Economia
Lanciato MethaneSat, traccerà le emissioni di metano
Sviluppato da una sussidiaria dell'organizzazione no-profit Environmental Defense Fund, MethaneSat è in grado di individuare e quantificare le emissioni totali di metano su vaste aree e di identificare i grandi emettitori in luoghi finora rimasti inosservati
MethaneSat è stato lanciato ieri a bordo di un razzo SpaceX Falcon9. L'innovativo satellite - si legge in una nota di Environmental Defense Fund (Edf) - è stato progettato per contribuire a proteggere il clima della Terra accelerando la riduzione di un potente inquinante a effetto serra e concentrandosi in primo luogo sugli operatori del settore Oil&Gas.
Sviluppato da una sussidiaria dell'organizzazione no-profit Environmental Defense Fund, MethaneSat è in grado di individuare e quantificare le emissioni totali di metano su vaste aree e di identificare i grandi emettitori in luoghi finora rimasti inosservati. Il lavoro di MethaneSat consentirà alle aziende e alle autorità di regolamentazione di tenere traccia delle emissioni e darà alle parti interessate un accesso gratuito e quasi in tempo reale ai dati e la possibilità di confrontare i risultati con gli obiettivi e gli obblighi in materia di emissioni.
"Tagliare l'inquinamento da metano prodotto dalle operazioni legate ai combustibili fossili, dall'agricoltura e da altri settori è il modo più rapido per rallentare il riscaldamento globale mentre continuiamo a decarbonizzare i nostri sistemi energetici - ha dichiarato Fred Krupp, presidente di Edf - Per farlo, però, è necessario disporre di dati completi su scala globale. MethaneSat ci mostrerà una panoramica del fenomeno tracciando le emissioni fino alla loro fonte".
"L’aspetto unico di MethaneSat è la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un'alta risoluzione e su vaste aree, tracciando anche le fonti più piccole e diffuse che rappresentano la maggior parte delle emissioni in molte regioni - ha dichiarato Steven Hamburg, scienziato capo di Edf e responsabile del progetto MethaneSat - Sapere quanto metano viene emesso, da dove e come cambiano i tassi di emissione è essenziale". Orbitando intorno alla Terra 15 volte al giorno, MethaneSat misurerà le variazioni delle concentrazioni di metano fino a tre parti per miliardo. L'elevata sensibilità, unita all'alta risoluzione e all'ampio campo visivo, consentiranno al satellite di vedere l'intero quadro delle emissioni.
I dati interattivi sulle emissioni saranno disponibili a chiunque direttamente dal sito www.MethaneSat.org e su Google Earth Engine, una delle principali piattaforme di dati geospaziali utilizzata da oltre 100mila esperti e analisti. Il progetto MethaneSat è stato interamente reso possibile dal sostegno dei donatori di Edf e dalla partnership con il governo della Nuova Zelanda. Tra i maggiori finanziatori di MethaneSat figurano anche Bezos Earth Fund, Arnold Ventures, la Robertson Foundation e il Ted Audacious Project.
Oltre ad Edf, i partner di MethaneSat includono la Scuola di Ingegneria e Scienze Applicate dell'Università di Harvard, l'Osservatorio Astrofisico dello Smithsonian e l'Agenzia Spaziale della Nuova Zelanda. Il team della missione comprende oltre 70 esperti di tutto il mondo con esperienza nel volo spaziale, nel telerilevamento e nell'analisi dei dati. Il satellite è stato costruito in Colorado dall'unità Space&Mission Systems di Bae Systems, Inc. (ex Ball Aerospace) e da Blue Canyon Technologies.
Economia
Metro Italia inaugura nuova Academy al punto vendita di...
La nuova struttura di circa 9.000 metri quadrati
Metro Italia ha inaugurato la nuova Academy presso il punto vendita di Sesto Fiorentino. Nell’anno del 50° anniversario dell’apertura del punto vendita, che verrà celebrato a novembre, l’azienda specializzata nel commercio all’ingrosso nel settore horeca conferma la centralità della Toscana nella sua strategia multicanale incentrata sullo sviluppo dei tre canali di vendita: cash&carry, food service distribution (fsd), mercato online (marketplace). A Sesto Fiorentino l’Academy trova spazi ridefiniti e ampliati per la formazione e l’aggiornamento dei professionisti del territorio toscano.
La decisione di trasferire l’Academy a Sesto Fiorentino per favorirne la fruizione da parte dei clienti è una risposta all’andamento crescente del business di Metro sul territorio. Rispetto all’anno fiscale 2022, nel 2023 i quattro punti vendita (Firenze, Sesto Fiorentino, Pisa, Lucca) hanno fatto registrare un +15% per quanto riguarda il canale cash&carry e un +20% per il food service distribution (fsd), il servizio di consegna diretta presso le attività di ristorazione che Metro fornisce ai suoi clienti.
Il punto vendita di Sesto Fiorentino in particolare ha registrato nel 2023 un +25% per le consegne (fsd) e un +11% per le vendite in store rispetto all’anno precedente. Il punto vendita ad oggi conta circa 130 collaboratori.
“Presentare la nuova Metro Academy di Firenze nella sua veste più ampia e più facilmente fruibile dai nostri clienti esprime il ruolo chiave che Metro attribuisce a questo servizio. Grazie alle Academy presenti nelle città di Milano, Bologna, Firenze e Roma, Metro riesce a posizionarsi come partner a 360 gradi per i professionisti della ristorazione. La formazione e l’aggiornamento garantiti da un’ampia proposta di masterclass, opportunità di confronto e consulenze personalizzate sono per i clienti un supporto concreto. L’azienda fornisce così agli operatori del settore gli strumenti per cogliere e interpretare le tendenze della ristorazione, valorizzando allo stesso tempo le materie prime che il nostro fantastico territorio è in grado di offrire”, ha dichiarato Manuela Ungaro, Metro services manager.
Il rinnovamento dell’Academy è un investimento tangibile in un territorio in cui l’azienda è in crescita, ed è parte di una strategia più ampia di sviluppo in Italia. Questa novità risponde al desiderio di essere ancora più vicini alle esigenze dei clienti della Toscana, la cui ricchezza enogastronomica è testimoniata dalla forte presenza di produttori e ristoratori.
Metro opera in Toscana dal 1974 con quattro punti vendita a Firenze, Sesto Fiorentino, Pisa e Lucca che impiegano circa 300 persone. A livello nazionale, l’Insegna conta circa 7000 prodotti locali in assortimento nei suoi punti vendita, di cui ben 970 provenienti dal territorio toscano (circa il 15% del totale).
Per garantire un’ampia offerta di eccellenze regionali, Metro Italia collabora con circa 90 aziende e piccole e medie imprese della Toscana, che forniscono numerosi prodotti come vino, formaggi, salumi, ortofrutta e pesce, molti dei quali certificati Igp (32), Dop (30), Doc-Docg (49) e Pat (31). Anche attraverso la sua nuova Academy, Metro mira a sostenere il tessuto socioeconomico locale, permettendo ai professionisti dell’horeca toscani di creare un'offerta più distintiva e di valore, facendo leva su prodotti locali e di qualità.
L’inaugurazione della nuova Academy di Sesto F. arriva soltanto pochi giorni dopo l’annuncio di un altro importante investimento dell’Azienda in Toscana. Dalla Primavera del 2025, infatti, sarà operativa a Pontedera (Pisa) la terza piattaforma logistica fsd di Metro in Italia.
La nuova struttura di circa 9.000 metri quadrati risponde alla volontà di essere ancora più vicini alle esigenze dei clienti del territorio toscano e di crescere sul mercato.
Economia
Bitcoin, cosa c’è dietro la corsa: i fondamentali per...
Il Promemoria di Mauro Masi per Adnkronos
Bitcoin. Pochi giorni fa il bitcoin ha fissato un nuovo record quotando oltre 72.660 dollari (oggi vale intorno a 68.200) con un incremento di circa il 70% dall’inizio dell’anno. Questo trend non è in sé sorprendente perchè tutti gli asset in questo periodo stanno incrementando il loro valore, dalle azioni all’oro, ma bitcoin sta performando molto meglio degli altri. E ciò per vari motivi di cui il principale sembra essere l’approvazione, lo scorso gennaio, da parte della SEC (la Consob statunitense) di autorizzare 11 ETF (Exchange Traded Funds; fondi di investimento quotati) basati sull’andamento di bitcoin. Le richieste per gli ETF venivano da autorevoli società di investimento ad iniziare dalla prima al mondo, Blachrock e da Fidelity. La domanda per questa ETF è stata notevolissima, superiore alle più rosee aspettative, tant’è che in meno di un mese hanno raccolto quasi 10 miliardi di dollari. Tutto ciò ha generato un clima di fiducia nella criptovaluta la cui reputation, in realtà, è stata nel tempo piuttosto altalenante.
Bitcoin è, come noto, uno strumento di scambio usato su Internet con alcune caratteristiche che lo approssimano appunto ad una valuta. E’ stato creato 14 anni fa da Satoschi Sakamoto, uno pseudonimo che nasconde forse una pluralità di persone (anche se l’imprenditore australiano Craig Steven Wright ha annunciato di esserne l’ideatore portando peraltro prove cui molti non credono). Lo sviluppo del Bitcoin è molto dovuto alla bontà della tecnologia che lo sostiene in particolare al sistema Blockchain. Quest’ultimo è un data base distribuito che sfrutta la tecnologia “peer to peer” ed è disponibile a tutti i navigatori della Rete; nella sostanza è un libro contabile che registra tutte le transazioni fatte in Bitcoin dal 2009 in poi.
Le transazioni sono rese possibili dall’approvazione del 50% + 1 di coloro i quali attivano Blockchain e che così diventano nodi della catena (chain). Quest’ultima si presenta come una serie di blocchi che memorizzano blocchi di transazioni recenti correlate ad un marcatore temporale, ogni blocco include i riferimenti (hash) del blocco precedente in modo da collegarsi appunto come una catena. Il tutto crea un sistema di verifica aperto che non ha bisogno di nessun benestare ”esterno” per far funzionare la transazione. Questo sistema si sta mostrando molto efficace tant’è che può essere utilizzato anche in ambiti diversi da Bitcoin. Può ad esempio garantire il corretto scambio di titoli, di azioni ma può addirittura sostituire gli atti notarili in quanto la certificazione dell’atto (la transazione) è garantita dalla maggioranza (50% + 1) dei “nodi” che partecipano anonimamente alla catena.
C’è poi da aggiungere che la tecnologia sottesa al protocollo Bitcoin ha avuto, più di recente, un importante upgrade denominato ”Segregated Witness” che ha corretto dei bug architetturali rendendolo molto più sicuro cosa che ha portato benefici anche alla tecnologia Blockchain. Insomma Bitcoin sta dimostrando di non essere solo il prodotto di una bolla speculativa (come molti sostengono, compresi i premi Nobel Krugman e Stiglitz) ma di avere i “fondamentali” per stare sul mercato e per poterci restare.
Elon Musk. Ha reso noto che a brevissimo renderà “open-source” (aperto a tutti) il suo chatbot di intelligenza artificiale, Grok; mossa questa in aperta contestazione di Open AI e della sua ormai famosa Chat Gpt. Musk da tempo sostiene che Open AI ha completamente distorto la sua missione originaria (di cui lui fu uno dei principali finanziatori) che era quella di far si che i sistemi di IA fossero aperti a tutti e tutti ne potessero trarre vantaggio. Ora, secondo Musk, Opei AI non è più una fondazione no profit ma “una filiale di fatto della più grande azienda tecnologica del mondo, Microsoft”. Proprio per questo Musk ha anche citato in giudizio Open AI per essersi ormai trasformata, a suo dire illecitamente, in una società a fini di lucro.
Boxe. Mike Tyson a 58 anni ha deciso di tornare sul ring; lo farà il prossimo 20 luglio in Texas in un incontro che ha molto a che fare con Internet. Incontrerà infatti il 27 enne Jake Paul diventato boxeur da pochi anni dopo essere stato (ed essere tutt’ora, in verità) un quotato “media influencer”, il mach inoltre, sarà interamente trasmesso in streaming su Netflix che è anche il principale sponsor dell’evento. Un segnale del crescente interesse della piattaforma verso lo sport live dopo essersi assicurata i diritti per lo streaming per gli spettacoli della World Wrestling Entertaiment’s in particolare del seguitissimo show settimanale “Raw”. Per gli amanti della boxe – ammesso che il match sia autentico e non solo uno spettacolo costruito ad arte – sarà interessante vedere la tecnica e il mestiere del quasi sessantenne Iron Mike contro un giovane che a parità di età sarebbe durato con lui solo pochi secondi. (Di Mauro Masi)
Economia
EY, investire sui giovani per costruire il futuro
Negli atenei italiani è andato in scena il progetto EY RiGenerazioni per dialogare con i giovani su temi fondamentali per il futuro del Paese
Costruire il futuro del Paese a partire dall’ascolto delle aspettative e delle priorità dei giovani. Questo, in sintesi, il fondamento di EY RiGenerazioni, un progetto voluto da Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e coo di EY Europe West, articolato in cinque appuntamenti nelle principali università italiane con l’obiettivo di aprire un dialogo diretto con i giovani sulle sfide professionali che li attendono. Dal Politecnico di Bari alla Ca’ Foscari di Venezia, dal Politecnico di Milano a La Sapienza di Roma, fino all’Università Federico II di Napoli, il progetto ha coinvolto circa 500 giovani su diversi temi: competenze del mondo del lavoro, sostenibilità, imprenditorialità e nuova imprenditorialità, leadership, attrattività del nostro Paese, soprattutto in ambito lavorativo.
In occasione del roadshow sono stati resi noti i risultati di uno studio EY/SWG sulle aspettative e le priorità di oltre mille giovani italiani tra 18 e 25 anni. Tra i principali dati della ricerca, in tema di prospettive professionali i giovani si dichiarano piuttosto positivi: il 90% si vede occupato entro i prossimi 10 anni, principalmente nel settore privato, mentre il 79% è convinto che la sua professione sarà in linea con il proprio percorso di studi.
In tema di priorità che indirizzano la scelta di un posto di lavoro, emerge la crescente importanza per temi come well-being e work-life balance: il 61% indica come prioritaria la possibilità di lavorare a ritmi sostenibili, anche se la priorità rimane avere uno stipendio adeguato (69% del campione). Sempre in ambito lavorativo, fondamentale per i giovani anche poter crescere professionalmente e migliorare le proprie competenze, una voce indicata dal 59% dei giovani. In questo senso i GenZ contano sul ruolo attivo dei leader delle aziende nel saper formare e trasmettere conoscenza.
“Con il progetto RiGenerazioni - ha dichiarato Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e coo di EY Europe West - abbiamo voluto favorire il dialogo tra aziende e mondo universitario mettendo al centro la Generazione Z. Secondo l’indagine che abbiamo realizzato con SWG, per l’89% dei giovani il lavoro è importante per sentirsi realizzati, ma deve essere vissuto in un’ottica di well-being e work-life balance, priorità oggi per il 61% degli intervistati, insieme alla crescita professionale e alla formazione continua".
"Esigenze nuove - ha spiegato - che si sommano a profonde trasformazioni del mondo del lavoro dovute alla rivoluzione digitale e all’impatto dell’IA, alla transizione ecologica e a nuove forme di leadership. E' quindi fondamentale che governi, imprese e università si impegnino a fornire ai giovani le giuste competenze ed esperienze per diventare i leader di domani. Un progetto che avvicina ancora di più EY ai giovani, dove l’età media è di circa 30 anni, in una logica di ascolto, co-creazione e trasformazione”.
Per approfondimenti:
www.ey.com/it_it/costruire-il-futuro-a-partire-dai-giovani