sifilide, sebbene più rara, ha vissuto 2 picchi. Rimangono poi i 2 anni del Covid dove è molto probabile una sottostima delle Ist. L'incremento c'è stato nella popolazione giovane adulta 20-30enni e anche i ragazzi di 15-24 anni hanno avuto un incremento di Ist, ad esempio per la clamidia è stato di 3 volte. Fare prevenzione e informazione sulle conseguenze delle Ist già dalle scuole media aiuterebbe, poi oggi abbiamo vaccini e profilassi post esposizioni che molti non conoscono". A fare il punto all'Adnkronos Salute è Andrea Antinori, direttore Uoc Immunodeficienze virali dell'Inmi Spallanzani di Roma.

Perché c'è questo trend in costante aumento? "Sono cambiati i comportamenti sessuali dei giovani ed è scesa l'età della prima esperienza - risponde Antinori - Inoltre, rispetto agli anni in cui c'era la paura dell'Hiv, oggi assistiamo ad un abbassamento dell'attenzione sulla protezione dei rapporti sessuali e questo sta influenzando le Ist. Il dato sulle infezioni sessualmente trasmesse dobbiamo vederlo come un 'marcatore' del nuovo e di quello che emerge nei giovani, solo così possiamo adeguare anche le strategie di prevenzione e di tutela della salute".

Secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss). "In Italia, dal 1991 al 2021, il Sistema di sorveglianza sentinella delle Ist ha segnalato un totale di 151.384 nuovi casi di Ist. Il numero dei casi di Ist è rimasto stabile fino al 2004, con una media di 3.994 casi di Ist segnalati per anno; dal 2005 al 2016, le segnalazioni (la media di 5.486 casi per anno) hanno subito un incremento pari al 37,4% rispetto al periodo 1991-2004. Nel 2021, le segnalazioni (5.761 casi di Ist) sono aumentate del 17,6% rispetto al 2020 (4.748 casi di Ist). Nell’intero periodo, il 71,8% dei casi di Ist è stato diagnosticato negli uomini e il 28,2% nelle donne".

Un problema delle Ist "è che sono spesso asintomatiche almeno all'esordio - ricorda l'esperto - e questo facilita la loro trasmissione nei rapporti non protetti. Solo in alcuni casi abbiamo sintomi molto chiari che possono essere le secrezioni a livello genitale, dolore a livello delle pelvi o il sanguinamento dopo i rapporti sessuali. Per intercettare gli asintomatici dovremmo impegnarci in una operazione di screening della popolazione che ha comportamenti sessuali più a rischio. Si deve ricordare che la clamidia e la gonorrea possono esitare in malattie pelviche importanti", mentre "la sifilide, che è curabile, se non controllata porta complicanze cardiovascolari. Quindi - conclude - non sono solo malattia dà sintomatologia locale, ma patologie vere e proprio che non vanno sottovalutate".

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