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Economia

Di Blasio (AdspMas): “Crisi del Mar Rosso ha creato...

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Di Blasio (AdspMas): “Crisi del Mar Rosso ha creato ritardi e aumento costi ma non calo transiti”

Il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale intervistato da Adnkronos ha toccato numerose criticità del comparto portuale

Di Blasio (AdspMas):

"La crisi del mar Rosso è uno dei grandi shock che hanno interessato il sistema portuale in generale e quello veneto in particolare". Ad affermarlo in un'intervista all'Adnkronos è il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio facendo il punto sulle ricadute della crisi del Mar Rosso. Una crisi, quella legata agli attacchi degli Houthi, che arriva dopo che nel marzo del 2021 la nave portacontainer 'Ever Given' ha bloccato il passaggio marittimo nel Canale di Suez. Per Venezia, la crisi del Mar Rosso, spiega Di Blasio, "ha avuto un impatto importante in termini di ritardi. Le navi, soprattutto quelle porta contenitori, che non hanno avuto la possibilità di transitare attraverso il Canale di Suez, hanno avuto un ritardo in media di 14 giorni rispetto al transito normale. Questo non ha comportato per Venezia una diminuzione quanto un rallentamento. Il calo è stato importante, per i contenitori, è stato di circa il 35% a gennaio. La situazione è stata migliore a febbraio rispetto all'anno precedente. Non c'è stato un impatto così forte al momento sulle rinfuse". (VIDEO 1) (VIDEO 2) (VIDEO 3) (VIDEO 4)

I porti del bacino del Mediterraneo, spiega ancora il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, "sono a rischio nella misura in cui a livello economico c'è un impatto molto forte che peraltro si ripercuote sul consumatore finale. Stanno crescendo molto, sono circa quasi quadruplicati i noli, i noleggi dei container; ci sono i costi di assicurazione che sono cresciuti in modo esorbitante e questo comporta una possibile non convenienza a transitare ulteriormente nel mediterraneo per servire il mercato europeo. Il rischio è questo". Il Governo italiano, rileva Di Blasio, "sta facendo una grande squadra per potere accompagnare le nostre navi all'interno di Suez ma il tema della competitività è sicuramente quello che ci mette più in difficoltà".

Per Di Blasio con la crisi del Mar Rosso c'è il rischio che le compagnie di navigazione si affidino ai porti del Nord Europa per servire il mercato europeo: "Sì è un rischio", spiega il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. Ma, osserva, "c'è anche un rischio intermedio che vengano preferiti i porti all'ingresso, tipo Algeciras, Gibilterra. Quindi anche se non fosse un completo salto del bacino del mediterraneo potrebbero risentirne i nostri grandi porti del Mediterraneo come Gioia Tauro o Genova perché potrebbero fermarsi prima e quindi servire l'Italia con queste navi più piccole e con queste attività di feederaggio".

Dalla crisi del Mar Rosso al conflitto in Ucraina. Per quanto riguarda l'impatto bellico, sottolinea Di Blasio, "Venezia ha sofferto molto. Venezia è stata a lungo uno dei principali interlocutori con i porti dell'Ucraina. Il porto di Mariupol era il porto da cui principalmente importavamo materiale siderurgico. Devo dire che la ripresa c'è stata, tuttavia abbiamo fatto registrare alcuni cali ma non tanto e non solo per la difficoltà di approvvigionamento ma perché in parallelo c'è stato anche una contrazione della domanda".

In alcuni casi, rileva il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, "il rallentamento del mercato tedesco ha comportato un rallentamento soprattutto negli ultimi 5-6 mesi dell'approvvigionamento di materiale siderurgico". Per quanto riguarda l'Ucraina, aggiunge, "noi siamo in prima linea con il Governo perché insieme all'interporto di Verona e al porto di Trieste stiamo collaborando con il governo per un'importante azione che vada sia nell'ottica di essere un partner logistico, portuale, intermodale per la ricostruzione ma anche per il progetto della costruzione di un interporto anche ferroviario e quindi stiamo partecipando ai lavori che vengono coordinati da Rfi per una presenza significativa italiana al confine con l'Ucraina".

Ii porti di Venezia e di Chioggia hanno una posizione cruciale, essendo su uno degli assi delle reti trans-europee di trasporto. "Dal punto di vista della programmazione europea i porti di Venezia e di Chioggia sono collocati lungo il corridoio adriatico-baltico e lungo il corridoio mediterraneo, corridoio che nella recente bozza di revisione Ten-T ha avuto un significativo allungamento, a sud fino ad Ancona e Bari e fino a Est, verso l'Ucraina. Questo vuol dire che tutte le risorse a carattere comunitario che saranno programmate nei prossimi anni - sottolinea Di Blasio - saranno anche finalizzate a riorientare il nostro sforzo di riconnessione infrastrutturale con l'Ucraina e Venezia si trova sulla direttiva giusta. Ritengo che per quanto riguarda la programmazione siamo sicuramente uno dei porti che potranno dare il loro contributo maggiore tra i vari scali italiani".

L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale sta puntando su una maggiore efficienza grazie allo sviluppo dell'intermodalità. "A Venezia - rileva Di Blasio - abbiamo fatto una proposta, l'abbiamo fatto insieme alla vicepresidente della Regione del Veneto e assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti. Un anno e mezzo fa abbiamo siglato un patto per le infrastrutture del Veneto e siamo riusciti per la prima volta a mettere insieme i porti di Venezia di Chioggia, tutti gli interporti e tutti gli aeroporti. La finalità era proprio quella da un lato di essere presenti sui mercati nazionali e internazionali in occasione degli eventi fieristici come infrastrutture del Veneto e dall'altro di cooperare e di collaborare su una serie di priorità orizzontali che riguardano le grandi sfide che ogni hub logistico e portuale ha davanti a sé: parlo di energia, parlo di sostenibilità ambientale, di digitalizzazione e di protezione degli attacchi cyber".

Per quanto riguarda l'occupazione, spiega ancora il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, "il porto di Venezia ha e continua ad avere un ruolo che diventa particolarmente cruciale. In questa fase Venezia è al centro di tutto una serie di ripensamenti circa la possibilità e la capacità di offrire un'alternativa alla monocultura legata ai servizi turistici. Il porto, in questa nuova versione di porto molto orientato a introdurre la sostenibilità ambientale nella propria normale declinazione delle opere pubbliche è la vera alternativa perché nel nostro porto ci sono attività di carattere energetico e quindi la funzione del porto non è più quindi ormai da tempo quello di essere uno scambio di merci ma ci sono questi ulteriori livelli che fanno sì che il nostro hub portuale, energetico e anche industriale e logistico sia un luogo in cui poter fare della grande connessione con tutto il mondo della formazione. Abbiamo un Istituto tecnico superiore (Its), un centro di formazione logistica, e siamo sempre protesi a creare una forte connessione tra le opportunità che vengono dal territorio".

"Le competenze che servono oggi ai porti in generale ma noi in particolare non sono più soltanto competenze legate alla movimentazione delle merci ma - rileva Di Blasio - servono competenze di carattere ingegneristico, ambientale, digitale, meccanico e tutta la filiera che noi stiamo cercando di alimentare con delle collaborazioni con l'università e in particolare quelle presenti a Venezia: l'Università Ca' Foscari e Iuav. Sono quelle che abilitano la nostra maggior capacità di esser un'opportunità anche per chi vuole lavorare e rimanere in questo territorio".

I porti lagunari sono inseriti in un contesto urbano artistico e ambientale peculiare nel contesto nazionale ma restano anche centrali nello sviluppo del territorio sul piano economico. "Essere porto a Venezia e Chioggia - sottolinea Di Blasio - ha un livello di difficoltà in più in primis perché siamo collocati all'interno della laguna dal punto di vista ambientale, ci sono una serie di leggi che presiedono ulteriormente il nostro operato in modo rispettoso rispetto alla morfologia delle barene che sono al'interno della laguna e dall'altra c'è tutto l'aspetto dell'essere all'interno di un luogo che ha un patrimonio storico artistico architettonico inimmaginabile. Il lavoro che stiamo facendo oltre a tutta la parte legata alle crociere in seguito all'istituzione del commissario che io rappresento sono state spostate in aree lontane dai monumenti nazionali che sono le vie d'acqua che consentono l'accesso alla città di Venezia dal lato storico".

Ad esempio, aggiunge Di Blasio, "stiamo lavorando adesso per una maggior interconnessione tra il porto e la città. Abbiamo lanciato un progetto molto importante che si chiama Waterfront di Venezia e di Chioggia, uno studio di fattibilità tecnico economica che ridisegna le parti di confine tra il porto e la città soprattutto con l'ambizione di creare un mix di funzioni che sono più strettamente portuali ma sono anche legate alla possibilità di valorizzare le competenze, di creare spazi per i giovani, per le comunità locali, per migliorare l'accessibilità e quindi creare delle città portuali più vivibili".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Innovazione, Toia: “Europa verso sostenibilità...

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Parla la vicepresidente della Commissione Itre agli “Stati generali delle ingegnerie digitali”, organizzati a Milano dall’Ordine degli ingegneri

(Fotogramma)

"In questa fase di grandi cambiamenti l’Europa deve avere un grande coraggio e anche una grande concretezza nel trasformare il nostro sistema verso la sostenibilità ambientale, con tutto il supporto che il mondo digitale e le sue potenzialità. E c’è un'ulteriore sfida: la trasformazione eve essere inclusiva cioè deve consentire a tutti di partecipare". Sono le parole di Patrizia Toia, vicepresidente della Commissione Itre per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento Europeo, intervistata a margine della seconda giornata degli “Stati generali delle ingegnerie digitali”, organizzati a Milano dall’Ordine degli ingegneri.

L’europarlamentare indica la strada intrapresa dall’Europa per abbracciare il cambiamento: “L'Europa ha disegnato una strategia, dal Green Deal in poi, e la sta accompagnando con le risorse necessarie. L'Europa, se unita, può trovare la capacità di avere risorse ulteriori e necessarie. Il mondo cambia in continuazione - sottolinea - e la scienza che diventa poi scoperta tecnologica, applicazione tecnologica, ci dà moltissime potenzialità e possibilità per accelerare i processi produttivi, per renderli più puliti e per trovare soluzioni anche per la salute delle persone. C'è una grande trasformazione in corso e la scienza e la ricerca sono essenziali per tenere il passo adeguato. Ma cosa più importante è il capitale umano. Le persone e le professioni sono importanti. Che il Collegio degli Ingegneri cerchi di capire, anche con tutte le istituzioni, quali sono i processi in atto per portare il suo contributo e qualche cosa di interesse generale” ha concluso.

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Ia, Cerutti (Politecnico di Milano): “Intelligenza...

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Il responsabile scientifico della commissione bioingegneria del concorso IDEA: "Solo un esperto può capire se la macchina sbaglia"

Ia, Cerutti (Politecnico di Milano):

“Intelligenza artificiale? Certo che sì, ma guidata dall'esperto che è in grado di capire quando la macchina sbaglia". Lo ha detto Sergio Cerutti, responsabile scientifico della commissione bioingegneria del concorso “Idea”, durante il panel “Etica ed innovazione nella bioingegneria del futuro” che si è svolto nella sessione pomeridiana della giornata conclusiva degli “Stati generali delle ingegnerie digitali”, organizzati a Milano dall’Ordine degli ingegneri.

Durante il suo intervento Cerutti, dipartimento di Bioingegneria, B-cube Lab, Politecnico di Milano, si è soffermato su etica e intelligenza artificiale: “Qualunque ingegnere che si trovi a progettare un impianto, un'apparecchiatura, un device, non può non affrontare un problema etico, a maggior ragione in un settore applicativo in ambito ospedaliero e clinico, dove bisogna intendere qual è il soggetto umano che verrà sottoposto a delle indagini attraverso l'utilizzo di apparecchiature magari invasive o che presentano un grado di pericolosità. In ambito costo-beneficio l'aspetto etico deve essere sempre tenuto in considerazione -ha contestualizzato Cerutti- L'uso massiccio degli algoritmi può comportare la perdita della capacità di intervento dell'uomo di svolgere compiti di alto livello di specializzazione. Avere sempre più ‘delegati automatici’ controllati dall'intelligenza artificiale potrebbe portare all'incapacità di capire criticamente quando il programma di intelligenza artificiale commette un errore”, ha concluso.

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Cooperfidi Italia prosegue percorso crescita rilanciando...

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L’assemblea ha approfondito le tematiche dell’evoluzione della garanzia mutualistica e del credito bancario alla luce delle nuove stringenti regolamentazioni europee e nazionali

Cooperfidi Italia prosegue percorso crescita rilanciando ruolo garanzia mutualistica

Nella storica cornice del salone delle feste de 'I Portici' di Bologna si è svolta l’assemblea pubblica dei soci di Cooperfidi Italia, il consorzio fidi di riferimento dell’economia cooperativa e sociale, del terzo settore e del settore primario con sede legale e direzione generale a Bologna e sedi distaccate a Milano, Napoli e Roma. L’assemblea, che quest’anno aveva al centro il tema mutualismo e prossimità alle imprese associate, oltre a presentare e approvare i risultati del bilancio d’esercizio 2023 della società ha approfondito le tematiche dell’evoluzione della garanzia mutualistica e del credito bancario alla luce delle nuove stringenti regolamentazioni europee e nazionali.

I lavori, coordinati dal presidente di Cooperfidi Italia, Mauro Frangi, hanno visto la partecipazione dei co-presidenti dell’Alleanza delle cooperative italiane, Simone Gamberini, del presidente di Legacoop, Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, Giovanni Schiavone, presidente Agci. La giornata si è aperta con i saluti introduttivi del direttore di Legacoop nazionale Gianluigi Granero e del presidente di Agci Emilia Romagna Massimo Mota a cui è seguito il video intervento dell’onorevole Irene Tinagli, presidente della Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo che ha approfondito l’evoluzione del mercato bancario e della garanzia alla luce della nuova regolamentazione europea (crr 3).

Dopo l’intervento di Tinagli il presidente Frangi ha avviato l’analisi del bilancio di esercizio 2023 di Cooperfidi Italia a cui è seguita una tavola Rotonda coordinata dal direttore generale di Cooperfidi Italia Dino Forini sul ruolo della garanzia mutualistica a seguito delle nuove regolamentazioni che renderanno più complessa la concessione del credito verso le piccole e medie aziende, i soggetti operanti nel comparto dell’economia sociale e le aziende rigenerate dai lavoratori (workers buy out). Al dibattito hanno partecipato: Paolo Alberti (responsabile servizio agevolazioni per il credito di Cassa centrale banca), Stefano Bolis (responsabile direzione tstituzionali, enti e terzo settore di Banco Bpm), Riccardo Dugini (vice direttore generale di Banca Etica), Carlo Napoleoni (head of corporate department di Iccrea banca).

A nome dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Maurizio Gardini ha concluso con il suo intervento la parte pubblica dell’evento incentrando il suo intervento sulla importanza del credito per la crescita e il consolidamento delle imprese cooperative. Al termine della parte pubblica le assemblee territoriali, collegate telematicamente, si sono riunite per il dibattito e le votazioni relative al Bilancio di Esercizio 2023 di Cooperfidi Italia. L’approvazione finale del Bilancio, come da disposizione del Codice Civile, avverrà il 30 aprile 2024.

Mauro Frangi, Presidente di Cooperfidi Italia, ha dichiarato: “Cooperfidi Italia prosegue nel suo percorso di crescita. Crescono i volumi di attività, gli stock di garanzie e di attività finanziarie, gli indicatori di adeguatezza patrimoniale. È la conferma che la vocazione specialistica del nostro confidi ha successo e funziona. Risponde ai bisogni delle imprese socie e genera, per il secondo anno consecutivo, un risultato economico positivo. In un 2024 in cui gli alti tassi di interesse e l’evoluzione della regolazione del credito continuano a deprimere il credito bancario, la sfida della società è quella di aumentare ulteriormente la propria efficienza operativa per accrescere la presenza territoriale, consolidare la crescita dimensionale e stabilizzare la capacità di produrre reddito.”

Il co-Presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane, Maurizio Gardini (Confcooperative), ha dichiarato: “L'accesso al credito, insieme alla carenza di personale, è uno dei nodi da sciogliere per lo sviluppo delle imprese e delle cooperative. Avere uno strumento come Cooperfidi Italia è fondamentale per garantire continuità ai programmi di sviluppo. Il percorso aggregativo, che ha portato all'attuale assetto organizzativo, è stato un obiettivo lungimirante perseguito con lucidità ed efficacia e che consente oggi alle cooperative di poter avere risorse finanziarie a condizioni di estremo favore rispetto quelle di mercato.”

Il Co-Presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane, Simone Gamberini (Legacoop), ha dichiarato: “Il perpetrarsi negli ultimi anni di un irrigidimento sui conti pubblici, dei rialzi dei tassi di interesse, delle politiche di offerta di credito sempre più rigide verso le imprese, sono elementi di forte preoccupazione per l’ecosistema imprenditoriale cooperativo. È fondamentale invertire la rotta, che per Legacoop deve dirigersi verso una finanza sostenibile, in termini di: accesso al credito, sostenibilità economica per le imprese, le lavoratrici e i lavoratori e, soprattutto, per promuovere sempre più progetti che abbiano un impatto positivo sull’ambiente, le comunità e i territori. Un driver di sviluppo fondamentale sul quale ci stiamo già muovendo, grazie al prezioso supporto di istituti qual è Cooperfidi Italia, che nel complesso periodo che stiamo attraversando, ci aiuta a misurare e favorire processi virtuosi di finanza su misura delle persone.”

Il Co-Presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane, Giovanni Schiavone (Agci), ha dichiarato: “Con l’Assemblea sul Bilancio d’Esercizio 2023 di oggi, Cooperfidi Italia consolida la sua presenza quale confidi nazionale della cooperazione italiana con attività specializzata nel rilascio di garanzie a favore di banche e istituti finanziari, un’attività svolta negli ultimi quindici anni dopo la fusione di nove confidi regionali avvenuta nel 2009. Cooperfidi Italia si conferma un importante strumento di supporto alle imprese cooperative, con particolare riferimento a quelle di piccole e medie dimensioni, che necessitano di accesso al credito su cui auspico un miglioramento che consenta alla Società di essere un puntuale riferimento dell’intero sistema.”

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