Salute e Benessere
Covid, allo studio spray nasale agli anticorpi: jolly...
Covid, allo studio spray nasale agli anticorpi: jolly contro nuove varianti
Gli scienziati: "Non sostituirà i vaccini ma rafforzerà le difese dei fragili, promettente anche per influenza e altre infezioni"
Uno spray nasale agli anticorpi per prevenire il Covid. Un'arma 'jolly' contro diversi mutanti del virus Sars-CoV-2, promettente anche contro l'influenza e altre infezioni. Lo descrivono su 'Pnas' gli scienziati del Karolinska Institutet svedese, quello che ogni anno decreta i vincitori del Premio Nobel per la Medicina. I ricercatori hanno dimostrato, per ora nei topi, che anticorpi IgA geneticamente modificati "possono rafforzare la protezione contro nuove varianti virali. Non sono destinati a sostituire i vaccini", precisa Harold Marcotte, primo autore dello studio, ma potranno offrire una difesa in più per i fragili, per le categorie a più alto rischio "come gli anziani o i pazienti immunocompromessi".
Il lavoro è stato condotto nell'ambito del consorzio di ricerca europeo Atac e grazie a una collaborazione Svezia-Cina che ha coinvolto, tra gli altri, le università di Linköping, di Pechino e di Fudan, gli Istituti di Biomedicina e Salute di Guangzhou, il Peking Union Medical College, l'Istituto di virologia di Wuhan e l'Istituto di zoologia di Kunming. Diversi tipi di anticorpi svolgono funzioni differenti, spiegano gli scienziati. Le immunoglobuline A (IgA) fanno parte del cosiddetto sistema immunitario adattativo e 'abitano' nelle mucose delle vie aeree; se sono assenti, o presenti a livelli bassi, il rischio di infezione aumenta. Gli attuali vaccini anti-Covid stimolano principalmente una risposta anticorpale IgG all'interno dell'organismo e studi precedenti hanno indicato che la loro capacità di proteggere dal contagio causato dalle varianti Omicron di Sars-CoV-2 è limitata.
Per superare questo problema, usando l'ingegneria genetica il gruppo guidato da Qiang Pan-Hammarström del Karolinska Institutet ha creato anticorpi IgA che si legano alla proteina Spike del coronavirus pandemico in modo simile agli anticorpi IgG. Topi infettati con la variante Omicron di Sars-CoV-2 hanno ricevuto questi anticorpi IgA 'gm' per via nasale. Le gocce somministrate hanno ridotto significativamente la carica virale nella trachea e nei polmoni dei topi infetti, riportano i ricercatori. Rispetto agli anticorpi IgG, hanno osservato, quelli IgA ingegnerizzati in laboratorio si legano in modo più forte alla proteina Spike e sono stati più efficaci nel neutralizzare il virus.
"I vaccini tradizionali suscitano una risposta immunitaria attiva da parte dell'organismo, mentre questa è una strategia di immunizzazione passiva", chiarisce Marcotte. "Un approccio di immunizzazione attiva che induca una risposta immunitaria delle mucose sarebbe l'ideale - puntualizza l'esperto - ma speriamo che il nostro approccio sia adatto a proteggere le persone più vulnerabili".
"Crediamo che questa sarà una strategia molto promettente non solo per Covid-19 e le nuove varianti" di Sars-CoV-2, "ma anche per altre malattie infettive - prospetta Pan-Hammarström - tra cui l'influenza, altre infezioni respiratorie e infezioni della mucosa gastrica come" quelle associate al batterio "Helicobacter pylori, per le quali non esiste un vaccino".
Lo studio è stato finanziato dal programma Horizon 2020 dell'Ue, da un finanziamento congiunto Vr-Ncsf, dalla Knut and Alice Wallenberg Foundation e dalla Fondazione nazionale svizzera per la scienza.
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Emergenza regionale, Picco (Asl To): “Fondamentali...
"Stiamo realizzando una elisuperficie vicino al San Giovanni Bosco, ospedale hub di Torino"
"Abbiamo l'emergenza a cuore e quindi siamo felici di essere qui oggi. Come Azienda Zero abbiamo realizzato una riforma importante del 118 dell'emergenza regionale. Questo ci ha consentito di riorganizzare il mondo dell'emergenza e della formazione in emergenza, e quindi di vedere con un'altra ottica questo approccio, il legame con il numero unico europeo per le emergenze (Nue) 112, con il 116-117 che quando si parla di medicina territoriale è fondamentale". Lo ha detto Carlo Picco, direttore generale dell'Asl Città di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siiarti) a Torino.
"Il 116-117 - sottolinea - va a configurare i servizi proposti prima solo dalla Guardia medica, implementandoli e rendendoli decisamente più articolati, quindi in questo contesto il rapporto tra 112, centrale 118 e 116-117 potrà fare veramente la differenza nella medicina territoriale. Stiamo anche cercando di realizzare una elisuperficie per far atterrare l'elicottero vicino al San Giovanni Bosco che è un ospedale hub della nostra città”.
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Medicina, Balagna (Siaarti): “Creare sinergia tra noi...
"Nel trattamento definitivo del paziente anestesista rianimatore ha ruolo di team leader"
"Nel percorso del paziente, dal momento del sintomo, quindi nella fase preospedaliera, fino al trattamento definitivo, l'anestesista rianimatore ha un ruolo di team leader. Oggi più che mai ci rendiamo conto che la cronicità territoriale deve trovare una risposta più sulla medicina di prossimità che sull'emergenza-urgenza. Ma occorrono sinergia, collaborazione e un coordinamento tra le medicina territoriale e la medicina preospedaliera". Lo ha detto Roberto Balagna, responsabile scientifico dell'evento e dell'Area culturale Siaarti Medicina critica e dell'emergenza, e direttore Struttura complessa anestesia e rianimazione 2, Ospedale Molinette di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva a Torino.
In questi giorni "approfondiamo proprio questi temi: le patologie tempo-dipendenti, il coordinamento preospedaliero, la presa in carico intraospedaliera, il trattamento definitivo e la figura dell'anestesista rianimatore che, coordinato in modo multidisciplinare, è una figura strategica di questo percorso", sottolinea.
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Medicina, Bignami (Siaarti): “Per affrontare...
"Dal Congresso nazionale Ace giovani colleghi anestesisti e rianimatori imparano buone pratiche cliniche e azioni sul campo"
"L'emergenza è una patologia tempo-dipendente, quindi determina la necessità di essere pronti subito e in pochi minuti, proprio questa è una caratteristica di noi anestesisti rianimatori che insegniamo fin da piccoli. Quindi ci sono molti giovani colleghi che in questi giorni di congresso imparano buone pratiche cliniche, linee guida, ma anche azioni sul campo. E' fondamentale che tutte queste cose si imparino fin da piccoli, proprio perché accadono poco, con frequenza non elevatissima, ma allo stesso tempo bisogna sempre essere pronti e in allerta. E' importante poi riuscire ad allenarsi, a lavorare in team e questa è una delle sfide di Siaarti". Lo ha detto Elena Bignami, direttore Sc Anestesia e Rianimazione di Parma e presidente eletto della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace) organizzato dalla Siaarti a Torino.