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Centrodestra diviso anche su vaccino bimbi, Salvini-Meloni vs Tajani

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Il centrodestra va in ordine sparso anche su come gestire l’emergenza Covid. Lega e Fdi da una parte e Fi dall’altra, si ritrovano divisi, infatti, sul vaccino per i bambini. Ieri è stata Giorgia Meloni a rivelare che non vaccinerà sua figlia di 5 anni ”perché il vaccino non è una religione, ma una medicina, quindi valuto il rapporto rischi-beneficio”. Dopo la leader di Fratelli d’Italia anche Matteo Salvini dice ‘no’ alle somministrazioni anti Covid per i minori. Intervistato da ‘Radio Capital’, il numero uno di via Bellerio, forse per non farsi scavalcare a destra dall’alleata, taglia corto così sull’argomento: “Mia figlia non è vaccinata, sono scelte che riguardano mamme, papà e pediatri, non sono oggetto di dibattito politico”.

Qualche ora dopo si fa sentire il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, che dice l’opposto certificando la spaccatura interna alla coalizione su questa materia delicata: “I miei figli sono più grandi” di quelli di Salvini e Meloni “e sono vaccinati tutti e due. Ognuno è libero di scegliere ciò che vuole per i propri figli. Io mi sono vaccinato e i miei figli anche. Se avessi un figlio in età minore, lo farei vaccinare, anche se fosse piccolo”, assicura il presidente della commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, incontrando in serata la stampa a Bruxelles.

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Covid e scuola, “test ai bimbi con sintomi e se positivi restino a casa”

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Le raccomandazioni della Società italiana di pediatria su come gestire il virus: "Mascherine su bus e luoghi affollati, non bullizzare chi le indossa"

Studenti - Fotogramma

Tampone in caso di sintomi respiratori, anche moderati e senza febbre. Mascherine sui bus e in altri luoghi affollati, ma anche in classe se serve, senza timore di essere bullizzati. Arieggiare adeguatamente le aule e non andare a scuola se si è positivi a Covid-19. Queste le raccomandazioni messe a punto dal Tavolo tecnico vaccinazioni e malattie infettive della Società italiana di pediatria (Sip), in attesa di ulteriori indicazioni da parte del ministero della Salute. Con l’inizio delle lezioni sono aumentati i timori per la diffusione del Covid-19 – riconoscono i pediatri – sebbene l’aumento dei casi rilevato dal ministero della Salute non sia associato a quadri clinici gravi.

1. In caso di sintomi respiratori anche moderati, con o senza febbre, eseguire il tampone per la ricerca di Sars-CoV-2 e, se il risultato è positivo, non andare a scuola fino a che persiste la sintomatologia e comunque per almeno cinque giorni. 2. Arieggiare adeguatamente le aule scolastiche prima dell’inizio delle lezioni del mattino e del pomeriggio, dopo ogni lezione e durante le pause lunghe. Per arieggiare creando corrente, aprire completamente tutte le finestre, la porta dell’aula e anche le finestre del corridoio. Al di fuori delle stagioni di riscaldamento, le finestre possono rimanere aperte a lungo. 3. Non stigmatizzare gli alunni che decidono di indossare le mascherine durante la frequenza della scuola, specie se hanno sintomi respiratori.

4. Avere a disposizione una mascherina chirurgica da indossare sui mezzi di trasporto o in altri luoghi quando affollati. 5. Lavarsi le mani con sapone e acqua corrente (per 40-60 secondi) o con gel disinfettante (per 20-30 secondi), prima di toccarsi occhi/naso/bocca e di mangiare; prima e dopo aver usato i servizi igienici; dopo aver frequentato luoghi pubblici (es. bus, stazioni, palestre) e, in generale, appena si rientra in casa. 6. Valutare attentamente con il proprio pediatra l’opportunità della vaccinazione antinfluenzale e di quella anti-Sars-CoV-2 per i propri figli (specie per coloro che ancora non si sono vaccinati) per aumentare la protezione sia propria sia dei propri contatti familiari e scolastici.

“Ci aspettavamo un aumento dei casi, dal momento che con la ripresa della scuola aumenta anche la socializzazione dei ragazzi. Senza allarmismi, facciamo tesoro delle indicazioni di igiene che abbiamo imparato a conoscere negli anni scorsi – sottolinea Annamaria Staiano, presidente della Sip – Chi è sintomatico dovrebbe restare a casa, come avviene per le altre malattie infettive. Restiamo comunque in attesa di indicazioni più precise da parte del Tavolo interministeriale”.

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Covid Italia, positivo anche il sindaco di Roma Gualtieri. Ma lui rassicura: “Sto bene”

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L'annuncio in videocollegamento con il Campidoglio

L’impennata di contagi Covid 19 che sta interessando l’Italia non ha risparmiato neanche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Il primo cittadino, che oggi avrebbe dovuto presenziare alla conferenza stampa sull’ex Fiera di Roma in Campidoglio, ha partecipato in videocollegamento annunciando la sua positività al virus.

“Purtroppo ho appena appreso di aver contratto il Covid e non posso essere lì con voi in presenza”, ha esordito Gualtieri che ha poi rassicurato: “Sto bene ma per il momento dovrò rimanere a casa”.

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Non solo influenza, la carica dei 262 ‘virus cugini’: chi sono e come gestirli

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Quest'anno in Italia sono attesi 10 milioni di casi. Come riconoscerli? Che farmaci prendere? Bisogna fare il tampone Covid? E la mascherina? La guida del virologo Fabrizio Pregliasco

Un termometro per una persona colpita da influenza (Fotogramma)

Starnuti, naso chiuso e fazzoletto sempre in mano. Un po’ di mal di gola, magari poche linee di febbre, qualche disturbo a stomaco e intestino. Troppo poco per dire “ho l’influenza”, non abbastanza per dire “ho il Covid” perché il test è negativo. Che cos’è? O meglio, cosa sono? Tanti anni fa il virologo Fabrizio Pregliasco li ha battezzati “virus ‘cugini'”, parenti più o meno stretti dell’influenza vera e propria, in agguato soprattutto nelle stagioni di mezzo come questa. “Fra tipi e sottotipi ne contiamo ben 262”, spiega l’esperto che affida all’Adnkronos Salute un identikit di queste forme simil-influenzali e una guida per gestirle in sicurezza.

La carica dei virus cugini causerà quest’anno in Italia “circa 10 milioni di casi, che si affiancheranno a 5-6 milioni di casi di vera influenza”, prevede Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’università Statale e direttore sanitario dell’Irccs ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. “Una stima che si basa su dati storici – precisa – sull’andamento delle precedenti stagioni”.

CHI SONO I VIRUS CUGINI?, nemici invisibili diversi sia dall’influenza sia dal Covid? “Escludendo Sars-CoV-2 – illustra Pregliasco – a creare problemi respiratori ci sono 263 virus che possono essere messi su una scala in crescendo. Sul gradino più alto, il 263esimo, c’è l’influenza vera e propria”; le altre 262 posizioni sono dunque occupate da virus ‘parenti’. “Sul gradino più basso di questa scala immaginaria – chiarisce lo specialista – troviamo i rhinovirus, i virus del semplice raffreddore. Mentre all’estremo opposto, subito sotto all’influenza, ci sono il virus respiratorio sinciziale dell’adulto e i metapneumovirus che con l’influenza rappresentano i più pesanti dal punto di vista clinico”. Sui gradini intermedi ‘siedono’ “tutti gli altri virus cugini: adenovirus, coronavirus non Covid, virus parainfluenzali, enterovirus”, solo per elencare i principali.

COME SI RICONOSCONO? “Si tratta di virus che danno problematiche molto variabili”, sottolinea Pregliasco. Fra le più comuni “un po’ di raffreddore e di mal di gola, magari anche febbre lieve, a volte qualche disturbo gastrointestinale. Insomma sintomi più sfumati e che durano meno dei classici 5 giorni” di ‘passione’ tipici dell’influenza Doc, “un mischione che spinge molti a dire ‘ho avuto l’influenza’ anche se influenza non era”. Per chiamarla tale, ricorda l’esperto, “come sappiamo bisogna avere un rialzo brusco della temperatura, con febbre oltre i 38 gradi, almeno un sintomo generale (dolori muscolari-articolari) e almeno un sintomo respiratorio”.

COME SI CURANO? “La maggior parte dei virus cugini si tratta con un’automedicazione responsabile, che vuol dire utilizzo di farmaci sintomatici che devono attenuare i disturbi senza però senza azzerarli: questo è un principio chiave dell’automedicazione responsabile”, puntualizza Pregliasco. “Per non fare il gioco del virus dobbiamo alleviare i sintomi senza cancellarli del tutto”, in modo da monitorare l’andamento della malattia e permettere all’organismo di reagire. I ‘pilastri’ di questo approccio sono diversi e numerosi. “Parliamo di principi attivi che vanno dall’antifebbrile al decongestionante nasale, da soli o formulati in mix, ad altri antinfiammatori o farmaci mirati ai sintomi specifici, da assumere – raccomanda il virologo – facendosi consigliare dal medico”.

TAMPONE SÌ O TAMPONE NO? Nella vita di tutti i giorni e fuori dall’ambiente ospedaliero, il dubbio sorge spontaneo e legittimo in quest’era post-pandemia, caratterizzata da una co-circolazione di virus cugini, influenza e Sars-CoV-2. “Per il paziente fragile e per l’anziano – è l’indicazione generale di Pregliasco – il tampone Covid-19 diventa un elemento determinante per poter effettuare una diagnosi differenziale e capire subito se avviare o meno il trattamento con i farmaci antivirali anti-Covid”. Se invece una persona è di base in salute, “il tampone è meglio farlo se deve incontrare anziani e fragili oppure assisterli, quindi se si tratta di caregiver o personale sanitario, per definizione in contatto con queste categorie a rischio”.

LA MASCHERINA VA USATA? SI PUÒ USCIRE O MEGLIO RESTARE A CASA? “Usiamo la mascherina senza più quell’aspetto ideologico del passato”, ribadisce l’esperto. “La mascherina serve per proteggersi, ma soprattutto per proteggere gli altri se siamo sintomatici o se sappiamo di essere positivi al Covid, perché ricordiamoci che in questi casi siamo ‘untori'”. La mascherina torna importante tanto più considerando che, “se stai bene, per il medico diventa problematico prescrivere la malattia e perciò è presumibile che molti vadano al lavoro come si faceva anche in passato, prendendo un farmaco e via”. Per Pregliasco, “l’ideale sarebbe affidarsi al buonsenso. Se proprio si esce, mascherina chirurgica e no allo stigma. Non additiamo chi, per mille ragioni, preferisce usarla. Forse è una persona che sa di essere fragile, magari è un paziente oncologico. Chi vuole deve poter indossare la mascherina in serenità – ammonisce il virologo – senza essere guardato male, come purtroppo spesso accade in questa fase di minimizzazione”. (di Paola Olgiati)

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Covid Italia, Vaia: “Nuovi casi rallentano, impatto su ospedali irrilevante. No a misure straordinarie”

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"Continuiamo la nostra attività costante di monitoraggio e sorveglianza, mettendo in campo tutto ciò che è doveroso fare per la tutela degli italiani

“Come ampiamente previsto assistiamo ad un ulteriore rallentamento dei nuovi casi” di Covid in Italia “e rimane assolutamente irrilevante l’impatto sugli ospedali. Non si evince, in questa fase, alcuna necessità di misure straordinarie, che ormai sono alle nostre spalle, mentre continuiamo la nostra attività costante di monitoraggio e sorveglianza, mettendo in campo tutto ciò che è doveroso fare per la tutela degli italiani”. Così il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, commentando il bollettino settimanale.

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Covid Italia, oggi bollettino della settimana: 38.775 contagi e 129 morti

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E' quanto emerge dal bollettino diffuso nell'ambito delle attività di monitoraggio Covid-19 di ministero della Salute e Iss. Stabile il tasso di positività

Contagi e morti Covid ancora in aumento in Italia. Nella settimana dal 21 al 27 settembre, secondo i dati diffusi oggi, si sono registrati 38.775 nuovi casi, +7,4% rispetto alla settimana precedente (36.102 casi), e 129 decessi, +10,3% rispetto alla scorsa rilevazione (117 morti). E’ quanto emerge dal bollettino settimanale diffuso nell’ambito delle attività di monitoraggio Covid-19 di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità.

E’ stabile il tasso di positività. Nella settimana dal 21 al 27 settembre è pari al 15,4%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente (15,5%). In aumento i tamponi effettuati, 251.160, +7,9% rispetto alla scorsa rilevazione (232.664).

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Festival Nazionale dell’Economia Civile, a Palazzo Vecchio tavole rotonde su energia e territori

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Festival Nazionale dell’Economia Civile, a Palazzo Vecchio tavole rotonde su energia e territori


Firenze, 29/09/2023 – PNRR, Europa, territori ed energia. Questi, tra gli altri, i temi che si sono trattati nella seconda giornata del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in corso a Palazzo Vecchio a Firenze.

Nel panel “Oltre il PNRR. Quale ruolo dell’Europa” ci si è chiesti come l’UE possa rispondere alle vulnerabilità interne ai Paesi membri ed esterne, che derivano da cambiamenti climatici sempre più violenti e repentini.

Per Augusto dell’Erba (Presidente Federcasse – BCC) «l’attenzione al territorio è l’aspetto naturale, sgorga spontaneamente. Dico questo non solo per una precisazione di ordine sistematico, ma per dire che questo ruolo è già apparso in modo molto significativo durante la fase del Covid: le banche che hanno fatto di più nel mettere a terra le misure varate dal Governo, sono state le nostre banche. Quantitativamente noi siamo stati il settore bancario più attento, quindi significa che abbiamo svolto un ruolo di tipo economico-finanziario, ma io direi, non secondariamente, anche un ruolo di calmiere sociale.

I governi possono varare certe misure, anche generose, come quelle approvate durante il Covid, ma se poi non c’è qualcuno che le fa scorrere fino alla destinazione periferica, l’effetto non si produce e la protesta sociale sale.

Il PNRR, che è cosa importantissima, sarà efficace in quanto seguirà anche i disegni e le visioni del Governo. A noi piace sempre parlare non tanto di crescita, ma di sviluppo: una cosa è la crescita, un’altra è lo sviluppo. Queste misure, sono sviluppo».

Isabella Conti (Sindaco di San Lazzaro di Savena) ha sottolineato come bisogna «pensare oltre i limiti, andare anche oltre il PNRR e guardare all’Europa come una grande opportunità: sarà così se riescono a stabilire regole comuni sui pilastri fondativi dell’Europa e cioè scuola, sanità e previdenza. Questo sia per gli effetti della pandemia sia per le sfide epocali che si sono aperte negli ultimi mesi. Il PNRR, per come è stato modulato dal Governo Draghi, ha consentito ai Comuni di stabilire cosa potevano immaginare per i loro territori: messa in sicurezza del territorio, inclusione sociale, abbattimento delle diseguaglianze e costruzione di nuovi sistemi di welfare.

Moltissime amministrazioni locali, specialmente le più piccole, non hanno le professionalità necessarie: servono centri di progettazione comuni con 20-30 professionisti che preparino i progetti per le singole amministrazioni, altrimenti perderemo tantissime risorse europee, non solo quelle del PNRR».

Raffaele Spallone (dirigente divisione digitalizzazione delle imprese e analisi dei settori produttivi del Mimit) ha detto: «Con il PNRR ci sono dei problemi, perché è stato scritto nel 2020 e quindi nel pieno della fase pandemica. Il fatto che la maggior parte delle risorse sia destinato ai Comuni, che non hanno sufficienti risorse umane al loro interno, è un elemento critico, così come scrivere un piano senza poterne rimodulare gli obiettivi. Ci siano delle criticità e questo è un problema, perché il PNRR contiene degli elementi cruciali per la transizione ecologica e la transizione digitale, sulla quale vogliamo intervenire con il piano Transizione 5.0: è uno strumento fiscale che spinge l’acquisto delle tecnologie digitali che abbiano un impatto green. Secondo noi è uno strumento importante per la doppia transizione, adesso vediamo cosa ne pensa l’Europa. Al di là del PNRR, in Europa si sta giocando una partita molto importante e la mancanza di strumenti comuni può aumentare le diseguaglianze fra Stati membri. La sfida europea è quella di conciliare il rilancio della competitività con la riduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche».

Nel panel “Il futuro dell’energia nella transizione ed oltre la guerra”, invece, si è parlato del momento geopolitico in relazione a inflazione, instabilità e incertezza.

Mario Antonio Scino (capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) ha detto: «Il piano nazionale per l’energia e il clima varato dal Governo, consacra il connubio fra visione economica, sociale, umana e culturale. È uno strumento che indica le traiettorie su cui si muoverà l’azione del Governo ed è aperto al contributo della società civile perché dovremo presentarlo all’Europa nel giugno del 2024».

Per Maurizio Gardini (Presidente Confcooperative) «le grandi transizioni, se non opportunamente guidate, hanno sempre lasciato in eredità il peggio. Non possiamo quindi lasciarle nelle mani del mercato che è spesso guidato da soggetti speculativi, dei quali non conosciamo la faccia. Le comunità energetiche sono lo strumento principale per garantire non solo un beneficio economico, ma anche il controllo della produzione di energia, invece che affidarla ai grandi fondi internazionali che sono fortemente interessati ad investire sul nostro territorio. Un altro grande tema è quello dell’inflazione: oggi assistiamo a un connubio tra inflazione e speculazione che non tutela i deboli, ma aiuta gli speculatori a trarre ancora maggiore profitto. Per dare una risposta, con grande sofferenza e spirito di solidarietà, noi abbiamo aderito al patto anti-inflazione, facendoci carico dell’aumento dei costi del denaro e dell’energia».

In conclusione Stefano Zamagni (Presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali) ha dichiarato: «La crescita non è un attributo umano, ma lo sviluppo sì. Questo, infatti, ha come primo obiettivo l’aumento del grado di libertà delle persone. Oggi tutta l’impostazione teorica mainstream è basata su questo errato scambio tra crescita e sviluppo. Lo sviluppo umano può essere solo integrale e questo richiede la contestuale presenza di tre dimensioni: la crescita, la dimensione relazionale e la dimensione spirituale. L’assenza delle ultime due è la grande colpa dell’oggi. La sostenibilità ha una natura tridimensionale: ambientale, sociale, economica. La grande sfida è trovare il modo di tenerle in armonia e, ad oggi, non esiste nessun modello a livello internazionale che dia una risposta».

Ufficio Stampa Festival Nazionale dell’Economia Civile

ufficiostampa@festivalnazionaleeconomiacivile.it

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Taxi a Roma, Nancy Brilli si sfoga: “Introvabili, è assurdo”

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L'attrice all'Adnkronos: "Più di quaranta minuti di attesa, situazione disastrosa"

“E’ una situazione assurda e incomprensibile. Recentemente sono stata ad aspettare un taxi oltre quaranta minuti, perché non avevo altro modo di andare in centro, spesso non rispondono nemmeno. Ma che è successo?”. E’ lo sfogo che l’attrice Nancy Brilli affida all’Adnkronos, lamentando la difficoltà nel trovare un taxi a Roma. Dopo aver postato nelle sue stories di Instagram una foto ironica in cui ‘attende un taxi’ in pantofole dopo essersi tolta i tacchi, a testimonianza della lunga attesa, la Brilli spiega al telefono: “Dopo il Covid avevo scelto di non prendere più la macchina e di andare solo in taxi. Pare che non sia più possibile. Avevo l’abbonamento a radiotaxi, mi piaceva anche molto, facevano un servizio utile, aspettavano anche che tu entrassi in casa…poi che è successo? Dove sono finiti i taxi di Roma?”.

L’attrice si aggiunge alla lunga lista di vip che vivono a Roma e si trovano ad affrontare difficoltà nello spostarsi in taxi per la Capitale. Da Parietti a Montesano, da Luca Argentero a Max Giusti, dallo chef Antonello Colonna fino allo stilista Guillermo Mariotto, nelle ultime settimane molti personaggi noti si sono lamentati delle carenze del servizio in città. “Mi è capitato che non rispondessero, che si rifiutassero di portarmi nel luogo richiesto -aggiunge ancora Nancy Brilli- o che, quando gli ho chiesto di portarmi a Piazza di Spagna, mi chiedessero: Piazza di Spagna dove? Vicino a cosa? Insomma, è una situazione disastrosa”, conclude l’attrice.

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Vaccino antinfluenzale e anticovid regione Lombardia, al via 1 ottobre

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Una giornata dedicata a persone over 60, bambini dai 2 ai 6 anni, donne in gravidanza, operatori sanitari, appartenenti alle Forze dell'ordine

Siringa per vaccino - (Afp)

In Lombardia domenica primo ottobre, in 80 centri, parte la nuova campagna per la vaccinazione antinfluenzale con una giornata dedicata a persone over 60, bambini dai 2 ai 6 anni, donne in gravidanza, operatori sanitari, appartenenti alle Forze dell’ordine, Polizia locale, Vigili del fuoco, insegnanti e personale scolastico. Lo sottolinea una nota della Regione.

Durante la somministrazione dell’antinfluenzale, potrà essere co-somministrato il nuovo vaccino anti-Covid aggiornato XBB 1.5. Alcune Asst hanno inoltre avviato specifiche iniziative sul territorio come l’offerta in co-somministrazione della vaccinazione anti-pneumococco e anti-herpes zoster per i soggetti in target. Per vaccinarsi in occasione della Giornata dedicata è necessario prenotarsi (prenotazione aperte fino a domenica sul portale vaccinazioneantinfluenzale.regione.lombardia.it).

Dal 2 ottobre potranno poi vaccinarsi sanitari, pazienti di Ospedali e ospiti di Rsa e dal 16 ottobre tutti gli appartenenti alle categorie per cui la vaccinazione è raccomandata (prenotazioni dal 9 ottobre sulle piattaforme vaccinazioneantinfluenzale.regione.lombardia.it e prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it).

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Covid Italia oggi, ultime notizie: bollettino

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"In Italia crescita incidenza bassa e impatto su ospedali limitato"

Tamponi covid - (Afp)

In Italia la crescita dell’incidenza del covid è bassa e l’impatto sugli ospedali è limitato. “Si assiste ad un ulteriore rallentamento nella crescita dell’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da SARS-CoV-2 in Italia che, complessivamente, si mantiene bassa. L’impatto sugli ospedali resta limitato”, fanno sapere gli esperti della Cabina di regia Iss-ministero della Salute nel commento che accompagna l’ultimo monitoraggio Covid settimanale che l’Adnkronos Salute ha potuto visionare.

“I ricombinanti Omicron XBB, con predominanza di EG.5, rappresentano la quasi totalità dei ceppi virali circolanti, in accordo con quanto osservato in altri Paesi. La situazione epidemiologica è in linea con il quadro europeo”, concludono.

Situazione Covid negli ospedali italiani sotto controllo. “Al 27 settembre il tasso di occupazione in area medica è pari al 4,4% (2.734 ricoverati), basso anche se in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (4,1% al 20 settembre). Resta sostanzialmente stabile l’occupazione in terapia intensiva, pari a 0,9% (82 ricoverati) rispetto all’1,0% al 20 settembre”. “I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età over 90; il tasso di ricovero in terapia intensiva è sostanzialmente stabile a partire dalla fascia d’età 50-59 anni”, conclude il report.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 19 settembre “è pari a 0,9 (0,85 – 0,95), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto la soglia epidemica (Rt=1,08 al 12 settembre”. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute che l’Adnkronos Salute ha avuto modo di visionare.

Mentre “l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 21-27 settembre è pari a 66 casi per 100.000 abitanti, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente ( 61 casi per 100.000 abitanti)”.

“L’incidenza settimanale è in lieve aumento nella maggior parte delle Regioni e province autonome con valori non superiori a 100 casi per 100mila abitanti. L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Campania (95 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (18 casi per 100mila abitanti)”, si legge nel documento.

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International Podcast Day. Come partecipare e quali iniziative seguire

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L’edizione 2023 della Giornata Internazionale del Podcasting celebra un formato in crescita per ascoltatori e per efficacia come strumento di comunicazione commerciale

International Podcast Day, in Italia un 'esercito' di 12 milioni di appassionati

Auricolari, smartphone d’ordinanza e occhi socchiusi: si presentano più o meno così i fruitori di podcast, un esercito in crescita costante che in Italia conta già quasi 12 milioni di appassionati. I podcast festeggiano ogni anno la loro giornata internazionale e il 30 settembre su tutto il pianeta si celebra l’International Podcast Day, proclamato nel 2014 e arrivato oggi alla sua edizione 2023.

Il podcasting, termine coniato nel 2004 negli Stati Uniti dal vj di MTV Adam Curry, si diffuse a macchia d’olio nel circuito mainstreaming nel 2014, per esplodere poi nel 2020 a livello globale durante la pandemia Covid, quando informazione e intrattenimento divennero una necessità da soddisfare tra isolamenti e quarantene.

Ma qual è la definizione corretta di podcast? Si tratta di un contenuto audio reso disponibile via internet, ascoltabile in streaming o tramite apposito software o app, che può essere archiviato e ascoltato anche in modalità offline.

In Italia il podcast si è diffuso inizialmente tra i giovani ma oggi è un fenomeno che conquista anche le fasce di età più adulte e anche per questo ha attirato l’attenzione dei grandi editori e delle aziende, cui offre opportunità comunicative uniche ed efficaci.

Il rapporto Digital Audio Survey 2023, appena presentato da Ipsos Italia, riferisce che i podcast raggiungono, con almeno un ascolto al mese, il 39% degli italiani di età compresa tra i 16 e i 60 anni, ovvero 11,9 milioni di utenti. Un’audience che sfiora il milione di persone in più rispetto allo scorso anno. Ad appassionare sono in particolare generi come il true crime, l’intrattenimento, la storia, le news e l’attualità.

Nel 2022 Adnkronos ha iniziato a realizzare e distribuire contenuti podcast, in particolare con due serie originali di approfondimento: “Notizie dall’Ucraina”, daily dedicato alla guerra in corso, e “Le Storie, La Storia”, settimanale dedicato agli eventi e alle icone che fanno la storia del nostro tempo. È in produzione anche una nuova serie originale, dedicata ai 60 anni di storia dell’agenzia Adnkronos, che sarà online nelle prossime settimane.

Le iniziative per celebrare la giornata internazionale del podcast non mancano. In questi giorni, fino al 30 settembre, online e a Milano, è in corso il Festival del Podcasting 2023, il principale evento di settore in Italia, organizzato da Assipod – Associazione Italiana Podcasting e dedicato al mercato del podcast e del più ampio mondo del digital audio. Un’occasione di incontro tra piattaforme, marchi, editori, podcaster e appassionati, per ispirarsi, collaborare e contaminarsi.

L’International Podcast Day rappresenta un’occasione per entrare in contatto con altri podcaster di tutto il mondo, con ascoltatori e appassionati di podcast e con l’industria del podcasting. Per offrire il proprio contributo alla Giornata Internazionale del Podcast basta spargere la voce tra amici e conoscenti o parlarne sui propri podcast e sui feed dei social, utilizzando l’hashtag #InternationalPodcastDay. Sul sito ufficiale dell’iniziativa www.internationalpodcastday.com sono elencate numerose attività per partecipare all’evento e materiale audio, video e grafico per promuoverlo sui propri siti, podcast o pagine social.

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