

Cronaca
Ciclone al Sud, primavera al Centro-Nord: weekend dai due volti, previsioni meteo
Venti forti e piogge intense tra le Isole maggiori e il versante ionico, con possibili nubifragi in risalita dal Nord Africa. Mentre al Nord tornerà a splendere il sole. Sono queste le previsioni meteo del primo weekend di marzo. Il tempo vedrà dunque ancora residua instabilità al Sud, mentre al Centro-Nord il cielo sarà sereno o poco nuvoloso tranne addensamenti il sabato tra Marche, Abruzzo e Molise e la domenica tra Liguria di Levante ed Alta Toscana.
Antonio Sanò, fondatore de iLMeteo.it, indica appunto nell’attuale ciclone Mediterraneo, vagante da giorni sul Mar Tirreno, un altro indizio dei cambiamenti climatici: dopo il Medicane, l’uragano Mediterraneo che ha colpito la Sicilia esattamente tre settimane fa, un altro ciclone dai connotati simil-tropicali sta interessando, da numerosi giorni, gran parte dell’Italia. Questi TLC (Tropical Like Cyclones o uragani mediterranei), sono favoriti dal riscaldamento globale, così come l’aumento dell’intensità delle precipitazioni, la durata dei periodi siccitosi e, come sappiamo bene ma ce lo scordiamo in inverno, il dramma del caldo soffocante dell’Estate italiana.
Potremmo dire, infatti, che mancano solo 2 mesi al caldo africano: un anno fa, la prima ondata di calore colpì l’Italia dal 10 maggio; se quest’anno 2023, come indicato dalle previsioni stagionali, risulterà ancora più caldo dell’anno record 2022, non è impossibile confermare il via dell’estate tra circa 60 giorni! E con i cambiamenti climatici anche questo ennesimo ciclone Mediterraneo, dai connotati tropicali, potrà avere ancora vita lunga, in particolare al Sud con maltempo per altre 36-48 ore. Negli ultimi giorni, lo stesso vortice simil-tropicale ha portato la neve sulle spiagge di Ibiza, qualche fiocco a Bologna, Modena e ha scaricato temporali intensi, fuori stagione, dalla Sicilia all’Albania e fino alla Grecia.
Oggi, venerdì 3 marzo – Al nord: bel tempo. Al centro: nubi e locali rovesci, migliorerà solo in serata. Al sud: instabile con frequenti acquazzoni, anche intensi, e neve sui rilievi oltre i 1000 metri.
Domani, sabato 4 marzo – Al nord: bel tempo. Al centro: ultimi rovesci sulle adriatiche, soleggiato altrove. Al sud: piogge sparse con locali temporali forti e neve sopra i 1200 metri.
Domenica 5 marzo – Al nord: soleggiato, poi nubi in parziale aumento. Al centro: soleggiato. Al sud: instabile solo sul basso Tirreno. Tendenza.
Nuova settimana all’insegna della variabilità con tanto vento da Ovest e piogge sparse, specie al Centro-Sud.
Cronaca
Cnr Irib conclude primo ciclo seminari


“In questo periodo, grazie al percorso formativo offerto da Cnr Irib, gli studenti hanno potuto apprendere nozioni molto interessanti e affrontato nuovi argomenti con approcci moderni su diversi aspetti di Biomedicina, Biotecnologie e Neuroscienze. I ragazzi sono anche stati esposti ad un metodo di ricerca di tipo traslazionale, che opera attraverso l’innovazione e l’uso di tecnologie all’avanguardia, che vengono prima testate nei nostri laboratori e poi trasferite nella pratica clinica”. A dirlo i tutors Maria Vincenza Catania dirigente di Ricerca del Cnr Irib Catania, l’ingegnere Gennaro Tartarisco e Sara Genovese, rispettivamente ricercatore e tecnologa del Cnr Irib Messina, durante la visita guidata all’Istituto di Mortelle degli studenti del Liceo scientifico “Seguenza” di Messina e “Leonardo” di Giarre. Durante il Corso, i ragazzi si sono cimentati su argomenti e ricerche sviluppati dai ricercatori dell’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Irib), con seminari e discussioni interattive in modalità da remoto, nell’ambito del progetto per le competenze trasversali e orientamento (PCTO).
Per ogni allievo è stato previsto uno stage teorico della durata di 30 ore, secondo il calendario concordato con i tutor scolastici. Le lezioni si sono svolte nei periodi di Marzo e Aprile 2023 e sono state rese possibili grazie alle convenzioni volute e sottoscritte dal direttore Irib Andrea De Gaetano, dal responsabile della sede Irib di Messina Giovanni Pioggia, dalla dirigente scolastica del “Seguenza” di Messina Letteria Leonardi e dalla dirigente dell’istituto “Leonardo” di Giarre Tiziana D’Anna. Ogni seminario ha avuto la durata di 45 minuti e si è concluso con un dibattito guidato sugli argomenti svolti insieme agli studenti. Al “Seguenza” le classi scelte sono state quelle del 3°, 4°e 5° Liceo della Sezione Biomedica, per il “Leonardo” di Giarre hanno partecipato gli studenti delle classi 3A e 5A, per un totale complessivo di circa 100 studenti coinvolti. Gli studenti sono stati accompagnati nel percorso, dai docenti tutor delle rispettive scuole: per il Liceo “Seguenza” dalle Prof. sse Giovanna Buscemi, Maria Landi e Ludovica Tavilla e dal Prof. Delfio Di Leo; per il Liceo Scientifico “Leonardo” dalla Prof.ssa Rosa Musumeci.
Importante per la realizzazione del Corso il ruolo dei tutor formativi esterni, Maria Vincenza Catania e Sara Genovese, che hanno collaborato con i tutor interni alla progettazione, organizzazione e valutazione dell’esperienza di PCTO, coordinandosi anche con altre figure professionali presenti nella struttura ospitante; hanno favorito l’inserimento degli studenti nel contesto operativo, li hanno affiancati e assistiti nel percorso coinvolgendoli nel processo di valutazione dell’esperienza di PCTO. “Si è trattato – hanno spiegato Catania e Genovese – di un importante progetto per gli studenti con l’obiettivo di aiutarli a sviluppare le competenze necessarie per prendere decisioni informate e avere un primo impatto positivo sul lavoro futuro. L’obiettivo è quello di fornire agli studenti gli strumenti necessari per effettuare scelte consapevoli e prepararli al meglio per l’ingresso nel mondo del lavoro. Ha offerto ai partecipanti l’opportunità di acquisire competenze pratiche utili per la carriera, imparare a comunicare in modo efficace e sviluppare una rete di contatti significativi. Il progetto fornisce anche un’introduzione al mondo del lavoro prima dell’ingresso nel mercato del lavoro, fornendo un primo impatto importante che aiuta gli studenti a prepararsi per un futuro di successo”. Durante le visite all’istituto Cnr Irib di Messina hanno accolto gli studenti anche Liliana Ruta, Flavia Marino, Cristina Carrozza, Tonino Arnao rispettivamente, neuropsichiatra infantile, psicologhe, tecnologo presso il Cnr Irib di Messina. I ragazzi sono stati guidati nella sede di Messina nella visione di diverse attività: l’utilizzo dei robot, l’ausilio di dispositivi smart di tele-assistenza basati su tecnologie Internet of Things (IoT) per una maggiore inclusione sociale. Sono poi seguite dimostrazioni pratiche su algoritmi di intelligenza artificiale (IA), ed in particolare è stato presentato un modello che proverà ad interpretare il fenomeno Long-life Mate, ovvero una ricerca che valuta la compatibilità tra due individui misurando alcuni tratti della personalità. Illustrati infine, progetti per possibili diagnosi in futuro nel Metaverso, o terapie per diagnosticare i disturbi del comportamento alimentare con l’uso di biosensori e realtà immersiva.
Cronaca
Violento temporale su Milano, allagamenti e alberi caduti

Danni soprattutto nella zona Nord-Ovest, e in particolare Corbetta
Disagi alla viabilità, strade allagate e alberi caduti. Un violento nubifragio ha colpito Milano e l’hinterland verso le 4.30 del mattino. Una bomba d’acqua che ha fatto registrare fino a 70mm di pioggia. Tra le zone più colpite i quartieri di Isola-Maggiolina, Città Studi e San Siro. Investito dal violento nubifragio anche il Comune di Arconate, nel Milanese.
I problemi maggiori hanno riguardato la zona Nord-Ovest di Milano e in particolare Corbetta, dove si sono registrati diversi allagamenti di scantinati e cantine. Una ventina, circa, gli interventi dei vigili dl fuoco durante la notte, mentre questa mattina i vigili del fuoco sono al lavoro in una palazzina di San Giuliano in fase di ristrutturazione, nella quale si sono allagati alcuni appartamenti. Secondo le previsioni meteo, le prossime ore saranno caratterizzate da cielo coperto o poco nuvoloso.
Cronaca
Il tempo migliora, entro il weekend picchi temperature sopra i 30 gradi

Prossima settimana 12-18 giugno potrebbe essere piovosa

Ancora qualche temporale sull’Italia, ma andiamo incontro a un periodo meno turbolento in cui il tempo migliora e le temperature supereranno i 30 gradi. Un potente ciclone simil-tropicale con maltempo sulle Isole Azzorre, un campo di alta pressione stabile tra Inghilterra, Scozia e Norvegia: l’Europa è ribaltata.
Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, conferma che un profondo ciclone si è formato laddove normalmente abita l’Anticiclone delle Azzorre: sono in atto da giorni piogge torrenziali sull’Atlantico, verso Canarie, Portogallo, parte della Spagna e del Marocco. Di contro sul Nord Europa viviamo un anticipo d’estate con molti bagnanti non abituati a questo clima mediterraneo alle alte latitudini.
Un’Europa capovolta che nel corso dei prossimi giorni vedrà ancora qualche temporale sul nostro Paese, anche se andiamo incontro a un periodo meno turbolento. Nonostante la lontananza dell’anticiclone delle Azzorre e la timidezza dell’anticiclone africano, sono previste infatti giornate più soleggiate, rispetto al ponte del 2 giugno e all’inizio di questa settimana instabile e temporalesco. In particolare, fino a sabato troveremo condizioni in prevalenza soleggiate al mattino e qualche temporale a ridosso dei rilievi nel pomeriggio; poi domenica il tempo potrebbe essere un po’ più variabile con qualche scroscio più frequente, anticipo della nuova settimana 12-18 giugno prevista al momento più piovosa.
Sono proiezioni per la prossima settimana da confermare, ma pare che si possa ripresentare la ‘Palude Barica’, cioè l’assenza di un solido campo di alta pressione sull’Italia: con la Palude Barica, condizione meteo che abbiamo già vissuto nelle ultime settimane, non sarebbero da escludere nuove piogge a tratti anche intense.
Godiamoci dunque intanto il miglioramento, con massime oltre i 30°C nel weekend e prevalenza di sole. Poi, per la prossima settimana incerta ci ripenseremo: magari i modelli meteorologici smentiranno la tendenza e potremo andare al mare o in montagna sereni, con la chiusura delle scuole e l’estate vera che si avvicina: il 21 giugno comunque vada ci sarà il solstizio e milioni di italiani lo vorranno festeggiare con il solleone.
Oggi, mercoledì 7 giugno – Al nord: temporali sulle Alpi, in Emilia occidentale e sul Piemonte, soleggiato altrove. Al centro: instabilità pomeridiana sui rilievi. Al sud: a tratti molto instabile, specie in Calabria.
Domani, giovedì 8 giugno – Al nord: temporali sulle Alpi, più rari in pianura. Al centro: instabile sugli Appennini, soleggiato altrove. Al sud: qualche rovescio residuo, ma più soleggiato.
Venerdì 9 giugno – Al nord: temporali sparsi al Nordovest e poi sul Triveneto, temperature in aumento. Al centro: più instabile sulla fascia adriatica. Al sud: in prevalenza soleggiato.
Tendenza: temperature in aumento e cielo più soleggiato.
Cronaca
In un anno sequestrate oltre 8mila tonnellate di alimenti irregolari

E' il frutto dell’intensa attività sviluppata dal Nas, d’intesa con il ministero della Salute, sulla base dei dati diffusi nella “Giornata mondiale della sicurezza alimentare”, che si celebra oggi
In un anno sono state sequestrate oltre 8mila tonnellate di alimenti irregolari, sono state eseguite circa 27mila ispezioni nei confronti dell’intera filiera agroalimentare, rilevando irregolarità in oltre 10mila strutture ispezionate (il 37%). E’ il frutto dell’intensa attività sviluppata dal Nas, d’intesa con il ministero della Salute, sulla base dei dati diffusi nella “Giornata mondiale della sicurezza alimentare”, che si celebra oggi. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, attraverso l’azione giornaliera sull’intero territorio nazionale, da oltre 60 anni è impegnato nell’attenta vigilanza del settore alimentare per il rispetto delle norme a tutela della salute dei cittadini.
Controlli che, nell’ultimo anno, hanno consentito di sottrarre dalle tavole degli italiani oltre 8mila tonnellate di alimenti irregolari a causa di ignota provenienza, pessime condizioni igienico-sanitarie, stoccaggio in ambienti non adeguati, presenza di evidenti segni di alterazione o con date di scadenza superate, per un valore complessivo di oltre 34 milioni di euro. Nel corso dei controlli sono emerse 16.118 violazioni alle normative nazionali e comunitarie che disciplinano l’igiene e la sicurezza degli alimenti; arrestati tre operatori del settore alimentare (due veterinari addetti ai controlli della filiera delle carni e lattiero-casearia per corruzione ed abuso di ufficio, un titolare di un caseificio per furto di energia elettrica), sono stati segnalati 9.328 soggetti alle autorità competenti, di cui 772 denunciati all’autorità giudiziaria, e sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 126 milioni di euro. Sono 798 le strutture, per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro, chiuse per gravi irregolarità igienico-sanitarie ed autorizzative.
Cronaca
Superenalotto, numeri estrazione vincente oggi 6 giugno 2023

Nessun '6' né '5+1' nel concorso

I numeri dell’estrazione vincente del Superenalotto di oggi, 6 giugno 2023. La combinazione del concorso: 17, 26, 51, 54, 61, 62, Numero Jolly: 73. Numero SuperStar: 8.
Nessun ‘6’ né ‘5+1’. Sono stati realizzati sei ‘5’, che vincono 35.110,68 euro ciascuno. Il jackpot a disposizione del ‘6’ per il prossimo concorso sale a 41.400.000 euro.
Cronaca
Processo Bibbiano, psicoterapeuta Foti assolto in appello

In primo grado era stato condannato a 4 anni

Claudio Foti, lo psicoterapeuta coinvolto nell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ sui presunti affidi illeciti a Bibbiano e nella Val d’Enza, è stato assolto in Corte d’Appello a Bologna. In primo grado era stato condannato a 4 anni. “Il processo Foti è un processo alla scienza ed è stato un processo di persecuzione e pregiudizio. Abbiamo dimostrato alla Corte di Appello che la scienza prima di tutto assolveva Claudio Foti e che ogni suo comportamento è stato ispirato al rispetto delle regole della sua professione”, dice all’Adnkronos Luca Bauccio, avvocato difensore di Foti.
“Il caso Foti poteva diventare un secondo caso Braibanti, anche Foti è stato accusato di aver plagiato una propria paziente – aggiunge il difensore dello psicoterapeuta – e invece abbiamo dimostrato che l’ha curata nel modo migliore e più efficace e abbiamo ricordato che nessun tribunale, nessun magistrato possono legittimamente pretendere di giudicare una psicoterapia o come deve essere condotta una psicoterapia. Foti dopo 4 anni di persecuzione viene restituito alla vita, chi muore oggi sono invece coloro i quali con cinismo hanno speculato e sfruttato un’accusa infondata per rendite politiche e personali”.
“Non abbiamo paura del giudizio di Cassazione. La Corte d’Appello ha accolto principi che da almeno da 20 anni la Corte di Cassazione ha elaborato con ricchezza di analisi, di studio e di profondità. Foti era stato condannato sulla base di una consulenza presentata dal Pubblico ministero che era in palese violazione di tutti canoni scientifici internazionali nonché della carta di Noto”, conclude.
Cronaca
“Ho detto ora lo sfondo”, le chat dei poliziotti arrestati per tortura a Verona

Le conversazioni contenute nell'ordinanza della Procura. Urina su un uomo a terra "per svegliarlo". Gip: "Agenti hanno tradito propria funzione". Questore: "Fatti gravi, indagine scrupolosa"

“Adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta dai, boom boom boom boom […] e io ridevo come un pazzo”. Così parlava con la fidanzata in una intercettazione uno dei poliziotti della questura di Verona arrestato con altri quattro colleghi per tortura. In un dialogo, contenuto nell’ordinanza, si capisce che gli abusi avvenivano al riparo da telecamere di videosorveglianza. “Gli ho lasciato la porta aperta in modo tale che uscisse perché io so che c’è la telecamera dentro […] mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca amo’, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto là […] gliel’ho tirata bene, ho detto adesso lo sfondo, bam […] minchia che pigna che gli ho dato”. In un altro dialogo lo stesso poliziotto racconta: “Io c’ho pazienza, soltanto che poi siccome l’avevo già graziato prima, ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me”.
“Da tali dialoghi – scrive il gip Livia Magri – si desume in maniera inequivocabile la consuetudine nell’utilizzo ingiustificato di violenza fisica da parte degli indagati su soggetti sottoposti a controllo o fermo’’.
Uno dei poliziotti arrestati a Verona aveva in un’occasione anche urinato addosso a una persona in loro custodia “per svegliarlo”, emerge dall’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari 5 poliziotti della questura di Verona accusati di atti di violenza tra il luglio 2022 e il marzo 2023, nei confronti di persone sottoposte alla loro custodia. Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.
“Si tratta, innegabilmente, di una pluralità di condotte integranti reiterate violenze foriere di ‘acute sofferenze fisiche’, che si desumono non solo dalle parole della persona offesa, ma risultano anche cristallizzate dai filmati acquisiti, che immortalano’’ la vittima “in preda a spasmi e contrazioni, lasciato al suo destino dal personale di polizia’’.
“Come già sottolineato, questo atto denigratorio e sminuente ha certamente incontrato l’approvazione e suscitato l’ilarità degli altri poliziotti presenti – si legge – tant’è che nessuno degli altri poliziotti ha dato il minimo segnale di disappunto, portando avanti anche in seguito, come si è visto, un coerente atteggiamento di scherno nei confronti della persona offesa, dovendosi rammentare che gli operanti ai quali’’ la vittima “si rivolgeva manifestando sofferenza e chiedendo aiuto al di là barriera in plexiglass facevano gesti che significavano che a loro non interessava il suo stato; e che, in una certa fase, come comprovato anche dai filmati, uno degli operanti si divertiva ad accecare con la torcia’’ la vittima “mentre gli altri ridevano’”.
“E’ innegabile che tutti gli indagati abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità offendendone la stessa dignità di persone, creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza, commettendo reati piuttosto che prevenirli, in ciò evidentemente profittando della qualifica ricoperta, anche compiendo falsi ideologici in atti pubblici fidefacenti con preoccupante disinvoltura’’, si legge ancora nell’ordinanza. Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio. “E’ evidente – scrive il gip di Verona – come l’abuso dei poteri connessi alla funzione o al servizio non soltanto abbia consentito agli indagati di cogliere più facilmente le opportunità di commissione di illeciti, ma abbia altresì costituito, come efficacemente sottolineato nella richiesta, una sorta di ‘paravento’ al riparo del quale schermare le proprie responsabilità’’.
“Amara constatazione – scrive ancora la gip – è quella per la quale i soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcool o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente ‘deboli’’’.
Una “circostanza – sottolinea Magri – che, da un lato, ha consentito agli indagati di vincere più facilmente eventuali resistenze delle loro vittime, dall’altro lato ha rafforzato la convinzione dei medesimi indagati di rimanere immuni da qualunque conseguenza di segno negativo per le loro condotte, non essendo prevedibile, nella loro prospettiva, che alcuna delle persone offese si potesse determinare a presentare denuncia o querela (come in effetti confermato dagli eventi) o che comunque potesse essere considerata attendibile e più affidabile degli atti fidefacenti a firma degli stessi indagati’’.
Il Questore: “Fatti gravi, indagine scrupolosa”
“I fatti contestati sono gravi. Gli accertamenti sono stati fatti da poliziotti nel corso dell’indagine durata diversi mesi. E la ragione della durata è che sotto la direzione dell’autorità giudiziaria, con la quale c’è stata una collaborazione perfetta, si sono messi in campo tutti gli sforzi per raccogliere gli elementi probatori necessari a sostenere in maniera adeguata l’accusa in giudizio. La verità processuale sarà quella che emergerà dal processo”, dice all’Adnkronos il questore di Verona Roberto Massucci. “Siamo stati molto attenti a essere scrupolosi – sottolinea il questore- a raccogliere tutti gli elementi tecnici e testimoniali necessari a portare avanti queste indagini che si sono tradotte in un’ordinanza del gip per cinque poliziotti. Nel tempo mi sono premunito di avvicendare dal reparto volanti tutti quei poliziotti che magari non avevano agito ma erano presenti”.
Cronaca
Lega del Filo d’Oro, circa metà degli italiani non sa che il 5×1000 è gratuito

Gli italiani affermano di conoscere il 5×1000, hanno però gravi lacune su questioni fondamentali. Basti pensare che solo il 41,2% dei connazionali sa che destinare questa quota delle imposte sul reddito è gratuito per il contribuente. E’ quanto emerge da una recente indagine condotta da Astra Ricerche per la Fondazione Lega del Filo d’Oro, su un campione di mille italiani soggetti Irpef, che possono cioè indicare la destinazione del proprio 5×1000.
Dunque se ‘appena’ il 41,2% dei connazionali conosce la gratuità del 5X1000, tra i sostenitori della Fondazione la percentuale sale al 55,7%. Rispetto al 36,1% degli italiani che sa correttamente definire il 5×1000, tra i supporter della Lega del Filo d’oro il valore è del 47,7%, ma la differenza è sostanziale sulla conoscenza del fatto che non è alternativo all’8×1000: lo sa appena il 34,7% del campione, ma quasi il doppio di chi sostiene la Onlus (63,1%). Anche in questo target, meno della metà (41,3%) sa che non indicarlo non comporta una riduzione delle tasse, meglio però del 28% della popolazione generale.
L’indagine mostra che il divario aumenta quando si chiede se è stata fatta la firma per il 5×1000 nell’ultima dichiarazione dei redditi: solo il 61,5% ne è certo, il 20,2% afferma di non averlo indicato e il 16,2% non ricorda. Presso i sostenitori della Lega, ben il 91,7% ha firmato, non lo ha fatto l’1,9% mentre il 5.9% non ricorda. Nulla cambia per il futuro: solo il 62,8% pensa di firmarlo, molto ampia la parte del ‘forse’ (24,8%). Tra le motivazioni: il 28% afferma di non essere interessato a indicare un destinatario, cosa strana vista l’ampia possibilità di scelta; il 23% ritiene che il proprio reddito sia talmente basso da implicare un 5×1000 infimo; ma, soprattutto, il 17% non sa bene come funziona, cosa fare; il 16% non ha avuto modo di individuare il beneficiario; il 15% teme costi aggiuntivi o una tassazione maggiore a proprio carico. Sono tutti aspetti che possono essere contrastati con una buona comunicazione. In controtendenza, i sostenitori della Fondazione, invece, hanno una maggiore intenzione di sottoscriverlo in futuro rispetto a quanto fatto in passato: 94,8% (solo lo 0,4% non intende indicarlo).
La scelta della firma accanto al 5×1000 – rivela ancora l’indagine – cresce con l’età (dal 53% dei 18-30enni al 70% dei 55-70enni), è più forte nel Nord (68%) rispetto al Sud (56%), nella classe superiore e media (66%) rispetto a quella inferiore (53%). Inoltre, chi ha indicato un destinatario per il 5×1000 è soprammedia autonomo nel fare la dichiarazione (50% rispetto al 43%). I supporter della Fondazione però utilizzano molto di più l’assistenza, in particolare quella del commercialista (28,5%, +9.8% rispetto alla popolazione) e del Caf (36,3% , +3.3%). Per scegliere a chi destinare il 5×1000 prevale il criterio di rafforzamento, cioè della causa già sostenuta in altri modi (fondamentale per il 32,5%) rispetto a quello della compensazione, quindi per una scelta diversa da quelle già sostenute durante l’anno (14,4%). Grande rilevanza ha la proximity, cioè la causa che tocca personalmente (31,7%): realtà legate al territorio di appartenenza (22,2%) superano quelle sostenute da grandi enti o che riguardano moltissime persone (15%). Sulla scelta e le motivazioni – evidenzia il report – contano poco amici e parenti, professionisti o commercialisti e anche la comunicazione da parte degli enti: viaggiano intorno a percentuali del 12-14%. I più giovani si dichiarano più influenzabili.
La fedeltà alla causa sostenuta con il 5×1000 è buona ma non ottima: il 46,4% indica sempre la stessa, il 38,2% cambia ma spesso sceglie/torna sulla stessa, il 12,8% cambia di anno in anno. I sostenitori della Lega del Filo d’Oro sono meno fedeli: nel 17% cambia di anno in anno (+4.2% rispetto al campione nazionale). Al crescere dell’età (soprattutto dopo i 35 anni) aumenta la fedeltà, e lo stesso avviene passando da Nord (Nord-Ovest: 39%) a Sud (52%). Inoltre, chi è di classe superiore tende a essere più fedele di chi è di classe media o inferiore.
Sulla notorietà, la Lega del Filo d’Oro risulta conosciuta al 94% del campione intervistato (il 64,7% la conosce almeno in parte, il 29,3% riconosce solo il nome). In particolare, ne sanno un po’ meno i 18-34enni (56%), ma è trasversale alle aree geografiche con un picco nel Centro Alto (71%: Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria). Tra chi la conosce, l’80,2% prenderebbe in considerazione la Fondazione per il proprio 5×1000 , con un 15,8% particolarmente convinto (‘sicuramente sì’), soprattutto tra i 45-54enni, andando verso Sud, nella classe superiore.
Tra i motivi per prendere in considerazione la Lega del Filo d’oro come beneficiario del 5×1000 – secondo l’indagine – spiccano: la trasparenza (33,8%), la chiarezza nel comunicare progetti e azioni a cui i fondi sono destinati (32,6%). Nella popolazione italiana che conosce la Onlus prevale il criterio compensativo – è diversa da cause già sostenute (29,8%) – su quello della coerenza, cioè già sostenuta (14%). Su questo, i supporter hanno dato risposte molto differenti: ‘è una causa che già sostengo’ è al 68,1%; ’comunica con chiarezza i progetti, le azioni a cui i fondi sono destinati’ (39,4%), mentre molto minore è l’essere ‘una causa diversa’ da quelle che già sostengo (solo 5,4%).
I motivi per non prendere in considerazione la Lega del Filo d’Oro come destinatario del proprio 5×1000 si concentrano: la maggior vicinanza ad altra causa/ente (47,5%), seguita – a forte distanza percentuale – dalla scelta di un ente che si occupa di problemi più diffusi (19,1%), dalla scarsa conoscenza della Lega (13,7%) o dal non aver ricevuto comunicazioni dalla Fondazione (11.5%), conclude il report.
Cronaca
Cancro del polmone a piccole cellule, nuova terapia efficace negli over 65

Dati studio fase III Lagoon su molecola lurbinectedina presentati al Congresso Asco di Chicago

Una panoramica di studi sul tumore del polmone a piccole cellule (Sclc) in terapia con lurbinectedina è stata al centro delle presentazioni dell’azienda farmaceutica spagnola PharmaMar al Congresso di oncologia Asco (Società americana di oncologia medica), che si è appena concluso a Chicago. Di particolare interesse il trial internazionale Lagoon e un’indagine su pazienti over65. La lurbinectedina – riferisce una nota – è un inibitore della trascrizione oncogenica, attiva nei tumori dipendenti dalla trascrizione. Uno studio basket di fase II in pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule trattati con la molecola in seconda linea ha mostrato un tasso di risposta globale del 35,2% e una durata mediana della risposta di 5,3 mesi, con risposte durature (43,0% ≥ 6 mesi).
Sulla base di questi risultati – prosegue l’azienda – lurbinectedina ha già ottenuto l’approvazione accelerata da parte della Fda statunitense e in altri Paesi, tra cui la Svizzera. Per l’approvazione definitiva si attendono le risposte del trial Lagoon, studio di fase III che coinvolge 705 pazienti e circa 20 Centri italiani, con la valutazione di due bracci sperimentali (lurbinectedina da sola o con irinotecan) rispetto alla Investigator’s Choice (topotecan o irinotecan) come braccio di controllo in pazienti con recidive. Gli altri Centri di ricerca coinvolti vanno dall’Institut Gustave Roussy in Francia all’Hospital universitario 12 De Octubre di Madrid, dal Chuv University Hospital di Losanna all’Università di Manchester al Dana-Farber Cancer Institute di Boston.
I principali criteri di inclusione sono: età uguale o maggiore di 18 anni; diagnosi confermata di Sclc; una precedente linea di chemioterapia contenente platino con/senza anti-PD-(L)1 e con un periodo senza trattamento uguale o superiore al mese. I pazienti con metastasi al sistema nervoso centrale possono partecipare se pretrattati e radiologicamente stabili da almeno 4 settimane. Un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati supervisiona la conduzione dello studio. I risultati finali, se positivi – dettaglia la nota – porteranno all’approvazione definitiva negli Usa così da poter essere presentati anche all’Agenzia regolatoria del farmaco europea Ema.
Lo studio sugli ‘over 65’, invece, parte dal presupposto che il tumore del polmone a piccole cellule recidivo è una malattia difficile da trattare e un numero considerevole di pazienti è anziano con fragilità associata e numerose comorbilità. Questa analisi in particolare confronta lo studio che ha portato all’approvazione accelerata da parte della Fda di lurbinectedina ogni 3 settimane come terapia di seconda linea nel Sclc metastatico e lo studio Atlantis, che ha valutato la combinazione di lurbinectedina/doxorubicina come trattamento di seconda linea per Sclc rispetto a un braccio di controllo di topotecan/Cav.
Il risultato è che nei pazienti anziani – conclude la nota – la lurbinectedina sembra essere superiore allo standard di cura in termini di efficacia (maggiore tasso di risposta e maggiore durata della risposta e sopravvivenza globale) e di sicurezza (meno eventi avversi ematologici associati), il che ne rafforza il ruolo come opzione terapeutica in pazienti over65 con la recidiva Sclc.
Cronaca
Telemarketing selvaggio, Garante privacy confisca banche dati call center

Colpito il 'sottobosco' con sanzioni per le società coinvolte

Nuova azione del Garante privacy contro il telemarketing selvaggio. Confiscate per la prima volta banche dati di call center e colpito il ‘sottobosco’ con sanzioni per le società coinvolte. Da questa mattina vasta operazione finalizzata a notificare alcuni provvedimenti adottati dal Garante e, soprattutto, a confiscare le banche dati in uso ad alcune società che svolgevano attività illecite nel campo del telemarketing illegale, condotta dai finanzieri del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma, in collaborazione con i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Verona.
Le società coinvolte nella vicenda sono state sanzionate (Mas Srls per 200.000 euro, Mas Srl 500.000 euro, Sesta Impresa Srl 300.000 euro, Arnia società cooperativa per 800.000 euro), e due di esse sono state colpite dal provvedimento di confisca che sottrae loro la base di dati utilizzata per effettuare le attività illecite. L’operazione si è svolta simultaneamente presso le sedi delle società interessate (nel veronese e in Toscana) e costituisce la prima occasione in cui il Garante dispone la confisca delle banche dati dei potenziali clienti.
L’utilizzo dello strumento della confisca è il segno di un ulteriore innalzamento della strategia di contrasto da parte dell’Autorità, che, da un lato, sta collaborando attivamente con gli operatori virtuosi del settore per la definitiva approvazione di un codice di condotta, ma, dall’altro, non riduce la propria attività di controllo e repressione del telemarketing illegale.
L’attività, scaturita da una segnalazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave (Vr), ha permesso di individuare le quattro società interessate, oggetto di successivi accertamenti svolti dal Garante con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Le medesime sono state ritenute responsabili di una serie di attività in aperta violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali. In particolare, quelle veronesi (Mas srl; Mas srls), mediante acquisizione di apposite liste illegalmente prodotte, contattavano decine di migliaia di soggetti, senza che questi avessero mai rilasciato il necessario consenso per il trattamento dei propri dati a fini di marketing, proponendo offerte commerciali di diverse compagnie energetiche, giungendo anche a proporre, dopo poco tempo, passaggi inversi fra queste, al fine di accrescere le proprie provvigioni.
I contratti così realizzati venivano poi girati alle due società toscane per l’indebito inserimento nel database delle compagnie, il tutto senza alcun formale incarico e in base a un sistema di distribuzione delle responsabilità in ambito privacy fittizio, meramente formalistico e con gravissime carenze nell’adozione di efficaci misure di sicurezza per la protezione dei propri sistemi.
Attività che, in sintesi, costituiscono una delle varie forme del c.d. “sottobosco”, più volte indicato dal Garante quale causa dell’odierna espansione del telemarketing illegale: un fenomeno che si alimenta con affidamenti ed attività al di fuori delle norme, ma anche per un insufficiente controllo da parte delle grandi aziende committenti. L’odierna operazione, frutto di un partenariato regolato dal protocollo d’intesa tra il Garante per la protezione dei dati personali e la Guardia di Finanza, si inserisce nel quadro del potenziamento delle linee di presidio della legalità, a tutela di tutti i cittadini, in un segmento tanto importante quanto delicato.
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