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Social, Udicon: influencer no, recensioni on line sì, ecco come italiani scelgono acquisti
Secondo l'indagine realizzata dall'Istituto Piepoli il 59% del campione consulta le recensioni on line prima degli acquisti e il 74% si fida poco o nulla degli influencer. Anche se il 44% dei giovani segue ancora le loro 'indicazioni'
Influencer no, recensioni on line sì. Gli italiani si fidano poco degli influencer ma si fanno condizionare nelle loro scelte d'acquisto dalle recensioni, soprattutto quelle negative. E' in sintesi quanto emerge 'Tableau de bord®. L’indice di fiducia dei consumatori, monitor sugli italiani', documento realizzato dall'Istituto Piepoli per Udicon, e che Adnkronos/Labitalia ha potuto visionare.
Dall'indagine, realizzata tra il 5 e il 7 febbraio 2024 attraverso 500 interviste con metodologia Cati/Cawi ad un campione rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, prima di scegliere un prodotto/servizio da acquistare (ad esempio hotel, ristoranti, medico, ecc.), infatti emerge che il 59% del campione consulta le recensioni on line (25% sempre, il 34% a volte). E per il 73% di essi le recensioni influenzano molto o abbastanza la scelta dei prodotti o servizi da acquistare. E il 93% ammette di scegliere di acquistare solo il prodotto o servizio con recensioni positive molto alte.
Ma se il legame degli italiani con le recensioni on line appare forte, non si può dire la stessa cosa, secondo l'indagine, di quello con gli influencer. Almeno al momento dell'indagine. Infatti solo il 23% del totale del campione si fida molto o abbastanza degli influencer, il 36% invece per nulla e il 38% poco. Va meglio nella fascia tra i 18 e i 34 anni del campione, con il 44% che dice di fidarsi molto o abbastanza. Ma quanto i consigli degli influencer influenzano le scelte di acquisto? Per il 44% del campione per nulla e per il 35% poco. A distinguersi ancora la fascia 18-34 anni con il 44% che dice di farsi influenzare molto o abbastanza.
E per Martina Donini, presidente di Udicon, "le recensioni sono fonte di informazione nella vita quotidiana dei consumatori italiani. Viviamo nell'era della reputation economy dove le recensioni online sono diventate uno specchio delle esperienze dei consumatori. La gestione oculata di queste recensioni diventa cruciale per garantire un ambiente online affidabile e trasparente per gli acquirenti. Non possiamo permettere che alcuni giudizi recensiti siano influenzati da pratiche fraudolente o condizionate da bot. È nostro dovere assicurare e garantire che i consumatori abbiano accesso a informazioni oneste e non manipolate per prendere decisioni consapevoli nel processo di acquisto", sottolinea con Adnkronos/Labitalia. Secondo Donini, "il rischio di commenti non verificati o falsi è sempre più alto e in questo contesto è necessario creare un sistema integrato tra le piattaforme per verificarne l’autenticità, proseguendo e rafforzando quella linea tracciata dalla recente Direttiva Omnnibus".
"Per fare questo -aggiunge- dobbiamo obbligare le piattaforme ad adottare misure sempre più trasparenti e stringenti: rendere pubblico il processo di autenticazione, dichiarare e provare l'utilizzo effettivo di un prodotto, assicurare l'integrità dell'intero processo di raccolta e pubblicazione delle recensioni sono solo alcuni passi fondamentali per garantire la fiducia del consumatore ed evitare possibili pratiche commerciali scorrette”, aggiunge.
Per quanto riguarda invece il rapporto degli italiani con gli influencer secondo Donini "è passata l’influencer per gli italiani. Viviamo un momento cruciale nel rapporto degli italiani con gli influencer. Le vicende degli ultimi mesi hanno eroso la fiducia del 74% degli italiani verso queste figure digitali. Il 79% dei consumatori non si lascia più influenzare quando acquista un prodotto, segnando un netto cambiamento di atteggiamento rispetto al passato. Tuttavia, preoccupa il dato che emerge tra i giovani: il 42% tra i 18 e i 34 anni si fa ancora condizionare. Questa tendenza solleva diversi interrogativi sulla reale affidabilità degli influencer nelle loro sponsorizzazioni", aggiunge ancora.
Secondo Donini, "la linea tra pubblicità e recensione imparziale è sempre più sfumata, alimentando dubbi sulla loro conoscenza effettiva riguardo ai prodotti che promuovono. È difficile distinguere se si tratta di una valutazione obiettiva o di mera pubblicità. Emergono inoltre preoccupazioni riguardo a promozioni fittizie, prodotti non testati o falsi, sollevando ulteriori dubbi sulla reale efficacia di ciò che viene sponsorizzato". "Per questa ragione -aggiunge ancora- diventa fondamentale riflettere su come gli influencer possano agire in modo trasparente, nel migliore interesse dei consumatori. L'indagine evidenzia anche la necessità di un approccio più etico e trasparente nel settore: chiediamo standard più rigorosi, collaborazioni con tutte le parti interessate, inclusi social media e agenzie pubblicitarie, e il coinvolgimento delle autorità di regolamentazione".
"Vorremmo vedere -spiega- un controllo di qualità più stringente sulle promozioni, garantendo che gli influencer siano responsabili della veridicità delle informazioni che diffondono. Proponiamo un meccanismo di feedback e segnalazioni, un canale diretto attraverso il quale i consumatori possano segnalare pratiche scorrette. Questo ci consentirà di raccogliere dati preziosi e agire in modo tempestivo. Il nostro impegno è chiaro: difendere i diritti dei consumatori nell'era digitale, promuovere pratiche etiche e trasparenti, e collaborare con tutte le parti interessate per garantire un ambiente più sicuro e affidabile per i consumatori italiani”, conclude.
Lavoro
Inps: al via presidenza Fava, insediato nuovo Cda
Sarà affiancato da un cda composto da quattro membri: Micaela Gelera, Marialuisa Gnecchi, Antonio Di Matteo, Fabio Vitale
Al via il nuovo corso all'Inps con l'insediamento del presidente Gabriele Fava e il nuovo Consiglio d’amministrazione. Più grande ente previdenziale d’Europa, l'Inps eroga oltre 400 servizi a una platea di 42 milioni di utenti, attraverso una rete capillare di 671 sedi e sportelli in tutto il territorio nazionale. Fava, nominato dal Cdm, su proposta del ministro del Lavoro Elvira Calderone sarà affiancato da un cda composto da quattro membri: Micaela Gelera, già commissario straordinario dell’Inps; Marialuisa Gnecchi, ex vicepresidente dell’Inps; Antonio Di Matteo, membro nel Cnel e membro del Cda di Enpals e Fabio Vitale, direttore presso il Mise e attualmente all’Agea.
“L’obiettivo principale del nuovo corso dell’Inps - afferma Fava - sarà quello di supportare la trasformazione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, cioè da sistema di gestione pubblica delle risorse contributive e socio-assistenziali, a sistema capace quindi di generare valore per la persona, affinché sia consapevole delle prospettive aperte lungo l’arco della sua vita attiva, dei diritti e delle prerogative che l’Istituto garantisce". "Avvieremo da subito - aggiunge - una grande campagna di ascolto con tutti gli stakeholder, interni ed esterni, con l’impegno di consolidare e migliorare il rapporto già esistente con le Pubbliche amministrazioni, le parti sociali, le imprese e tutti i soggetti pubblici e privati che a diverso titolo interagiscono con l’Istituto nell’interesse dei beneficiari delle prestazioni previdenziali e di welfare".
In occasione dell’insediamento, Calderone, che si trova in missione a Washington ha inviato un messaggio con auguri di buon inizio della consiliatura, confermando la sua presenza il prossimo 23 aprile, al primo Cda dell’Istituto. Il Ministro, ringraziando per il “qualificato e indispensabile apporto del Commissario Straordinario e del Direttore generale”, ha rivolto un augurio a tutte le risorse dell’Istituto che hanno permesso l’attuazione delle recenti riforme, anche sacrificando giornate festive o di ferie. “Dalla buona gestione dell'Inps dipendono i destini di decine di milioni di nostri concittadini e non solo ed è quindi indispensabile lavorare per il miglioramento costante dei servizi erogati”.
Lavoro
Giovanni Paolino confermato alla guida di Avedisco
L'associazione vendite dirette servizio consumatori
Avedisco, associazione vendite dirette servizio consumatori, conferma Giovanni Paolino nel ruolo di presidente per il quinto mandato consecutivo. Nell’Assemblea di oggi, i delegati delle aziende associate hanno rinnovato per acclamazione la loro fiducia nell’attuale presidente, applaudendo le scelte strategiche adottate negli ultimi anni.
Al fianco di Giovanni Paolino, amministratore dell’Azienda Associata Eismann Srl, ci sarà come vice presidente Luigi Pesle, vice presidente del consiglio di amministrazione e co-fondatore dell’associata Evergreen Life Products Srl, come segretario generale Giuliano Sciortino e Alessandro Ghidini come tesoriere.
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Peste suina, Cia: “Flop piano contenimento cinghiali...
Angela Garofalo: "Responsabile nazionale zootecnia: nonostante prodotti sani e nessun pericolo per consumatori"
"Il piano di contenimento dei cinghiali per contrastare la peste suina va a rilento. La burocrazia è lenta mentre i cinghiali vanno veloci e il virus continua a diffondersi. Noi abbiamo sollecitato la struttura governativa e quella commissariale, si era parlato dell'intervento dell'esercito ma ancora non si è visto nessuno. E le carcasse di cinghiali positive al virus ritrovate nella zona della provincia di Parma sono salite a 48. E' bene ricordare che il virus non è entrato negli allevamenti di suini e che comunque non ci sono problemi per la salubrità dei prosciutti e dei consumatori, ma si tratta di un problema soprattuto economico per gli allevatori: il virus si propaga velocemente sui suini e causa la morte dell'animale". Così, con Adnkronos/Labitalia, Angela Garofalo, responsabile nazionale zootecnia di Cia-Agricoltori italiani, con Adnkronos/Labitalia, sull'allarme peste suina sempre più presente nei cinghiali nella zona del Parmense e che ha portato alla decisione da parte della Ue di stabilire che Langhirano, la patria del Prosciutto di Parma, rientra nella zona di restrizione II e quindi sarà soggetta a stretta sorveglianza.
Secondo Garofalo sono gravi "le difficoltà che stanno affrontando gli allevatori nel vendere i loro animali nonostante il prodotto sia oggi ancora più sicuro rispetto ad altri territori, visti i controlli stringenti. Purtroppo però diversi Paesi extra Ue hanno bloccato l'export e quindi trasformatori e industriali hanno difficoltà ad acquistare gli animali dagli allevatori", spiega ancora.
Un danno pesantissimo per il nostro export extra Ue, sottolinea Garofalo, considerando anche che "il settore vale 10 miliardi di fatturato e dopo un eventuale blocco dell’export da parte di un Paese terzo -spiega ancora- sono necessari due anni dal ritrovamento dell’ultima carcassa positiva alla Psa per poi completare l’iter di riqualificazione che richiede altrettanto tempo, per questo c’è grossa preoccupazione su eventuali ulteriori blocchi da paesi extra Ue", spiega ancora.
E Garofalo lamenta quindi che gli allevatori sono praticamente lasciati soli a fronteggiare questa emergenza: "Gli allevatori sono sempre più preoccupati perchè sempre più cinghiali vengono trovati morti intorno agli allevamenti, con tutto ciò che questo comporta. C'è infatti da sottolineare che tutte le misure di bio sicurezza previste negli allevamenti per evitare l'ingresso della peste suina necessitano di interventi strutturali che sono tutti a carico degli allevatori, eccetto delle risorse messe in campo dalle Regioni con dei bandi", conclude.