Politica
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Inchiesta Perugia, Melillo: Gravità dei fatti estrema, difficile che Striano abbia agito da solo”
il procuratore nazionale Antimafia: "Esiste un mercato delle informazioni riservate, bisogna capire se risponde al caso o a logiche più ampie e organizzate"
"La gravità dei fatti in accertamento nell'inchiesta, è estrema". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo ascoltato in audizione in Commissione antimafia sul caso dell’inchiesta di Perugia aggiungendo anche la "complessità estrema della corretta e rigorosa gestione delle banche dati".
"In generale, le condotte attribuite a Striano, impregiudicate le valutazioni possibili solo dopo il contraddittorio processuale, per estensione e sistematicità, mi paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale. E' una mia personale valutazione - ha sottolineato Melillo - ma ho una discreta esperienza anche come vittima di autentici dossieraggi abusivi".
"Credo che sia una constatazione obiettiva che esiste una sorta di mercato delle informazioni riservate, si tratta di capire se sia un mercato regolato dalla casualità e da un numero infinito di attori tra loro non collegato, frutto solo della debolezza dei sistemi digitali o se invece esistano logiche più sofisticate, ampie", ha affermato. "Credo che l'indagine di Perugia, ma non è l'unica indagine, consenta di mettere qualche mattoncino per immaginare una costruzione più ampia - continua - ma è una mia impressione alla quale prego di assegnare il valore proprio fatto da una valutazione di una magistrato con 40 anni di esperienza".
Al procuratore di Perugia Raffaele Cantone "fornirò ogni possibile sostegno, contributo di conoscenza e supporto", ha aggiunto Melillo sottolineando l'"assoluta necessità di un innalzamento dei sistemi di prevenzione e resilienza dagli attacchi informatici".
Melillo ha ricordato che lo stesso "accesso abusivo è una minaccia interna" e che "per certi versi c'è un'iniziativa legislativa già in campo" in parlamento della quale serve un "rapido e urgente esame". Su argomenti come questi "serve coesione, sono temi che non consentono divisioni né misere speculazioni", ha affermato.
"Molti di quei dati non erano esfiltrati dalla nostra ma da altre banche dati. Senza minimizzare l'uso delle Sos a fini criminali, mi interrogo sul rovesciamento completo della discussione sul tema delle Sos quando è in discussione la sicurezza di impianti digitali non meno importanti, usati per molti dei cosiddetti 'dossieraggi'".
"Tutti quegli accessi sono avvenuti fuori dalla sede della Dna, fuori dai processi di lavoro della Dna e dalla possibilità di controllo del mio ufficio", ha detto il procuratore Antimafia sottolineando che quindi "da questo punto vista è facile prendere atto che non c'era un assetto organizzativo che importasse per evitarlo". Secondo Melillo l'attività "ha abbracciato l'intero perimetro possibile dei dati riservati a fini investigativi e anche per questo mi è sembrato eccessivo puntare il dito solo nella direzione della Dna".
"Nel caso del ministro Crosetto si tratta di attività svolte sì nel mio periodo di dirigenza ma su banche dati della Gdf, mediante macchine della Gdf e pur giustificate come attività di accertamento 'pre-investigativo' documentate con una relazione trasmessa a me, tramite polizia valutaria", ha osservato Melillo, ricordando che "circa tre mesi dopo avere chiesto l'allontanamento (di Striano, l’ufficiale di polizia giudiziaria indagato dalla Procura di Perugia, ndr), improvvidamente giunge una relazione (sul caso Crosetto ndr) ed è interessante notare che in questa relazione non c'è traccia di alcuna Sos".
"Striano è un finanziere, era in forza alla Dia dal 3 maggio '99, dall'1 luglio 2016 era impiegato presso il gruppo Sos della Dna e da settembre 2018 al 19 gennaio 2019 ha frequentato il corso ufficiali della Gdf riservato agli ispettori del medesimo corpo e ritorna in Dia dal gennaio 2019 al 12 febbraio 2019 e il 13 febbraio rientra in amministrazione di appartenenza e viene riassegnato alla Dna dove ha prestato servizio fino al 23 novembre 2022 quando ne ho chiesto il rientro al reparto di appartenenza", ha ricordato Melillo nel corso della sua audizione.
"Dal punto di vista politico - ha poi aggiunto Melillo - c'è quasi una convergenza di tutti gli accessi verso una determinata area politica che era quella che andava formando l'attuale maggioranza e il governo" osservando una "ridotta propensione alla equanimità degli sforzi".
Rispondendo poi a una domanda del senatore Salvatore Sallemi (FdI) che gli ha chiesto se ci sia una 'regia' del presunto dossieraggio e se chi ha agito rispondesse o meno dei comandi ha risposto che "se anche fossi in condizioni di rispondere, non potrei farlo neanche in seduta riservata perché pregiudicherebbe il corso di indagini che sono delicate e difficili".
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Aborto, Meloni risponde a Madrid: “Ignoranti, non...
La premier replica alle critiche della ministra spagnola Ana Redondo che su X ha parlato di "pressioni su donne che vogliono interrompere la gravidanza"
Madrid critica Roma sull'aborto. E la presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde per le rime. "Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni", ha detto la premier replicando a Bruxelles alle critiche della ministra spagnola Ana Redondo sulla presenza nei consultori italiani degli esponenti pro-vita.
Cosa ha detto il ministro spagnolo
"Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell'estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini", ha scritto infatti su X Redondo.
"L'aborto è un diritto fondamentale di tutte le donne, è un diritto umano, e fa parte del nostro diritto alla salute", "con questa decisione quindi il governo italiano sta mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle donne, che sono più della metà della popolazione", ha fatto eco l'ex ministro delle Parità spagnola Irene Montero.
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Time, Meloni tra le 100 persone più influenti nel 2024
"A due anni di distanza" dalla salita al potere "rimane popolare, non solo in Italia, ma anche tra i leader occidentali" scrive la rivista statunitense
Giorgia Meloni tra le 100 persone più influenti del 2024 secondo il Time. Quando la prima premier donna italiana "è salita al potere in Italia nel 2022, molti osservatori nutrivano timori per il suo partito di estrema destra e per l'impatto che avrebbe avuto sull'Europa e sul mondo - scrive il settimanale americano -, ma a due anni di distanza, la Meloni rimane popolare, non solo in Italia, dove gode di un indice di gradimento del 41% nonostante la debole crescita economica, ma anche tra i leader occidentali, molti dei quali sono stati rallegrati dal suo fermo sostegno all'Ucraina (e, in particolare, dalla sua capacità di persuadere leader come l'ungherese Viktor Orban a sostenere i finanziamenti europei a Kiev)".
La Meloni, osserva ancora il Time, "non ha abbandonato completamente la sua politica di destra: in patria, il suo governo ha perseguito politiche che, secondo i critici, erodono silenziosamente i diritti delle persone LGBTQ+. A livello di Unione Europea, si è accreditata come la forza trainante dietro all'approccio sull'immigrazione, che prevede di pagare Paesi come l'Egitto e la Tunisia per impedire ai migranti di partire". "Se il blocco di destra europeo dovesse espandersi dopo le elezioni del Parlamento europeo di giugno, come previsto dai sondaggi, la Meloni potrebbe emergere come sua figura di spicco naturale".
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Sabato 20 aprile il Consiglio Nazionale di Noi moderati
Sabato 20 aprile 2024 si terrà alle ore 10,30 presso il Roma Eventi Piazza di Spagna, in via Alibert 5a il Consiglio Nazionale di Noi moderati. Tra gli altri parteciperanno il presidente di Noi moderati Maurizio Lupi e il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti.