Cronaca
Cani e gatti possono trasmettere superbatteri ai...
Cani e gatti possono trasmettere superbatteri ai proprietari: lo studio
L'analisi su animali domestici ed esseri umani di 43 famiglie in Portogallo e 22 nel Regno Unito svela
Gesti di cura, ma anche semplici coccole scambiate con il pet di casa, dai 'baci' alle carezze, potrebbero nascondere insidie infettivologiche non calcolate. Sembra infatti che i cani e i gatti possano trasmettere batteri resistenti agli antibiotici ai loro amici umani. A fare il punto è uno studio che ha raccolto evidenze di questo passaggio di 'superbug' tra Fido e Micio ammalati e i coinquilini umani sani in Portogallo e nel Regno Unito, scoprendo che sia gli animali che gli uomini di ciascuna 'famiglia' infetta presa in esame erano portatori degli stessi batteri resistenti e accendendo i riflettori sul fatto che gli animali domestici possano fungere da serbatoi di resistenza a farmaci vitali e quindi favorirne la diffusione.
Lo studio
Lo studio prospettico longitudinale ha coinvolto 5 gatti, 38 cani e 78 esseri umani provenienti da 43 famiglie in Portogallo e 22 cani e 56 esseri umani di altre 22 famiglie nel Regno Unito. La ricercatrice principale Juliana Menezes, del Laboratorio di resistenza agli antibiotici del Centro di ricerca interdisciplinare sulla salute animale, Facoltà di Medicina veterinaria Università di Lisbona, ha testato insieme ai colleghi tamponi cutanei e campioni di feci e urina dei partecipanti per individuare Enterobacterales (vasta famiglia di batteri che comprende Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae) resistenti ai comuni antibiotici.
Secondo il lavoro, presentato per il Congresso Escmid Global di Barcellona (27-30 aprile), non è stato possibile provare la direzione della trasmissione, ma in 3 delle case al centro della ricerca in Portogallo la tempistica dei test positivi per i batteri produttori di Esbl/AmpC suggeriva fortemente che, almeno in questi casi, i batteri venivano passati dall'animale domestico (2 cani e un gatto) all'essere umano.
I pericoli legati ai superbatteri
La resistenza agli antibiotici, ricordano gli esperti, sta raggiungendo livelli pericolosamente alti in tutto il mondo. Le infezioni da superbatteri uccidono più di 1,2 milioni di persone l'anno a livello globale, dato destinato a salire a 10 milioni entro il 2050 se non verrà intrapresa alcuna azione.
E' questa per l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) una delle maggiori minacce alla salute pubblica. "Ricerche recenti - spiega Menezes - indicano che la trasmissione" di superbug "tra esseri umani e animali, compresi quelli domestici, ha un ruolo fondamentale nel mantenere i livelli di resistenza, sfidando la convinzione tradizionale secondo cui gli esseri umani siano i principali portatori di questi patogeni nella comunità".
"Comprendere e affrontare la trasmissione" dei superbatteri "dagli animali domestici agli esseri umani" è dunque "essenziale per combattere efficacemente la resistenza antimicrobica nelle popolazioni sia umane che animali", continua l'esperta. Menezes e colleghi si sono concentrati nello studio sui batteri resistenti alle cefalosporine di terza generazione e ai carbapenemi (parte dell'ultima linea di difesa quando altri antibiotici hanno fallito). Tutti gli esseri umani considerati nello studio erano sani, mentre tutti gli animali domestici presentavano infezioni della pelle e dei tessuti molli o infezioni del tratto urinario.
In Portogallo, un cane (su 43 pet, 2,3%) è stato colonizzato da un ceppo di E. coli multiresistente producente Oxa-181, enzima che conferisce resistenza ai carbapenemi. Tre gatti e 21 cani (su 24, 55,8%) e 28 proprietari (su 78, 35,9%) ospitavano Enterobacterales produttori di Esbl/AmpC, che sono resistenti alle cefalosporine di terza generazione. In 5 famiglie, una con un gatto e 4 con cani, sia l'animale domestico che il proprietario erano portatori di batteri produttori di Esbl/AmpC.
L'analisi genetica ha mostrato che i ceppi erano gli stessi, indicando che i batteri si trasmettevano tra l'animale domestico e il proprietario. In una di queste 5 famiglie, anche un cane e il proprietario avevano lo stesso ceppo di Klebsiella pneumoniae resistente agli antibiotici. Nel Regno Unito, un cane (su 22 animali domestici, 14,3%) è stato colonizzato da due ceppi di E.coli multiresistenti che producono beta-lattamasi Ndm-5, resistenti alle cefalosporine di terza generazione, ai carbapenemi e a diverse altre famiglie di antibiotici. Gli Enterobacterales produttori di Esbl/AmpC sono stati isolati da 8 cani e 3 proprietari (36,4% e 12,5%). In due famiglie, sia il cane che il proprietario erano portatori degli stessi batteri produttori di Esbl/AmpC.
"I nostri risultati - osserva Menezes - evidenziano l'importanza di includere le famiglie che possiedono animali domestici nei programmi nazionali che monitorano i livelli di resistenza agli antibiotici. Scoprire di più sulla resistenza degli animali domestici aiuterebbe lo sviluppo di interventi informati e mirati per salvaguardare sia la salute animale che quella umana".
Baci e carezze sono pericolosi?
I batteri possono trasmettersi tra i pet e l'uomo attraverso baci e carezze, in generale toccando il proprio amico a 4 zampe, e attraverso la manipolazione delle feci. Per prevenire la trasmissione, i ricercatori raccomandano ai proprietari di praticare una buona igiene, compreso lavarsi le mani dopo aver accarezzato il cane o il gatto e dopo aver maneggiato i suoi rifiuti. "Quando il proprio pet non sta bene, va considerata l'idea di isolarlo in una stanza per prevenire la diffusione di batteri in tutta la casa e di pulire accuratamente le altre stanze", aggiunge Menezes, ricordando che tutti i cani ei gatti dello studio sono stati trattati con successo per le loro infezioni. I proprietari non avendo infezione non avevano bisogno di cure.
Cronaca
Il saluto romano è reato? Le motivazioni della Cassazione...
I giudici: "La caratteristica 'commemorativa' non determina l'automatica insussistenza del reato"
Il saluto romano è un reato o no? Aiutano a far chiarezza le motivazioni della sentenza con cui lo scorso 18 gennaio la Corte di Cassazione ha disposto un nuovo processo di Appello nei confronti di otto militanti di estrema destra.
"L'integrazione del reato richiederà che il giudice accerti in concreto, alla stregua di una valutazione da effettuarsi complessivamente, la sussistenza degli elementi di fatto (esemplificativamente, tra gli altri, il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo di verificazione, il grado di immediata, o meno, ricollegabilità dello stesso contesto al periodo storico in oggetto e alla sua simbologia, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti, ecc.) idonei a dare concretezza al pericolo di "emulazione" insito nel reato secondo i principi enunciati dalla Corte costituzionale", si legge nelle motivazioni. Con la sentenza in questione, i giudici delle Sezioni unite penali hanno disposto un nuovo processo di Appello nei confronti di otto militanti che avevano compiuto il saluto romano nel corso di una commemorazione a Milano il 29 aprile 2016, aggiungendo che la prescrizione è maturata il 27 febbraio scorso. Gli imputati erano stati assolti in primo grado nel 2020 per l’insussistenza dell’elemento soggettivo e poi condannati nel 2022. Una volta arrivato il fascicolo in Cassazione i giudici della prima sezione penale avevano investito della questione le Sezioni Unite.
"Va peraltro escluso che, di contro, come sostenuto dalle difese dei ricorrenti, la caratteristica 'commemorativa' della riunione possa rappresentare fattore di neutralizzazione degli altri elementi e, quindi, di 'automatica' insussistenza del reato, attesi il dolo generico caratterizzante la fattispecie e la irrilevanza dei motivi della condotta", sottolineano i supremi giudici nelle ventotto pagine di motivazioni.
"La condotta, tenuta nel corso di una pubblica riunione, consistente nella risposta alla 'chiamata del presente' e nel cosiddetto 'saluto romano' integra il delitto previsto dall'art. 5" della legge Scelba "ove, avuto riguardo alle circostanze del caso - scrivono le Sezioni Unite Penali - sia idonea ad attingere il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista".
Questa condotta può integrare anche il delitto, di pericolo presunto, previsto dall'art. 2 comma 1 della legge Mancino "ove, tenuto conto del significativo contesto fattuale complessivo, la stessa sia espressiva di manifestazione propria o usuale delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" che hanno tra i loro scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Cronaca
100 anni fa nasceva Rolando Toro Araneda, creatore della...
In occasione del centenario, il Congresso Mondiale di Biodanza a Lignano Sabbiadoro dal 13 al 16 giugno
Cento anni fa, esattamente il 19 aprile 1924, nasceva Rolando Toro Araneda, lo psicologo e antropologo cileno creatore della Biodanza, una pratica che utilizza la danza come movimento spontaneo, la musica, il canto e le situazioni di incontro in gruppo per favorire l’espressione delle emozioni con gesti autentici e naturali. Toro, che ha vissuto anche in Italia, aveva ideato la Biodanza, “come una poetica dell’incontro umano, come un modo diverso di relazionarsi in un mondo estremamente solitario, dove le persone sono carenti d’amore”. Toro Araneda, che è morto a Santiago del Cile il 16 febbraio 2010, all'età di 85 anni, ha dimostrato con i suoi studi, con le ricerche scietifiche e con la pratica della Biodanza, come attraverso questo metodo sia possibile conoscere sé stessi, migliorare le capacità di comunicazione e relazione con gli altri, ricevere nuovi stimoli ed acquisire nuovi strumenti di espressione e dunque aumentare il benessere.
Proprio in forza di queste potenzialità la Biodanza è ormai praticata in tutto il mondo con finalità educative ma anche a supporto di terapie per disabili, malati di Parkinson, di Alzheimer, per persone con disagio mentale o che soffrono di disturbi alimentari, come supporto al percorso di cura delle donne operate per un tumore al seno, e per migliorare la qualità della vita in contesti sociali specifici come i centri per gli anziani, le carceri, i centri di accoglienza per immigrati e nei luoghi di lavoro, oltre ad essere rivolta come pratica di supporto agli educatori e agli operatori socio-sanitari.
A dimostrazione della diffusione della Biodanza, soltanto in Italia le scuole di formazione a questa disciplina sono 16 e molti di più sono i centri in cui la Biodanza viene insegnata, esercitata e applicata in diversi ambiti. Naturalmente la Biodanza è praticata anche a Roma, dove di recente il facilitatore brasiliano Ismaldo Negreiros, ha attivato nuovi corsi presso Officina della Voce. "Si tratta di una pratica molto consigliata - spiega Negreiros all'Adnkronos - per chi vuole cambiare aspetti della propria vita che generano disagi, in un modo diverso, poiché la Biodanza propone con la danza strumenti positivi e piacevoli per sviluppare la capacità di affrontare le difficoltà della vita". Ma tra i centri più attivi con la progettualità in ambito sociale sul territorio italiano, c’è la Scuola di Biodanza di Vicenza - Centro Gaja, nata nel 1996 e diretta da Giovanna Benatti, sociologa allieva di Toro (con il quale ha anche scritto il volume ‘L’alfabeto della vita – Poetica della Biodanza’) che conduce corsi settimanali e stages di Biodanza, stages e conferenze in Italia e all’estero, oltre ad essere responsabile della area clinica della Scuola di Vicenza, per la quale promuove gruppi di Biodanza per persone con disagio psichico e disabilità, in collaborazione con psichiatri e psicologi. Benatti è anche ideatrice e direttore scientifico del Forum Internazionale di Biodanza sociale e clinica, la cui X edizione è in programma a Vicenza dal 29 maggio all'1 giugno 2025. E non a caso, nell’anno del centenario dell’ideatore di questa pratica, sarà proprio l’Italia ad ospitare il Congresso Mondiale di Biodanza, che si terrà a Lignano Sabbiadoro dal 13 al 16 giugno prossimi. “La Biodanza - spiega Benatti all'Adnkronos - non è solo una proposta di cambiamento di sé stessi ma anche di cambiamento della società e dei rapporti umani nella direzione di una riumanizzazione. La Biodanza è uno degli strumenti della cultura biocentrica, che si fonda sulla centralità del rispetto per la vita e sul valore della differenza come fattore biologico essenziale per la convivenza e lo sviluppo umano. E in questa epoca di grandi solitudini e fragilità è una pratica che può aiutare moltissimo non solo chi ha disagi particolari o patologie ma anche chi vuole migliorare il proprio rapporto con la corporeità e le proprie capacità espressive e relazionali. È una pratica adatta davvero a tutti. Come diceva Rolando Toro, ‘la Biodanza è uno strumento per persone sane ma un po’ ammalate di civiltà”.
Cronaca
Chiesa, venerdì e sabato a Roma convegno Agidae
La prolusione affidata al cardinale Parolin
Padre Francesco Ciccimarra, presidente nazionale dell'Agidae aprirà venerdì i lavori del 35° Convegno nazionale di studio, promosso dall’Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall’Autorità Religiosa, dal titolo: “Le Opere apostoliche degli Enti Ecclesiastici e il passo stanco del tempo. Ma c’è ancora un futuro!”. L’evento si svolgerà il 19 e 20 aprile a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana ed è rivolto a quanti, a diverso titolo, hanno il compito di tracciare un futuro per le opere, ai Responsabili e Collaboratori degli Istituti: Superiori, Amministratori, Direttori, docenti e operatori impegnati nelle nostre istituzioni.
Riforme della scuola, riforma del lavoro e nuova contrattazione collettiva, l’annosa questione Imu per gli immobili degli enti ecclesiastici, saranno tra i temi più dibattuti nel Convegno. Al segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, viene affidata la Prolusione per una valutazione complessiva sulle difficoltà affrontate nella gestione delle opere della Chiesa da una “visione del credente”. Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, affronterà, nell’insicurezza normativa, il tema dell’Imu per gli Enti religiosi, la necessità di un intervento legislativo per la soluzione del problema. Al sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche Sociali, Claudio Durigon, toccherà affrontare il tema del salario giusto e del salario minimo nei nuovi Ccnl.
La due giorni di convegno vedrà l’avvicendarsi di tantissime personalità tra autorità ecclesiastiche, politiche, laiche e della magistratura, tra cui: Fulvio Baldi, Sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione, il Cosimo Maria Ferri, Vice Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, Antonio Decaro, Sindaco di Bari, Presidente dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
Inoltre interverranno: Prof. Marco Bussetti, già Ministro dell’Istruzione e Direttore Generale USR Veneto, Dott.ssa Anna Paola Sabatini, Direttore Generale USR Lazio, Prof. Elio Formosa, Responsabile Nazionale CISL SCUOLA.
Nella presentazione del Convegno il Presidente Padre Francesco Ciccimarra sottolinea che: “Il trascorrere del tempo si rivela sempre di più una sfida per la gestione delle Opere da parte degli Enti. La complessità politico-istituzionale a livello nazionale e internazionale, unita a quella della instabilità economica sta facendo emergere progressivamente il problema della sostenibilità delle attività gestite dagli Istituti associati non soltanto da un punto di vista strettamente economico”.
Sul sito www.agidae.it può essere consultato l’intero programma del convegno.