Salute e Benessere
Influenza, gli esperti: “Virus respiratori?...
Influenza, gli esperti: “Virus respiratori? Circolazione come nel pre Covid”
Il presidente dell'Associazione microbiologi clinici italiani: "Stagione invernale più pesante degli ultimi 15 anni, ma situazione in linea con altri Paesi europei"
In Italia la circolazione dei virus respiratori è ai livelli pre-Covid. A dirlo è Pierangelo Clerici, presidente Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), commentando i dati che nelle ultime settimane vedono un significativo aumento di persone affette da infezioni respiratorie, dovuto ai cambiamenti delle condizioni meteorologiche e alla contemporanea circolazione di più patogeni. Tuttavia, sebbene la circolazione dei virus influenzali sia tornata come in pre pandemia - precisano gli esperti - l'andamento registrato nel nostro Paese non è anomalo.
I dati in Italia
"Secondo i dati comunicati al sistema italiano di sorveglianza delle sindromi simil-influenzali RespiVirNet, l'incidenza in Italia ha raggiunto un livello di intensità alta, con 17,5 casi per mille assistiti. Stiamo dunque assistendo alla stagione invernale più pesante degli ultimi 15 anni, con un impatto considerevole su persone di tutte le età, ma soprattutto sui bambini e sulla popolazione fragile. Diversi virus respiratori - tra cui i virus influenzali (in particolare il sottotipo virale A/H1N1pdm09), Sars-CoV-2, specialmente la variante di interesse JN.1, figlia della variante Pirola, e il virus respiratorio sinciziale - stanno contribuendo a questi numeri e a mettere sotto pressione i sistemi di assistenza".
Siamo di fronte a un fenomeno "abbastanza normale per questo periodo dell'anno - spiega Antonio Piralla, virologo del Policlinico San Matteo di Pavia e coordinatore del Gruppo di lavoro Amcli sulle infezioni virali respiratorie (severe e non) Glivire - Le temperature rigide di questi giorni favoriscono il radunarsi dei soggetti in locali chiusi e la comparsa del virus dell'influenza nelle stagioni fredde non elimina la circolazione dei numerosissimi virus respiratori (virus respiratorio sinciziale, rinovirus, Sars-CoV-2, adenovirus, virus parainfluenzali, etc.) in grado di provocare quadri clinici sovrapponibili a quelli da infezione influenzale e che vengono trasmessi con le stesse modalità. I casi di infezione da virus respiratori non-influenzali si sono quindi assommati a quelli dovuti in senso stretto ai diversi ceppi influenzali, sovraccaricando le capacità recettive" delle strutture sanitarie.
"Sicuramente, nella fase post-pandemica - sottolinea Elena Pariani, epidemiologa-virologa dell'Università Statale di Milano e segretario del Glivire - i virus respiratori hanno ripreso la loro circolazione in maniera graduale fino ad arrivare alla stagione attuale dove i virus influenzali sono tornati ai livelli della stagione 2019. La bassa adesione alla campagna vaccinale antinfluenzale e anti Covid-19 ha contribuito nel definire lo scenario epidemiologico corrente, compreso l'accesso numeroso ai presidi di pronto soccorso. E' bene considerare che il periodo di picco non presenta anormalità - puntualizza - ed è in linea con quanto riportato da altri Paesi europei. Per di più, al momento, anche i dati di sorveglianza delle forme gravi e complicate di influenza non indicano anomalie e sono coerenti con il quadro epidemiologico generale".
"Il sistema di sorveglianza virologica - prosegue Clerici - garantirà il monitoraggio dei patogeni circolanti e potrà verificare mediante sequenziamenti la presenza di varianti associate a sindromi cliniche più gravi che, al momento, non sembrano circolare sulla base di quanto ancora riportato dal Centro europeo per il controllo delle malattie infettive (Ecdc). L'impegno di Amcli - assicura - è quello di promuovere e sostenere le attività dei laboratori di Microbiologia clinica, dalla diagnosi precoce al sequenziamento genetico dei virus respiratori, cardine del sistema sorveglianza molecolare".
Presso il Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche Crrem-Uo Microbiologia, Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna - riporta l'Amcli - è stato dimostrato che i ceppi di influenza A sottotipo H1N1, attualmente circolanti, sono filogeneticamente correlati con l'attuale ceppo vaccinale A/Victoria/4897/2022 (emisfero settentrionale). "Di questo e di altre novità sulle infezioni respiratorie da virus respiratorio sinciziale e Sars-CoV-2 si discuterà domani a Bologna nel corso di un incontro promosso da Amcli - annuncia Tiziana Lazzarotto, virologa Università Bologna, direttore dell'Uo Microbiologia di Bologna e direttore scientifico di Amcli - L'evento, caratterizzato da un approccio multidisciplinare, vedrà la partecipazione di esponenti istituzionali della Regione Emilia Romagna e dell'Istituto superiore di sanità, clinici, infettivologi, virologi e microbiologi di Amcli".
"Scopo dell'iniziativa - conclude Lazzarotto - è condividere con le diverse figure professionali coinvolte nel controllo delle infezioni virali respiratorie i più recenti dati sulla sorveglianza, per comprendere l'impatto dei programmi di vaccinazione, la prevalenza e la diffusione delle malattie respiratorie; sulle strategie vaccinali, per comprendere il potenziale dei nuovi vaccini disponibili; sulla diagnosi clinica, per comprendere la gestione armonizzata dei pazienti. Infine sulla diagnosi virologica innovativa, per comprendere la corretta esecuzione (nei tempi e nei modi) ed interpretazione della diagnostica di laboratorio".
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Tumori, 31mila casi l’anno legati ad alterazioni...
Ogni anno in Italia oltre 31mila nuovi casi di cancro sono legati ad alterazioni di geni coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di neoplasie. Per questo è necessario adottare nuove tecnologie per eseguire i test genetici in modo più efficiente, con la riduzione dei tempi di esecuzione dei test e minori disagi per i pazienti ed i loro familiari. Ed è necessario migliorare la “personalizzazione” degli strumenti diagnostici e terapeutici antitumorali. Questi i temi al centro del 4th Italian Summit On Precision Medicine, evento che si apre oggi a Roma, con oltre 150 partecipanti da tutta Europa e dagli Stati Uniti per discutere delle prospettive future dell’oncologia di precisione e soprattutto dela sua applicazione nel mondo reale.
"La medicina di precisione è una novità sorprendente e deve cambiare il nostro approccio alle oltre 200 malattie oncologiche”, spiega Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp) presentando il meeting.
"L’impatto del cancro è sempre più forte nei diversi sistemi sanitari nazionali", sottolinea Marchetti. Solo in Italia "rappresenta la seconda causa di morte e il 29% di tutti i decessi. Interessa complessivamente più di 3 milioni di persone che attualmente vivono dopo una diagnosi di neoplasia. Se i tassi di sopravvivenza stanno migliorando è dovuto anche alla medicina personalizzata e di precisione. L’individuazione di varianti patogenetiche di alcuni geni è importante in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alle fasi metastatiche, senza dimenticare che alcune di queste alterazioni possono guidare percorsi di prevenzione più efficaci ed efficienti, concentrando accertamenti spesso ad alto costo nelle persone a rischio d’insorgenza di malattia per la presenza di specifiche alterazioni genomiche".
Insomma, in questo modo, aggiunge l'esperto, "è possibile ottenere un’efficace prevenzione con interventi terapeutici precoci e inoltre una più accurata selezione delle terapie. È ora possibile coniugare una migliore assistenza medico-sanitaria con la garanzia di sostenibilità dei sistemi sanitari". Al meeting di Roma "sono tre le novità più importanti che registriamo e che porteranno ad una vera rivoluzione nei prossimi anni", prosegue Marchetti. La prima riguarda "la riprogettazione delle sperimentazioni cliniche anche attraverso utilizzo dell’intelligenza artificiale. Siamo in grado di acquisire e analizzare una quantità enorme di informazioni per ottenere nuove conoscenze delle interazioni tra sistemi complessi, su cui basare nuove opportunità terapeutiche".
La seconda novità , aggiunge Giuseppe Curigliano, docente di oncologia medica all’Università di Milano "è rappresentata dai farmaci anticorpi coniugati. Hanno un meccanismo d’azione che funziona da 'cavallo di Troia' in cui il farmaco è legato ad un anticorpo che riconosce selettivamente le cellule tumorali. Di solito sono terapie ben tollerate, e vengono utilizzate per patologie molto diffuse. È il caso del carcinoma mammario che da solo rappresenta un terzo di tutte le neoplasie femminili. I nuovi studi clinici si stanno concentrando sulla possibilità di utilizzare nuovi anticorpi o sull’unione di farmaci anti-neoplastici diversi". L’ultima frontiera della medicina di precisione, conclude Marchetti, "è lo studio delle interazioni tra i 'sistemi complessi'". Con i nuovi sistemi di analisi, basati sul machine learning e intelligenza artificiale, potranno emergere ulteriori informazioni per valutare i meccanismi di resistenza.
L’immunoterapia, per esempio, "è spesso efficace contro patologie complesse come il melanoma, il carcinoma polmonare o il tumore della vescica. In altri casi, invece, si rivela inutile: può dipendere da molti fattori, tra cui il ruolo del microbiota o la somministrazione di altri farmaci per malattie concomitanti. L’analisi di questi aspetti richiederebbe studi ad hoc di fase 3, ma è impossibile condurre ricerche cliniche per ogni singola variabile. Anche in questo settore un aiuto viene dall’intelligenza artificiale che potrà far emergere i diversi fattori interferenti", indica Marchetti.
Anche "la dose di terapia - sottolinea Curigliano - deve essere cucita su misura del singolo paziente. Fin dagli anni '50 del secolo scorso l’utilizzo dei farmaci anti-cancro ruota intorno al concetto di 'massima dose tollerata'. Stiamo ora passando a quello di 'dose biologica ottimale' che deve tenere conto, il più possibile, di tutte le specifiche condizioni individuali sia a livello clinico che psicologo".
"La medicina di precisione, dunque - conclude Marchetti - sta mutando radicalmente la ricerca in oncologia, creando molte aspettative. Al tempo stesso sta generando problemi tecnici, scientifici, etico-legali e anche economici. Assistiamo a un rallentamento della trasposizione dei principi della medicina personalizzata nella pratica clinica di tutti i giorni. Per arrivare a una sua reale applicazione bisogna sviluppare, quanto prima, linee guida e raccomandazioni per gli specialisti basate sull’evidenza".
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Schillaci, ‘disturbi occhi per 1 su 5 in screening...
"A fine 2023 si è concluso il Progetto di screening straordinario mobile 'Vista in salute', volto a promuovere l'attenzione alle problematiche delle minorazioni visive e di alcune patologie come il glaucoma, la retinopatia diabetica oltre alla maculopatia. Queste e molte altre condizioni che minacciano la vista sono asintomatiche negli stadi iniziali, tuttavia possono essere curate o arginate se diagnosticate in tempo dai medici oftalmologi attraverso controlli periodici. Per questo voglio ribadire ancora una volta l'importanza della prevenzione". Rinnova l'invito a prendersi cura della propria salute il ministro Orazio Schillaci, in occasione del suo intervento al Congresso nazionale della Società italiana scienze oftalmologiche (Siso) in corso a Roma.
La prevenzione è cruciale, ha ribadito il ministro della Salute, parlando in questo caso delle malattie oculari. Perché, ha fatto notare, i numeri parlano chiaro: "Attraverso le strutture ambulatoriali mobili, nelle piazze delle principali città italiane sono state effettuate complessivamente 8.671 visite (età media dei cittadini aderenti poco più di 65 anni) e dai risultati emerge che, nonostante più del 90% dei soggetti dichiarasse di vedere bene, il 18,2% del campione presentava alterazioni oculari significative". Informazioni ritenute importanti da Schillaci: "Con questo progetto - conclude - sono stati raccolti dati che verranno poi utilizzati per avviare la costituzione di una banca dati nazionale per conoscere l'impatto delle patologie e per lo sviluppo di politiche sanitarie pubbliche per la tutela visiva sempre più efficaci".
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Cancro, oncologo: “Tre anni per vaccino mRna contro...
Curigliano: "Risultati ci saranno anche per cancro al polmone e al seno"
"Sono convinto che il vaccino a mRna contro il melanoma arriverà con certezza a una registrazione. I tempi non saranno lunghi, c'è uno studio registrativo in corso, ma ci vorranno almeno 3 anni". Lo spiega all'Adnkronos Salute Giuseppe Curigliano, docente di oncologia medica all’Università di Milano, a margine della presentazione del 4th Italian Summit On Precision Medicine, evento che si apre oggi a Roma organizzato Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp).
"Questa tecnologia avrà impatto anche su altre due patologie, i tumori polmonari e quelli mammari triplo negativi, sui quali ci saranno presto studi", continua Curigliano ricordando che di questa metodologia molto innovativa "sviluppata per i vaccini, abbiamo visto i benefici contro il Covid. E in alcune malattie oncologiche darà sicuramente un forte contributo".
In Italia ogni anno 31mila casi di cancro per alterazioni genetiche
Ogni anno in Italia oltre 31mila nuovi casi di cancro sono legati ad alterazioni di geni coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di neoplasie. Per questo è necessario adottare nuove tecnologie per eseguire i test genetici in modo più efficiente, con la riduzione dei tempi di esecuzione dei test e minori disagi per i pazienti ed i loro familiari. Ed è necessario migliorare la "personalizzazione" degli strumenti diagnostici e terapeutici antitumorali, evidenzia il Summiot.
"La medicina di precisione è una novità sorprendente e deve cambiare il nostro approccio alle oltre 200 malattie oncologiche", spiega Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp) presentando il meeting.