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Politica

40 anni della Lega, Leoni: “Festeggiare senza Bossi è...

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40 anni della Lega, Leoni: “Festeggiare senza Bossi è come il 25 aprile senza i partigiani”

L'architetto amico del Senatur ricorda il 12 aprile dell''84 dal notaio: "Fu come un matrimonio, non ho mai tradito"

Umberto Bossi sotto la bandiera della Lega

"Festeggiare i 40 anni della Lega senza Bossi è come festeggiare il 25 aprile senza i partigiani". Tra l'indignato e il rassegnato, l'architetto Giuseppe Leoni, classe '47, da Mornago, scomoda la Resistenza e la Liberazione per puntare il dito contro chi - leggi gli attuali dirigenti della Lega, a partire da Matteo Salvini - il prossimo venerdì 12 aprile "magari sui social ricorderanno quell'anniversario, il primo atto formale, davanti al notaio che ci vide in sei, guidati dall'Umberto a fondare la prima Lega".

La firma dal notaio il 12 aprile 1984

Leoni era infatti uno dei lumbard, assieme all'amico Bossi, a Manuela Marrone, futura moglie del Senatur, a Marino Moroni, Pierangelo Brivio e Emilio Sogliaghi che nel pomeriggio andarono a Varese dal notaio Bellorini a registrare l'associazione 'Lega Lombarda Autonomista', che poi si unirà alla Liga Veneta e alla Lega Piemont, creando la Lega Nord.

Intervistato dall'Adnkronos, Leoni, deputato ed eurodeputato per la Lega per sei legislature, ricorda bene quel giorno: "Era una bella giornata - racconta - la settimana dopo sarebbe stata la settimana santa, perché la Pasqua cadeva il 22, me lo ricordo bene perché non abbiamo festeggiato per via della Quaresima". Ma quella resta per Leoni "una giornata di festa, come se fosse stato uno sposalizio, una bella cosa, fra me, l'Umberto e gli altri amici. Sono andato con entusiasmo senza pensare che poi sarebbe arrivato un successo così grande, però ci credevo", dice quasi emozionato a distanza di tanto tempo. "E io - aggiunge restando alla metafora del matrimonio - condividevo le sue idee, le ho sempre condivise, non l'ho mai tradito, è stato un matrimonio, un matrimonio fedele, fedelissimo".

Il governo, i compromessi e le trame di Maroni

Inizia l'avventura del partito più longevo attualmente in Parlamento: "Al governo con Berlusconi c'era poco da comandare, poi ci fu il braccio di ferro fatto con il Cavaliere, quando l'abbiamo mandato a casa, ma tanti furono i compromessi, uno dietro l'altro, avevamo tutti contro...". E anche tante erano le speranze: "Bossi mi diceva 'a Natale il ministro Speroni ci donerà il panettone con l'autonomia', però abbiamo mangiato per tanti anni il panettone e l'autonomia non c'era. Penso che quelle fossero le difficoltà di stare in coalizione e che gli altri non digerivano il progetto che la Lega aveva messo sul tavolo".

Leoni racconta le lotte interne al Carroccio. Al successore di Bossi, Roberto Maroni imputa di aver organizzato la rivolta contro il Senatur: "Si è mosso per motivi personali, ha organizzato con perfidia la notte delle scope, ma lui - aggiunge maligno - stando al Viminale, magari qualche aiuto lo ha ricevuto pure dai servizi per tramare contro Umberto".

"Salvini? Un superbo da commissariare"

Più duro ancora nei confronti di Matteo Salvini, attuale segretario della Lega. "Se Salvini volesse bene veramente la Lega dovrebbe fare subito il congresso, prima delle europee, perché con un triunvirato, magari con lui ancora dentro, il partito potrebbe arrivare a superare il 10%, recuperando i voti di chi da ex nordista lo ha abbandonato". "Metta dentro un giovane e uno della vecchia guardia e recuperi la fiducia di chi credeva nella nostra Lega, si deve commissariare la Lega", è l'appello al vicepremier, a cui Leoni fa pure i conti in vista delle europee: "Dal 5% che oggi potrebbe cogliere, raddoppierebbe almeno i consensi, la vecchia Lega vale ancora il 5-7% di voti". "Ma Salvini non lo farà perché è un superbo, e farà un congresso inutile con i suoi, per lasciare tutto come è", dice disilluso.

Critiche non mancano - tornando al tema della Resistenza già evocato - per la vicinanza di Salvini a Marine Le Pen e ai tedeschi dell'ultradestra di Afd. "Quei legami a destra -sottolinea- non c'entrano nulla con la nostra storia, io penso che abbiano lavorato su Salvini per portarlo a questa deriva fascista, d'altronde il federalismo fa tremare i polsi al centralismo, dunque è meglio comprare un servo sciocco, dargli le veline del caso e portare al disastro la Lega". "Mi pare -assicura- una cosa evidente, per me è un progetto chiarissimo".

Il brindisi a Gemonio

Si torna infine a parlare dell'anniversario. Non ci sarà quindi una festa "solenne e importante" di partito perché "nessuno ci ha chiamati, ci ha invitati o ci ha chiesto cosa fare, chiedendo magari a Umberto. A me sembra una roba da matti, festeggiare i 40 anni senza i fondatori...". Ma Leoni andrà da Bossi: "Vado da lui a Gemonio, magari nel pomeriggio, per aspettare di brindare alla stessa ora in cui firmammo l'atto, quel 12 aprile". Un brindisi in tono minore, tra vecchi amici: "Magari porto qualche dolce, anche se non li mangio volentieri, e forse ci accontenteremo di bere acqua minerale, di sicuro starò con lui...".

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Politica

Europee, Vannacci: “Io tv con Ilaria Salis? Nessun...

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Così il generale dopo le parole di Salvini: "Per ora non ho sentito nulla in proposito, le proposte me le facciano direttamente"

Il generale Roberto Vannacci - Fotogramma

Un confronto televisivo tra il generale Roberto Vannacci e Ilaria Salis come proposto dal vicepremier Matteo Salvini? "Per ora non ho sentito nulla a proposito, le proposte le facciano direttamente a me, non so cosa dire, bisogna poi capire su quali argomenti si vuole fare questo confronto televisivo". Lo dice all'AdnKronos il generale, dopo l'idea lanciata dal leader della Lega ("mi piacerebbe un confronto sul futuro dell’Italia e dell’Europa tra Ilaria Salis e il generale Roberto Vannacci", ha detto Salvini). "In linea di principio non ho problemi a confrontarmi con nessuno", assicura il militare che in questi giorni scioglierà il nodo della sua possibile candidatura alle europee.

Salis e Vannacci, cosa ha detto Salvini

"Mah...È il bello della democrazia...Quanto mi piacerebbe un confronto sul futuro dell’Italia e dell’Europa tra Ilaria Salis e il generale Roberto Vannacci, se dovesse accettare la candidatura con la Lega", aveva scritto sui social il leader del Carroccio ieri sera allegando una foto di Ilaria Salis con la notizia della candidatura alle Europee nelle liste di Avs.

Sul militare autore del 'mondo al Contrario' Salvini resta invece abbottonato, lasciando capire che la risposta è nel suo libro 'Controvento' che verrà presentato a Milano il 25 aprile: "Dovete avere pazienza - ha detto ieri rivolto ai cronisti- ne parlo nel libro che presenterò il 25 aprile, dovete avere pazienza fino a quel giorno". Una sorta di lancio editoriale -con notizia- che di sicuro aumenterà l'attesa, ma anche la polemica, nel partito, di chi ha già storto il naso sul nome dell'ex capo della Folgore in lista, a partire dal vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio e dal capogruppo di Montecitorio, Riccardo Molinari, quest'ultimo tra i 15 astenuti sull'odg del partito democratico che chiede di non toccare la 194, su cui le altre forze di maggioranza e altri leghisti hanno votato contro.

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Politica

Ue, Meloni si sfila da ‘toto-Draghi’:...

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"Sono i cittadini che decidono le maggioranze, non partecipo al dibattito"

Giorgia Meloni (Afp)

Non apre e non chiude, semplicemente si sfila. Perché sul futuro di Mario Draghi ai vertici dell'Europa - quella che verrà dopo il voto del 9 giugno - per Giorgia Meloni si fa mera "filosofia". I giochi si decideranno soltanto poi, quando i voti saranno nero su bianco e i rapporti di forza ben definiti. Tutto questo dibattere attorno all'ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. Lasciando l'Europa Building dopo un Consiglio europeo che si è protratto ben oltre ogni più fosca aspettativa -tanto che al 'fischio' di fine vertice un applauso spontaneo si leva dalla sala stampa-, la premier si ferma per un punto stampa alla lanterna, rispondendo a ogni singola domanda come fosse su un ring.

Aborto, par condicio, carcere per i giornalisti, discesa in campo di Ilaria Salis, vendita dell'Agi: ribatte domanda su domanda parlando spesso -per ben 4 volte- di fake news. E anche su Draghi, lascia intendere, è la stampa ad aver 'ricamato'. "Io sono contenta che si parli di un italiano - premette - ma questo dibattito è filosofia. La tendenza di decidere prima che i cittadini votano non mi troverà mai d'accordo. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito" su Draghi sì, Draghi no, Draghi forse.

"Questo dibattito è buono per i titoli dei giornali e fare campagna elettorale - aggiunge poi - ma non è così che funziona. Questa tendenza a tentare di decidere chi fa cosa prima che i cittadini votino è una tendenza sulla quale non mi troverete mai". E pazienza se le parole pronunciate da 'Super Mario' alla vigilia del vertice siano suonate alle orecchie di molti come un discorso programmatico, la rotta che punta a un ruolo di peso nei futuri assetti europei.

"A giugno spero l'Europa sia diversa, capace di rispondere alle sfide"

I giochi si fanno poi, torna a ribadire Meloni, che mezz'ora prima dell'avvio del summit incontra la presidente uscente Ursula Von Der Leyen, candidata del Ppe in corsa per il bis ma con un certo affanno, complice il 'fuoco amico' del Partito popolare europeo. Con lei, dirà poi Meloni incontrando i giornalisti, ha parlato di migranti, con i flussi "in significativo calo", rivendica, prova che la strategia messa in piedi "sta dando risultati". Ma è comunque un'Europa "diversa" quella che la premier italiana vede dopo il voto, “capace di rispondere alle grandi sfide” che l’attendono.

Perché un cambio di passo va impresso, e il rapporto di Enrico Letta - su cui oggi si sono 'accapigliati' i leader- e il cambiamento "radicale" chiesto da Draghi dimostrano, rimarca, che le critiche mosse in passato da chi certo non vantava l’etichetta dell’europeista convinto un fondamento l’avevano: "Fino a ieri ci dicevano che andava tutto bene - rivendica Meloni, ricordando il 'pedigree' di Letta e Draghi - oggi fanno i conti con il fatto che le priorità sono altre".

E lei sente di avere l’opinione pubblica dalla sua parte: "Potete continuare a ripetere che sono una pericolosa fascista e mi aiutate anche, visto che penso che la gente che vede il lavoro di questo governo si renda conto che gli estremisti stanno da un'altra parte", dice. Come stanno dall'altra parte, per l'esattezza "a sinistra" -accusa- quelli che vorrebbero cambiare la Legge 194, ma che a suo dire non hanno il coraggio di dirlo, di intestarsi la battaglia.

Meloni difende a spada tratta l’emendamento della discordia al dl Pnrr quater sui movimenti pro-vita nei consultori: "Ricalca esattamente il testo della 194", che è una "legge equilibrata". Anche sul 'balletto' andato in scena in vigilanza sulle regole della par condicio, "non c’è nessuna TeleMeloni, non accetto lezioni di democrazia da nessuno", tuona.

Mentre il carcere per i giornalisti - altra notizia che ha infiammato il dibattito - "c’è già, è una legge di Fdi che lo sta togliendo". Lei, assicura, difende "la libertà di stampa", e infatti assicura non ci sia la sua ‘manina’ -"ho letto tante falsità e ricostruzioni surreali"- dietro la vendita dell’Agi, al centro della trattativa Eni-Angelucci: "Non so se chi ispira queste letture fosse abituato a usare le partecipate dello Stato per risolvere i problemi privati degli amici o per stiparci i parenti, può essere che sia stato così ma non è la mia lettura su a cosa servano le partecipate”.

"Salis candidata? Non so quanto aiuti..."

Sul caso Salis - mentre la candidatura per Avs viene prima smentita e poi annunciata - Meloni assicura che il Governo continuerà a fare il suo lavoro. "Non cambia nulla" riguardo alla detenzione della maestra 39enne, "verrà garantita comunque come è giusto". "La politicizzazione della vicenda, come ho già detto in passato, non so quanto possa aiutare il caso in sé", ma "le scelte personali di Salis non mi permetto di giudicarle".

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Politica

Ilaria Salis, Mimmo Lucano: “Candidata alle Europee?...

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"Sta pagando per la difesa dei diritti umani"

Mimmo Lucano (Fotogramma)

''Sono contento della candidatura di Ilaria Salis". Lo dice all'Adnkronos, Mimmo Lucano, candidato alle Europee di Avs, commentando la discesa in campo per la sfida di Bruxelles anche di Ilaria Salis. "Lei è un'attivista, la sua candidatura nasce dalla condivisione di un ideale, non da opportunismi o altro, visto quello che sta pagando per il suo impegno politico, perché si schiera a difesa del rispetto dei diritti umani ed è una antifascista''.

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