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Meloni-Macron, disgelo a Bruxelles: asse Italia-Francia su...
Meloni-Macron, disgelo a Bruxelles: asse Italia-Francia su difesa europea
La presidente del Consiglio reduce da un Consiglio europeo dominato dal tema delle guerre, dall'Ucraina al Medio Oriente
Rivendica i risultati "soddisfacenti" ottenuti sulla migrazione nelle conclusioni del Consiglio europeo, evidenzia il ruolo svolto dall'Italia nel via libera ai negoziati per l'adesione della Bosnia-Erzegovina alla Ue, ribadisce il sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel conflitto con la Russia e rinsalda l'asse con il presidente francese Emmanuel Macron sul fronte della difesa comune europea, argomento sul quale resta da sciogliere un nodo non da poco, quello delle risorse. Giorgia Meloni lascia Bruxelles dopo un Consiglio europeo dominato dal tema delle guerre, dall'Ucraina al Medio Oriente. Tutto questo mentre i missili di Vladimir Putin continuano a cadere sulle infrastrutture energetiche di Kiev costringendo al buio buona parte del paese.
Le dichiarazioni roboanti arrivate dai vertici Ue sull'allarme per una estensione del conflitto lasciano il posto a parole più distensive. E' la stessa presidente del Consiglio a provare a smorzare i toni, dicendosi stupita dalle ricostruzioni giornalistiche "riguardo a un clima particolarmente teso" all'interno del Consiglio.
In merito a una possibile 'preparazione' alla guerra secondo Meloni "si è fatta un po' di confusione: quello che era scritto nelle conclusioni effettivamente era messo in una parte dove poteva essere male interpretato. Non era un riferimento a 'prepariamo i cittadini perché siamo in guerra' ma alle crisi sul piano della protezione civile... C'è un riferimento al termine militare perché in alcune nazioni la protezione civile è militare", precisa l'inquilina di Palazzo Chigi a proposito di un passaggio presente nelle conclusioni del Consiglio europeo che poi è stato corretto.
Asset russi per aiutare Kiev
Sull'uso degli asset russi congelati la formula concordata dai leader Ue non chiude la porta all'uso degli extraprofitti per aiuti militari all'Ucraina, anzi. Anche l'Ungheria si mostra disponibile a ragionare sull'ipotesi, nonostante il primo ministro di Budapest Viktor Orban sia stato l'unico capo di governo europeo a congratularsi con Putin per la rielezione al Cremlino.
Auguri che "non condivido", taglia corto Meloni al termine dei lavori davanti ai microfoni. La leader del centrodestra plaude, poi, alle decisioni adottate dal summit in materia di agricoltura: "Per noi la partita importante era che ci fosse nelle conclusioni anche un riferimento alla proroga degli aiuti di Stato in campo agricolo, una delle principali rivendicazioni poste dalle associazioni di categoria. Lo considero un importantissimo passo in avanti".
Il Consiglio europeo, le fa eco il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, "ha richiamato la Commissione Ue e l'Agrifish a lavorare su misure straordinarie, come la semplificazione, il giusto reddito, gli strumenti di sostegno aggiuntivo, come l'estensione del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato e sulla concorrenza leale, basata su regole sia a livello globale sia nel mercato interno".
Il faccia a faccia Meloni-Macron
A margine del Consiglio e del vertice Euro ha luogo il faccia a faccia tra Meloni e Macron, per ricucire un rapporto che non è mai stato sereno tra i due. Basti pensare all'ultima polemica su un possibile intervento militare diretto sul suolo ucraino, paventato dal presidente francese ma bocciato in maniera netta dalla premier italiana. Al centro del colloquio, riferiscono fonti italiane, i principali temi dell'agenda internazionale a partire dall'Ucraina alla luce del "drammatico incremento degli attacchi russi contro la popolazione civile".
A questo proposito viene confermato "il valore fondamentale dell'unità e della determinazione dell'Unione europea, in coordinamento con i partner G7, nel sostegno alla resistenza ucraina" per arrivare a una "pace giusta".
Di "particolare rilievo" secondo le stesse fonti "l'unità ritrovata dal Consiglio europeo - anche grazie all'impulso italiano e francese - sul Medio Oriente, sull'agricoltura e sul tema della Difesa europea". Ma su questo ultimo punto resta da sciogliere il nodo delle risorse da affiancare al miliardo e mezzo già assicurato nel contesto della revisione del Qfp (Quadro finanziario pluriennale) per il nuovo programma di difesa europea presentato dalla Commissione.
"La proposta di allargare il mandato della Banca europea per gli investimenti trova molto consenso - osserva Meloni -, è un passo avanti e secondo me si può fare qualche passo avanti ulteriore". Tra Meloni e Macron si registra "particolare convergenza" anche "sulla dimensione esterna dalla migrazione", sulla necessità di proseguire "sulla strada dei partenariati rafforzati con i Paesi di origine e transito" e del contrasto ai trafficanti di esseri umani.
Le elezioni europee
In vista della voto europeo di giugno è anche il tema delle alleanze a tenere banco. A chi le chiede se la presidente uscente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sia ancora una buona candidata per la guida del prossimo governo dell'Unione, Meloni risponde ostentando prudenza: "Questo è un dibattito che appassiona voi e non me. Io aspetto di vedere come votano gli italiani prima di decidere chi debba fare cosa. Ci sono dei candidati, gli europei voteranno, dopo il voto si vedrà quali sono i pesi e si vedrà cosa si può fare". Poi dice di immaginare "un'Europa diversa da quella di oggi, molto meno ideologica" e "capace di difendere i propri confini".
Su von der Leyen è gelo da parte di Macron: "Ho sempre espresso dubbi sugli Spitzenkandidaten, perché non abbiamo liste transnazionali" e la figura del candidato di punta "iperpoliticizza il ruolo di presidente della Commissione, che istituzionalmente non è emanazione del Parlamento", sottolinea il capo dell'Eliseo in conferenza stampa. Meloni, poi, frena anche sull'ipotesi di un ingresso di Orban nei Conservatori e riformisti europei, famiglia politica di Fdi: "Non è un dibattito all'ordine del giorno".
Dopo il Consiglio europeo, la presidente del Consiglio interviene agli Stati generali dell'Italia davanti alla platea dei funzionari impegnati a Bruxelles nelle istituzioni Ue e nella Nato (presente anche il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni). Vogliamo un'Italia in Europa "sempre più autorevole e credibile, in grado di affrontare le tempeste a testa alta", esorta la premier. "Quando facciamo sistema e lavoriamo tutti nella stessa direzione non c'è niente che non riusciamo a fare", aggiunge a proposito del risultato raggiunto sulla direttiva imballaggi. E sul Pnrr si mostra fiera del giudizio positivo della Ue: "La Commissione europea dice che siamo la nazione che lo sta implementando con maggiore velocità". (dall'inviato Antonio Atte)
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25 aprile, Meloni: “Con fine fascismo poste basi...
La presidente del Consiglio all'Altare della Patria a Roma con il capo dello Stato Mattarella. Il vice premier e ministro al Sacrario dei Caduti di Milano
"Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio". Lo scrive su Instagram la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
"Continueremo a lavorare - aggiunge- per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!".
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dai presidenti del Senato, Ignazio La Russa, della Camera Lorenzo Fontana, del Consiglio Meloni, della Corte costituzionale Augusto Barbera, dal ministro della Difesa Guido Crosetto, e dalle alte cariche militari, ha reso omaggio all'Altare della Patria, deponendo una corona di alloro sulla tomba del Milite ignoto, in occasione della Festa della Liberazione.
Il capo dello Stato, che non rinunciò all'omaggio al Vittoriano neanche durante il lockdown, quando si recò da solo a piazza Venezia, si sposterà ora a Civitella in Val di Chiana, in Toscana, scelta quest'anno per la celebrazione del 25 aprile, dove nel 1944 i nazisti trucidarono 244 persone. La giornata si concluderà nel pomeriggio al Quirinale con l'udienza ai rappresentanti delle Associazioni d'Arma.
Salvini: "Sempre onorato senza doverlo sbandierare"
“Io ho sempre onorato Il 25 aprile senza doverlo sbandierare e senza politicizzarlo”. Queste le parole del vice premier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini arrivando al Sacrario dei Caduti di Milano per la deposizione delle corone di alloro in occasione delle celebrazioni per la giornata della liberazione insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“Non ho detto che sarei venuto qui fino all'ultimo per evitare che ci fossero quelli che invece di celebrare il passato perché non ritorni, vanno in giro a creare problemi”, ha spiegato. Del resto “vedevo stamattina da Roma delle immagini vergognose, scandalose di aggressione alla Brigata ebraica. Ecco - ha concluso - io spero che in un giorno troppo lontano, il 25 aprile sarà una giornata di unità nazionale”.
“Questo è un governo scelto dai cittadini. Poi l’antifascismo sì, mi sembra evidente”, ha aggiunto sottolineando: “Ma poi qualcuno ha nostalgia del fascismo? Spero di no”.
“Quando si celebra il ritorno della libertà e della democrazia bisogna tutti insieme gioire, senza fare polemiche. Questo, credo, sia il modo migliore per festeggiare una giornata importante per la nostra Repubblica”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dopo la deposizione delle corone di alloro davanti a Palazzo Marino. "Quella di oggi - ha aggiunto il ministro - è una giornata di unità, di festa e di gioia, anche. Dunque lasciamo le polemiche al loro destino".
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25 aprile, manifestazioni in tutta Italia: tensioni al...
A Porta San paolo manifestanti pro Palestina e rappresentanti della Brigata ebraica e della comunità ebraica. Capitale blindata con oltre 600 agenti. Salvini in piazza a Milano
Tensione tra grida, insulti e petardi a piazza di porta San Paolo a Roma dove sono in corso due manifestazioni contemporaneamente in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione. Da un lato i manifestanti pro Palestina, circa 300 persone tra movimento degli studenti palestinesi, antagonisti e collettivi universitari, dall'altro rappresentanti della Brigata ebraica e della comunità ebraica. I due schieramenti sono separati dai blindati della polizia e dagli agenti in tenuta anti sommossa.
"Fuori i genocidi dalla storia, con la resistenza sempre", è lo slogan sullo striscione esposto dai manifestanti pro Palestina in piazza. "Non tolleriamo che in questa giornata vengano sventolati i simboli di uno Stato oppressore", gridano i manifestanti. A poche decine di metri sotto le lapidi dei caduti per la resistenza la Brigata ebraica che grida "Israel, Israel", cantando l'inno d'Italia.
Roma blindata, in campo oltre 600 agenti
Sono oltre 600 gli operatori delle forze dell'ordine, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza in campo oggi a Roma per la gestione dell'ordine pubblico oggi nella Capitale che già da ieri si è blindata facendo scattare controlli e le bonifiche nella zona di Porta San Paolo. Qui la comunità ebraica depone una corona d'alloro e alcuni movimenti di sinistra, tra cui gli antagonisti, il movimento studenti palestinesi e i collettivi universitari si sono dati appuntamento per una manifestazione dal titolo 'Antifascismo e antisionismo'. E su questa concomitanza sarà massima l'attenzione delle forze dell'ordine.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella deporrà una corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma. Il capo dello Stato si recherà poi a Civitella Val di Chiana (Arezzo) per la Cerimonia di commemorazione nei luoghi dell’Eccidio nazifascista del 29 giugno del 1944.
Centinaia le manifestazioni in tutta Italia, Salvini in piazza a Milano
Come ogni anno è inoltre previsto il corteo dell'Anpi provinciale di Roma, che parte alle 9 da Largo Benedetto Bompiani e arriverà in piazzale Ostiense: dovrebbero partecipare circa 2mila persone. Prenderanno la parola, dal palco di Porta San Paolo, un rappresentante del Comune, Roberto Salis, e la presidente dell'Anpi provinciale Marina Pierlorenzi.
Sono centinaia le manifestazioni èpreviste per oggi in tutta Italia. A Milano interverranno, tra gli altri, coordinati dal presidente dell'Anpi provinciale Primo Minelli, il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo, Pif, il sindaco Giuseppe Sala. Parteciperà lo scrittore Antonio Scurati. Nel capoluogo lombardo parteciperà a una manifestazione anche il vicepremier Matteo Salvini , si è appreso dalla comunicazione del leader della Lega, la quale non ha aggiunto ulteriori dettagli. Anche la segretaria Pd, Elly Schlein, parteciperà al corteo di Milano organizzato dall'Anpi per la festa della Liberazione.
Tensioni a Torino
Qualche momento di tensione alla partenza della fiaccolata per il 25 aprile si è verificata ieri sera a Torino. Prima ancora che il corteo iniziasse a sfilare, militanti dei centri sociali e del fronte della gioventù comunista hanno protestato contro l’arrivo in piazza Arbarello di esponenti dell’associazione radicale Adelaide Aglietta che si sono presentati con bandiere dell’Ucraina, dell’Iran e della Ue. Tra loro anche un cartello della brigata ebraica con la stella di David. Sono partiti cori ‘fuori la Nato dal corteo’ e ‘il 25 aprile non è una ricorrenza ora e sempre resistenza’ mentre alcuni esponenti dei centri sociali hanno strappato alcune bandiere ucraine. Sono volati spintoni e pugni. A riportare la calma personale della Digos.
Sulle note dell’Inno alla Gioia e dell’Inno d’Italia si è conclusa in piazza Castello a Torino la manifestazione. Quando le autorità hanno lasciato il palco, i componenti dello spezzone dei centri sociali che durante gli interventi avevano accesso fumogeni, scandito slogan a sostegno della causa palestinese e contro le forze dell’ordine e chiesto ripetutamente di poter intervenire, hanno aperto le transenne poste a protezione del palco e sono saliti srotolando striscioni contro la guerra e per la libertà della Palestina. La manifestazione si è chiusa senza ulteriori tensioni.
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Europee, magistrato Tarfusser si candida: ira Castagna...
“Magari alle prossime elezioni candidate Olindo…”.
Cuno Tarfusser, il magistrato che ha chiesto, ben prima della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, la revisione del processo sulla strage di Erba, si candida alle prossime europee tra le fila di Azione, partito guidato da Carlo Calenda. Un cambio di passo, a pochi mesi dalla pensione, di cui Calenda si dice “onorato” elencando la lunga carriera che ha portato Tarfusser “per 11 anni a essere giudice della Corte penale internazionale, di cui è diventato vicepresidente. Ha firmato, tra gli altri, i mandati di cattura a carico del presidente del Sudan Al Bashir per genocidio. Lo ringrazio per essersi messo a disposizione come civil servant”.
La reazione di Beppe Castagna, familiare di tre delle quattro vittime della strage dell’11 dicembre del 2006 per la quale sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo i coniugi Romano, non si è fatta attendere. Sotto alla candidatura annunciata sul social X, il fratello di Raffaella Castagna, figlio di Paola Galli e zio del piccolo Youssef Marzouk, scrive: “Ha richiesto una revisione di un processo, quello della strage di Erba, in cui sono morte mia madre, mia sorella e suo figlio senza aver letto atti ufficiali ma appunti della difesa, accusando gravemente carabinieri, magistrati e giudici…contento lei…W Renzi”. E aggiunge pochi minuti dopo: “Magari alle prossime elezioni candidate Olindo…”.