Cronaca
Medio Oriente, la circolare: cortei pro Palestina...
Medio Oriente, la circolare: cortei pro Palestina autorizzati, ma non in concomitanza con il Giorno della Memoria
La circolare della Pubblica sicurezza ai questori, l'indicazione a predisporre misure di prevenzione e sicurezza per la giornata del 27 gennaio
Sì alle manifestazioni pro Palestina nelle città italiane, che restano autorizzate, ma non in concomitanza con il Giorno della Memoria. Questo, apprende l'Adnkronos, è quanto si legge in una circolare di Pubblica sicurezza inviata ai questori sul territorio, con l'indicazione di predisporre misure di sicurezza per la giornata del 27 gennaio. I corteo, quindi, si svolgeranno in altra data. Nei giorni scorsi si erano levate voci polemiche sull'inopportunità di autorizzare manifestazioni di piazza per la causa palestinese in occasione della ricorrenza internazionale che commemora le vittime dell'Olocausto.
La circolare
"Il 27 gennaio p.v., come noto, ricorre la 'Giornata della Memoria', in occasione della quale si svolgeranno, in ossequio all'art. 2 della Legge 20 luglio 2000 n. 211, iniziative, cerimonie, incontri in ricordo delle vittime dell'Olocausto e di coloro che a rischio della vita si sono opposti al progetto di persecuzione e sterminio. Per la stessa data -sottolinea la circolare- in alcune province sono state preavvisate, in relazione al conflitto in atto in Medioriente, iniziative a favore della causa palestinese ed è probabile che ulteriori manifestazioni con analoga finalità possano essere organizzate sul territorio nazionale per il medesimo giorno".
Si tratta, rileva la direttiva, di iniziative che "se svolte in concomitanza con la predetta ricorrenza, potrebbero assumere connotazioni lesive, sotto l'aspetto formale organizzativo e contenutistico, del valore nazionale che la Repubblica Italiana ha attribuito con la citata legge allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico. Risulterebbe, altresì, violato il valore universale che alla giornata del 27 gennaio è stato riconosciuto dalla Risoluzione adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in data 1° novembre 2005.Nondimeno, le suddette manifestazioni potrebbero determinare, anche in relazione all'attuale contesto conflittuale internazionale, il sorgere di tensioni con il conseguente rischio di effetti negativi sulla tenuta dell'ordine pubblico e sociale".
Per questo motivo i questori sul territorio sono invitati "a valutare, con riguardo alle iniziative organizzate a sostegno della causa palestinese, l'adozione, ai sensi dell'art. 18 de T.U.L.P.S., di prescrizioni di tempo che ne prevedano il rinvio alla giornata successiva o ad altra data, così garantendo la libertà di manifestazione che, ne caso di specie, va contemperata con il valore attribuito alla 'Giornata della Memoria'". Dovranno comunque essere predisposte "idonee misure di prevenzione e sicurezza, in considerazione della perdurante minaccia terroristica, prevedendo l'attuazione di dispositivi di ordine pubblico adeguati fronteggiare eventuali azioni promosse in violazione dei provvedimenti adottati nonché il potenziamento delle misure di vigilanza agli obiettivi e siti di qualsiasi natura ritenuti potenzialmente esposti a rischio".
"Scrupolosa attenzione" andrà rivolta "soprattutto ai luoghi che ospiteranno le iniziative indette per la ricorrenza, che andranno sottoposti a preventive ispezioni e bonifiche e, quindi, a dedicate ed anticipate misure di vigilanza al fine di prevenire possibili atti illeciti. Una mirata attività informativa - si legge nella circolare - dovrà essere indirizzata per cogliere eventuali segnali di contestazioni o di possibili turbative, per consentire la tempestiva adozione di idonee misure di prevenzione e contrasto".
Si evidenzia poi "la necessità di sensibilizzare tutti gli operatori impiegati nei servizi che verranno disposti affinché sia mantenuta elevata la soglia di attenzione, garantendo appropriate misure di autotutela a salvaguardia della propria e dell'altrui incolumità. Analoghe raccomandazioni andranno rivolte ai militari dell'Operazione 'Strade sicure', impegnati nelle attività di vigilanza agli obiettivi sensibili".
L'informativa del ministro Piantedosi
Il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, ha svolto un'informativa al Consiglio dei ministri in relazione alle celebrazioni previste per il Giorno della Memoria e alle manifestazioni di solidarietà al popolo palestinese annunciate in alcune città per la stessa data". E' quanto si legge nel comunicato ufficiale di palazzo Chigi. "In relazione a tali ultime manifestazioni", recita ancora la nota, "sono in atto interlocuzioni tra le singole Prefetture delle città interessate e gli organizzatori, volte a un possibile autonomo rinvio ad altra data, in modo da garantire il diritto di manifestare e, al contempo, il sereno svolgimento delle celebrazioni già previste per il Giorno della Memoria. Alla luce degli esiti di tali interlocuzioni, le autorità di pubblica sicurezza valuteranno gli eventuali provvedimenti da adottare".
Comunità Ebraica Roma: "Riconosciute nostre ragioni"
“Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni", ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, commentando il rinvio delle manifestazioni pro-Palestina previste il 27 gennaio. "Ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi e tutte le articolazioni del ministero dell’Interno, per la sensibilità che hanno dimostrato. È stata -osserva Fadlun- una decisione giusta e di buon senso. Abbiamo visto a Vicenza come queste manifestazioni pro-Palestina possano degenerare in violenza. Ma ad aggravare le cose c’è il momento scelto provocatoriamente dagli organizzatori. Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria in ricordo della Shoah. Noi non avevamo chiesto di vietare le manifestazioni in quanto tali, anche se abbiamo assistito a canti e balli in strada che invitavano a uccidere gli ebrei, bandiere israeliane bruciate, applausi ad Hamas per il 7 ottobre. Ma dover assistere a tutto questo nel Giorno in cui in tutto il mondo si ricordano 6 milioni di ebrei sterminati dal nazismo ci è parso davvero troppo. Grazie per avere evitato questo oltraggio alla Memoria, che sarebbe stata una sconfitta per tutti”.
Collettivo Sapienza avverte: "Noi sabato in piazza"
''Oggi, durante un'iniziativa per la giornata della memoria tenutasi nell'aula magna dell'Università di Roma Tre, dove davanti a studenti medi da scuole di tutta Roma si strumentalizzava quella data contro il popolo palestinese, ci è sembrato doveroso contestare le dichiarazioni e la narrazione portata avanti del presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun. Lo stesso che proprio ieri ha definito "una sconfitta per tutti" il corteo contro il genocidio in Palestina indetto per il 27 gennaio, invitando le istituzioni ad impedire la piazza, definendola "marcia antisemita nel Giorno della Memoria". Evidentemente la democrazia per i sionisti è censura e repressione''. Così su Instagram il Collettivo Sapienza Cambiare rotta.
''Le affermazioni di Fadun sono la raffigurazione plastica della propaganda sionista, smentita dalla storia e dagli orrori che Israele compie quotidianamente. L’accusa, goffa e ipocrita, di antisemitismo a chiunque si opponga al genocidio ed allo stato di apartheid che Israele pratica verso il popolo palestinese è una vergogna per chi la muove''.
''Una narrazione che vediamo essere ripresa e fomentata dal governo del nostro paese nonché dalla gran parte della classe politica occidentale, che da decenni finanzia Israele e l'apartheid del popolo palestinese e che ora si appresta a fomentare ulteriormente i venti di guerra e di distruzione, prima con l'approvazione di un altro finanziamento per nuovi armamenti da mandare in Ucraina, ed ora con un operazione militare nel Mar Rosso tutta targata Unione Europea e Nato. Davanti alle menzogne della propaganda sionista rispondiamo dicendo che il nuovo genocidio è quello in Palestina, e che proprio come fatto dai ribelli del ghetto di Varsavia, che insorsero contro la barbarie nazista, oggi siamo solidali con la legittima e dovuta resistenza del popolo palestinese contro l'oppressore sionista. Rilanciamo il corteo di sabato 27 che si terrà alle 15.30 a Piazza Vittorio perché il nuovo genocidio è in Palestina''.
Cronaca
Palermo, i Carabinieri festeggiano i 105 anni del brigadiere
Centocinque anni festeggiati con i suoi colleghi dopo una lunga carriera. I Carabinieri di Palermo hanno incontrato Salvatore Galante nato a Montedoro in provincia di Caltanissetta nel 1919, Brigadiere dei carabinieri in congedo. Nella sua casa, nel quartiere Oreto, a Palermo, circondato dai familiari, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Generale di Brigata Luciano Magrini, "ha portato un caloroso saluto e un affettuoso abbraccio dell’Arma al militare centenario, consegnandogli in dono una Lucerna in cristallo".
Salvatore Galante sposa la signora Filomena ed ha due figli Angela e Vincenzo. Si arruola nell’Arma dei carabinieri il 24 febbraio 1939 e viene trasferito alla Legione di Verona. Si congeda dopo 35 anni di servizio il 14 aprile 1974 con nomina a Vice Brigadiere di complemento. Ha partecipato alla 2° guerra mondiale, è stato mobilitato con la 150^ sezione a disposizione della Divisione Acqui destinazione Albania con l’incarico di “portaordini”. Dall’Albania in Grecia e da lì, sempre con la Divisione Acqui, è stato trasferito presso l’isola di Corfù. Rientrando da un servizio con la moto, a causa di un incidente con un’autovettura militare riportava la frattura della tibia e del perone della gamba destra ed a seguito di ciò veniva rimpatriato in convalescenza.
I colleghi della Sezione, rimasti in Grecia, (ben 68 compreso il Comandante) morirono tutti nell’eccidio di Cefalonia. Dopo circa due mesi di convalescenza, di nuovo assegnato a Verona, da lì mobilitato con la 27esima Sez. presso la Divisione Mantova. Trasferito ad Asti, poi a Torino, da lì in Calabria a Marcellinara (Cz), poi Nicastro, infine trasferito a Palermo alla Caserma Bonsignore, oggi Caserma Carlo Alberto dalla Chiesa, quale responsabile dell’ufficio autodrappello fino al 1974.
Cronaca
Catania, muore incastrato tra cabina e porta ascensore
Un 31enne era impegnato nella manutenzione dell'elevatore
Un uomo di 31 anni, manutentore di ascensori, è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell'elevatore di un condominio di Aci Sant'Antonio, in provincia di Catania, dove era al lavoro. I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne dopo che il corpo è stato liberato dai Vigili del fuoco. Una donna che era dentro la cabina dell'ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc. Indagano i Carabinieri.
Cronaca
Aviaria, i timori dell’Oms: “Preoccupa rischio...
L'allarme di Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità
La variante A/H5N1 dell'influenza aviaria è diventata "una pandemia animale zoonotica globale". Il mese scorso mucche e capre si sono aggiunte all'elenco delle specie colpite, un'evoluzione ritenuta dagli esperti sorprendente per gli esperti perché non si riteneva fossero suscettibili a questo tipo di influenza. E ora il rischio che questo virus possa propagarsi fino all'uomo "resta una grande preoccupazione". Lo ha dichiarato Jeremy Farrar, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Ad oggi non è stata registrata trasmissione interumana (da uomo a uomo) del virus, è la premessa, ma l'H5N1 ha avuto un tasso di mortalità "estremamente alto" tra le persone che sono state contagiate fino al oggi. Questa "è un'infezione influenzale iniziata prevalentemente nel pollame e nelle anatre, e si è diffusa efficacemente nel corso degli ultimi uno o due anni fino a diventare una pandemia zoonotica - animale - globale. La grande preoccupazione, ovviamente, è che così facendo, e infettando anatre e pollame - ma ora sempre più mammiferi - il virus si evolva e sviluppi la capacità di infettare gli esseri umani. E, poi, aspetto critico, sviluppi la capacità di passare attraverso una trasmissione da uomo a uomo", ha evidenziato Farrar. Le sue parole sono rimbalzate su diversi media internazionali.
L'esperto ha commentato l'epidemia di H5N1 registrata tra le mucche da latte negli Stati Uniti e ha sollecitato un ulteriore attento monitoraggio e attività di indagine da parte delle autorità sanitarie pubbliche, "perché potrebbe evolversi e trasmettersi in modi diversi". "Dobbiamo assicurarci che, se l'H5N1 dovesse arrivare agli esseri umani con una trasmissione da uomo a uomo, saremo nella posizione di rispondere immediatamente con un accesso equo ai vaccini, alle terapie e alla diagnostica".
Nello spirito di aumentare la cooperazione internazionale in caso di nuova pandemia, l'Oms ha anche annunciato un linguaggio aggiornato per descrivere gli agenti patogeni presenti nell'aria. L'iniziativa, ha spiegato Farrar, è stata originariamente innescata dall'emergenza Covid e dal riconoscimento di una mancanza di termini comunemente concordati tra medici e scienziati per descrivere la modalità di trasmissione del coronavirus, il che ha aumentato la sfida rappresentata da quella crisi.
Per evitare situazioni simili, l'Oms ha condotto consultazioni con quattro importanti agenzie di sanità pubblica di Africa, Cina, Europa e Stati Uniti, prima di annunciare un accordo su una serie di nuovi termini concordati. Per esempio la definizione 'particelle respiratorie infettive' o Irp, dovrebbe essere utilizzata al posto di 'aerosol' e 'droplet' (goccioline), per evitare qualsiasi confusione riguardo alla dimensione delle particelle coinvolte. Al di là della nuova terminologia, l'iniziativa consolida comunque l'impegno della comunità internazionale ad affrontare "epidemie e pandemie sempre più complesse e frequenti", ha infine evidenziato Farrar ai giornalisti a Ginevra.