Cronaca
Da liste attesa a telemedicina nei Lea, Salutequità...
Da liste attesa a telemedicina nei Lea, Salutequità ’10 leve per Ssn’
Aceti, ‘un decalogo di proposte per incrementare il livello di equità di accesso a cure in tutto il Paese’
Dal contrasto alle liste d’attesa all’inserimento della telemedicina nei Livelli essenziali di assistenza. Sono alcune delle 10 proposte per rilanciare il Ssn formulate da Salutequità. Il decalogo è stato illustrato dal presidente di Salutequità, Tonino Aceti, e discusso oggi dai maggiori stakeholder sanitari del Paese nel primo Summit ‘Equità e Salute in Italia’ promosso a Roma da Salutequità con il patrocinio di Federsanità e Conferenza delle Regioni.
"Partendo dalle condizioni finanziarie, politiche, istituzionali e sociali che caratterizzano l’attuale contesto del nostro Ssn, Salutequità intende proporre dieci leve per incrementare il livello di equità di accesso alle cure delle comunità in tutto il Paese”, ha spiegato Aceti. Queste le proposte: 1. Maggiore equità nel riparto tra le Regioni delle risorse del Ssn. Solo lo 0,75% del fondo – si legge nel report – è ripartito in base al tasso di mortalità della popolazione e solo lo 0,75% in base all’incidenza della povertà relativa individuale. Incrementare la percentuale di risorse da distribuire in base all’incidenza della povertà relativa individuale; livello di bassa scolarizzazione; tasso di disoccupazione della popolazione, aumentando la quota di finanziamento condizionata alla verifica positiva da parte del livello centrale degli adempimenti Lea nelle Regioni e quelle per gli obiettivi di piano sanitario nazionale.
2. Rilancio della programmazione sanitaria nazionale, integrata con il sociale, e condivisa con le Regioni. Il primo documento da aggiornare è il Piano sanitario nazionale, previsto da tutte le leggi sanitarie con cadenza di tre anni, ma l’ultimo risale a circa 15 anni fa – emerge dal documento - e vanno riformati contestualmente metodologia di definizione e verifica degli obiettivi di Piano sanitario nazionale e di erogazione dei relativi fondi, oggi vincolati nei riparti e che valgono circa 1,5 miliardi l’anno. Va aggiornato il Patto della Salute – è “in deroga” quello 2019-2021- e si dovrebbe istituire presso la Presidenza del Consiglio un Dipartimento per l’integrazione sociosanitaria degli interventi a favore della persona. 3. Rafforzamento del “controllo di gestione” delle politiche sanitarie per la loro applicazione omogenea ovunque. Va, tra le altre cose illustrate nel documento, reso più incisivo il monitoraggio formale e sostanziale del livello centrale rispetto all’attuazione da parte di Regioni e Asl degli atti di programmazione/pianificazione approvati a livello nazionale, revisionato il sistema degli adempimenti Lea e garantito il coinvolgimento degli stakeholder nella fase di definizione, implementazione e monitoraggio delle politiche sanitarie.
Emblematici sono gli esempi di ritardi del Piano nazionale cronicità – sottolinea Salutequità - recepito con un ritardo di anche 5 anni e l’attuazione della legge 38/2010 per la quale manca la rete di cure palliative pediatriche in 8 regioni (al 2021) e dati istituzionali sull’attuazione della rete di terapia del dolore.
4. Più alto livello di garanzia ed equità di accesso ai Lea. oltre la revisione del Nuovo sistema di garanzia, e al potenziamento a livello delle Regioni – evidenzia il report - i Lea vanno aggiornati annualmente utilizzando i fondi stanziati ad hoc nella legge di Bilancio 2022 e quella attualmente in discussione per il 2024, nominando la nuova Commissione Nazionale per l’aggiornamento che ne revisioni anche la procedura rendendola più snella e dinamica, anche promuovendo la definizione, l’implementazione e il monitoraggio di standard assistenziali, strutturali, organizzativi e tecnologici negli ambiti che attualmente sono scoperti e definendo quelli di personale nelle aree che attualmente risultano scoperte, a partire dai dipartimenti di prevenzione e dalle tecnostrutture degli assessorati/dipartimenti alla sanità delle Regioni.
5. Contrasto alle liste di attesa. Oltre ad approvare un nuovo Piano nazionale di governo, la strategia per il loro contrasto deve diventare uno degli obiettivi di Piano sanitario nazionale con risorse vincolate annualmente per le Regioni. Va rafforzato il monitoraggio ex ante dei tempi di attesa – rimarca il report - superando la metodologia della rilevazione trimestrale nella settimana indice e solo per alcune prestazioni, integrato il Nuovo sistema di garanzia dei Lea con ulteriori specifici e più robusti indicatori “core” di monitoraggio e valutazione. E va previsto che l’atto della prenotazione coincida contestualmente con quello della prescrizione, sempre e per tutte le tipologie di prestazioni, comprese quelle che entreranno in vigore con i nuovi Lea come la Pma.
6. Valorizzazione, sviluppo e attrattività del personale del Ssn. Va previsto un vero proprio “articolo 20” per il personale, in analogia con quello di investimenti per l’ammodernamento delle strutture in vigore dal 1988, aggiornato e rifinanziato ogni anno con fondi vincolati per valorizzare, sviluppare e attrarre il personale del Ssn. Oggi mancano – denuncia Salutequità - 20-30mila medici e almeno 65.000 infermieri e si moltiplicano le fughe all’estero dove un medico, ad esempio in Germania, guadagna +79% e nel Regno Unito +40% rispetto al collega italiano, e un infermiere +56% in Germania, +46,2% in Svizzera circa il 20% nel Regno Unito rispetto all’Italia.
7. Prevenzione e presa in carico delle cronicità. In Italia il 39,9% della popolazione ha dichiarato di avere una o più malattie croniche. Nel 2022 sono saltate circa 5,5 milioni di visite di controllo rispetto al 2019 (-17%). È stato approvato ormai sette anni fa il Piano nazionale della cronicità – dettaglia la nota di Salutequità - attuato solo in poche Regioni. Va quindi aggiornato, finanziato e attuato il Piano introducendo anche nuove patologie come psoriasi e nuove cronicità (es. onco-ematologiche). Pnrr e Dm 77/2022 prevedono risorse, strutture e standard per l’assistenza territoriale, funzionale alla presa in carico della cronicità e vanno attuati in fretta in tutte le Regioni, anche definendo il modello di collaborazione dei professionisti coinvolti nel percorso di presa in carico e orientando contratti e convenzioni in perfetta integrazione con il modello tracciata dalle nuove leggi.
8. Digitale per l’equità di accesso alle cure. Va definito e adottato un Livello essenziale di assistenza digitale (Lead), da garantire in tutte le Regioni, anche attraverso lo stanziamento e la finalizzazione di specifiche risorse del Fondo sanitario; inserire la telemedicina nei Lea, superare i blocchi normativi previsti dalla disciplina sulla tutela della privacy che ostacolano la creazione, lo sviluppo, l'innovazione e la manutenzione delle infrastrutture digitali.
9. Maggiore tempestività ed uniformità di accesso all’assistenza farmaceutica. Ridurre i tempi nazionali di autorizzazione all’immissione in commercio e di rimborso a carico del Ssn, anche attraverso la definizione di veri e propri standard di servizio che l’Aifa dovrà garantire. Abrogare i prontuari farmaceutici regionali vincolanti riformare la contabilità di Stato nella direzione della ‘programmazione integrata della spesa pubblica’, al fine di superare i silos budget. 10. Riduzione del divario infrastrutturale. Rivedere e semplificare le procedure per l’accesso ai fondi dell’articolo 20 della L.67/1988 – che va rifinanziato - per superarne le difficoltà di utilizzo da parte delle regioni. Implementare il Pnrr in tutte le Regioni e nei tempi previsti.
Cronaca
Aviaria, i timori dell’Oms: “Preoccupa rischio...
L'allarme di Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità
La variante A/H5N1 dell'influenza aviaria è diventata "una pandemia animale zoonotica globale". Il mese scorso mucche e capre si sono aggiunte all'elenco delle specie colpite, un'evoluzione ritenuta dagli esperti sorprendente per gli esperti perché non si riteneva fossero suscettibili a questo tipo di influenza. E ora il rischio che questo virus possa propagarsi fino all'uomo "resta una grande preoccupazione". Lo ha dichiarato Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Ad oggi non è stata registrata trasmissione interumana (da uomo a uomo) del virus, è la premessa, ma l'H5N1 ha avuto un tasso di mortalità "estremamente alto" tra le persone che sono state contagiate fino al oggi. Questa "è un'infezione influenzale iniziata prevalentemente nel pollame e nelle anatre, e si è diffusa efficacemente nel corso degli ultimi uno o due anni fino a diventare una pandemia zoonotica - animale - globale. La grande preoccupazione, ovviamente, è che così facendo, e infettando anatre e pollame - ma ora sempre più mammiferi - il virus si evolva e sviluppi la capacità di infettare gli esseri umani. E, poi, aspetto critico, sviluppi la capacità di passare attraverso una trasmissione da uomo a uomo", ha evidenziato Farrar. Le sue parole sono rimbalzate su diversi media internazionali.
L'esperto ha commentato l'epidemia di H5N1 registrata tra le mucche da latte negli Stati Uniti e ha sollecitato un ulteriore attento monitoraggio e attività di indagine da parte delle autorità sanitarie pubbliche, "perché potrebbe evolversi e trasmettersi in modi diversi". "Dobbiamo assicurarci che, se l'H5N1 dovesse arrivare agli esseri umani con una trasmissione da uomo a uomo, saremo nella posizione di rispondere immediatamente con un accesso equo ai vaccini, alle terapie e alla diagnostica".
Nello spirito di aumentare la cooperazione internazionale in caso di nuova pandemia, l'Oms ha anche annunciato un linguaggio aggiornato per descrivere gli agenti patogeni presenti nell'aria. L'iniziativa, ha spiegato Farrar, è stata originariamente innescata dall'emergenza Covid e dal riconoscimento di una mancanza di termini comunemente concordati tra medici e scienziati per descrivere la modalità di trasmissione del coronavirus, il che ha aumentato la sfida rappresentata da quella crisi.
Per evitare situazioni simili, l'Oms ha condotto consultazioni con quattro importanti agenzie di sanità pubblica di Africa, Cina, Europa e Stati Uniti, prima di annunciare un accordo su una serie di nuovi termini concordati. Per esempio la definizione 'particelle respiratorie infettive' o Irp, dovrebbe essere utilizzata al posto di 'aerosol' e 'droplet' (goccioline), per evitare qualsiasi confusione riguardo alla dimensione delle particelle coinvolte. Al di là della nuova terminologia, l'iniziativa consolida comunque l'impegno della comunità internazionale ad affrontare "epidemie e pandemie sempre più complesse e frequenti", ha infine evidenziato Farrar ai giornalisti a Ginevra.
Cronaca
Da Mentana all’ex Br Morucci, Casapound celebra 20...
Sabato nel palazzo occupato di Roma la presentazione di un libro sui 20 anni del movimento fondato da Gianluca Iannone
Giornalisti come Enrico Mentana e Corrado Formigli, scrittori come Nicolai Lilin e Antonio Pennacchi, politici come Stefania Craxi, Paola Concia e Giulio Tremonti, l'ex-brigatista Valerio Morucci: sono oltre 150 le conferenze - di ogni orientamento politico e sui più svariati argomenti - organizzate negli ultimi 20 anni nel palazzo occupato di via Napoleone III a Roma che dal 2003 ospita CasaPound e una ventina di famiglie in emergenza abitativa. Ora il movimento fondato da Gianluca Iannone celebra i suoi primi vent'anni di attività culturale con un libro, "Venti" appunto il titolo, che verrà presentato sabato 20 aprile alle 21 proprio nel palazzo occupato a due passi dalla Stazione Termini con un incontro che sarà trasmesso in diretta in altre decine di sedi della tartaruga frecciata in tutta Italia.
"A distanza di venti anni dalla nascita di CasaPound questo libro vuole essere la testimonianza della declinazione culturale della visione del Movimento, nelle testimonianze di chi ha vissuto questa stagione e nella memoria delle oltre 150 conferenze plasticamente raffigurate dalle locandine di quegli incontri, che toccando temi tra i più diversi tra loro hanno dimostrato che c'è ancora chi cerca spazi per il libero pensiero e che esistono ancora posti dove il confronto delle idee è possibile - si legge in una nota diffusa dal movimento - Una promessa mantenuta a noi stessi e al nostro sogno, una offerta al suo farsi carne e vita. Perché saranno le idee ed i sogni a salvare il mondo e gli uomini”.
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Origlia (curatrice del volume): “Megafono Sociale: questo...
Origlia: “Si chiama Megafono Sociale proprio perché l'obiettivo è quello di farsi sentire il più possibile non soltanto rispetto alle azioni messe in campo da Danone, ma rispetto a tutte le altre aziende che potrebbero prendere ispirazione da questo modello” ha detto Maria Cristina Origlia, giornalista e curatrice del volume Il Megafono Sociale. Un nuovo modello di creazione del valore a margine della presentazione del libro che racconta il modello di business innovativo nato in Danone Italia.