Esteri
Corea del Nord avverte: “Usa e Seul pagheranno caro...
Corea del Nord avverte: “Usa e Seul pagheranno caro prezzo per esercitazioni”
Il ministero della Difesa di Pyongyang ha descritto gli 11 giorni di esercitazioni congiunte come una "minaccia" di un'invasione che merita una risposta adeguata
La Corea del Nord ha messo in guardia gli Stati Uniti e la Corea del Sud, avvertendoli che pagheranno ''un prezzo alto'' per le loro esercitazioni militari annuali congiunte. Il ministero della Difesa di Pyongyang ha descritto gli 11 giorni delle esercitazioni congiunte 'Freedom Shield', iniziate ieri, come una ''minaccia'' di un'invasione che merita una risposta adeguata, pur senza specificare. L'esercito nordcoreano ha aggiunto che continuerà a monitorare ''le azioni avventurose del nemico e intraprenderà azioni militari utili a controllare l'instabilità nella penisola coreana''. Il ministero della Difesa della Corea del Sud, da parte sua, ha avvertito di evitare ''provocazioni dirette''.
Ieri le forze americane e della Corea del Sud hanno iniziato un'esercitazione militare congiunta su larga scala nel mezzo delle crescenti tensioni con la Corea del Nord. Prioritario sarà esercitarsi ad affrontare la potenziale minaccia nucleare proveniente dalla Corea del Nord, ha spiegato la Corea del Sud.
Non è chiaro quanti soldati siano coinvolti nell'esercitazione, ma oltre alle operazioni di terra, in mare e in cielo sono previste anche simulazioni al computer. Pyongyang accusa regolarmente Washington e Seul di utilizzare le loro esercitazioni militari per prepararsi per un attacco, accuse che entrambi i Paesi respingono.
Esteri
Israele, ok Biden per nuovi armi: oltre 2mila bombe e 25...
Nuovo pacchetto Usa da miliardi di dollari
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato la consegna di nuove bombe e aerei da guerra a Israele per un valore di miliardi di dollari, nonostante la spaccatura con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo scrive il Washington Post citando a condizione di anonimato funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato.
Le armi Usa per Israele
Le fonti spiegano che il nuovo pacchetto di aiuti militari prevede la consegna di oltre duemila bombe e 25 caccia F35. In particolare, gli Stati Uniti consegneranno 1.800 bombe MK84 da 2.000 libbre, ovvero 900 chilogrammi, e 500 bombe MK82 da 500 libbre, 225 chilogrammi.
Israele continua a ritenere indispensabile l'offensiva nell'area di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Contemporaneamente, però, Netanyahu sembra intenzionato a mantenere aperti i canali diplomatici per il dialogo finalizzato a garantire la liberazione degli ostaggi nell'ambito dell'intesa sul cessate il fuoco.
Netanyahu tiene aperto il dialogo
Netanyahu ha approvato la partenza di due delegazioni dello Stato ebraico verso Doha e Il Cairo per negoziare nei prossimi giorni l'accordo sugli ostaggi, secondo media israeliani che citano una nota dell'ufficio del primo ministro. Netanyahu ha garantito al capo del Mossad, David Barnea, e a quello dello Shin Bet, Ron Bar, che avranno "spazio per operare" durante i negoziati nelle due capitali.
Intanto, i colloqui ad alto livello tra funzionari statunitensi e israeliani su potenziali operazioni militari a Rafah potrebbero svolgersi a Washington già lunedì.
La delegazione israeliana, con il placet di Netanyahu, ha proposto di riprogrammare i colloqui per lunedì riconoscendo che la tempistica è complicata dalla scadenza del 31 marzo che il governo israeliano deve affrontare per progettare una nuova legge che regoli la coscrizione per gli ebrei ultra-ortodossi, a lungo esentati dal servizio militare obbligatorio.
La Casa Bianca è aperta all'ipotesi di una riprogrammazione dei colloqui e sta lavorando per una rapida soluzione. "Ora stiamo lavorando" con Israele "per trovare una data conveniente ad entrambe le parti", ha detto ieri la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
Alta tensione con Hezbollah
Ora dopo ora, aumenta il rischio dell'apertura di un secondo fronte nella crisi della regione. E' salito a oltre 40 morti morti, tra cui sei presunti membri di Hezbollah, il bilancio del raid attribuito a Israele che ha preso di mira la provincia di Aleppo, nel nord della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, un'organizzazione basata nel Regno Unito che ha fonti nel Paese arabo, secondo cui si tratta del più pesante raid israeliano sulla Siria degli ultimi tre anni.
Secondo l'Osservatorio, i miliziani di Hezbollah sono stati uccisi da un missile che ha colpito un magazzino della milizia e un centro di addestramento nella zona di Jibreen, vicino all'aeroporto internazionale di Aleppo. I bombardamenti israeliani hanno preso di mira anche "fabbriche di difesa" ad al-Safirah e ci sono state esplosioni a Kafr Joum, a ovest di Aleppo.
Israele "espanderà la campagna ed intensificherà gli attacchi nel nord", ha annunciato nelle stesse ore il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, dopo la visita al comando settentrionale delle forze di difesa a Safed. "Israele sta passando da una posizione difensiva ad una offensiva nei confronti di Hamas - ha aggiunto il ministro - e la raggiungeremo dovunque operi l'organizzazione, a Beirut, Damasco e in posti più distanti".
Le dichiarazioni di Gallant sono arrivate dopo arrivano un giorno dopo che un alto comandante di Hezbollah è stato ucciso in un attacco con un drone israeliano nel sud del Libano e 6 membri di Hezbollah figurano tra i 42 morti del raid aereo attribuito ad Israele ad Aleppo, in Siria.
Esteri
Russia, servizi: “Sventato attacco terroristico”
Tre arresti a Stavropol, nel sud del paese
I servizi dell'Fsb, l'intelligence interna della Russia, hanno sventato un attacco terroristico a Stavropol, nel sudovest del paese, durante un raduno di massa. Lo scrive l'agenzia di stampa Tass, ad una settimana dall'attacco alla Crocus City Hall di Mosca, spiegando che l'azione era stata preparata da ''tre cittadini di uno dei paesi dell'Asia centrale''.
Nella nota diffusa dall'ufficio per le relazioni con il pubblico dell'Fsb si legge che "il Servizio di sicurezza federale ha represso le attività terroristiche di tre cittadini di uno dei paesi dell'Asia centrale che intendevano commettere un atto terroristico mediante un'esplosione in uno dei luoghi affollati del territorio di Stavropol". Alle persone arrestate sono stati sequestrati componenti di un ordigno esplosivo artigianale e sostanze chimiche.
Attacco a Mosca, le ultime news
Gli attentatori della Crocus City Hall erano diretti verso l'Ucraina, dopo il massacro, per ricevere la loro ricompensa. E' quanto sostiene il comitato russo che sta indagando sull'attacco alla sala concerti di Mosca.
"Su indicazione del coordinatore, dopo aver commesso il massacro, i terroristi si sono diretti in macchina verso il confine russo-ucraino. Avrebbero dovuto attraversarlo e arrivare a Kiev per ricevere la ricompensa promessa loro'', si legge in una nota del comitato investigativo e rilanciata dall'agenzia di stampa Ria Novosti. ''L'indagine continua e vengono adottate misure per verificare il coinvolgimento dei funzionari dell'Ucraina nell'organizzazione e nel finanziamento dell'attacco terroristico", prosegue la nota.
Le autorità russe intanto hanno arrestato un nono sospetto per l'attacco di venerdì scorso. Lo riporta la Ria Novosti spiegando che l'imputato ha ammesso la sua colpevolezza davanti al tribunale di Basmanny e resterà in custodia cautelare fino al 22 maggio.
Arresti in Tagikistan
Quindici persone sono state arrestate in Tagikistan perché sospettate di pianificare attacchi terroristici durante le festività di Nowruz. Lo ha indicato all'agenzia Ria Novosti una fonte dei servizi speciali della ex Repubblica sovietica, secondo cui le autorità stanno controllando i loro eventuali contatti con gli autori dell'attentato alla sala concerti Crocus a Mosca, anch'essi di nazionalità tagika.
"I servizi speciali del Tagikistan hanno arrestato 15 residenti di Dushanbe e Vakhdat che stavano pianificando attacchi terroristici durante la festività di Nowruz. Ora gli investigatori stanno verificando i loro collegamenti con le persone che hanno commesso l'attacco terroristico nella sala concerti Crocus il 22 marzo", ha dichiarato la fonte.
Esteri
Ucraina, la Chiesa russa ‘benedice’...
Nel documento del Concilio che si è svolto a Mosca presieduto dal patriarca Kirill si loda l'azione militare "a protezione del mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo". Per la Chiesa russa "tutto il territorio dovrà entrare sotto il controllo di Mosca"
"L’operazione militare speciale" della Russia contro l’Ucraina è "una guerra santa". Lo afferma il Concilio mondiale del popolo russo che si è svolto a Mosca sotto la presidenza del Patriarca Kirill.
"Nel corso dell’Operazione militare speciale, il popolo russo difende con le armi in pugno la propria vita, la libertà, la statualità, l’identità civile, religiosa, nazionale e culturale, nonché il diritto di vivere sulla propria terra entro i confini dello Stato russo unito. Da un punto di vista spirituale e morale, l’operazione militare speciale è una guerra santa", a difesa dell'"unico spazio spirituale della Santa Russia" e a protezione del "mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo”, si legge nel documento approvato dal Concilio dal titolo 'Il presente e il futuro del mondo russo'.
"L’Operazione militare speciale – prosegue il documento - è una nuova fase della lotta di liberazione nazionale del popolo russo contro il regime criminale di Kiev e dell’Occidente collettivo che lo sostiene, condotta nelle terre della Russia sud-occidentale dal 2014. Dopo il completamento dell’Operazione militare speciale, tutto il territorio dell’Ucraina contemporanea dovrà entrare in una zona di influenza esclusiva della Russia. La possibilità di esistenza su questo territorio di un regime politico ostile alla Russia e al suo popolo, così come di un regime politico governato da un centro esterno ostile alla Russia, deve essere completamente esclusa”.